Alcologiarassegna stampa su vino, birra e altri alcolici del 5 novembre 2024

5 Novembre 2024
https://www.nuovoparadigma.it/wp-content/uploads/2020/01/rassegna-stampa.jpg

RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI

A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada

GAMBERO ROSSO

In Trentino è rivoluzione nelle feste di paese: via birra e vino dai nomi
degli eventi per arginare l’abuso di alcol

a cura di Carlotta Sanviti

La proposta dell’assessora delle Valli Giudicarie divide i Comuni: stop ai
superalcolici nelle sagre e nomi delle feste senza riferimenti all’alcol, ma
non tutti sono d’accordo

«Divertirsi con stile» è la nuova parola d’ordine in Trentino, ma senza
birra e vino. La proposta di Romina Parolari, assessora della Comunità delle
Valli Giudicarie, sta sollevando un polverone: evitare che le feste di paese
abbiano nel nome riferimenti all’alcol e bandire i superalcolici dagli
eventi patrocinati. È un piano ambizioso per contrastare l’abuso di alcol
tra i giovani, accolto da 19 Comuni e respinto da altri sette, divisi tra
chi vede l’iniziativa come un passo necessario e chi la ritiene poco
praticabile.

La “cultura dell’alcol” nelle feste di paese

L’idea della Comunità delle Valli Giudicarie, riporta il Corriere del
Trentino, nasce da un’esigenza che è ormai sotto gli occhi di tutti: l’abuso
di alcol tra i giovani è in crescita, e i dati del Centro Alcologia
dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Tione parlano di un
problema «allarmante». Le linee guida inserite nel progetto “Divertirsi con
stile” puntano a sradicare questa errata cultura dell’alcol radicata anche
nelle feste locali, proponendo, tra le altre cose, che eventi e
manifestazioni evitino termini come birra o vino nei loro nomi. È un
cambiamento non solo formale ma di prospettiva, come sottolinea l’assessora
Parolari: eliminare i riferimenti diretti all’alcol dai nomi dovrebbe
aiutare a costruire un nuovo immaginario per le feste, spostando il focus
dall’alcol al divertimento sano. Ma non finisce qui. Le linee guida mirano
anche a impedire la somministrazione di superalcolici durante le
manifestazioni di paese e a ridurre il rischio di gare che abbiano come tema
la resistenza al bere, spesso considerate una pericolosa legittimazione
dell’abuso di alcol. Al loro posto, Parolari auspica serate in cui il
protagonista sia il cocktail analcolico, proposto con colori e slogan
accattivanti per attrarre un pubblico giovane. L’idea è quella di creare
almeno una giornata alcol-free nelle manifestazioni che durano più giorni,
per incoraggiare un divertimento più responsabile. (*)

La reazione dei Comuni

L’iniziativa, accolta con favore da 19 Comuni delle Valli Giudicarie, non ha
però convinto tutti. Tra chi si oppone vi sono sette Comuni, tra cui
Bocenago, Carisolo, Comano, Dorsino, Fiavè, San Lorenzo e Stenico. Il
sindaco di Carisolo, Arturo Povinelli, ha spiegato sul Corriere che il
consiglio comunale ha bocciato la proposta con una votazione combattuta: tre
favorevoli, tre contrari e quattro astenuti. Secondo Povinelli, l’intenzione
di contrastare l’alcolismo è condivisa da tutti, ma «le linee guida sono
difficili da applicare», con alcune norme considerate ridondanti, poiché
richiamano leggi già esistenti. Di diverso avviso il sindaco di Pinzolo,
Michele Cereghini, che ha abbracciato l’iniziativa rinominando l’evento
legato alle giovenche da “Giovenche beer festival” a “Giovenche musical
festival”. Un segnale concreto di come la proposta di Parolari possa essere
tradotta in pratica senza snaturare l’evento, ma con un approccio più
consapevole sui messaggi veicolati.

Romina Parolari, lungi dal farsi scoraggiare dalle resistenze, ha invitato i
Comuni contrari a partecipare a serate di sensibilizzazione dove verranno
presentati esempi di come, in modo non accusatorio, certi manifesti e
messaggi rischino di essere letti dai giovani come un incoraggiamento
all’abuso di alcol. È una questione di responsabilità e consapevolezza, come
spiega l’assessora: «Non vogliamo demonizzare il divertimento, ma nemmeno
possiamo permetterci di incentivare il consumo di alcol. Abbiamo già chiesto
ai Comuni di non autorizzare la vendita di superalcolici nelle feste da loro
patrocinate. Ora, vogliamo andare oltre».

Abuso di alcol tra i giovani

A motivare l’iniziativa sono i dati preoccupanti registrati dall’ospedale di
Tione, in provincia di Trento. Secondo il Centro Alcologia, il fenomeno
dell’abuso di alcol tra i giovani in Trentino è in crescita e sempre più
precoce, con giovani che iniziano a bere in età adolescenziale. Parolari
insiste sull’urgenza della questione: «Non possiamo ignorare che questi
ragazzi saranno adulti con problemi se non cambiamo rotta». La proposta di
modificare i nomi delle feste e di eliminare i superalcolici rappresenta una
risposta preventiva, un modo per smontare quell’associazione automatica tra
festa e alcol che rischia di diventare una norma sociale. Che il consumo di
alcol tra i giovani sia una questione delicata non è in discussione. Ma la
strada per portare avanti il cambiamento non sarà semplice. La Comunità
delle Valli Giudicarie ha anche attivato un tavolo di lavoro con
rappresentanti del sociale, referenti del centro alcologico e forze
dell’ordine per valutare le strategie di intervento e promuovere una
collaborazione attiva tra Comuni e istituzioni. Tuttavia, alcuni
amministratori locali rimangono scettici sul reale impatto che una misura
del genere potrebbe avere. C’è chi teme che si tratti di una soluzione più
simbolica che effettiva, e chi considera che il problema dell’alcolismo
giovanile debba essere affrontato anche a livello educativo e familiare.

Cambiamento culturale o intervento restrittivo?

La proposta dell’assessora Parolari porta con sé una domanda: è possibile
cambiare un’abitudine culturale così radicata solo cambiando i nomi e
limitando la somministrazione di alcol? L’idea di fondo è chiara e mira a
sensibilizzare, a partire dalle feste di paese, alla responsabilità verso i
giovani e il loro futuro. Ma resta da vedere se, oltre alle etichette e ai
divieti, la comunità sarà disposta a ripensare il proprio modo di vivere
questi eventi tradizionali e a riconoscere che il divertimento può essere
anche senza eccessi. La partita rimane aperta, e se i Comuni trentini
decideranno di seguire l’esempio di Pinzolo e delle altre 18 municipalità
aderenti, potrà essere un primo passo verso un cambiamento di mentalità. Un
cambiamento che, pur partendo dai piccoli paesi, guarda al futuro delle
nuove generazioni e punta a costruire una società più consapevole e
responsabile.

(*) Nota: il problema è culturale, la radice profonda delle sofferenze
alcolcorrelate è la cultura che associa il bere vino, birra e altri alcolici
a divertimento e convivialità.

L’iniziativa trentina coglie il punto, lo coglie magistralmente, alla
perfezione, e va sostenuta e rilanciata.

L’introduzione di una giornata analcolica nelle feste che durano più giorni,
poi, è il valore aggiunto: da un lato si contrasta l’accostamente tra
festeggiamento e alcolico già dal nome della manifestazione, dall’altro si
fa provare l’alternativa, così magari ci si accorge che senza alcolici ci si
diverte anche di più.

WINENEWS

Trentino, via le parole “vino” e “birra” dalle feste di paese per
contrastare il consumo di alcol

La proposta della Comunità delle Valli Giudicarie accolta da 19 Comuni e
respinta da 7. Esortato il divieto di somministrazione dei superalcolici

Né vino, né birra. Le feste di paese in Trentino non potranno contenere le
due bevande nei nomi degli eventi. È quanto contenuto in una delle linee
guida volute da Romina Parolari, assessore della Comunità delle Valli
Giudicarie, per contrastare il consumo di alcol tra i più giovani. Non si
tratta di un divieto per quanto riguarda la somministrazione, ma di un
invito a non promuovere l’alcol come l’elemento fondante dell’evento (*), e
i motivi del provvedimento non sono neanche da ricercare in seguito a fatti
di malamovida o decoro urbano, ma sono più legati a fini salutisti e
sociali. Non tutti i Comuni hanno, però, ben accolto la misura: sui 19 che
fanno parte della Comunità, alcuni hanno modificato il nome della festa
paesana – è il caso di Pinzolo che ha scelto di chiamare la serata finale
(svoltasi il 7 settembre) della feste delle legata giovenche “Giovenche
musical festival”, anziché “Giovenche beer festival” – mentre 7 (Bocenago,
Carisolo, Comano, Dorsino, Fiavè, San Lorenzo e Stenico) hanno già fatto
sapere che non seguiranno l’invito in quanto “difficilmente applicabile”,
oltre al fatto che “alcune linee guida si richiamano a obblighi già
esistenti”.

Le proposte rientrano nel più ampio programma “Divertirsi con Stile” e hanno
lo scopo di incentivare una modalità di eventi che non siano solo
all’insegna del consumo di bevande alcoliche. Così figura anche l’invito a
non promuovere eventi che usino immagini “accattivanti” sul consumo di alcol
e gare che prevedano come premi prodotti alcolici o che siano basate sulla
quantità di alcol che uno riesce a ingerire, tacciate di sembrare
“legittimazioni al consumo”. Il divieto di somministrazione è stato
proposto, invece, per i superalcolici: la Comunità esorta i suoi Comuni a
non autorizzarne la vendita, promuovendo altresì cocktail e bevande
analcoliche “usando immagini e parole brillanti” e impegnandosi, in caso di
eventi spalmati su più giorni, a creare almeno una giornata alcol free.

L’idea nasce dalla constatazione che il consumo di alcol sarebbe sempre più
diffuso tra i giovani: “i dati rilevati dal Centro Alcologia dell’Azienda
Provinciale per Servizi Sanitari di Tione di Trento hanno mostrato una
situazione allarmante riguardo ai giovani che abusano dell’alcol
evidenziando come si cominci a bere sempre prima”, spiega Parolari
aggiungendo che c’è anche l’intenzione di raggiungere gli esercenti “anche
se il nostro focus è centrato sull’organizzazione delle feste, perché sul
privato abbiamo meno potere d’intervento”. È stato così convocato un tavolo
di lavoro dalla Comunità di Valle che ha voluto la presenza di due
rappresentanti con delega al sociale per ogni ambito delle Valli, referenti
del Servizio sociale, del Centro Alcologia e delle Forze dell’ordine.

(*) Nota: “Non si tratta di un divieto per quanto riguarda la
somministrazione, ma di un invito a non promuovere l’alcol come l’elemento
fondante dell’evento”. Questo è il messaggio, ed è inattaccabile, come
dimostrano gli articoli di Gambero Rosso e Winenews, agenzie che non sono
proprio emanazione del mondo dei club hudoliniani.

WEBMARTE.TV

Priolo | Aggredisce la moglie sotto effetto di alcol e davanti alla figlia

Responsabile un quarantacinquenne che, al termine delle incombenze di legge
e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente, è stato tratto in
arresto e posto ai domiciliari.

Agenti del Commissariato di P.S. di Priolo Gargallo hanno arrestato un uomo
di 45 anni per il reato di maltrattamenti in famiglia.

Da circa un anno, l’uomo aveva assunto una condotta aggressiva e possessiva
nei confronti della moglie maltrattandola con reiterate aggressioni fisiche
e verbali, spesso sotto l’effetto dell’alcol e alla presenza della figlia
minore.

Stanca di questi maltrattamenti fisici, verbali e psicologici, la donna
interrompeva la relazione con il marito che, non rassegnandosi alla
decisione della donna, iniziava condotte persecutorie e gravemente
minacciose.

In ultimo, nella mattinata di giovedì scorso, gli agenti di una volante del
Commissariato di Priolo bloccavano l’uomo sotto casa dell’ex moglie mentre,
con fare minaccioso, inveiva contro la stessa.

Infine, nella giornata di ieri, l’Autorità Giudiziaria convalidava
l’arresto.

Gli investigatori del Commissariato priolese, diretti da Salvatore
Pellegrino, hanno sviluppato le indagini relative ai maltrattamenti subiti
dalla vittima nell’arco di poche ore dall’intervento della Volante,
riuscendo a mettere al sicuro la donna.

La Polizia di Stato in questa, come in altre circostanze, invita tutte le
vittime di maltrattamenti a denunciare per tempo episodi del genere così dal
bloccare sul nascere gli atteggiamenti pericolosi posti in essere da partner
violenti.

INFO CILENTO

Policastro, investe tre persone sulla SS18: è positiva all’alcol test

Uno dei feriti resta ricoverato in gravi condizioni presso l’ospedale “San
Luca” di Vallo della Lucania

Di Maria Emilia Cobucci

Sarebbe risultata con un tasso alcolemico superiore al consentito la donna
che nella notte tra sabato e domenica ha investito tre persone a Policastro
Bussentino, sulla SS18, nei pressi dell’impianto sportivo comunale.

Il sinistro è avvenuto intorno alle 23. Secondo una prima ricostruzione, una
Ford Fiesta condotta da una 46enne di San Giovanni a Piro avrebbe travolto
il pedone che stava camminando sul ciglio della strada. L’impatto è stato
violento: il 56enne è stato sbalzato sull’asfalto, riportando gravi traumi
cranici, toracici e un’emorragia interna. Altre due persone coinvolte nella
carambola, invece, sono rimaste illese.

Soccorsi e indagini

Sul posto sono intervenuti i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile
di Sapri, agli ordini del Luogotenente Pino Bosco e del Maresciallo
Alessandro Ruocco. Dopo le prime cure, il ferito è stato trasportato
d’urgenza all’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania, dove è stato
ricoverato in prognosi riservata. Le sue condizioni sono giudicate molto
gravi.

Nel frattempo, i carabinieri hanno effettuato i rilievi del caso e
sequestrato l’auto della 46enne, che è stata sottoposta agli esami
alcolemici e tossicologici (saranno ora necessarie le controanalisi). Le
indagini sono in corso per chiarire la dinamica esatta dell’incidente e
accertare eventuali responsabilità. Intanto le è stata ritirata la patente.

Un tratto di strada ad alto rischio

L’incidente di domenica sera riaccende i riflettori sulla pericolosità della
Statale 18 nel tratto del Golfo di Policastro. Negli ultimi anni si sono
verificati numerosi sinistri, spesso causati dalla velocità eccessiva. La
comunità locale chiede da tempo maggiori controlli e interventi per rendere
più sicura questa strada.

MARSICA LIVE

Morte di Mattia Fracassi, arrestato l’amico che era alla guida dell’auto:
positivo a droga e alcol

di Alessandra Ciciotti

San Benedetto dei Marsi. Erminio Melatti, 31 anni, di San Benedetto, è stato
arrestato con l’accusa di omicidio stradale per la morte di Mattia Fracassi.
La notte tra il 22 e il 23 settembre, Melatti si trovava alla guida di una
Volkswagen Golf che è stata coinvolta in un grave incidente, nel quale ha
perso la vita Mattia Fracassi, 22 anni, di San Benedetto dei Marsi.

Secondo l’accusa della Procura di Avezzano Melatti si era meso alla guida
ubriaco e drogato. Il 31enne è stato posto agli arresti domiciliari in
esecuzione di un provvedimento richiesto dal Procuratore capo di Avezzano,
Maurizio Cerrato, e autorizzato dal Giudice per le Indagini Preliminari
(GIP) del Tribunale di Avezzano, Daria Lombardi. Secondo le ricostruzioni,
Melatti si trovava alla guida dell’auto, i passeggeri erano Mattia Fracassi
e una giovane donna di 20 anni, anche lei di San Benedetto dei Marsi. Giunti
nei pressi della bretella che collega Aielli-Celano alla Piana del Fucino,
al bivio che porta a Cerchio, l’auto sarebbe diventata improvvisamente
incontrollabile, sbandando e ribaltandosi fino a schiantarsi lateralmente
contro il guard-rail, senza però impattare con altri veicoli o ostacoli
lungo il tragitto.

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti immediatamente i soccorritori del
118, i Vigili del Fuoco di Avezzano ei Carabinieri di Celano. I tre giovani
sono stati trasferiti d’urgenza all’ospedale di Avezzano, ma per Mattia
Fracassi non c’è stato nulla da fare: il ragazzo è deceduto poco dopo
l’arrivo in ospedale. Melatti ha riportato gravi ferite ed è rimasto
recuperato per giorni, mentre la giovane ventenne ha subito lesioni meno
gravi, ma è stata comunque trattenuta dai medici per accertamenti. Il 31enne
è difeso dall’avvocato Valentina Calvarese mentre i familiari di Mattia
Fracassi sono assistiti dagli avvocati Berardino Terra e Paolo Di Cesare.

LA STAMPA

Nel Cusio motociclista denunciato con un tasso di alcol cinque volte oltre
il limite

Complessivamente sono otto le persone denunciate dai carabinieri del comando
provinciale di Verbania

Otto persone sono state denunciate nel ponte di Ognissanti dai carabinieri
del comando provinciale di Verbania perché trovate ubriache al volante. Tre
sono invece stati trovati in possesso di droga per uso personale.

Un motociclista, residente nel Novarese, è stato denunciato perché durante
il controllato nella zona del Cusio è stato trovato in sella alla molo con
un tasso alcolemico pari a 2,69 g/l, ben cinque volte sopra il limite
massimo consentito.

Un’automobilista in Ossola invece è stata sorpresa alla guida della sua auto
con un tasso alcolemico pari a 2,59 g/l, anche per lei è scattata la
denuncia con il ritiro della patente e il

sequestro del veicolo.

Scappano dopo un furto e speronano l’auto dei vigili: tre arresti dei
carabinieri di Gravellona

Altri cinque automobilisti sono stati denunciati perché trovati alla guida
delle proprie auto con

un tasso alcolemico compreso tra lo 0,80 e 1,5, facendo scattare anche per
loro la denuncia e il ritiro della patente.

Un altro uomo fermato durate i controlli si è rifiutato di sottoporsi alla
prova per verificare se fosse alla guida in stato di alterazione per
l’assunzione di sostanze stupefacenti e durante le fasi del controllo è
stato trovato con 0,40 grammi di cocaina. Anche per lui è scattata la
denuncia con il ritiro della patente di guida per il rifiuto.

IL RESTO DEL CARLINO Ancona

Risse in piazza del Papa. Scazzottate e alcol ai minorenni. Pub (ri)chiuso
per sette giorni

Davanti al locale due sabati fa l’aggressione a un gruppo di ragazzi
egiziani da parte di alcuni marocchini e tunisini. La polizia ha accertato
che venivano serviti drink anche agli under 18.

Risse e alcol servito a minorenni, sospensione bis dell’attività per un
locale di piazza del Plebiscito. Sugli scudi la violenza giovanile delle
bande a cui la polizia sta cercando di porre un argine. La misura è stata
decisa dalla squadra amministrativa e di sicurezza della Divisione Pas della
questura dorica dopo le aggressioni delle scorse settimane all’esterno del
locale. I sigilli nei confronti dell’attività commerciale sono stati
applicati lo scorso fine settimana e la durata della sanzione è di sette
giorni per il pub in piazza del Plebiscito. Il locale è stato infatti teatro
di aggressioni e ha continuato a fornire alcolici a minorenni.

Salgono così a 11 i provvedimenti di chiusura di esercizi pubblici eseguiti
da parte dell’Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza, al fine di
prevenire pericoli per l’ordine e la sicurezza pubblica. Personale della
questura è stato impegnato, due sabati fa, sempre in piazza del Plebiscito e
proprio davanti al pub, per un’aggressione avvenuta poco dopo la mezzanotte.
In quell’occasione tre giovani di origine egiziana erano stati aggrediti da
un altro nucleo di ragazzi di origine tunisina e marocchina. La
ricostruzione completa di quella aggressione, per individuare ogni singola
responsabilità, è ancora in corso, ma gli investigatori non escludono che
l’evento sia da ricollegare all’eccessiva assunzione di alcolici,
soprattutto da parte di minorenni. Per questo nei giorni scorsi sono stati
predisposti specifici controlli amministrativi per verificare il rispetto
della normativa che vieta la somministrazione di sostanze alcoliche a
minori.

In particolare lo scorso 26 ottobre personale della divisione polizia
amministrativa ha accertato che il titolare del locale dove si era
verificata l’aggressione aveva somministrato bevande alcooliche a due minori
e gli ha contestato una doppia violazione. Due sanzioni amministrative che
prevedono il pagamento della somma complessive di 700 euro per aver omesso
di chiedere agli avventori un documento di identità, come prescrive la
normativa, nonostante fosse evidente che non fossero maggiorenni. Ma non
basta già nell’ottobre dello scorso anno, lo stesso titolare del pub dove è
avvenuta l’aggressione, si era reso responsabile di analoga situazione,
sempre per aver consentito la somministrazione di alcolici a due
quattordicenni, senza avere chiesto loro di esibire un documento di
identità. In quel caso il questore di Ancona, gli aveva sospeso la licenza
per 5 giorni.

LA REPUBBLICA

Alcol, lo sport aiuta a uscire dalla dipendenza. L’effetto reset su corpo e
cervello

di Donatella Zorzetto

Studio cinese: il movimento aiuta a ridurre la quantità di alcol e migliora
forma fisica, frequenza cardiaca a riposo, depressione, ansia e stress

Chi beve, e lo fa da alcolista, non percepisce i propri limiti e il proprio
corpo. Spesso non beve alcol, lo ingoia. Questa è una delle barriere più
difficili da superare per chi vive questo stato. Tra le diverse chiavi da
usare per aprire la porta che induce un alcolista a buttare la bottiglia
nella spazzatura e a ritrovare la propria libertà, c’è l’attività fisica: lo
sport. Non è importante che lo si faccia in modo agonistico, basta
un’attività moderata, ma non occasionale. Lo testimonia uno studio cinese
randomizzato pubblicato sulla rivista scientifica Plos One che sostiene e
supporta sì un dato assodato, ma va più in là: “Oltre a ridurre la
dipendenza dall’alcol – attesta -, l’esercizio fisico può anche migliorare
la salute mentale e fisica degli alcolisti”.

Parola chiave: recuperare

Una parte del recupero della propria identità scollegata dall’alcol è
imparare a vivere una vita normale e sana, stabilire pratiche e routine
sicure su cose come mangiare, dormire, fare esercizio fisico e rilassarsi.
Concentrarsi sulla propria salute è anche una buona strategia da utilizzare
durante il recupero per ridurre le possibilità di ricaduta. Non solo, una
buona salute fisica spesso porta a una migliore salute mentale, ma lo
sviluppo di pratiche di vita sane richiede tempo, che in precedenza veniva
speso consumando e bevendo.

Dopo mesi, e talvolta anni di dipendenza attiva, entrare in fase di recupero
può improvvisamente produrre un effetto “reset”, farci sentire come se
avessimo un sacco di tempo libero. Come riempirlo? Gli hobby salutari sono
un buon modo per sfruttarlo, possono essere un’utile distrazione dai
pensieri eccessivi e pure un modo per incontrare nuovi amici. In questo
contesto si affaccia l’esercizio fisico, importante per la buona salute. Ha
molti benefici comprovati: l’attività fisica regolare abbassa la pressione
sanguigna, riduce l’ansia e la depressione, migliora la qualità del sonno,
può rafforzare il sistema immunitario e aiutare a combattere le infezioni.

Fuori dalle dipendenze con il movimento

Alcuni studi dimostrano che l’attività fisica può migliorare la salute
generale del cervello, ridurre l’eccessivo aumento di peso, il rischio di
cancro e di morte prematura. La raccomandazione dei sanitari è quella di
svolgere almeno 150 minuti di attività aerobica di intensità moderata alla
settimana: basta una passeggiata di mezz’ora cinque giorni alla settimana.
Quando parliamo di attività aerobica ci riferiamo a un’attività che fa
battere il cuore più velocemente e respirare più pesantemente. Può essere il
nuoto, la corsa o il jogging. O ancora il ciclismo, possono essere lezioni
di aerobica o una camminata veloce. Cosa che diventa ancora più importante
per chi ha trascorso anni abusando di alcol (o droghe). Non solo per la
salute fisica. Gli studi dimostrano che le persone in recupero dalla
dipendenza che fanno esercizio fisico regolarmente hanno tassi di successo
più elevati nel vivere una vita sobria. Il modo più semplice, ed economico
di muoversi? Iniziare a camminare. Se non si è abituati all’attività fisica,
basta incominciare a farlo per 10 minuti al giorno e poi aumentare
lentamente fino alla quantità settimanale consigliata. Oppure, se non si ha
molto tempo a disposizione, basta una passeggiata di 5-10 minuti più volte
durante la giornata.

Lo studio cinese

Tutto questo è confermato da una meta analisi realizzata da un gruppo di
ricercatori della Xinjiang Normal University. Gli scienziati hanno accertato
che “per i pazienti con disturbo da uso di alcol, l’esercizio fisico non
solo riduce la dipendenza, ma migliora anche la salute mentale e fisica”. A
tale proposito, il team ha riunito e rianalizzato i risultati di 17
precedenti studi “gold standard”: interventi di esercizio fisico per
alcolisti su un totale di 1.905 pazienti con disturbi da consumo di alcol.

In particolare, le attività motorie prese in esame dall’esperimento
riguardavano esercizio aerobico (camminata lenta, attività fisica, jogging,
nuoto, ecc.), esercizio di resistenza, yoga ed esercizio combinato (aerobico
e di resistenza , yoga e Pilates e aerobico e basket).

L’intensità degli esercizi praticati è stata divisa in tre livelli di
intensità, alta, media e bassa; ognuno per una durata che variava da 15 a 75
minuti, con l’attenzione principale sull’intervallo di 30-60 minuti. E
ancora: il periodo di intervento era compreso da 3 a 24 settimane, con
l’attenzione principale su 12 settimane. Il risultato è stato eloquente:
“Fare movimento ha aiutato i pazienti a ridurre la quantità di alcol che
bevevano ogni giorno – hanno spiegato i ricercatori -. Inoltre, ha
migliorato i punteggi in un test progettato per misurare la dipendenza da
alcol (il test di identificazione dei disturbi da uso di alcol, o Audit).
Infine, l’esercizio fisico sembra avere anche un effetto positivo sulla
salute fisica e mentale dei pazienti. Inclusi i livelli di forma fisica,
frequenza cardiaca a riposo, depressione, ansia e livelli di stress”.

Scafato: “Non basta una passeggiata per uscire dall’alcolismo”

“Non è cosa nuova che lo sport aiuti chi ha dipendenza dall’alcol. Ma
bisogna chiarire come”. È la premessa che fa Emanuele Scafato, direttore del
centro Oms per la ricerca e la promozione della salute sull’alcol e le
problematiche alcol-correlate, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol,
Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto Superiore di Sanità e
vice-presidente della Federazione europea delle società scientifiche sulle
dipendenze (Eufas). “Si beve perché non c’è controllo – dice -. Il bere è
legato al piacere, che a sua volta è legato allo sviluppo di endorfine nel
cervello”.

Poi entra nel merito: “Per provare gli stessi livelli di piacere, la volta
successiva si dovrà bere di più. Sennò in astinenza sorgono problemi di
compulsività. Come fare per attenuare le crisi? Si dirotta questa
aggressività verso attività che possano liberare endorfine, come l’esercizio
fisico, appunto”. Ma, avverte Scafato, “non è che basti una passeggiata per
uscire dall’alcolismo, perché l’impulso a bere è molto forte”.

Come si calcola la dipendenza alcolica

La domanda a questo punto viene naturale: come si calcola la dipendenza
alcolica? “Non esiste una quantità di alcol che renda dipendenti, esiste una
suscettibilità delle persone a diventarlo – precisa Scafato – . La
dipendenza non è legata alla quantità, ma all’incapacità di controllo. Ad
esempio, gli adolescenti sviluppano il controllo a 25 anni. Chiariamo una
cosa: normalmente ragioniamo in maniera emotiva, con la parte temporale, ai
lati del cervello. Per cui, quando gli adolescenti assumono alcol, visto che
ciò interferisce con lo sviluppo della loro corteccia prefrontale, non
ancora formata del tutto, avranno una modalità cognitiva cristallizzata, con
reazioni incontrollate e aggressive”. “Capisce che dire a un ragazzo bevi
responsabilmente è ininfluente perché non ha ancora capacità di controllo –
conclude Scafato -. E in quel caso si abbassa ancora di più la percezione
del rischio.

Feder: “Con lo sport chi beve incontra i suoi limiti”

La conferma che lo sport può allontanare gli alcolici arriva anche da
un’altra persona che tutti i giorni ha a che fare con alcolisti e con chi
abusa di droghe. Simone Feder, psicologo specializzato nella cura delle
dipendenze, spiega: “Lo sport, e l’esercizio fisico in generale, aiuta a
fare fatica, cosa che facilita l’apprendimento anche in altri ambiti. Quando
un ragazzo fa la giusta fatica, in sede di verifica con lo psicologo,
risulta più efficace e riesce ad entrare nel problema. I giovani che escono
dalle comunità o entrano nei percorsi terapeutici, più vengono incanalati e
più sanno gestire le proprie forze, i propri limiti”.

“Noi educatori, nelle case di comunità che frequentiamo, ad esempio
promuoviamo la arrampicata. E funziona – prosegue Feder -. Lo sport mette in
circolo sostanze positive prodotte dal nostro cervello, ma nel contempo fa
capire il senso del limite del nostro corpo. Oggi i giovani non bevono, ma
ingoiano, saltano il processo del gustare le cose. Fare fatica, attraverso
l’attività fisica, aiuta a percepire proprio questo, il percorso che stiamo
facendo per uscire da una dipendenza e a capire come non andare oltre”. “Se
lo sport aiuta a superare la dipendenza? Diciamo che è un facilitatore –
conclude Feder -. Permette di lavorare su cose importanti di sè, cioè a
riconoscere perché si è dipendenti dall’alcol o da altre sostanze”.

RAINEWS

Ubriaco aggredisce poliziotti, arrestato un 35enne

I due operatori di Polizia che hanno riportato ferite giudicate guaribili in
3 e 5 giorni

La Polizia di Stato di Genova ha arrestato un cittadino marocchino di 35
anni per minaccia, resistenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale. Gli
agenti, con l’ausilio di una pattuglia della Guardia di Finanza, sono
intervenuti dopo che l’uomo, in evidente stato di ebbrezza, si è posizionato
davanti ad un bar della piazza, in prossimità del Consolato Turco,
ingaggiando un alterco con i militari dell’Esercito Italiano preposti al
presidio, che lo avevano invitato ad allontanarsi. Alla richiesta di fornire
un documento d’identità, l’uomo ha mostrato subito un atteggiamento
violento, colpendo i due operatori di Polizia che hanno riportato ferite
giudicate guaribili in 3 e 5 giorni. L’uomo ha mantenuto lo stesso
comportamento anche nei locali della Questura, minacciando verbalmente gli
agenti presenti e insultandoli. Nella tasca dei suoi pantaloni è stato
rinvenuto un coltellino e per questo è stato anche denunciato per il reato
di porto abusivo di armi od oggetti atti ad offendere, oltreché sanzionato
amministrativamente per ubriachezza.

Associazione Nuovo Paradigma O.d.V. – C.F. 91071720931

Associazione Nuovo Paradigma O.N.L.U.S. – C.F. 91071720931