RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI
A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada
DISSAPORE
Lalcol aumenta il rischio di questi tumori: Nessuna quantità è sicura
Un nuovo studio ci spiega che l’alcol aumenta il rischio di tumori al cavo
orale e all’esofago. E questo indipendentemente dalla quantità di alcolici
assunta
di Manuela Chimera
Non cè niente da fare: a quanto pare nessuna quantità di alcol è sicura
quando si tratta delle probabilità di sviluppare tumori al cavo orale o
neoplasie allesofago. Uno studio recentissimo realizzato da IARC (studio
retrospettivo, è bene specificarlo e che ha messo insieme i dati di studi
precedenti) è stato chiarissimo: rinunciare alle bevande alcoliche (o quanto
meno ridurne tantissimo la quantità consumata) potrebbe aiutare a ridurre il
rischio di sviluppare tumori del cavo orale o tumori esofagei.
Continuano le conferme che correlano lalcol ai tumori
Beatrice Lauby-Secretan della IARC ha spiegato che, sulla base delle prove
esaminate da studi precedenti, ecco che i ricercatori hanno concluso che
esistono prove sufficienti per determinare che la riduzione o la cessazione
totale del consumo di alcol riduce il rischio di sviluppare queste due
tipologie di tumori. Tuttavia sono necessari altri studi per capire se
ridurre il consumo di alcol possa diminuire i rischi di sviluppare altri
tipi cancro.
Andando a vedere qualche numero, interrompere il consumo di alcolici per un
periodo di 5-9 anni riduce i rischi di cancro orale del 34%. Tale
percentuale sale al 55% se si elimina il consumo di alcolici per 10-19 anni.
Per i tumori esofagei, invece, 5-15 anni senza alcol riducono il rischio del
15%, mentre 15 o più anni di astinenza riducono il rischio del 65%. Il fatto
è che quando si bevono alcolici, il corpo lo metabolizza trasformandolo in
acetaldeide, sostanza notoriamente cancerogena. Inoltre lalcol è anche
genotossico, il che significa che può danneggiare il DNA conducendo così
allo sviluppo di tumori.
Tuttavia Lauby-Secretan ha spiegato che questo studio ha un limite: il
risicato numero di studi pre esistenti, disponibili per la revisione. In
effetti pare che non ci siano molti studi che parlano della riduzione del
rischio di neoplasie associata a una filosofia di vita da astemi. Tali studi
sono molto più frequenti per quanto riguarda il tabacco, ma molto meno per
lalcol.
Lauby-Secretan ha specificato che con bevande alcoliche non si intende
solamente il vino, ma anche la birra e i superalcolici. E tutto questo
indipendentemente dalla qualità o dal prezzo. Il focus di questo articolo è
che non esiste una quantità sicura di alcol che si può bere: meno si beve e
meglio è, ma non bere del tutto è la cosa migliore. La rivincita degli
astemi, dunque.
Non è certo un caso che molti paesi stiano ponendo un freno al consumo di
alcol, fra cui anche lIrlanda e il Giappone, entrambi paesi con una solida
cultura di bevande alcoliche.
VINETUR
Rivelato un cambiamento generazionale nelle abitudini di consumo di alcolici
Le opzioni analcoliche e a basso contenuto di alcolici guadagnano terreno
tra i giovani di 18-24 anni
Un recente rapporto del Portman Group ha rivelato un sorprendente
cambiamento nelle abitudini di consumo dei giovani adulti tra i 18 e i 24
anni. Lo studio, condotto da YouGov, indica un aumento significativo del
consumo di prodotti analcolici o a bassa gradazione tra questa fascia
demografica. Il numero di giovani adulti che scelgono occasionalmente o
regolarmente queste alternative è passato dal 31% al 44% in un solo anno,
sottolineando una tendenza verso stili di vita più sobri.
Questo cambiamento generazionale non solo è notevole, ma è anche indicativo
di un più ampio cambiamento nell’atteggiamento sociale verso il consumo di
alcol. Attualmente, il 39% dei giovani adulti si astiene completamente
dall’alcol, il che li rende la generazione più sobria mai registrata. Questa
tendenza è ulteriormente supportata dal fatto che il 35% degli intervistati
si classifica come consumatore occasionale o regolare di bevande analcoliche
o a basso contenuto alcolico, con un notevole aumento rispetto al 29% di due
anni fa.
Lo studio evidenzia anche una crescente consapevolezza e accettazione delle
alternative all’alcol. Tre quarti dei bevitori hanno sperimentato tali
alternative, rispetto ad appena un terzo dei non bevitori. Questa apertura a
provare nuove opzioni è significativa, dato che la maggioranza (83%) ha
provato per la prima volta un prodotto analcolico o a basso contenuto
alcolico di un marchio che offre anche varianti alcoliche.
Uno dei fattori chiave di questo cambiamento è il desiderio di evitare il
consumo eccessivo di alcol in contesti sociali e la necessità di rimanere
sobri alla guida. Queste ragioni sono state in cima al sondaggio per sei
anni consecutivi, sottolineando l’importanza del bere responsabile tra i
giovani adulti. Inoltre, molti intervistati hanno dichiarato di consumare
queste alternative insieme all’alcol o nei giorni liberi dall’alcol durante
la settimana.
Matt Lambert, CEO di The Portman Group, ha espresso soddisfazione per questi
risultati. Egli sottolinea la crescente popolarità delle alternative
analcoliche e a basso contenuto di alcol come strumento fondamentale per un
consumo responsabile.
I risultati di questo studio testimoniano l’evoluzione del consumo di alcol,
in particolare tra i giovani adulti. Riflettono uno spostamento consapevole
verso la moderazione e il bere responsabile, influenzato da una serie di
fattori sociali e personali. La continua espansione del mercato delle
bevande analcoliche e a basso contenuto alcolico avrà probabilmente un
impatto duraturo sulla cultura del bere e sulle scelte dei consumatori.
BEVERFOOD
Zero alcol, il 2024 sarà lanno della consacrazione definitiva dei vini
dealcolizzati?
Il 2024 sarà lanno dei vini dealcolizzati? La domanda sorge legittima
soprattutto in periodo di Dry January, la moda che vede il primo mese
dellanno astenersi dallalcol, che sta generando da un lato un effetto di
imitazione, dallaltra reazioni ficcate anche da parte della politica come
in Francia, con in prima linea niente meno che il presidente Macron. Ma
gennaio a parte, il fenomeno dei vini senza alcol sembra avere una domanda
in crescita, per varie motivazioni. Da regimi alimentari che prediligono
poche calorie, alle donne in dolce attesa, a motivazioni religiose, a
persone astemie o con problemi di salute che non vogliono privarsi della
possibilità di bersi un bel bicchiere.
Ma è vino o non è vino? Il dilemma shakespeariano attanaglia tanto i fan
quanto gli haters del vino no alcol. I suoi detrattori dicono che non sia
vino, mentre chi cavalca londa no alcol guarda alle opportunità. Vino, vino
spumante, vino spumante di qualità, vino spumante di qualità di tipo
aromatico, vino spumante gassificato, vino frizzante e vino frizzante
gassificato sono le tipologie di vino che possono essere dealcolate e la
dealcolizzazione può essere di due tipi: totale o parziale. La prima se il
titolo alcolometrico effettivo del prodotto non è superiore allo 0,5%, la
seconda se il titolo alcolometrico effettivo del prodotto è superiore allo
0,5% e inferiore al titolo effettivo minimo della categoria che precede la
dealcolizzazione. Per i vini a Indicazione Geografica Protetta (Igp) o
Denominazione di Origine Protetta (Dop) è autorizzata solo la
dealcolizzazione parziale.
NORMATIVA Tra regolamenti, direttive e leggi non sempre è facile orientarsi.
Da un lato cè lEuropa con il Regolamento UE 2021/2117 del 2 dicembre 2021,
la normativa che ha autorizzato e regolamentato la produzione e
commercializzazione di vino totalmente o parzialmente dealcolato nellUnione
Europea, con tanto di motivazione: Vista la domanda crescente da parte dei
consumatori di prodotti vitivinicoli innovativi che hanno un titolo
alcolometrico effettivo inferiore a quello stabilito per i prodotti
vitivinicoli nellallegato VII, parte II, del regolamento (UE) n. 1308/2013,
dovrebbe essere possibile produrre tali prodotti vitivinicoli innovativi
anche nellUnione. Si tratta però di un Regolamento e non una direttiva,
quindi direttamente applicabile negli Stati membri. Nel nostro paese a
trazione enoica, il Testo Unico della Vite e del Vino (Legge n. 238 del 12
dicembre 2016) pone alcune problematiche, non essendo perfettamente
allineato alla normativa europea. Ad esempio non è consentito alle imprese
vitivinicole italiane di iniziarne la produzione negli stabilimenti
vitivinicoli, considerato il divieto della detenzione di alcune sostanze
negli stabilimenti enologici. Dovrebbe anche essere permessa la detenzione
momentanea dellalcol prodotto dal processo di dealcolizzazione prima che
questo venga denaturato e quella dellacqua ottenuta nel corso dello stesso
processo. Su questi ed altri temi, il Ministero dellAgricoltura ha
recentemente inviato uno schema di decreto relativo ai vini dealcolati e
parzialmente dealcolati elaborato a seguito di un confronto con lagenzia
delle dogane e con lIcqrf (Ispettorato per il Controllo della Qualità e
Repressione Frodi).
PRODUZIONE Evaporazione sottovuoto, tecniche a membrane, distillazione,
questi i tre i processi di dealcolizzazione autorizzati. Nelle tecniche
evaporative il risultato in termine di dealcolazione è che da un lato si
ottiene il vino dealcolato e dallaltro lacqua di vegetazione del vino
ricca in alcol, che può variare dal 30% al 40%, fino ad arrivare in alcuni
casi all80-85% in caso di rettifiche particolari. La caratteristica in
comune è che i processi di dealcolizzazione utilizzati non devono dare luogo
a difetti dal punto di vista organolettico. In base allattuale normativa,
non è possibile produrre vino biologico dealcolato. Sono state infatti
autorizzate alcune nuove pratiche enologiche per la produzione di vino
dealcolato convenzionale, dal momento del riconoscimento legale del vino
dealcolato come prodotto vitivinicolo, ma queste non sono tra quelle
autorizzate per la produzione di vino biologico. La Commissione Ue sta però
esaminando la questione, in relazione allobiettivo Ue di raggiungere il 25%
dei terreni agricoli destinati allagricoltura bio entro il 2030. Va fatta
una distinzione tra dealcolizzazione totale, che riguarda i prodotti per i
quali il titolo alcolometrico effettivo del prodotto non è superiore allo
0,5%; e la dealcolizzazione parziale, se il titolo alcolometrico effettivo
del prodotto è superiore allo 0,5% e inferiore al titolo effettivo minimo
della categoria che precede la dealcolizzazione.
CONSUMI Chi domanda comanda, un vecchio adagio che sembra calzare a puntino
anche sul vino senza alcol. Secondo vari studi recenti, negli stati
tradizionalmente tra i maggiori consumatori, il consumo annuo pro capite di
vino tende a diminuire. Nel 2022 secondo Wine Intelligence, un terzo dei
consumatori vuole diminuire il consumo di alcol negli Stati Uniti; il 36% in
Giappone; il 56% in Australia e il 58% in Svizzera. Secondo le elaborazioni
dellOsservatorio del Vino di Unione Italiana Vini (Uiv) su dati della World
Bank, il consumo di alcol pro-capite ha registrato un decremento medio annuo
del 3,2% in Italia, del 1,8% nel Regno Unito, del 1,4% in Francia e Paesi
Bassi e del 1% in Germania. A livello globale, il 50% della popolazione non
consuma bevande alcoliche per motivi religiosi o perché non le considera nel
proprio regime alimentare. Tra i profili target per questi prodotti, ci sono
i giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni, che cercano attivamente
alternative allalcol, e il vino dealcolato permette di festeggiare e
divertirsi senza perdere il controllo di sé e senza rischiare la patente ad
esempio nel caso della guida in stato di ebbrezza. Il 60% dei giovani della
Generazione Z ritiene di non gradire gli effetti collaterali dellalcol,
mostrano un interesse particolare per le bevande dealcolate le donne tra i
25 ed i 40 anni di età e le persone over 60, oltre chi ha condizioni di
salute, come diabete o malattie del fegato, donne in gravidanza e sportivi.
MERCATO Il mercato dei vini dealcolati sembra avere un grande potenziale, in
parte già espresso. Nel 2021, il mercato della dealcolizzazione valeva 7,5
miliardi di euro, di cui 322 milioni di euro per il vino parzialmente o
totalmente dealcolato. I vini aromatizzati e i vini non aromatizzati hanno
prospettive di crescita notevoli: tra il più 7% e il più 10% di incremento
annuo, in tutte le regioni del mondo, mentre la crescita annuale del consumo
di vino classico è stimata all1%. Nel periodo 2018-2023 le vendite di
vini fermi parzialmente o totalmente dealcolati sono cresciute del 13% e
quelle dei vini fermi parzialmente o totalmente dealcolati del 5,6%. Entro
il 2025, il mercato globale della dealcolazione potrebbe avere un valore
complessivo di 30 miliardi di dollari, di cui l80% sarà rappresentato dalla
birra analcolica. Il mercato dei vini parzialmente o totalmente dealcolati
rappresenta 322 milioni di euro e 42 milioni di litri, con i vini spumanti
che contano per il 70% del totale sia in valore che in volume. I principali
mercati sono Francia (166 milioni di euro), Germania (69,3 milioni di euro),
Italia (30,6 milioni di euro) e Spagna (15 milioni di euro). I vini
aromatizzati, invece, rappresentano un valore di 16 milioni di euro e un
volume di 2 milioni di litri (0,3% in volume e 0,6% in valore). I principali
Paesi consumatori sono Francia (7,6 milioni di euro), Spagna (4 milioni di
euro) e Germania (1,5 milioni di euro).
ETICHETTE Uno scenario dove si stanno affacciando anche nomi importanti del
vino tradizionale. Dal lancio dello spumante Steinbock Alcohol free
Selection Dr.Fisher di Hofstätter, che nasce a partire dal Riesling Kabinett
Steinbock di Hofstätter e grazie a un moderno processo di distillazione
sottovuoto viene privato dellalcool, mantenendo inalterati le
caratteristiche organolettiche del varietale. Oppure come Zonin, che tra i
nuovi prodotti presentati lo scorso anno, ha puntato su Cuvée Zero, con un
profilo aromatico simile al vitigno Glera ma con zero alcol, un prodotto che
mirq a raggiungere il crescente segmento di consumatori nei mercati
strategici che includono: Germania, Regno Unito, Francia, Australia, Belgio
e Svezia. Myalcolzero una giovane e dinamica realtà italiana nata nel 2019
da unidea di Luca Sonn che sentì parlare per la prima volta di vino
dealcolato nel 2015, diventato un punto di riferimento del settore,
specializzata nella realizzazione di prodotti customizzati, export, vendita
diretta e consulenza. Nosecco nel 2017 è stato presentato per la prima volta
alla London Wine Fair, in seguito alle denunce del consorzio del Prosecco
(DOC), il marchio francese senza alcol è stato poi rilanciato come Nozeco
nel 2021 ed è diventato il marchio di vino analcolico più venduto nel Regno
Unito. Anche la cantante Kylie Minogue ha lanciato uno spumante rosé
analcolico nellottobre 2022, che è diventato rapidamente un successo di
vendite sul mercato. In Francia invece sta spopolando lo spumante analcolico
French Bloom, lanciato nel 2021 e ora disponibile in 28 paesi in tutto il
mondo, co-fondato da Maggie Taittinger che ha dichiarato. Presto berremo
vini di qualità grand cru senza alcol. Prodotti che potrebbero vedere un
riconoscimento nel Global Low and No Masters, un concorso per diventare
protagonisti.
LA REPUBBLICA
Etichette vino, l’Europa contrattacca: i produttori già sapevano le nuove
norme
di Lara Loreti
Intervento del commissario Ue, Janusz Wojciechowski, a seguito
dell’interrogazione dell’eurodeputata leghista Elena Lizzi: ” Il contenuto
del documento era ben noto ai rappresentanti del settore ben prima della sua
pubblicazione”
I produttori di vino conoscevano già le linee guida sulle nuove norme
delletichettatura e il documento europeo in cui vengono chiariti i confini
del regolamento è stato emanato proprio perché richiesto fortemente dai
protagonisti del settore. Si difende così lEuropa dallaccusa delle imprese
del vino, a poco più di un mese dallesplodere della polemica sulle nuove
norme delletichettatura.
Una difesa di cui si fa carico il commissario europeo per l’Agricoltura,
Janusz Wojciechowski, rispondendo a un’interrogazione parlamentare
dell’eurodeputata Elena Lizzi (Lega) proprio a proposito delle nuove linee
guida sull’etichettature delle bottiglie di vino. La nuova norma prevede che
sui vini e sui prodotti vitivinicoli aromatizzati debbano essere esplicitati
l’elenco degli ingredienti e la dichiarazione nutrizionale, anche attraverso
strumenti digitali come il Qr Code. Ma secondo le aziende del vino, lEuropa
al contrario di quanto sostiene il commissario Agricoltura avrebbe
cambiato le carte in tavola.
Le linee guida nel mirino sono state esplicitate lo scorso 24 novembre, a
due settimane dall’entrata in vigore della nuova norma, quando la
Commissione europea ha disposto che sulle etichette dovesse essere
esplicitata la parola “ingredienti” al posto della sola “i”, che invece in
un primo tempo era stata accettata.
“A seguito di una forte richiesta da parte del settore e degli Stati membri
mette in chiaro Wojciechowski – la Commissione ha redatto un documento di
orientamento che è stato ampiamente discusso con gli Stati membri. Il
contenuto di tale documento era ben noto ai rappresentanti del settore ben
prima della sua pubblicazione”. Resta da chiarire quanto prima e in che
termini i produttori erano al corrente delle norme.
Da precisare che in Italia il ministro dellAgricoltura, Francesco
Lollobrigida, ha firmato il decreto che ha posticipato l’introduzione e
l’applicazione della normativa europea sul cambio di etichettatura del vino,
permettendo così l’utilizzo e l’esaurimento delle etichette già in
magazzino. Si parla di un milione e oltre di etichette.
Wojciechowski prosegue sottolineando che le nuove regole non valgono per i
vini prodotti prima dellImmacolata. “Va notato che tutti i vini prodotti
prima dell’8 dicembre 2023 non sono soggetti alle nuove regole di
etichettatura”, precisa il commissario, sottolineando che “poiché il vino in
bottiglie etichettate prima dell’8 dicembre è stato prodotto prima di tale
data, queste bottiglie non sono soggette alle nuove norme di etichettatura”
e possono essere commercializzate con le etichette già stampate “se
soddisfano i requisiti di etichettatura in vigore prima della data di
applicazione delle nuove norme”.
Le regole e la data di entrata in vigore dell’obbligo di aggiungere l’elenco
degli ingredienti e la dichiarazione nutrizionale alle etichette dei vini
sono state stabilite dal Regolamento 2021/2117 del Parlamento europeo e del
Consiglio del 2 dicembre 2021. Norme più dettagliate sulla presentazione
dell’elenco degli ingredienti, “che tengono pienamente conto delle
specificità del settore”, sono state stabilite dal Regolamento delegato
2023/1606 della Commissione del 30 maggio 2023.
CORRIERE ADRIATICO
Oscar Pistorius in libertà vigilata da venerdì: proibiti alcol e interviste
Venerdì 5 gennaio il rilascio dell’ex velocista sudafricano
Sono passati quasi undici anni da quel tragico episodio che cambiò la vita
di Oscar Pistorius. Era il 14 febbraio 2013 quando l’ex velocista
paralimpico sudafricano sparò quattro colpi alla compagna Reeva Steenkamp.
Pistorius fu condannato a 13 anni di carcere ma dichiarò di aver colpito
involontariamente la compagna, pensando che fosse un ladro. La versione
della sua vicina di casa, Michelle Burger, si rivelò completamente diversa e
di fatto incastrò Pistorius. Questa infatti sosteneva che la donna avesse
urlato chiedendo aiuto.
Pistorius, il primo processo nel 2014
Il primo processo, nel 2014, decretò l’omicidio colposo ma l’anno seguente,
in seguito al processo d’appello, la pena venne convertita in omicidio
volontario con 6 anni di reclusione.
Infine nel 2017 arrivò l’ultima sentenza che confermò i 13 anni e 5 mesi di
reclusione.
Adesso, però, arriva una svolta importante nella vicenda Pistorius. Infatti
l’ex atleta sarà rilasciato venerdì 5 gennaio 2024 e sconterà il resto della
pena il libertà vigilata. Un tribunale sudafricano ha concesso questa forma
di libertà all’ex campione paralimpico, dopo che a marzo un altro tribunale
glie l’aveva negata. La decisione è stata ribaltata in seguito al
rilevamento di un errore durante il precedente processo. Durante questo
periodo Pistorius non potrà bere alcol né rilasciare interviste ai media.
Per raggiungere questa forma di libertà l’ex atleta ha accettato di
sottoporsi ad una terapia per la gestione della rabbia. Durante questo
periodo dovrà anche svolgere lavori socialmente utili che potranno
riabilitarlo e pian piano reinserirlo nella società. A 37 anni la vita di
Pistorius potrebbe nuovamente cambiare.
MODENA TODAY
A zig-zag lungo la A22 con un autoarticolato, tasso alcolico sei volte oltre
il limite
Monitoraggio del traffico veicolare da parte della Polizia di Stato in
occasione delle festività: quattro patenti di guida ritirate e due fermi
amministrativi del veicolo
In questi giorni di festa la Polizia Stradale di Modena, in ambito ordinario
e sulle tratte autostradali, è stata impegnata con le proprie pattuglie sia
nella verifica al rispetto delle norme comportamentali definite dal Codice
della Strada, ma anche al controllo e al possesso dei requisiti psicofisici
ed abilitativi richiesti ai conducenti dei veicoli. Lattività svolta ha
permesso di controllare oltre 350 veicoli e conducenti, e in alcuni di essi
si sono riscontrate alcune condotte, siano essi neopatentati o conducenti
professionali alla guida di veicoli commerciali, particolarmente gravose per
la circolazione stradale.
Gli agenti hanno accertato la guida sotto linfluenza dellalcol di tre
giovani conducenti, poiché il loro tasso alcolemico è risultato superiore
allo 0,8 g/l e pertanto la condotta è punita con il reato di guida in stato
di ebbrezza alcolica che prevede, oltre alla denuncia in stato di libertà
allAutorità Giudiziaria, il ritiro e la sospensione della patente di guida
da 6 mesi a 1 anno.
Ma lattività operativa di maggior rilievo è avvenuta lungo lA22, dove
lintervento fondamentale della pattuglia autostradale ha permesso di
fermare un autoarticolato proveniente dallEst Europa che percorreva le
corsie con a zig-zag mettendo in serio pericolo la sicurezza stradale.
Allatto del controllo, lautista è risultato positivo allaccertamento
alcolemico con un tasso pari a 3 grammi/litro, ovvero sei volte oltre il
limite consentito dalla legge ai conducenti in generale.