Alcologiarassegna stampa su vino, birra e altri alcolici del 9 luglio 2024

9 Luglio 2024
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RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI

A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada

IL FATTO QUOTIDIANO

Indagata anche la mamma della bimba morta nell’incidente a Villabate: era
positiva all’alcol test.

I genitori non hanno chiamato i soccorsi

Anche la mamma della bambina di tre anni, morta in un incidente stradale in
provincia di Palermo, era positiva all’alcol test. Gli esami tossicologici
effettuati su entrambi i genitori, hanno dato esito positivo: 1,34 il padre
e 1,25 la madre. I risultati dell’ospedale Buccheri La Ferla arrivano a
poche ore dalla notizia dell’indagine a carico dei coniugi per omicidio
stradale. Secondo le ultime ricostruzioni, i genitori Rosario Brusa e Cetty
Guarino, subito dopo l’incidente, sono andati verso l’ospedale in via
Messina Marine, a Palermo, senza allertare il 118 e le forze dell’ordine.

L’incidente – Secondo la ricostruzione della coppia, il padre si trovava
alla guida della Volkswagen Polo senza patente e copertura assicurativa,
mentre la madre era seduta sul sedile del passeggero anteriore tenendo in
braccio la bambina e violando, in questo modo, le norme di legge. Sull’auto,
che si è schiantata contro un muro in via Giulio Netta, c’era l’intera
famiglia: oltre ai tre, anche il gemello della bambina e il fratello 14enne,
caricato in macchina dai genitori perché rimasto in panne con il proprio
scooter a pochi chilometri dal luogo dello schianto. È stata Cetty Guarino
ad aver raccontato a un familiare di viaggiare con la bambina tra le
braccia, ma gli inquirenti stanno cercando di capire se non fosse lei,
invece, al volante mentre il padre teneva la bambina. Secondo la
ricostruzione del padre, i freni dell’auto avrebbero smesso di funzionare in
prossimità di una curva, dove un muro in cemento sorregge un cavalcavia e
incrocia una strada sterrata. Lì l’auto è uscita fuori strada impattando
violentemente contro il muro.

La corsa in ospedale – A seguito dell’impatto, i genitori si sono recati al
pronto soccorso dell’ospedale Buccheri La Ferla senza allertare i soccorsi e
nonostante la vettura non fosse nelle condizione di circolare. “Non può
esistere consolazione per un dolore così profondo che ti attraversa il corpo
e devasta l’anima”, ha scritto su Facebook una zia della bambina. “Una vita
innocente e pura, una splendida principessa dai grandi occhi azzurri. È la
tua fotocopia, mi dicevano. Il sole della famiglia non può spegnersi così”.

IL MEDIANO

Travolta e uccisa da auto, fermo confermato per il vigile alla guida sotto
effetto dell’alcol

CAMPOSANO – Il gip di Nola ha convalidato il provvedimento di fermo emesso
nei confronti del vigile urbano che, sotto effetto dell’alcol, nei giorni
scorsi, a Camposano ha investito e ucciso una donna di 27 anni che era con i
suoi due piccoli nipoti rimasti illesi. Il giudice ha disposto per l’uomo,
che ha 26 anni, la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Sindaco sul luogo dell’incidente

Il sindaco di Camposano, Franco Barbato, è stato tra i primi ad arrivare sul
luogo dell’incidente, dove è stata investita ed uccisa Lucia Passariello.
“Nella mia vita ne ho viste di cotte e di crude e non mi sono mai
impressionato ma quello che ho visto qui non mi era davvero mai successo”,
racconta. “Era da poco terminato il consiglio comunale quando ho ricevuto
una telefonata dalla presidente del Consiglio. Era insieme al suo fidanzato
infermiere, intorno alle 22, e stava prestando i primi soccorsi – dice
all’ANSA – mi sono precipitato anche io e ho visto quella povera ragazza, il
corpo sbalzato, colpita alle spalle, una morte assurda”. C’erano le bimbe,
in quella strada, le nipotine di Lucia, “non credo abbiano visto, erano
davanti alla zia”.

E c’erano, subito dopo, “i parenti giustamente arrabbiati, si è creata una
folla che era tanto tanto arrabbiata con l’investitore. Si è rischiato il
peggio ma per fortuna lo hanno subito portato via”. Il primo cittadino non
conosceva Lucia, ma l’automobilista che l’ha uccisa e che aveva assunto
alcol, sì. “E’ di Camposano e prima di fare il vigile urbano a Portici, lo
ha fatto quattro mesi anche qui da noi – spiega – Non ho parole nemmeno per
questo perché è sempre stato un ragazzo attento, non uno di quei bulli che
inseguo la notte, un bravo ragazzo”.

Ora il sindaco promette una vera e propria lotta per assicurare la sicurezza
stradale. “Chiederò al prefetto di Napoli un incontro immediato affinché la
sicurezza sia una priorità – aggiunge – c‘è chi dice che i limiti di
velocità non servono, chi toglie gli autovelox e poi i cittadini chiedono a
noi sindaci di essere giustamente tutelati”. “Sempre lunedì Camposano avrà
un nuovo comandale della polizia locale – dice ancora – in questi giorni
abbiamo assunto altri vigili e da lunedì avremo dieci unità operative.
Metteremo in atto un vero e proprio coprifuoco contro i pirati della strada.
Perchè non è proprio possibile che si possa morire come la povera Lucia”.

LATINACORRIERE.IT

Ponza, cameriere ubriaco violenta una 16enne: espulso dall’isola

Un trentenne di Roma, M.L.V., è accusato di violenza sessuale aggravata su
una minorenne di origini rumene nel quartiere Conti a Ponza.

Come riportato dal quotidiano LatinaOggi, il fatto è avvenuto domenica sera.
L’uomo si trovava da una settimana sull’isola in cerca di lavoro, come
cameriere stagionale. La vittima, una ragazza di 16 anni, è stata aggredita
mentre gettava la spazzatura all’esterno della casa in cui vive con i
genitori, anche loro impiegati stagionali. Visibilmente ubriaco, l’uomo ha
trascinato la ragazza in una stanza e l’ha abusata.

La giovane è riuscita a divincolarsi e a chiamare la madre, che ha allertato
i carabinieri. I militari sono intervenuti prontamente, ma la vittima, sotto
shock, ha fornito poche informazioni. È stata trasportata all’ospedale
Goretti di Latina per le cure necessarie e inserita in un programma di
assistenza psicologica.

Per il trentenne, trovato ubriaco e incapace di rispondere alle domande, è
stato emesso un foglio di via con divieto di ritorno sull’isola di Ponza.
L’indagine, gestita dalla Procura di Cassino, potrebbe richiedere un
incidente probatorio per raccogliere la testimonianza dettagliata della
ragazza. L’area in cui è avvenuto il crimine, una zona prevalentemente
abitata da turisti e lavoratori stagionali, era deserta al momento
dell’aggressione, e non si hanno al momento testimoni dell’accaduto.

FEDERVINI

Il Brasile verso una nuova tassazione sulle bevande alcoliche

Le bevande alcoliche in Brasile saranno soggette a una nuova struttura
fiscale che combina la tassazione per volume e per contenuto alcolico. I
parlamentari del gruppo di lavoro sulla riforma tributaria hanno mantenuto
intatto il testo proposto dal governo federale, che è ora discusso nel
progetto di legge complementare 68 del 2024.

Tuttavia, non è ancora stato determinato il tasso di contenuto alcolico su
cui l’Imposta Selettiva (Is), conosciuta anche come “imposta del peccato”,
verrà applicata. Questa nuova normativa mira a implementare una tassazione
progressiva basata sul livello di alcol presente nelle bevande, per
adeguarsi alle linee guida sanitarie e fiscali.

RAINEWS

Ordinanza anti-alcol a Udine, in arrivo una deroga, Confcommercio ritira la
serrata

Ma niente consumo di alcol negli spazi pubblici

Divieto di consumo di alcol nei parchi e per strada e una deroga alla
somministrazione di bevande alcoliche anche dopo l’1 del mattino ma solo a
quegli esercenti che si doteranno di particolari regolamenti e di steward. È
quanto emerso da un incontro convocato dal Prefetto di Udine al quale hanno
preso parte oltre alle forze dell’ordine le categorie del commercio e il
comune, nel quale si è fatto il punto anche sulla questione sicurezza in
città. Confermato il massimo sforzo da parte delle forze dell’ordine e un
controllo più incisivo del territorio.

Un passo avanti e un cambio di rotta che hanno convinto i commercianti che
hanno revocato la serrata. Una nuova delibera modificata, ha assicurato il
sindaco Alberto Felice De Toni, dovrebbe essere pronta e applicabile nel
giro di pochi giorni

STARTMAG

Alcol, perché i distillatori italiani picchiano contro il Pakistan

Secondo Assodistil, l’associazione italiana dei distillatori, la concorrenza
sleale dell’etanolo importato dal Pakistan sta danneggiando la filiera
italiana. Tutti i dettagli.

di Marco Dell’Aguzzo

Secondo Assodistil, l’associazione che rappresenta l’industria nazionale
della distillazione, la concorrenza dell’etanolo proveniente dal Pakistan
sta danneggiando le aziende italiane, con un danno stimato in 30 milioni di
euro nel 2023.

L’etanolo – anche detto alcol etilico o alcol alimentare – è un composto che
funge da base per le bevande alcoliche.

IL PROBLEMA DELL’ETANOLO PAKISTANO, SECONDO ASSODISTIL

Nel 2023, rispetto al 2021, l’Italia ha importato il 160 per cento in più di
etanolo pakistano, nei confronti del quale non vengono applicati dazi.

A detta di Assodistil, si tratta di concorrenza sleale perché le condizioni
di lavoro in Pakistan – che permettono al paese di vendere a prezzi molto
bassi – non sarebbero accettabili sotto il punto di vista sociale e
ambientale. L’associazione ha chiesto alla Commissione europea di rivedere
il regime commerciale preferenziale applicato nei confronti del paese, che
lo esenta dai dazi e che negli ultimi cinque anni lo ha trasformato nel
fornitore preferito dei produttori europei.

“Siamo in attesa che Bruxelles ripristini immediatamente i dazi”, ha
dichiarato Antonio Emaldi, presidente di Assodistil, “indispensabili per
ristabilire la competitività dei produttori europei nei confronti di un
paese che non rispetta le regole sul lavoro”.

COME VA LA PRODUZIONE DI ALCOLICI IN ITALIA

Nonostante le problematiche legate alla concorrenza dell’etanolo pakistano,
nel 2023 la produzione italiana di alcoli e acquaviti è aumentata dell’1,5
per cento, a 104,6 milioni di litri. È diminuita invece sensibilmente la
produzione di grappa IG, scesa a 8 milioni di litri, il 3,3 per cento in
meno.

AVELLINO TODAY

Tra alcol e angoscia, inizia la battaglia legale per maltrattamenti

Il GUP decide il prosieguo del processo dopo gli episodi di violenza durante
Pasqua 2020

Il Giudice per l’Udienza Preliminare del Tribunale di Avellino, dott.
Argenio, ha deciso di rinviare a giudizio un cittadino di origine rumena,
residente ad Atripalda, per il reato di maltrattamenti in famiglia nei
confronti della moglie e della figlia sedicenne. I fatti risalgono al giorno
di Pasqua del 2020, quando, sotto l’influenza dell’alcol, il quarantanovenne
ha aggredito la moglie incinta, colpendola con calci e pugni e
costringendola ad abbandonare la casa, dopo che lei si era rifiutata di
dargli dei soldi. Durante la lite, l’uomo ha anche maltrattato la figlia
sedicenne, che era intervenuta per sedare la discussione, facendola cadere a
terra e insultandola ripetutamente.

Inizialmente, il Pubblico Ministero aveva contestato al quarantanovenne,
difeso dall’avvocato Sabino Rotondi, anche il reato di lesioni aggravate
dalla gravidanza della moglie. Tuttavia, la difesa ha sollevato dubbi sulla
mancanza di certificati medici, e il Giudice Argenio ha deciso di scagionare
l’imputato dalle accuse di lesioni, procedendo con il solo reato di
maltrattamenti. Il caso sarà trattato davanti al Collegio presieduto dalla
Giudice Dott.ssa Matarazzo durante l’udienza del 19 settembre 2024.

LIVORNO TODAY

Rave party a Piombino, il sindaco: “Feste illegali con largo abuso di alcol
e droghe”

Il duro attacco di Ferrari: “I ritrovi sono un rischio per la sicurezza.
Grazie alle forze dell’ordine per quanto fatto”

Sono stati 80 i giovani identificati al termine del rave party che si è
tenuto nei boschi di Piombino, per la precisione a Marina di Cagliana, nella
notte tra il 12 e 13 maggio. Solamente il pronto intervento delle forze
dell’ordine ha impedito l’arrivo di altri 200 partecipanti e che la
situazione potesse peggiorare. Su quanto accaduto si è espresso il sindaco
del comune livornese, Franceco Ferrari: “Grazie a polizia e carabinieri il
ritrovo è stato interrotto e i giovani dispersi evitando che la festa non
autorizzata degenerasse come, purtroppo, è accaduto in altri casi analoghi
non troppo lontano da noi”.

“Quello dei rave illegali – continua Ferrari – è un fenomeno in crescita non
solo nella nostra zona: decine, se non centinaia, di giovani e meno giovani
si riuniscono, in spregio a tutte le norme, in feste illegali senza
controllo. Troppo spesso l’abuso di alcool e di sostanze stupefacenti mette
a rischio non solo la sicurezza dei ragazzi coinvolti ma anche di cittadini
inermi. Tutto questo non può e non deve essere tollerato: non si tratta di
divertimento ma di pratiche illegali che in una società civile devono essere
represse. È necessario educare i nostri giovani spiegando loro che
divertirsi in maniera sana è possibile”.

IL RESTO DEL CARLINO

Fuga dopo lo schianto. Ubriaco alla guida, provocò un incidente. Condannato
il pirata

Aveva urtato una minicar per poi scappare senza prestare soccorso. L’uomo è
stato tradito dalla targa del furgone, persa nello schianto. I carabinieri
risalirono a lui e fu arrestato. La sentenza: tre anni e tre mesi.

di Federico Malavasi

Dopo essersi messo alla guida ubriaco aveva provocato un incidente per poi
scappare. Quel tentativo di darsela a gambe non è però bastato a salvarlo
dai guai che lo attendevano. Il pirata della strada – un 49enne moldavo – è
stato infatti prima arrestato e poi, al termine del processo, condannato.
Dopo l’incidente – che per un soffio non costò la vita al conducente di una
minicar – l’uomo finì a giudizio con l’accusa di lesioni stradali aggravate
dall’omissione di soccorso e dalla guida in stato di ebbrezza. Ieri
pomeriggio, al termine della discussione, il giudice lo ha condannato alla
pena di tre anni e tre mesi di reclusione. Poche parole a commento della
sentenza da parte del difensore dell’imputato, l’avvocato Pier Francesco
Uselli. “Nonostante tutto possiamo dirci soddisfatti – è l’analisi del
legale –. Visto il capo di imputazione, la condanna poteva essere anche più
severa”.

Tragedia sfiorata. Lo schianto si è verificato il 18 dicembre del 2022
nell’Argentano. La vittima, un operaio agricolo di 53 anni, esce di casa per
andare al lavoro a bordo della sua minicar. Nell’affrontare una curva, si
trova davanti un furgone proveniente dalla direzione opposta. Impossibile
evitarlo. I due mezzi si scontrano frontalmente finendo entrambi fuori
strada. Il conducente del furgone, un Ford, si rimette in strada e si
allontana senza prestare soccorso. Riavutosi dopo il tremendo impatto, il
53enne recupera il cellulare nell’abitacolo e chiama prima il padre e poi i
soccorsi. Sul posto arrivano i carabinieri e i sanitari del 118. Dai primi
riscontri emergono già alcuni elementi. Sul posto i militari trovano infatti
una targa, persa da un altro mezzo. Bastano poche verifiche per risalire al
proprietario e all’utilizzatore del veicolo. Il cerchio si stringe intorno a
un moldavo residente a Faenza. Dalle immagini della telecamera di
sorveglianza di una fabbrica della zona emergono poi ulteriori dettagli, tra
cui alcuni fotogrammi che riprendono il conducente che carica sul Ford
alcuni pezzi che stava perdendo dopo lo schianto. Dimentica però quello più
significativo, la targa che agevolerà non poco il lavoro degli inquirenti.
L’uomo viene quindi rapidamente rintracciato e portato in caserma. Gli
ulteriori accertamenti permettono infine di scoprire che il 49enne era
positivo all’alcol test. Scatta l’arresto e il moldavo viene messo ai
domiciliari.

In aula. Concluse le testimonianze, il processo è arrivato alle sue battute
conclusive nel pomeriggio di ieri quando, al termine della discussione tra
le parti, il giudice ha emesso il suo verdetto. Per conoscere le motivazioni
della decisione bisognerà attendere sessanta giorni. Nel frattempo è stata
scritta la prima verità giudiziaria su quella che, solo per miracolo, non si
è trasformata nell’ennesima tragedia sulle già martoriate strade della
nostra provincia.

LA VOCE DI MANTOVA

Ubriaca sfascia un bar alla Notte Bianca di Ostiglia

OSTIGLIA

Una notte bianca ad alto, anzi altissimo – per lei – tasso alcolico, e che
solo grazie all’intervento dei carabinieri non è degenerata in qualcosa di
peggiore. Sabato notte, quasi al termine della manifestazione ostigliese,
una donna, in evidente stato di ebbrezza, ha danneggiato l’attrezzatura di
un dj che stava eseguendo un set davanti a un bar, e molestato e tentato di
aggredire i clienti del medesimo. L’intervento dei Cc ha evitato il peggio,
per ora non risultano denunce a carico dell’esagitata.

Secondo una prima ricostruzione della vicenda, la donna, quasi al termine
della manifestazione, è uscita dal proprio appartamento in stato gravemente
alterato e brandendo una scopa ha iniziato a dare dei colpi all’attrezzatura
del dj facendo cadere a terra e danneggiando pesantemente le casse audio;
non contenta del trambusto si è anche scagliata contro alcuni clienti, per
fortuna senza creare ulteriori problemi anche se un cliente avrebbe
lamentato un taglio a una mano a causa dei frammenti dei bicchieri mandati
in frantumi dalla donna.

Si è così dovuti ricorrere all’intervento dei carabinieri per riportare la
calma e per evitare conseguenze peggiori. Il tutto è poi rientrato nel giro
di pochi minuti, al momento non risulta che vi siano state denunce
presentate contro la donna.

IL GIORNALE

L’albanese la fa bere e la stupra. Lei fugge e un passante la salva. Orrore
nel Bresciano

Notte da incubo sul lago di Garda per la 20enne. Lo straniero 27enne ha
precedenti penali per droga

Una nottata da incubo quella trascorsa da una ragazza di 20 anni a Toscolano
Maderno, sul lago di Garda, in provincia di Brescia. Tutto è cominciato
sabato sera quando la giovane donna ha trascorso una serata di divertimento
in compagnia di un 27enne albanese, un uomo che conosceva da tempo e di cui
si fidava, dato che già in passato era uscita con lui in cerca di locali
dove bere e trascorrere le serate del fine settimana. Ma, ben presto, un
appuntamento in apparenza innocuo si è trasformato in angoscia e terrore ed
è sfociato in uno stupro.

La vicenda

L’albanese, con precedenti penali per droga, molto probabilmente ha attirato
la 20enne proprio con la scusa delle sostanze stupefacenti. Nel locale dove
hanno deciso di trascorrere il sabato sera hanno cominciato a bere alcolici,
tanto che la ragazza si è ritrovata dopo poco stordita. A quel punto il
27enne, che era in compagnia di un altro ragazzo, avrebbe convinto la donna
a seguirla a casa di quest’ultimo, per continuare i festeggiamenti. Giunti
nell’appartamento i tre avrebbero bevuto altro liquore fino a quando la
20enne non ha perso i sensi. L’albanese si sarebbe quindi approfittato di
lei violentandola anche quando, ritornata in sé, lo ha pregato di smetterla.
L’uomo si sarebbe fermato solo dopo averla stuprata, minacciandola di morte
se avesse raccontato l’episodio a qualcuno.

La fuga

La 20enne, in preda al panico, è riuscita a fuggire dalla casa dove era
stata attirata con l’inganno e ha chiesto aiuto a un automobilista di
passaggio, il quale l’ha soccorsa, nonostante il 27enne albanese, che stava
inseguendo la ragazza, si sia scagliato contro la vettura. Riusciti a
svincolarsi dall’aggressore i due si sono recati alla stazione dei
carabinieri per denunciare l’accaduto. I militari non ci hanno messo molto a
identificare e a trovare il presunto stupratore, che è stato messo in
manette in attesa di giudizio. Dell’amico del sospettato non si è saputo più
nulla poiché, molto probabilmente, aveva lasciato l’appartamento al momento
della violenza.

Le cure in ospedale

La ragazza abusata è stata trasportata in ospedale per essere medicata.

Gli esami del sangue, come riporta il quotidiano Il Giorno, hanno rivelato
che la 20enne era ubriaca, con un tasso alcolemico molto alto. I carabinieri
stanno indagando sul sospettato per verificare se si tratti di un primo
episodio di stupro o se già in passato ha ricevuto accuse simili.

IL RESTO DEL CARLINO Ancona

Sorpresi a bere alcol sulla spiaggia: multati

Si intensificano i controlli della polizia locale per far rispettare
l’ordinanza comunale: sette sanzioni nel fine settimana da 166 euro l’una

Sorpresi a bere birra in bottiglia lungo la spiaggia di Falconara, pioggia
di sanzioni nel weekend. Sette persone, infatti, sono state sorprese dalla
Polizia locale mentre consumavano alcol in barba all’ordinanza del sindaco
Stefania Signorini e multate per 166 euro.

Gli interventi degli agenti si sono svolti in due serate distinte, venerdì e
sabato, ed hanno permesso di presidiare il litorale fino alle due. Sono
stati individuati gruppetti di stranieri che si intrattenevano nel tratto di
arenile antistante la stazione, intenti a bere alcolici in bottiglia in
violazione alla misura sindacale del 29 maggio scorso, “che vieta di bere
alcolici e soprattutto di usare contenitori in vetro al di fuori delle
pertinenze delle attività di somministrazione”.

WIRED

Forse dobbiamo ringraziare l’estinzione dei dinosauri per il vino (*)

Un nuovo studio ipotizza che la scomparsa dei rettili preistorici abbia
modificato la struttura e le caratteristiche delle foreste, favorendo la
diffusione della vite

Se l’asteroide di Chicxulub non avesse spazzato via i dinosauri oggi non
potremmo gustarci un bicchiere di vino. È questa la conclusione di una nuova
ricerca che spiega come l’uva si sia diffusa negli anni successivi alla
scomparsa dei giganti preistorici.

La ricerca

Lo studio è stato condotto da Fabiany Herrera, paleobotanico presso il
Negaunee comprehensive research center del Field museum of natural history
di Chicago, che con il suo team ha trovato semi d’uva fossilizzati nelle
giungle di Colombia, Panama e Perù, risalenti a un periodo compreso tra 60 e
19 milioni di anni. Uno dei semi rinvenuti è considerato il più antico
esemplare di pianta della famiglia dell’uva nell’emisfero occidentale.

I primi fossili di semi d’uva sono stati trovati in India e risalgono a 66
milioni di anni fa. Il periodo coincide con quello in cui l’asteroide di
Chicxulub colpì la Terra spazzando via i dinosauri non aviari e il 76% di
tutti gli esseri viventi del pianeta, ma favorendo allo stesso tempo la
comparsa e l’evoluzione di altre specie e piante.

“Pensiamo sempre ai dinosauri, perché sono stati gli organismi più grandi a
essere colpiti, ma l’evento ha avuto un enorme impatto anche sulle piante.
La foresta si è resettata in un modo che ha cambiato la loro composizione”,
spiega Herrera.

Il gruppo di ricercatori ha trovato il primo seme nel 2022 durante una
spedizione sulle Ande colombiane, all’interno di una roccia di 60 milioni di
anni fa. La struttura interna del fossile è stata confermate da una serie di
tac, e la reliquia è stata ribattezzata Lithouva susmani in onore del
finanziatore della paleobotanica Arthur T. Susman. “Questa nuova specie è
importante anche perché supporta l’origine sudamericana della famiglia da
cui si è evoluta la comune vite”, sottolinea Gregory Stull, ricercatore del
Field museum e coautore dello studio.

Herrera e i suoi colleghi hanno esplorato altre aree del Sud America,
trovando in totale nove nuove specie di uva fossile sparse tra Colombia,
Perù e Panama. “Si tratta delle uve più antiche mai trovate in questa parte
del mondo. Sono più giovani di qualche milione di anni rispetto a quelle più
antiche trovate dall’altra parte del pianeta. La scoperta è importante
perché dimostra che solo dopo l’estinzione dei dinosauri l’uva ha iniziato a
diffondersi in tutto il mondo”, afferma Herrera.

Il legame tra dinosauri e viti

La ricerca ipotizza che la scomparsa dei dinosauri abbia modificato la
struttura e le caratteristiche delle foreste. Monica Carvalho, curatrice
assistente del Museo di paleontologia dell’Università del Michigan, osserva
che “i grandi animali alterano gli ecosistemi che li circondano. Pensiamo
che se ci fossero stati dinosauri di grandi dimensioni, probabilmente
avrebbero abbattuto gli alberi”.

Secondo la ricerca, questi ambienti si sono ripopolati dopo la scomparsa dei
dinosauri. Le foreste più fitte facevano tuttavia filtrare meno luce,
costringendo le piante ad adattarsi e assicurando un vantaggio a rampicanti
come le viti. I ricercatori inoltre sottolineano che l’estinzione dei
dinosauri ha facilitato la sopravvivenza di diverse specie di uccelli e
mammiferi, che probabilmente hanno contribuito a diffondere dei semi d’uva
in diverse regioni.

I reperti fossili forniscono nuove informazioni sull’evoluzione della vite,
sulle origini di determinati tipi di uva e sulla loro presenza in alcune
parti del mondo. Alcune delle antiche specie identificate in America Latina
sono associate a vitigni che oggi si trovano solo in Asia e in Africa.

I risultati del lavoro di Herrera e del suo team ci permettono di capire
meglio come la biodiversità si adatta ai drastici cambiamenti ambientali, un
contributo particolarmente prezioso a fronte dei cambiamenti climatici e del
loro impatto sugli ecosistemi. “Spero solo che la maggior parte dei semi
delle piante si adatti rapidamente all’attuale crisi climatica. I fossili
dei semi ci dicono che le piante sono resilienti, ma possono anche
scomparire completamente da un intero continente”, conclude Herrera.

(*) Nota: al proposito, abbiamo chiesto una dichiarazione al più autorevole
esperto di materia, che ci ha detto, testualmente “Sai cosa? A me questa
idea di ringraziare l’estinzione dei dinosauri per il vino non mi piace
proprio per niente” (Vinosauro)

Associazione Nuovo Paradigma O.d.V. – C.F. 91071720931

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