RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI
A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada
VANITYFAIR
La nuova Peroni Nastro Azzurro 0,0% arriva in Italia
L’iconico brand ha lanciato questo weekend la sua birra «no alcol» insieme ad Aston Martin Aramco Cognizant Formula One
È la nuova birra analcolica italiana: Peroni Nastro Azzurro 0.0% arriva sul mercato italiano con l’idea di offrire la stessa esperienza di gusto di Peroni Nastro Azzurro, ma con lo 0.0% di alcol.
Per il suo lancio Peroni Nastro Azzurro 0,0% si è mostrata in tutto il suo carattere divertente, cool e internazionale, attraverso una partnership internazionale a lungo termine con il Team Aston Martin Aramco Cognizant Formula One™️, celebrata con una serie di eventi ed iniziative dentro e fuori dal circuito.
Una delle iniziative più spettacolari capace di catalizzare l’attenzione di un ampio pubblico, è stato IL PITSTOP EXPERIENCE. Lo spazio allestito ad hoc, in Piazza XXIV Maggio a Milano, aperto dal 7 settembre e fino all’11 settembre. Uno spazio di intrattenimento dove poter avere una brand experience unica nel suo genere e che ha già fatto parlare di sé in diverse città europee, dove si viene trasportati nell’esperienza del garage Aston Martin F1™️ Team vissuta attraverso tutti e 5 i sensi e in maniera totalmente immersiva. Grazie a Peroni Nastro Azzurro 0,0%, gli ospiti hanno visto da vicino la perfetta riproduzione dell’auto da corsa AMR22 e hanno toccato con mano di persona tutta la passione che si respira in un garage di F1. I suoni, gli odori, i gesti e le immagini tipici di un box a bordo pista saranno i protagonisti di questo spazio dove tutti sono invitati a vivere appieno ogni momento… grazie al gusto unico, rinfrescante, italiano di Peroni Nastro Azzurro 0,0%.
Il gusto 0.0%
Il gusto italiano superiore di Peroni Nastro Azzurro 0.0% invita a vivere ogni momento al meglio. Stesso gusto unico, la stessa qualità superiore e lo stesso orgoglio italiano di Peroni Nastro Azzurro. Un gusto secco e rinfrescante grazie alla presenza di Mais 100% italiano (tra cui il pregiatissimo Mais Nostrano®) e l’utilizzo di luppoli nobili finemente aromatici che grazie al nuovo processo di de-alcolizzazione promette la stessa esperienza di gusto di Peroni Nastro Azzurro ma con lo 0,0% di alcol.
«Siamo molto lieti di portare un’esperienza unica come quella de IL PITSTOP anche in Italia e presentare, in pieno stile Peroni Nastro Azzurro 0.0%, questa partnership internazionale di prestigio con il team di Aston Martin Aramco Cognizant», ha dichiarato Francesca Bandelli, Marketing & Innovation Director di Birra Peroni presentando l’iniziativa. Ma oltre all’evento, è stata l’occasione per provare la nuova era della birra. «La nuova Peroni Nastro Azzurro 0,0% – ha aggiunto – è stata pensata e creata per rispondere alle esigenze contemporanee di gusto unico e inconfondibile della nostra birra ma con lo 0,0% di alcol». (*)
(*) Nota: il fatto che tutta la promozione di questa nuova bevanda punti sulla caratteristica di essere completamente priva di alcol mi pare un ottimo segno, dal punto di vista culturale
Intanto che cambiano i tempi, il prossimo articolo descrive cosa succede ad una importante festa del vino…
UDINE TODAY
Pestaggio a Friuli Doc, ubriaca rompe un bicchiere in faccia a un’altra ragazza
L’episodio si è verificato nel corso della notte. Arrestata una classe 1998 residente in città
Ha aggredito, sotto l’influsso di sostanze alcoliche, una 20enne di Tavagnacco, colpendola al volto con un bicchiere di vetro e causandole delle lesioni all’occhio destro, giudicate – dal personale del pronto soccorso del Santa Maria della Misericordia – guaribili in 30 giorni. L’episodio si è verificato in largo dei Pecile. Per questo motivo la classe ’98 B. B. S. è stata arrestata la scorsa notte dai carabinieri del Norm di Udine, in flagranza di reato per l’ipotesi di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. L’autrice della violenza, dopo l’aggressione, è fuggita. È stata individuata dai militari dell’Arma – intervenuti sul posto – grazie alle descrizioni dei testimoni. La ragazza, con i vestiti ancora macchiati di sangue e una ferita alla mano causata dall’uso del bicchiere di vetro, si era rifugiata all’interno di un bar di piazza San Giacomo ed è stata trovata mentre consumava altre bevande alcoliche. Alla vista dei militari si è avventata fisicamente contro di loro. Condotta in caserma è stata dichiarata in stato di arresto ed è stata portata nelle camere di sicurezza della compagnia, in attesa dell’udienza di convalida come disposto dalla Procura della Repubblica di Udine.
LA PROVINCIA PAVESE
Alcol ai ragazzini, bar chiuso Il Tar: «I gestori devono vigilare»
Provvedimento del 2017 perché una 15enne si era sentita male
Dal ricorso emergono i “chupiti” serviti a clienti minorenni
M. FIO.
Chupiti a base di vodka venduti a giovani ancora minorenni. Una violazione che aveva fatto finire una ragazza di 15 anni in ospedale e costata ai gestori del locale la chiusura dell’attività per sette giorni. A distanza di anni da quel provvedimento (era il 2017) il Tar si è pronunciato sul ricorso presentato dai gestori di un bar di piazza Vittoria, che si erano sentiti danneggiati, confermando la bontà della decisione del questore e condannando i gestori a pagare anche 1500 euro di spese legali. I gestori si erano difesi dicendo che gli alcolici erano stati venduti a maggiorenni, che li avevano poi ceduti anche ad amici più giovani seduti al tavolo con loro. Una difesa che per il Tar non regge: «Il divieto di somministrazione di alcolici ai minorenni, nel caso di somministrazione al tavolo, comporta il dovere per l’esercente di vigilare sul fatto che – a prescindere dal soggetto che effettua l’ordinazione e il pagamento degli stessi – gli alcolici serviti al tavolo non vengano effettivamente consumati da minori».
A far scattare la chiusura del locale era stato un episodio, in particolare. Una sera di agosto del 2017 una ragazza di 15 anni si era sentita male al bar. Secondo alcune testimonianze, aveva bevuto almeno cinque o sei chupiti, una bevanda alcolica a base di vodka. A ricostruire i fatti in questo modo era stata la stessa ragazza, che agli agenti aveva spiegato «di essere stata servita da una barista che ho già visto all’interno del bar anche le altre volte» e di avere «ordinato insieme agli amici “chupiti” alcolici» senza che le fosse richiesto un documento d’identità.
L’episodio, secondo gli accertamenti, non si era rivelato isolato. Altre due segnalazioni erano scattate a giugno: nel corso di alcuni controlli era emerso che alcolici erano stati serviti a minorenni. Da qui, per il Tar, la legittimità del provvedimento del questore, «finalizzato a impedire, attraverso la temporanea chiusura del locale, il protrarsi di una situazione di pericolosità sociale, avendo riguardo esclusivamente all’obiettiva esigenza di tutelare l’ordine e la sicurezza».
SANITA24 – IL SOLE 24 ORE
Alcol in gravidanza: rischi anche in piccole quantità
di Luigi Orfeo *
Il 10% delle donne in gravidanza nel mondo consuma in qualche momento della gestazione alcol, in forma moderata o occasionale (Rapporti Istisan 21/25). L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha individuato nella gravidanza e nell’allattamento due momenti di particolare vulnerabilità all’esposizione a sostanze alcoliche, sia per la madre sia per il feto, con possibili gravi conseguenze per la salute nel lungo termine.
L’alcol è una sostanza di ampio consumo, facilmente reperibile e associata alla convivialità; bere alcol occasionalmente e moderatamente fa parte delle abitudini alimentari, sia in contesti famigliari che sociali, abitudini che spesso si protraggono dal pre concepimento, alle prime fondamentali settimane di gestazione, ovvero quando la gravidanza ancora non è stata accertata. Una consuetudine che viene spesso percepita come priva di rischio per la salute nel breve e nel lungo termine, sia tra la popolazione sia tra gli operatori sanitari; ma l’alcol è una sostanza cancerogena, calorica, che può creare dipendenza e che è sempre associata a una mole prevenibile di danni.
In occasione della Giornata mondiale della sindrome feto-alcolica e disturbi correlati, che si celebra il 9 settembre, come Società italiana di Neonatologia (Sin) ribadiamo quanto l’esposizione all’alcol, seppur moderata, possa comportare seri rischi, sia per la madre, sia per il feto, con possibili gravi conseguenze per la salute nel lungo termine. Tra queste, la Fasd, o Spettro dei Disturbi Feto Alcolici, una disabilità permanente neurocognitiva, conseguente all’esposizione all’etanolo in utero, di cui la Fas, o Sindrome Feto Alcolica ne è la forma clinica più grave e pienamente espressa.
L’alcol passa sempre attraverso la placenta, a prescindere dall’epoca gestazionale, dalla quantità assunta o dal tipo di bevanda e anche un consumo “occasionale e moderato” può avere conseguenze permanenti e irreversibili sul nascituro a causa dell’azione embriotossica e teratogena dell’etanolo. Il feto, infatti, non è in grado di metabolizzare l’alcol, perché privo degli enzimi necessari e quindi anche una minima quantità ne pregiudica la salute. Perciò l’alcolemia fetale è sovrapponibile all’alcolemia materna, quando la mamma beve, il bimbo beve.
Il rapporto dei nati con Fasd dalle donne che assumono alcol è di 1:67 e dei nati con Fas di 1:300. Dati verosimilmente sottostimati per il numero limitato di studi effettuati, per la metodologia utilizzata nella raccolta delle informazioni, per la variabilità dei fattori e determinanti socio-ambientali presi in considerazione, per l’assenza di un’anamnesi alcologica materna mirata nella diagnosi differenziale di Fasd e per l’inconsapevolezza, da parte della popolazione e degli operatori sanitari, sui possibili danni per la salute materno-infantile legati al consumo di alcol anche quando è minimo o occasionale.
Al fine di promuovere una campagna di sensibilizzazione e prevenzione della Fasd, l’Istituto superiore di Sanità ha avviato uno studio, ancora in corso, su “Prevenzione, diagnosi precoce e trattamento mirato dello Spettro dei Disturbi Feto Alcolici (Fasd) e della Sindrome Feto Alcolica (Fas)” coordinato dalla Dott.ssa Simona Pichini, con l’obiettivo di monitorare il reale consumo di alcol in gravidanza ed esposizione all’etanolo in utero, di sensibilizzare la popolazione sui danni alcol correlati per la salute materno-infantile e di formare il personale socio-sanitario sulla prevenzione, diagnosi e il trattamento mirato della Fasd.
Il progetto, il primo nazionale che raccolga dati oggettivi sulla situazione italiana in merito al consumo di alcol in gravidanza, ha visto coinvolti numerosi Neonatologi della Sin, tra i quali il Dott. Luigi Memo, past president del Gruppo di Studio di Genetica Medica della Sin e operatori sanitari in sei Unità operative distribuite per aree geografiche di competenza, che hanno attivato a loro volta centri collaboratori in tutta Italia.
Il reclutamento ha previsto il coinvolgimento di 2000 gestanti e 2000 neonati sul territorio nazionale, senza criteri di esclusione specifici e la raccolta di dati sia soggettivi che oggettivi, con un questionario sulle abitudini alimentari prima e durante la gravidanza e la donazione di un campione biologico da parte delle mamme (una ciocca dei loro capelli o un campione di meconio del neonato nelle prime ventiquattro ore di vita) per la ricerca in laboratorio dell’etilglucuronide, un biomarcatore specifico del metabolismo dell’alcol. Attivati, inoltre, numerosi interventi di formazione e sensibilizzazione del personale sanitario, rivolti ad Ostetriche, Pediatri, Medici di base, Ginecologi, Assistenti Sociali e Psicologi.
Il reclutamento, accompagnato dalla distribuzione di materiale informativo in 28 centri, è stato pensato per essere anche un’occasione di sensibilizzazione, fondamentale per cambiare il concetto secondo cui “piccola dose piccolo danno” e trasformarlo in “zero alcol zero Fasd”, perché i disordini feto-alcolici sono prevenibili al 100% se si evita totalmente l’alcol in gravidanza.
* Presidente della Società italiana di Neonatologia (Sin)
HORECANEWS
Aumenta a livello mondiale il consumo di alcolici
Cresce in maniera esponenziale, contro ogni linea di comportamento indicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il consumo di alcolici nel mondo.
Lo afferma uno studio pubblicato dalla rivista Lancet, secondo cui entro il 2030 metà della popolazione mondiale consumerà alcol e il 23% lo farà in modo eccessivo almeno una volta al mese.
Secondo lo studio dell’università di Dresda, che si basa sui dati dell’Oms e del Global Burden of Diseases, il consumo di alcolici negli adulti è salito da 5,9 litri l’anno del 1990 a 6,5 litri del 2017, mentre nel 2030 arriverà a 7,6 litri.
I paesi a medio ed alto reddito spingono il trend dei consumi, che aumenta con l’aumentare del tenore di vita. La crescita maggiore nel periodo viene registrata in India e Vietnam, mentre Russia, Gran Bretagna e Perù hanno mostrato i cali più significativi.
L’Italia secondo i dati presentati, si pone tra i paesi che consumavano di più nel 1990, con un consumo pro capite tra 10 e 12 litri, ma un’inversione del trend riporta il livello nella media globale, con un range di consumo tra 6 e 7,9 litri pro capite.
Secondo i ricercatori, l’obiettivo dell’OMS di ridurre l’uso di alcolici a livello globale del 10% entro il 2025 non sarà raggiunto. Al contrario l’uso di alcol rimarrà uno dei fattori di rischio principali per la salute nel futuro prossimo, e anzi il suo impatto probabilmente crescerà.
Secondo i dati Oms nel 2016, nel mondo, il consumo dannoso di alcolici è stato responsabile di più di 3 milioni di decessi ogni anno (il 5,3% di tutti i decessi), e più di tre quarti di queste morti si sono verificate tra uomini.
Esistono, inoltre, marcate differenze geografiche per quanto riguarda il tipo di bevande consumate. Globalmente, il 44,8% dell’alcol viene consumato sotto forma di superalcolici, che rappresentano anche il tipo di bevanda più consumata nelle Regioni OMS del Sud-Est asiatico, del Mediterraneo e del Pacifico occidentale. Il secondo tipo di bevanda più consumata è la birra, che rappresenta il 34,3% di tutte le bevande alcoliche consumate nel mondo. Solo l’11,7% dell’alcol viene invece consumato sotto forma di vino. Tuttavia, il consumo di questa bevanda rappresenta un quarto del consumo totale nella Regione europea (29,8%). I maggiori cambiamenti nelle preferenze si sono verificati in Europa, dove l’uso di superalcolici è diminuito del 3% mentre quello del vino e della birra è aumentato.
IL GIORNO Milano
Giovani e alcol, allarme continuo
Nel weekend circa 50 i ragazzi soccorsi dal 118 per avere bevuto troppo. E c’è chi finisce in ospedale
di Massimiliano Saggese
È allarme intossicazioni da alcol: i giovani abusano di alcolici nel fine settimana. Una situazione ormai senza controllo. I ragazzi escono la sera spesso solo con l’obiettivo di bere e ubriacarsi. L’ultimo caso la scorsa notte ad Assago dove è stata soccorsa una ragazza di 19 anni. Il fatto è accaduto attorno alle 2 della notte fra sabato e domenica in via Reggio Emilia.
L’allarme è stato lanciato da alcuni amici della diciannovenne che completamente ubriaca ha iniziato a stare male. Sul posto è intervenuta un’ambulanza inviata dal 118 di Milano. La giovane una volta tornata lucida non ha avuto bisogno di essere ricoverata in ospedale, situazione che si ripete il più delle volte, perché spesso sono proprio le vittime a rifiutare il ricovero.
L’abuso di alcolici è diventato un problema di sicurezza diffuso, non solo ad Assago. Nel fine settimana sono stati circa cinquanta gli interventi nell’area metropolitana per casi di intossicazione etilica che riguardano giovani e giovanissimi che “si devastano” di alcol nei locali, oppure per strada o in feste private. E ogni Comune deve fare i conti, finito il weekend, con la rimozione di distese di lattine e bottiglie abbandonate nei luoghi di ritrovo. Fra venerdì notte e sabato notte a Cassano d’Adda un’altra ragazza di 19 anni è stata soccorsa per una sbronza. È accaduto nella zona della stazione dove si ritrovano la sera molti giovani. Anche a Rozzano è dovuta intervenire un’ambulanza per un ragazzo, anche lui di 19 anni, in viale Lazio. A differenza della due coetanee, il rozzanese dopo l’intervento dei paramedici non si è ripreso ed è stato necessario il ricovero presso l’ospedale Humanitas.
Stessa sorte toccata ad un 21enne di Pioltello trovato in stato di incoscienza e trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Cernusco.
E ora fra i minorenni, quindi ragazzini dai 12 ai 15 anni, vige un codice non scritto: “Si beve, si sta male e non si chiamano i soccorsi, altrimenti sono botte”. Perchè se arriva l’ambulanza i minori non posso rifiutare il ricovero in ospedale. E la scena accaduta fuori da un locale alcuni giorni fa a un uomo della sicurezza cattura la situazione attuale: “Una ragazzina era a terra senza sensi completamente ubriaca -. Siamo intervenuti per soccorrerla mentre un suo amico e una sua amica si facevano dei selfie a terra con lei. E quando abbiamo chiamato l’ambulanza siamo stati minacciati. Per loro bere e farsi male è la routine”.
RSI NEWS
“Arrivavano da una staffetta alcolica”
Le due giovani rimaste ferite venerdì sera, alle Gole della Breggia, avevano partecipato a una delle feste organizzate in luoghi discosti – La testimonianza
Arrivavano da una “staffetta alcolica” le due giovani soccorse venerdì sera dopo essere rimaste ferite nella zona delle Gole della Breggia. Feste tra liceali del Mendrisiotto organizzate con il passaparola. Una risposta – dicono – all’assenza di luoghi dove incontrarsi. La “staffetta alcolica” è una sorta di tradizione per le allieve e gli allievi del liceo di Mendrisio, che all’ora dell’aperitivo, si danno appuntamento in luoghi discosti. La RSI vi può raccontare come si svolgono e come funzionano, grazie a una testimonianza.
“Si raccolgono i soldi… poi chi vuole beve… ma solo birra… chi vuole, invece, può solo stare a cantare o ballare con gli altri… nei pochi minuti della pausa durante la settimana non riesci a vedere tutti… è bello trovare un momento per stare con i compagni e la gente che si vede a scuola. È un bel momento per stare tutti insieme. Di solito è una situazione molto tranquilla”.
Appuntamento nel tardo pomeriggio, verso le 17.00, e quando diventa buio la festa finisce. Ci si organizza con il passaparola e le informazioni arrivano il giorno prima. Succede alcune volte durante l’anno, per l’inizio della scuola o delle vacanze. Il nostro testimone ha accettato di raccontarci come vengono organizzate le “staffette alcoliche”, confermandoci le diverse voci raccolte tra gli allievi e le allieve del Liceo di Mendrisio. Istituto che precisiamo non c’entra nulla con queste feste, non autorizzate.
“Di solito è tutto tranquillo. Magari c’è qualcuno sopra le righe perché non conosce i suoi limiti perché è la prima volta che beve… però di solito c’è un amico che lo tiene o lo porta a casa. Di solito si risolve tranquillamente. Non so cosa sia successo venerdì, magari è semplicemente il posto, il sentiero… dove uno può scivolare”.
Contattata dalla RSI, la polizia comunale di Mendrisio (che non si occupa di tutto il comprensorio coperto dal liceo) ci ha comunicato che interviene regolarmente quando vengono segnalate feste non autorizzate e collabora con i servizi dedicati del Gruppo visione giovani. Entrambi non erano a conoscenza delle staffette, anche perché la scelta di luoghi discosti viene fatta per non suscitare le reazioni del vicinato. Ma non solo.
“Non ci sono tanti spazi e a volte bisogna andare a cercare un posto come quello. Però non so chi decide. È sempre un posto così… perché di posti per riunirsi non ce ne sono”.
Posti difficili da raggiungere, lo sanno bene le due vittime dell’incidente di venerdì sera.
QUOTIDIANO NAZIONALE
Paola Cerimele, “era ubriaco l’autista che provocò l’incidente stradale”
L’uomo alla guida della vetttura che si scontrò frontalmente con la Panda con a bordo l’attrice molisana e il compagno Raffaello Lombardi, è indagato per omicidio stradale
Campobasso, 12 settembre 2022 – Era ubriaco l’automobilista che causò l’incidente in cui morì l’attrice molisana Paola Cerimele, e rimase gravemente ferito il compagno Raffaello Lombardi, ora fuori pericolo.
Quel 26 agosto scorso sulla Fondovalle del Trigno, poco prima delle 15, la Fiat Panda con la coppia a bordo si trovò improvvisamente davanti l’Audi A6, guidata da un 51enne di Frosolone, E. C., che aveva tentato un sorpasso azzardato. Il frontale non lasciò scampo alla Cerimele. L’uomo, anche lui rimasto ferito nell’incidente, ora è indagato per omicidio stradale nell’ambito del procedimento penale aperto dalla Procura di Vasto (Chieti). E dall’accusa risulta l’aggravante di guida in stato di ebbrezza.
Gli avvocati dello Studio3A-Valore, che assistono le sorelle e il fratello dell’attrice, stanno cercando di scoprire le cause che hanno portato al decesso della Cerimele. Per questo motivo i legali della famiglia hanno incaricato un proprio perito, l’ingegnere cinematico Pietro Pallotti, per valutare gli accertamenti tecnici e ricostruire con precisione la dinamica della tragedia.
ROMA TODAY
“Vi faccio a pezzi tipo Scarface”, armato di motosega minaccia barista per bere gratis
L’aggressore si è dato alla fuga ma è stato bloccato dai carabinieri per tentata estorsione, resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di oggetti atti ad offendere. Arrestato, è quindi stato rimesso in libertà
Vi faccio a pezzi, tipo Scarface”. È stata la minaccia di un cittadino romeno di 33 anni, già conosciuto alle forze dell’ordine e sottoposto a obbligo di firma, che si è presentato ieri in un bar in zona Passoscuro, a Fiumicino, pretendendo di bere alcol gratis. L’uomo ha minacciato il barista e i clienti con una motosega.
L’uomo, ieri intorno alle 17, si è presentato in un bar di cui è cliente. Già ubriaco, ha chiesto alcolici ma il barista si è rifiutato di servirglieli. Di fronte alla risposta negativa il 33enne, ha minacciato i presenti una motosega urlando al barista di farlo a pezzi.
Alcuni clienti del bar hanno chiamato i carabinieri e sul posto è arrivata una pattuglia della stazione di Passoscuro. Sentite le sirene, il 33enne è fuggito. Dopo averlo cercato senza esito i militari hanno deciso di attenderlo in caserma dove effettivamente si è presentato essendo sottoposto all’obbligo di firma. L’uomo aveva con sè una roncola di 40 centimetri. È stato trattenuto in caserma e ha tentato di fuggire. Al termine di una colluttazione è stato ammanettato. Arrestato, questa mattina è stato rimesso in libertà e sottoposto di nuovo all’obbligo di firma.
FANPAGE
Ubriaco e drogato spacca la faccia alla compagna: “Mi ha preso la testa e l’ha sbattuta sul frigo”
L’ha picchiata più volte fino a procurarle un trauma cranico e facciale: è successo a Frascati dove un 38enne, oggi in carcere, ha aggredito la sua compagna.
A cura di Beatrice Tominic
L’ha raggiunta in casa e l’ha picchiata violentemente, riempiendola di calci e pugni: questo è quanto accaduto a Frascati, comune sui Castelli Romani che dista una ventina di chilometri dalla capitale, nei mesi di luglio e agosto scorsi. L’aggressore, un 38enne romano, si è scagliato sulla compagna fino a procurarle lesioni molto gravi: la donna, in una di queste occasioni, ha riportato un trauma cranico e facciale. Dopo approfondite indagini, l’uomo è stato arrestato e oggi si trova in carcere.
Si è presentato a casa della compagna visibilmente ubriaco e dopo aver assunto sostanze stupefacenti nel mese di luglio scorso, l’ha afferrata per un braccio e le ha impedito di uscire di casa. Una volta portata all’interno dell’appartamento, l’ha afferrata per il collo e, con la mano contro la gola, l’ha sbattuta contro il frigorifero colpendola con un calcio al polpaccio. Poi le ha lanciato una bottiglia di plastica sulla testa.
Una situazione simile si è verificata anche nel mese successivo, lo scorso agosto. L’uomo, una volta tornato nuovamente a casa della donna, l’ha aggredita ancora con violenza fino a procurarle un trauma cranico e facciale. Nella stessa occasione ha iniziato a minacciare di morte sia lei che i suoi familiari, che in quel momento si trovavano nella stessa abitazione con lei.
GAZZETTA DI MANTOVA
Il conducente aveva un tasso alcolemico superiore al limite e trasportava due persone nell’unico posto per passeggeri
Schianto sulla Romana, rischia la denuncia
La polizia stradale di Ostiglia che sta conducendo i rilievi potrebbe denunciare Marco Braghiroli, 53 anni, bagnolese di San Giacomo Po, che l’altra sera è uscito di strada con la sua auto rimanendo leggermente contuso e causando il ferimento grave dei due passeggeri che trasportava. Il tasso alcolemico rilevato dopo lo schianto era superiore al limite consentito per poter guidare un veicolo. Inoltre l’auto, una Mercedes Slk, è omologata solo per due passeggeri, mentre a bordo dell’auto al momento dello schianto viaggiavano in tre: il conducente e due suoi conoscenti. L’incidente è accaduto sulla strada provinciale Romana all’altezza di Pietole di Borgo Virgilio. Braghiroli stava viaggiando in direzione da Bagnolo verso Mantova. Giunto all’altezza della curva a sinistra di fronte alla corte Martinella, ha perso il controllo del mezzo che prima ha sbattuto contro una recinzione sulla propria destra, poi è rimbalzato dall’altra parte della strada, ribaltandosi su un lato e finendo la propria corsa contro un palo in cemento della linea elettrica. La scena che è apparsa ai primi soccorritori era quella dell’auto riversa nel campo a ruote all’insù. I vigili del fuoco, accorsi assieme ai mezzi di soccorso inviati dal 118, hanno aiutato a estrarre i feriti dall’abitacolo. Il conducente era contuso e sotto choc, i due trasportati invece apparivano più gravi. Si tratta di Maia Gazzi, di 39 anni, nativa di Carpi, nel Modenese, e Roberto Polacchini, 41 anni, nato a Suzzara. Da Brescia è stata fatta alzare in volo un’eliambulanza che ha trasferito uno dei due feriti gravi all’ospedale di Cremona, mentre il secondo è stato portato al Poma di Mantova. La Polstrada sta compiendo i propri accertamenti, tuttora in corso, ma pare che i due trasportati sedessero uno in braccio all’altro a fianco del guidatore, e non avessero per questo le cinture allacciate. Ipotesi al vaglio dell’indagine che non è ancora terminata e sta verificando la posizione dei due. Solo al termine delle indagini si potrà avere un quadro chiaro della situazione. Braghiroli lavora come tecnico elettricista al macello Inalca di Pegognaga. È separato, con due figlie che vivono sempre a San Giacomo Po