Alcologiarassegna stampa su vino, birra e altri alcolici del 4 gennaio 2021

4 Gennaio 2021
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RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI

A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada

TG2 MEDICINA33

Dalla pagina facebook di Emanuele Scafato

ALCOL e LOCKDOWN effetti su giovani e meno giovani:

le evidenze scientifiche suggeriscono di EVITARE di consumare alcolici nel
corso dell’epidemia COVID.

E’ dimostrato che l’ALCOL AUMENTA i recettori cellulari per la proteina
Spike del Coronavirus:

a) FACILITANDO l’attacco del virus alla cellula,

b) SCATENANDO la cascata infiammatoria delle citochine

c) ESPONENDO la persona con polmonite ad un PEGGIORE ESITO dell’infezione
polmonare che si presenta in maniera più GRAVE

d) INCREMENTANDO il rischio di ricovero terapia intensiva

e) INCREMENTANDO il rischio di esito FATALE

L’ALCOL abbassa le difese immunitarie e la risposta anticorpale per cui, in
estrema sintesi:

1) FACILITA e FAVORISCE l’infezione virale polmonare

2) DETERMINA un evoluzione più GRAVE

EVITARE di bere alcol – VINO, BIRRA, LIQUORI, tutti gli ALCOLICI, può fare
la differenza

In relazione al vaccino, è importante astenersi PRIMA e DOPO la VACCINAZIONE
dal consumo di alcol, specie nel periodo tra la prima e la seconda dose,
mettendo l’organismo nelle condizioni ottimali di poter GENERARE un adeguata
risposta immunitaria che è alla base di una difesa anticorpale efficace DOPO
la SECONDA DOSE.

Emanuele Scafato (*)

(*) Nota: ecco il link all’intervista di Emanuele Scafato a Medicina 33 (dal
minuto 5,30)

Tg2 – Medicina 33 (rai.it)
<www.tg2.rai.it/dl/tg2/rubriche/PublishingBlock-9f02426b-75c0-4380-88
bf-72df638339c3.html?fbclid=IwAR2osrYMSlL38Gj8L2pKTKCcbUNaZ13kMQx7DE3s2C7uMc
zB_cG6ZyJN2Q4>

BLOG SICILIA

“Non bere alcolici prima e dopo il vaccino”, l’avviso degli esperti

LA RACCOMANDAZIONE DAL REGNO UNITO

Non vanno bevuti alcolici nel periodo in cui si riceve il vaccino contro il
Covid-19, cioè nel periodo tra una dose e l’altra, perché può ridurre la
risposta immunitaria del corpo.

Come riportato su LadBible.com, il dr. Ronx Ikharia ha condotto un
esperimento sugli effetti dell’alcol sul sangue dei partecipanti, prelevando
campioni prima e dopo aver bevuto tre bicchieri di prosecco. Il medico,
ospite di una trasmissione della BBC (The Truth About … Boosting Your Immune
System), ha spiegato di avere scoperto che tre bicchieri di alcol hanno
diminuito i livelli delle cellule linfocitarie fino al 50%.

La professoressa immunologa Sheena Cruickshank, dell’Università di
Manchester, dal canto suo, ha affermato che la riduzione delle cellule
linfocitarie potrebbe ridurre l’efficacia del vaccino. L’esperta ha, quindi,
esortato le persone ad evitare di consumare alcolici durante il periodo del
vaccino. La professoressa ha affermato: «È necessario che il sistema
immunitario funzioni in modo ottimale per avere una buona risposta al
vaccino, quindi se beviamo la sera prima, o subito dopo, non sarà d’aiuto».
I linfociti costituiscono circa il 20 – 40% dei globuli bianchi e sono di
«fondamentale importanza» per il sistema immunitario.

Nel Regno Unito, tra l’altro, oggi è il giorno dell’avvio della campagna di
vaccinazioni con il farmaco sviluppato da Oxford / AstraZeneca. A tal
proposito, il segretario alla sanità inglese, Matt Hancock, ha detto: «Sono
lieto che oggi stiamo lanciando il vaccino di Oxford, una testimonianza
della scienza britannica. Questo è un momento cruciale nella nostra lotta
contro questo terribile virus e spero che la giornata di oggi dia a tutti
una speranza rinnovata che la fine di questa pandemia sia vicina».

Hancock ha anche affermato: «Anche se i più vulnerabili sono immunizzati,
esorto tutti a continuare a seguire le restrizioni in modo da potere tenere
bassi i casi e proteggere i nostri cari».

FEDERVINI

Covid: il Sudafrica impone terzo divieto di vendita di alcolici

Il governo sudafricano ha imposto un terzo divieto di vendita di alcolici
sul mercato interno, una mossa intesa a contrastare la diffusione dei casi
di Covid. Pronta la reazione del Vinpro – ente di rappresentanza dei
produttori – secondo il quale la decisione avrà “conseguenze disastrose” per
il settore.

Il 28 dicembre il presidente del Sud Africa, Cyril Ramaphosa, ha annunciato
che il paese tornerà al livello di allarme Covid tre poiché il numero di
casi di coronavirus confermati nella nazione supera il milione.

Di conseguenza, le vendite interne e fuori commercio di alcolici sono state
vietate e le attività non essenziali come i ristoranti devono ora chiudere
alle 20:00. Il governo ha stabilito un coprifuoco tra le 21:00 e le 6:00.

Le esportazioni di vini e spiriti, tuttavia, possono continuare così come il
trasporto per lo stoccaggio. Il livello di allerta sarà in vigore fino al 15
gennaio.

Nel suo discorso, il presidente Ramaphosa ha riconosciuto che il settore
degli alcolici è “importante per l’occupazione”, ma in questo momento la
priorità è “salvare vite umane”.

“L’eccessivo consumo di alcol ha ripercussioni anche sull’attività degli
ospedali”, ha detto. “Secondo i dati che abbiamo, gli incidenti e la
violenza legati all’alcol stanno mettendo sotto pressione le nostre unità di
emergenza ospedaliere “.

L’ente di settore Vinpro ha ricordato che il mese scorso il Sud Africa è
rimasto con oltre 250 milioni di litri di vino invenduto dopo che precedenti
vendite di alcolici e divieti di esportazione hanno causato interruzioni
nella catena di approvvigionamento.

Vinpro ha inoltre espresso frustrazione per il fatto che le sue proposte di
controllare, e non vietare, la vendita di alcolici non erano state prese in
considerazione dal governo.

L’amministratore delegato Rico Basson ha dichiarato: “Condividiamo la
preoccupazione del Presidente per l’improvviso e grave picco di casi
positivi di Covid-19 e di decessi correlati e comprendiamo la necessità di
misure drastiche per affrontarlo, ma siamo delusi e profondamente
preoccupati dall’approccio generale con riguardo al commercio di alcolici
che il governo ha preso ancora una volta per frenare la diffusione della
pandemia”.

Basson stima che i due precedenti divieti di vendita, così come un periodo
durante il quale sono state vietate anche le esportazioni, hanno causato
l’equivalente di circa 420 milioni di euro di mancate vendite, nonché
“significative perdite di posti di lavoro” in cantine e imprese turistiche.
Il divieto di vendita farebbe “un danno economico incalcolabile” a un
settore già in difficoltà.

La South African Liquor Brandowners Association (SALBA) condivide le
preoccupazioni di Vinpro sul commercio illecito di alcolici.

FIRSTONLINE.INFO

Arrivano fondi per vino, birra e buona tavola dalla legge di Bilancio

di Silvano Bonini

Previsto un fondo di 10 milioni per il rilancio della filiera vinicola di
qualità e per quella brassicola che vive un momento di grande fortuna in
Italia e all’estero con un forte sviluppo del settore artigianale. Un fondo
destinato anche alla valorizzazione delle produzioni enogastronomiche
artigianali

Non solo vino, ma anche birre artigianali sulle nostre tavole, una tendenza
quest’ultima in continua crescita e che con la legge di bilancio 2021 trova
riconoscimento e sostegno. Nel provvedimento appena approvato dalle Camere
viene infatti istituito per quest’anno un Fondo di 10 milioni proprio per la
tutela e il rilancio di alcune filiere, tra cui quella brassicola.

La produzione di birra in Italia negli ultimi venti anni è risultata in
costante ascesa passando dai 12,2 milioni di ettolitri prodotti nel 1998 ai
15,6 milioni di ettolitri del 2017 (Assobirra, 2018), di cui 2,7 milioni
destinati all’esportazione.

Un trend positivo, grazie anche alla nascita e allo sviluppo progressivo dei
birrifici artigianali. La spinta allo sviluppo del settore è arrivata
prevalentemente dai giovani, under 35

Parallelamente all’aumento della produzione, si sono verificati, da un lato,
una diminuzione delle importazioni di birra (che si sono attestate, nel
2017, intorno ai 6,5 milioni di ettolitri), e, dall’altro, un aumento
complessivo dei consumi pari a oltre 19 milioni di ettolitri annui (il
consumo pro-capite ha raggiunto, nel 2017, il valore massimo di 31,8 litri
annui).

Tuttavia, le materie prime utilizzate per la produzione di birra (luppolo,
orzo, altri cereali) sono largamente importate da Paesi a maggiore
tradizione brassicola. Ed ecco quindi il Fondo previsto nella legge di
Bilancio per il sostegno a questo settore, insieme alla filiera apistica,
della canapa e della frutta a guscio.

Ma il primato resta appannaggio del vino, che sulle nostre tavole non manca
mai. Ed ecco allora un altro Fondo, anche questo previsto nella legge di
Bilancio (altri 10 milioni) per lo stoccaggio privato di vini Doc, Docg e
IGT certificati o atti a divenire tali e detenuti in impianti situati nel
territorio nazionale.

E sempre per rimanere in tema di tavola, ecco 3 milioni nel triennio
2021-2023 per Iniziative finalizzate alla valorizzazione delle tradizioni
enogastronomiche, delle produzioni agroalimentari e industriali italiane e
della dieta mediterranea e del contrasto al fenomeno dell’Italian sounding,
cioe’ l’utilizzo (su etichette e confezioni) di denominazioni, riferimenti
geografici, immagini, combinazioni cromatiche e marchi che evocano l’Italia
e in particolare, alcuni dei suoi più famosi prodotti tipici (come ad
esempio il parmigiano o la mozzarella) in pratica una forma di falso Made in
Italy.

VOCEDINAPOLI

Follia a Cicciano, ubriaco aggredisce ex moglie e figlio con un martello

I carabinieri della stazione di Cicciano, insieme a quelli della sezione
radiomobile di Nola, hanno arrestato un 44enne del posto per maltrattamenti
e danneggiamento. Allertati dal 112, i militari sono intervenuti presso
l’abitazione della ex moglie.

Poco prima, in stato di ebbrezza e davanti al figlio 23enne, il 44enne aveva
spaccato alcuni mobili della cucina con un martello, insultando e
minacciando i familiari. Bloccato prima che la situazione potesse
degenerare, l’uomo è finito in manette ed è stato tradotto al carcere di
Poggioreale. Secondo quanto ricostruito dai militari, eventi di questo tipo
erano all’ordine del giorno ed erano stati già denunciati.

ILSOLE24ORE

SANITA24

Più alcol-dipendenza in pandemia? Prima di tutto guardare al disagio
psichico

di Carla Collicelli *

Il clima denso di timori e incertezze nel quale viviamo da ormai 10 mesi,
unito a una genuina preoccupazione per la salute e per l’organizzazione
della sanità, offre l’occasione di riflettere in forme nuove sulle priorità
che un’efficace azione di salute pubblica deve saper indicare. Ed è indubbio
che, nel pieno di una pandemia, lo sforzo e le risorse dell’organizzazione
sanitaria debbano essere indirizzate prioritariamente verso una risposta il
più possibile rapida al problema della diffusione del contagio attraverso
misure di contenimento, nonché verso la cura di pazienti più a rischio e la
disponibilità – il prima possibile – di un vaccino sicuro.

Ne deriva però di conseguenza il fatto che l’impegno professionale ed
economico-organizzativo scatenato dalla pandemia rischia di mettere sullo
sfondo le problematiche e la gestione delle patologie ordinarie, con non
pochi effetti deleteri sul piano diagnostico e terapeutico, di cui presto si
dovrà fare un’adeguata e trasparente contabilità. Occorre in altre parole
non dimenticarsi di quanto continua ad accadere su quello sfondo.

Tra le varie questioni di questo tipo, una che il momento attuale invita a
considerare in modo particolare è quella del disagio psicologico e della
sofferenza psichiatrica che derivano non solo dallo stress legato al
pericolo della infezione da Covid 19, ma anche da quello provocato
dall’isolamento, dalle mancate relazioni, dalle nuove condizioni di lavoro e
dall’eccesso di prossimità con i propri famigliari durante la chiusura.
Un’analisi in tal senso è stata condotta su un campione nazionale tra i 18 e
i 75 anni da un gruppo di psichiatri dell’Università Cattolica di Roma, da
cui si evince che il 62% degli italiani ha affrontato il confinamento senza
alcun reale disagio psichico, ma il 38% ha invece registrato segnali di
disagio, per metà moderato e per metà severo.

Molti osservatori sottolineano a questo proposito che si tratterà di un
impatto a lungo termine di questo disagio, impatto che si misurerà anche in
termini di danno legato al fenomeno delle dipendenze patologiche, nel campo
dell’alcol e delle sostanze. Tra questi la denuncia lanciata dall’articolo
di M. Calandri sul sito di Repubblica del 18 dicembre, che avanza l’ipotesi,
sicuramente plausibile ma tutta da verificare e decisamente allarmistica,
secondo la quale ansia e stress da confinamento metterebbero a dura prova
individui anche giovani, alcuni dei quali cercano poi forme di
automedicazione surrettizia ed autogestita, ad esempio attraverso il consumo
esagerato di alcol.

In merito a ciò va detto che in realtà analisi accreditate, ed in
particolare le indagini nazionali ed internazionali che cominciano ad essere
pubblicate in questo periodo, evidenziano che i giovani, soprattutto nella
fascia di età più bassa, hanno diminuito negli ultimi mesi le occasioni di
consumo e di abuso di alcol precedentemente legate alle uscite fuori casa e
sospese durante il confinamento.

E se è pur vero che i dati di vendita hanno mostrato sin dall’inizio della
pandemia un aumento degli acquisti di bevande alcoliche rispetto al periodo
precedente, non è ovvio dedurre da questo dato una indicazione di aumento
dei consumi (e a cascata della dipendenza, tanto meno precoce), vista la
riduzione dei consumi fuori casa.

Un articolo da poco pubblicato su Alcohol and Alcoholism a firma P. Anderson
(stimato osservatore dei fenomeni di alcol-dipendenza) mostra, attraverso
un’analisi attenta dei dati britannici, che i consumi delle famiglie
britanniche misurati sugli acquisti in eccesso durante il lockdown (+41%)
non compensano i mancati acquisti delle stesse nel canale fuori casa, con un
saldo finale sui consumi pari a un trascurabile 0,7%. Ben lontano dunque
dalle ipotesi avanzate rispetto al consumo eccedentario di alcol da parte
dei giovani in periodo di pandemia e di confinamento a casa.

Anche rispetto all’aumento degli acquisti on line, per i quali si parla di
una crescita a 3 cifre, va considerato che essa compensa la chiusura del
canale fuori casa, non è generalizzata né tipica dei giovani, e non rimbalza
con la stessa grandezza sui consumi reali.

Soprattutto dobbiamo ricordare che il fenomeno delle dipendenze, da alcol ma
anche da altre sostanze, deriva nella maggior parte dei casi da un disagio
psichico ed esistenziale preesistente e dai problemi legati all’incertezza e
all’ansia rispetto al futuro, che non nascono certo con la pandemia, come
ampiamente analizzato negli studi ormai ventennali dell’Osservatorio Giovani
e Alcol (Opga). Le statistiche segnalano da tempo, oltre all’aumento delle
patologie croniche, spesso in forma plurima, anche l’aumento del disagio
psicologico e mentale, che si manifesta in particolare tra i giovani sotto i
34 anni, tra gli stranieri, tra le donne, tra i disoccupati e tra i
cittadini del Nord del paese. Ed il disturbo più diffuso risulta essere la
depressione, che coinvolge secondo dati Istat quasi 3 milioni di persone.
Occorre quindi guardare al complesso dei fenomeni legati al disagio
giovanile, e soprattutto alle iniziative di prevenzione e di arginamento
degli effetti più problematici del disagio, a cominciare dall’impegno
sociale ed economico per il sostegno di ambiti di vita e di formazione nei
quali sviluppare relazioni sociali significative, dialogo, condivisione,
mutuo aiuto, solidarietà di territorio. È in parte anche il tema del
“welfare locale”, venuto a galla con tanta drammaticità in questo periodo,
che dovrebbe andare di pari passo con l’integrazione dei servizi e la
continuità assistenziale.

* CNR- CID Ethics

Segretariato ASviS

Consulta Scientifica Cortile dei Gentili

GAZZETTA DI MANTOVA

Spacca la porta a vetri ed entra nel palazzo seminando il panico

Per alcuni inquilini del condominio “Corallo” di via Lumumba 3 a Suzzara
quella tra sabato e ieri è stata una notte da incubo. Un uomo, in stato di
ebbrezza, ha spaccato il cristallo della porta d’entrata della “scala A” del
palazzo e, una volta all’interno, è salito di un piano e lì ha preso a calci
la porta di casa di una famiglia. Quest’ultima, terrorizzata, è rimasta
barricata in casa e ha chiamato il 112.È avvenuto tra la mezzanotte e l’una.
Quando i carabinieri di Suzzara, insieme con i colleghi di Moglia, sono
arrivati sul posto era già tutto finito. L’uomo, probabilmente feritosi ad
una mano, dopo aver infranto la vetrata ha sporcato di sangue la parte di
muro vicino al campanello di un appartamento. Dopo aver seminato il panico
nel condominio, barcollando, è uscito in strada urlando a squarciagola frasi
incomprensibili, ha attraversato via Lumumba per poi immettersi in via Cervi
e, sempre a piedi, ha raggiunto viale Virgilio dove ha continuato a urlare
svegliando la gente. Secondo alcune testimonianze sembra si sia fermato
anche nel condominio di viale Virgilio dove ha sede un’agenzia interinale.
Non è dato sapere se anche qui abbia causato danni. L’uomo si è diretto in
piazza e con il passare delle ore si sono perse le tracce. I carabinieri di
Suzzara stanno indagando per cercare di risalire alla sua identità. Hanno in
visione le immagini delle telecamere di videosorveglianza sparse tra via
Lumumba, via Cervi, viale Virgilio, piazza Luppi e piazza Garibaldi. La
porta d’ingresso della “scala A” del condominio “Corallo” è stata
transennata col nastro biancorosso e anche una zona nei pressi dell’ingresso
“scala B”. I vetri sono rimasti ammucchiati in un angolo e dentro un
secchio. Sarà cura dell’amministratore condominiale interpellare il perito
dell’assicurazione per risarcire il danno e rimettere il cristallo sulla
porta d’ingresso del condominio. –MAURO PINOTTI

Associazione Nuovo Paradigma O.d.V. – C.F. 91071720931

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