RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI
A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada
IL FATTO ALIMENTARE
L’alcol è cancerogeno: dagli USA arriva una forte presa di posizione
Agnese Codignola
Nel 1987, l’International Agency for Research on Cancer di Lione, agenzia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha pubblicato un documento che classificava l’alcol, assunto in qualunque quantità, come cancerogeno certo (inserendolo nel gruppo 1). Da allora sono passati molti anni, ma il concetto che il consumo di bevande alcoliche possa favorire l’insorgenza di almeno sette tipi di tumore, nel frattempo dimostrato da dati inattaccabili, non è arrivato all’opinione pubblica, se non in minima parte.
Al contrario, i supposti benefici di piccole quantità sul sistema cardiovascolare (oggi messi fortemente in discussione) e l’idea – erronea – che esistano quantitativi sicuri sono stati diffusi e purtroppo ampiamente recepiti. Ciò accade perché il consumo di alcolici, oltre a fare parte di quasi tutte le culture da millenni, è sempre stato sostenuto dalle lobby dei produttori, in qualche caso dalle amministrazioni pubbliche, talvolta anche con potenti campagne di disinformazione. (*)
Qualcosa, però, inizia a cambiare, come segnalano le statistiche sui ragazzi, che si stanno allontanando dagli alcolici in diversi Paesi, e dal successo dei vini e delle birre dealcolati, i cui mercati sono in crescita.
La svolta americana
Una spinta se non altro culturale potrebbe ora giungere dalla proposta appena formulata dal Surgeon General of the United States Vivek Murthy (una sorta di medico in capo, figura che non esiste in Italia), che ha reso noto un suo rapporto sull’argomento, che si conclude con la richiesta che le etichette delle confezioni di tutti gli alcolici riportino esplicitamente il rischio oncologico. Perché il consumo di alcol di qualunque tipo e in qualunque quantità fa aumentare il rischio di alcuni tumori tra i quali quello dell’esofago, quelli del cavo orale, quelli della laringe, quelli della faringe, quelli della mammella, quelli del fegato e quelli del colon retto, e i consumatori dovrebbero saperlo.
Meccanismo d’azione
Per quanto riguarda i meccanismi, uno di quelli considerati più probabili passa dal principale metabolita dell’alcol, l’acetaldeide, prodotta in quantità e responsabile di alterazioni del DNA delle cellule. Lo stesso danno si ottiene per l’aumento dello stress ossidativo delle cellule, altro effetto dell’etanolo. C’è poi un’azione degli estrogeni, che spiega l’aumento di rischio (tra i più certi) di tumore al seno per le donne, e quello sulla solubilità di altri cancerogeni come quelli delle sigarette, aumentata in presenza di alcol: un mix micidiale, che spiega perché non esistano dosi sicure, e perché vi siano dati di legami con molti altri tipi di tumore, oltre ai sette certi.
I danni dell’alcol
Alcuni esempi aiutano a capire quest’ultimo dato, che contraddice quanto sostenuto da anni anche in numerose linee guida. Tra chi beve due bicchieri di vino al giorno, i casi di tumore in più sono cinque su cento se donna, tre su cento se uomo con un incremento pari, rispettivamente, al 21,8 e al 13,1%. Nel caso del cancro al seno, l’aumento è di quattro casi su cento, per due bicchieri al giorno. Ma l’incremento del rischio si vede anche con meno di un bicchiere a settimana: è del 16,5% per le donne e del 10% per gli uomini, e non esiste dunque un dosaggio sicuro.
Anche per quanto riguarda i supposti benefici sul cuore, numerosi studi condotti con metodologie più moderne di quelle degli anni scorsi hanno sfatato da tempo la credenza e, anzi, messo in evidenza che l’alcol aumenta il rischio di fibrillazione atriale, aritmie e altre patologie cardiovascolari.
La situazione negli USA e in altri paesi
Secondo l’American Institute for Cancer Research, anche se l’alcol è direttamente responsabile di circa 100.000 casi di tumore all’anno e di 20.000 decessi per cancro, meno della metà dei cittadini statunitensi è consapevole della relazione tra alcol e tumori. Per questo bisogna cambiare radicalmente atteggiamento.
Al momento, e dal 1988, le etichette degli alcolici negli Usa recano solo una scritta relativa alle donne in gravidanza, alla guida e all’uso di macchinari. Sul cancro neppure un accenno. Da qui la necessità di cambiare, anche se la proposta di Murthy, per essere tradotta in regola dovrà comunque diventare una legge approvata dal congresso, e non è affatto detto che ciò accada. Le lobby dei produttori sono molto forti, e anche se Trump non beve e il prossimo ministro della salute Robert Kennedy è da anni un ex alcolista, la richiesta di Murthy potrebbe non essere esaudita.
Va detto che gli USA non sono gli unici a ignorare volutamente i rischi oncologici dell’alcol. Attualmente, 47 Paesi recano qualche dicitura in etichetta, ma quasi nessuno di essi fa riferimento ai tumori. Solo la Corea del Sud ha un avviso sul tumore al fegato, mentre l’Irlanda dovrebbe introdurne uno sui tumori in generale dal 2026. E talvolta sono gli stessi governi a mettersi di traverso, come ha fatto quello dello Yukon canadese, che ha bloccato uno studio sull’impatto di etichette specifiche sui consumi.
La proposta susciterà comunque un acceso dibattito che, a prescindere dalle decisioni finali, potrebbe contribuire ad aumentare la consapevolezza dell’opinione pubblica, non solo negli USA.
(*) Nota: questo sì che è parlare chiaro. Molto bene. Articolo impensabile fino a pochi anni fa. Avanti così.
TRCMODENA.IT
Il codice della strada fa paura: alcol, consumi in calo del 20%
Diminuisce la vendita degli alcolici nei bar e nei ristoranti modenesi dopo l’entrata in vigore delle nuove norme. L’analisi è di Confesercenti: i clienti temono le sanzioni più severe per chi guida con un tasso alcolemico superiore a 0,50.
MODENA – L’effetto psicologico legato all’introduzione del nuovo Codice della Strada ha ridotto il consumo di alcolici del 10-20% nei ristoranti e nei bar modenesi, secondo i dati raccolti da FIEPET Confesercenti. L’associazione si dice d’accordo con l’intenzione del Ministero dei Trasporti di “disincentivare l’abuso di alcool” da parte di chi poi si mette alla guida, ma chiede anche alle istituzioni di “trovare una soluzione per chi desidera bere in modo responsabile senza dover poi intercorrere nelle sanzioni previste dal codice”. Confesercenti propone di incentivare economicamente l’installazione degli etilometri nei pubblici esercizi, estendendone l’obbligo che al momento vige, invece, solo nei locali che restano aperti fino a dopo la mezzanotte. Servono, inoltre, servizi navetta per il trasporto sicuro e senza rischi: “Fondamentale supportare i pubblici esercizi e l’economia delle nostre imprese” conclude la presidente provinciale di FIEPET Confesercenti, Catia Fornari.
RGUNOTIZIE
Foligno, ubriaco tenta di strangolare la moglie. Salvata dalla figlia
A finire nei guai un 56enne che, stando al racconto della donna, da tempo avrebbe problemi di dipendenza da alcolici. L’uomo attualmente è in carcere a Spoleto
Minaccia di morte la moglie e tenta di strangolarla. Autore del folle gesto è un 56enne di Foligno, arrestato dagli agenti del commissariato cittadino guidato dal vicequestore Adriano Felici. Il personale della polizia di Stato è intervenuto dopo la segnalazione di un’aggressione ai danni di una donna. Nello specifico la donna sarebbe stata minacciata di morte con un coltello dal marito che, ubriaco e alla presenza della figlia minore, la avrebbe afferrata al collo nel tentativo di stragolarla. È solo grazie all’intervento della loro figlia, intervenuta in soccorso della madre, che è stato possibile evitare una degenerazione dei fatti.
Gli agenti intervenuti sul posto hanno interrogato la vittima, che ha raccontato loro come, da diverso tempo, a causa della dipendenza da alcolici del marito, quest’ultimo avrebbe iniziato ad aggredirla con violenze psicologiche e fisiche, circostanza che, in alcune occasioni, avrebbe visto coinvolta anche la figlia minorenne.
Mentre la donna raccontava l’accaduto agli operatori, l’uomo si è scagliato contro la donna, ma è stato prontamente bloccato dai poliziotti che lo hanno portato negli uffici del commissariato.
ILPIACENZA
Ubriaco spintona i poliziotti, poi si scusa e segue il percorso del Sert contro l’alcolismo
Un 48enne condannato in Tribunale. Al giudice dice orgoglioso: «Sono sobrio dal 2023». Il suo avvocato: «Va premiata la volontà di uscire dall’alcolismo»
Una storia che dimostra i tanti danni che l’alcol può portare nella vita di una persona, ma anche una storia che dimostra come sia possibile affrancarsi da quel demone. Un 48enne piacentino è stato condannato a 4 mesi e 20 giorni, pena sostituita con la multa di 9.800 euro, per resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire le generalità. La storia che lo ha portato in Tribunale – il 48enne ha chiesto il rito abbreviato – inizia il primo aprile 2022, quando in un bar l’uomo, ubriaco, stava diventando molesto. E’ stata chiamata la polizia e una pattuglia aveva raggiunto il bar e cercato di riportare l’uomo alla calma. Lui, invece, si era rifiutato di mostrare i documenti e aveva spintonato gli agenti, rimediando così una denuncia. «E’ stata tutta colpa dell’alcol», ha spiegato al giudice Anna Freschi e rispondendo alle domande del pubblico ministero Sara Macchetta. Il comportamento dell’uomo, un metalmeccanico impiegato in un’azienda, non è mai sfociato nella violenza. Dopo quel fatto, il 48enne ha intrapreso un percorso contro l’alcolismo al Sert, che segue tuttora. «Sono sobrio dal 2023» ha detto orgoglioso al giudice chiedendo anche scusa per il comportamento tenuto con i poliziotti. L’avvocato difensore Filippo Rossi, nell’arringa, ha detto che l’uomo «non è un delinquente. Le sue azioni erano dovute solo all’abuso di alcol. Va premiato lo sforzo che ha fatto per uscire dall’alcolismo, la sua volontà di riabilitazione». Il difensore attenderà le motivazioni della sentenza prima di proporre appello.
QUOTIDIANOSANITA.IT
Dipendenze da droga e alcol. I Serd perdono pezzi, in 5 anni meno strutture e carenza del personale. Il secondo Rapporto Oised
Per raggiungere gli standard previsti dal Dm 77 mancano all’appello 1.929 unità di personale. La dipendenza da stupefacenti pesa 6,7 miliardi quella da alcol 1,1 mld, per un un costo (diretto) annuo complessivo di 7,8 miliardi. Per ogni euro investito in termini di presa in carico socio-sanitaria (farmaci, interventi psico-sociali, visite etc.) si stima potrebbero esserne risparmiati 4. Dati, proiezioni, ricorso alle strutture e proposte dell’Osservatorio sull’Impatto Socio-Economico delle Dipendenze.
In cinque anni, tra il 2018 e il 2023 (ultimo anno i cui dati sono disponibili) il personale dei SerD (i servizi per le dipendenze da sostanze stupefacenti) si è ridotto di -252 unità. Nei SerD alla riduzione si associa una diminuzione degli utenti presi in carico (-4.125 nei cinque anni), sebbene in aumento nell’ultimo anno (+4.835 utenti), nei servizi di alcologia invece, si registra una riduzione degli utenti in carico sia nel medio periodo (-2.501) che nell’ultimo anno (-604).
Il tasso di personale in rapporto agli utenti in carico per la dipendenza da stupefacenti è circa il 30% in meno rispetto alla dipendenza da alcol (4,7 vs 7,2 ogni 100 utenti in carico rispettivamente). Nel medio periodo il primo ha registrato una riduzione e il secondo un aumento: -0,2 unità ogni 100 utenti e +0,6 unità ogni 100 utenti rispettivamente.
E per raggiungere gli standard previsti dal Dm 77/2022 di applicazione del Pnrr per il riordino dell’assistenza territoriale, mancano all’appello 1.929 unità di personale: 261 medici, 215 infermieri, 396 psicologi, 646 educatori professionali, 273 assistenti sociali, 139 amministrativi. Solo quattro Regioni, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Molise, sono allineate agli standard, mentre sono al di sotto tutte le Regioni del Mezzogiorno, tranne la Puglia, tutte quelle del Centro, tranne il Lazio. L’allineamento agli standard consentirebbe di prendere in carico altri 40.000 soggetti (100 in più ogni 4 unità di personale).
In termini economici, la dipendenza da stupefacenti e da alcol, genera un costo (diretto) annuo complessivo di 7,8 miliardi, di cui 6,7 nel primo caso (compresi i poli consumatori) e 1,1 nel secondo
Questa in sintesi l’analisi è contenuta nel secondo rapporto OISED (Osservatorio sull’impatto Socio-Economico delle dipendenze, primo Centro Studi e think thank interamente dedicato allo sviluppo di analisi a supporto della governance e la sostenibilità del settore per la cura delle dipendenze), presentato oggi a Roma. L’Osservatorio è nato da una iniziativa congiunta del Centro di ricerca C.R.E.A. Sanità (Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità) e di Ce.R.Co (Centro Studi e Ricerche Consumi e Dipendenze) con l’obiettivo di colmare le lacune nelle conoscenze e informazioni sul settore delle dipendenze, e favorire il confronto tra istituzioni e stakeholder.
Contenere gli “esiti del fenomeno”, sottolinea OISED, porta a risparmi per il Paese: per ogni euro investito in termini di presa in carico socio-sanitaria (farmaci, interventi psico-sociali, visite etc.) si stima potrebbero esserne risparmiati 4. Analogamente si stimano molto rilevanti i risparmi ottenibili con gli effetti di una riduzione del ricorso alla detenzione in favore di misure alternative, consentirebbero un risparmio di 45,7 milioni l’anno per ogni punto percentuale di riduzione dei casi “a rischio”.
Ai costi diretti, si affiancano poi 198,8 milioni di costi indiretti associati alle perdite di produttività dovuti ai decessi, agli accessi al pronto soccorso e ai ricoveri, associati alle patologie alcol e droga correlate, generando un costo totale annuo per il Paese di € 8 miliardi. Considerando anche il valore, in continuo aumento, delle sostanze stupefacenti, che nel 2023 raggiunge circa 16,2 miliardi, il valore economico annuo del fenomeno per il Paese è di 24,2 miliardi: l’1,2% del PIL italiano.
L’epidemiologia Dalle elaborazioni condotte basate sulle fonti disponibili dei servizi per le dipendenze, sia pubblici che del privato sociale, la stima 2023 è di circa 235.000 utenti con dipendenza presi in carico: l’83,5% nei servizi pubblici, il 16,5% nel privato sociale. Il 65,9% sono tossicodipendenti (“puri” o con dipendenza da alcol concomitante), il 24,6% alcolisti “puri”, per il 6,4% di utenti con dipendenza da gioco d’azzardo patologico, per il 3,4% da tabagismo e per l’1,3% da altre dipendenze, quali internet, social, sex addiction e così via.
Per le tossicodipendenze prevale la popolazione maschile, che rappresenta l’85,4% dell’utenza per i maschi, il tasso di assistiti è di 392 persone in trattamento ogni 100.000 abitanti, contro le 64 nelle donne.
Per il 90,9% sono italiani, per il 3,2% provenienti dall’Africa Settentrionale e, per il restante 5,9%, provenienti da Paesi americani e asiatici.
L’utenza è in età produttiva: il 54,6% si concentra nella fascia d’età 35-54 anni, il 18,0% in quella 25-34 anni ed il 18,0% in quella 55-64 anni.
Il 60,2% è in trattamento per uso primario di eroina, il 26,0% di cocaina e il 12,0% di cannabinoidi; il restante 1,8% abusa di altre sostanze, quali ipnotici e sedativi, stimolanti, allucinogeni o inalanti volatili.
Il numero dei detenuti tossicodipendenti, a fine 2023, è di 17.405, il 29,0% della popolazione carceraria, in aumento nell’ultimo quinquennio del +2,8 per cento. Il 30,3% dei detenuti è straniero (5.899 detenuti), dato in riduzione nell’ultimo quinquennio del -31,2 per cento.
Per la dipendenza da alcol gli utenti dei servizi sono soprattutto maschi: il rapporto maschi/femmine risulta pari a 3,2.
Il 73,2% ha un’età compresa tra 30 e 59 anni; un terzo della casistica totale trattata si concentra nella fascia d’età 50-59 anni; i giovani sotto i 30 anni sono il 7,4% della casistica trattata.
I nuovi utenti sono per il 28,2% compresi nella fascia d’età 40-49 anni. La loro incidenza si è ridotta dell’1,8% rispetto al 2019: la riduzione è stata massima nel Centro (-4,8%), minima nel Nord-Est (-0,5%).
L’organizzazione dei servizi e ricorso all’Emergenza-Urgenza
In Italia ci sono 570 SerD articolati in 614 sedi: in media un SerD ogni 100mila abitanti. Ma si passa dal massimo di 1,1 nel Nord-Ovest, al minimo di 0,8, del Nord-Est (0,9 nel Centro e 1,0 nel Sud e Isole). Il Molise è la Regione col valore massimo: 2,1 SerD per 100mila abitanti; la P.A. di Trento registra invece il valore minimo: 0,2. P.A. di Bolzano, Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Campania hanno un valore inferiore a 0,8; Piemonte e Puglia un valore superiore a 1,4.
I Servizi di alcologia erano nel 2022 (ultimo anno disponibile) 449; nei Servizi operano 4.512 persone (di cui una consistente parte sono le stesse dei SerD), +5,2% rispetto al 2019. Il valore massimo, pari a 9,5 unità ogni 100mila ab. di età 16+, si registra nel Centro del Paese, seguito dal Sud e Isole con 9,3 e dal Nord-Ovest con 9,0; il dimensionamento minimo si riscontra nel Nord-Est (7,2 unità ogni 100mila ab. di età 16+).
Il ricorso ai servizi di emergenza-urgenza nei casi di dipendenza da stupefacenti è in continuo aumento (+22% nell’ultimo quinquennio) e rilevante, in controtendenza con quanto accade per le problematiche connesse all’alcol; il rapporto è di 1:4 tra gli accessi di chi ha fatto abuso di droghe e chi di alcol (14,6 e 67,1 ogni 100.000 rispettivamente); il primo fenomeno si concentra soprattutto nel Nord-Ovest del Paese, il secondo nel Nord-Est. In entrambe le tipologie di utenti il 60-70% degli accessi avvengono in seguito ad un trasporto da parte del 118 e in circa il 12% dei casi esitano in un ricovero ospedaliero.
Il personale
In media il personale infermieristico è circa un terzo dell’organico (28,5%), seguito da quello medico (20,9%); gli psicologi rappresentano il 17,6% di tutto il personale, gli assistenti sociali il 14,9%, gli educatori professionali il 9,6%, il personale amministrativo il 3,9%, e il restante 4,7% altre figure professionali.
Nel Nord-Ovest si riscontra in media una quota di medici e infermieri inferiore alla media nazionale, e una superiore di educatori professionali, assistenti sociali ed amministrativi. Nel Centro e Mezzogiorno si osserva una quota di medici ed infermieri superiore alla media nazionale, e inferiore degli educatori professionali e agli amministrativi.
Per i SerD, Calabria, Sardegna, Sicilia e Abruzzo sono le Regioni con la maggior quota di personale medico (27,4%, 25,2%, 24,6% e 24,6% rispettivamente).
In Friuli-Venezia Giulia il personale infermieristico è quasi la metà di tutto l’organico (49,0%), seguono Molise, Liguria e Lazio (44,2%, 42,5%, 42,4%); all’estremo opposto la P.A. di Trento, la P.A. di Bolzano e il Piemonte, dove gli infermieri sono il 21,9%, il 26,3% e il 28,1% di tutto il personale dedicato.
Nella P.A. di Bolzano e in Umbria è più presente la figura dello psicologo: rispettivamente il 26,3% e il 21,8% del personale. In queste Regioni i medici sono il 17,5% e 17,3% e gli infermieri il 26,3% e 37,3%. L’incidenza minima di psicologi sull’organico è in Valle d’Aosta e Toscana (5,0% e 7,8% rispettivamente).
Per i servizi di alcologia il dato regionale è eterogeneo: massima offerta (24,3 unità ogni 100.000 ab. 16+) in Valle d’Aosta; minima (3,1, in Emilia-Romagna). La media è di 9,9 unità. Lombardia, P.A. di Trento, Emilia-Romagna, Umbria, Calabria, Sicilia e Sardegna hanno un valore inferiore a 7,8; Piemonte, Valle d’Aosta, P.A. di Bolzano, Liguria, Molise e Basilicata, invece, un valore superiore a 13,4 unità ogni 100.000 ab. 16+.
Il valore economico dell’assistenza sanitaria
L’assistenza distrettuale, domiciliare e territoriale rappresenta il 67,1% del totale, l’assistenza residenziale il 26,4% e l’assistenza semi-residenziale il restante 6,5 per cento.
Nei servizi pubblici, il costo per l’assistenza è di1.362,7 euro per 100 abitanti, in aumento rispetto al 2019 del +15,2% (1.183,2 euro per 100 abitanti); a livello regionale si va dal minimo di 650,6 per 100 abitanti nel Lazio, al massimo di 6.444,0 euro per 100 abitanti in Sardegna.
La spesa pubblica per l’assistenza residenziale è 534,8 euro ogni 100 abitanti, in aumento rispetto al 2019 del +4,0%; a livello regionale il minimo di 120,0 euro è in Molise, il massimo di 1.369,1 euro in Liguria.
Il costo per l’assistenza semi-residenziale è di 132,0 euro per 100 abitanti, in aumento del +78,8% sul 2019. A livello regionale il minimo di 0,0 euro è in Valle d’Aosta, il massimo di 676,0 euro in Campania.
Per i ricoveri in acuzie, per i tossicodipendenti il costo medio pro-capite nazionale è di € 920,8 euro ogni 1.000 abitanti. A livello regionale, il massimo di 2.107,6 euro è in Emilia-Romagna, il minimo di 253,6 euro in Campania: la media è di 866,9 euro.
Per i ricoveri in acuzie, da dipendenza da alcol, il costo medio pro-capite nazionale è di 2.995,8 euro per 1.000 abitanti per i ricoveri ordinari e 16,7 euro per quelli diurni. Per gli ordinari, a livello regionale il massimo è di 5.304,0 euro a Bolzano, il minimo di 1.759,0 in Sicilia: la media è di 3.501,5 euro. Per i diurni il massimo è di 99,1 in Friuli-Venezia Giulia, il minimo di 3,0 euro in Puglia: la media è15,2 euro.
I ricoveri in acuzie, per i tossicodipendenti costano in media a ricovero 2.864,1 euro. Il massimo di 4.076,6 euro in Basilicata, il minimo di 1.985,4 euro a Bolzano, la media è 2.694,4 euro.
Per gli alcolisti il costo medio per ricovero è 4.585,4 euro per gli ordinari e 360,4 per i diurni. Gi ordinari costano (il massimo) 5.767,7,8 euro nel Lazio e al contrario (minimo) 3.152,9 euro a Bolzano: la media è 4.360,0 euro. Per i diurni il massimo è di 613,6 euro in Friuli-Venezia Giulia, il minimo di 250,1 euro a Bolzano: la media è di 318,2 euro.
I possibili risparmi
In base agli scenari elaborati da OISED, azioni per migliorare l’aderenza alla terapia (potenziamento interventi psicosociali, ricorso a trattamenti terapeutici quali i long acting etc.) potrebbero far crescere la quota degli attivi trattati in un range 5-15 punti percentuali, con un dimezzamento per utente degli esami per accertamento d’abuso e delle visite di controllo; ovviamente l’investimento sarebbe rappresentato da un incremento della spesa farmaceutica (posta pari al triplo dell’attuale), un dimezzamento della spesa per gli esami ed un raddoppio di quella per le visite psicologiche. Tali azioni porterebbero un risparmio per il Paese compreso 58,0 e 126,9 milioni annui.
L’adozione di azioni finalizzate a migliorare l’aderenza alla terapia, attraverso la formalizzazione di percorsi trasversali tra i vari setting assistenziali, in una potenziale crescita degli utenti trattati in un range 5-15 punti percentuali produrrebbe un risparmio annuo compreso tra € – 66,3 e -198,6 mln..
Sul versante del potenziamento dei Servizi a bassa soglia, si è ipotizzato si possa produrre un incremento del 15-25% degli utenti attivi, che genererebbe una crescita nel range 5-15% del costo di presa in carico presso i SerD, una riduzione degli utenti che commettono illeciti/reati del 5-15%, e degli accessi al Pronto Soccorso del 15-25%. In tal caso il valore centrale dei range elencati porta a stimare un risparmio potenziale di circa € 175,1 mln. annui.
Per il sistema giudiziario, un maggior ricorso alle misure alternative alla detenzione, e relativi percorsi riabilitativi, può produrre una riduzione dei costi attribuibili agli Esiti e alla dimensione Sociale (ordine pubblico e aspetti giudiziari), attraverso l’ aumento degli utenti presi in carico dal privato sociale (con comprensivo aggravio dei costi dell’assistenza necessari per l’adeguamento delle infrastrutture per la gestione di questa categoria di utenti), e un risparmio di 45,7 milioni. per ogni punto percentuale di riduzione degli Esiti droga-correlati e dei reati/illeciti amministrativi.
Per l’alcol, i costi relativi agli Esiti sono quasi tutti (86,0%) attribuibili ai decessi e agli accessi alle strutture ospedaliere (al pronto soccorso e ricoveri, dovuti sia alle patologie alcol-correlate sia agli incidenti stradali), e valgono 546,6 milioni.
Analogamente a quanto fatto per la dipendenza da sostanze stupefacenti, OISED ha determinato l’impatto economico di azioni politica sanitaria, sociale e giudiziaria, finalizzate a contenerne gli effetti.
Per la dipendenza da alcol, il board scientifico OISED ha indicato quale azione ritenuta di potenziale efficacia un incremento del 10-20% degli utenti in carico presso i servizi, attraverso attività di screening sulle abitudini di vita, campagne informative con i MMG, comporterebbe una riduzione di richiesta di assistenza sanitaria alcol-correlata nel range 5-15% (patologie specifiche, trattamento di feriti di incidenti stradali etc.) e di denunce per violazioni degli artt. 186 e 187 del Codice della Strada di pari entità nel range 5-15%. Tali azioni comporterebbero un risparmio per il Paese nel range € 8,2-21,3 mln.. Lo scenario associato al valore centrale dei range proposti comporterebbe un risparmio annuo di € 19,2 mln.
Gli effetti dell’Autonomia Differenziata
Nel secondo Rapporto OISED è stato poi applicato, utilizzando dimensioni di valutazione (Equità, Appropriatezza, Esiti, Innovazione ed Economico-finanziaria) articolati in dieci indicatori di performance, il modello elaborato dal CREA Sanità per valutare gli effetti dell’autonomia differenziata applicato in questa annualità, a fini esemplificativi, su tre gruppi di Regioni: Province/Regioni Autonome e/o a statuto speciale; Regioni in Piano di Rientro economico-finanziario; Regioni che hanno richiesto l’AD in Sanità nel 2017 (Emilia Romagna, Lombardia e Veneto).
Mettendo a confronto i tre gruppi di Regioni con le “altre” Regioni rimanenti, l’andamento nel medio periodo (pre-concessione AD) degli indicatori selezionati è stato migliore nel gruppo di Regioni “target” specifico che non nelle “Altre”, per il gruppo di quelle a statuto speciale e, soprattutto, per quelle che hanno richiesto l’Autonomia Differenziata, mentre va peggio nelle Regioni in Piano di Rientro. La determinazione della variazione di tale trend nel periodo pre e post concessione AD consentirà quindi di valutare gli “Esiti” della sua introduzione.
Le proposte OISED
Dalle analisi emerge un dimensionamento dell’offerta sociosanitaria per la presa in carico di soggetti con dipendenza da stupefacenti e/o alcol, con una forte variabilità regionale, sia in termini di personale dedicato, che di tipologia di figure professionali. Per la dipendenza da stupefacenti il Nord-Ovest ha il maggior organico in rapporto alla popolazione, agli utenti in carico, e in termini di ricorso al ricovero ospedaliero; per quella da alcol è invece il Nord-Est. Per tutte e due le forme di dipendenza il minor tasso di personale e di utenti in carico si registra nel Mezzogiorno.
Per questo, dato l’elevato impatto del fenomeno delle dipendenze, a livello organizzativo, giudiziario ed economico, OISED ritiene auspicabile:
-Allineare la dotazione di personale agli standard organizzativi previsti dal DM 77/2022, per allineare l’offerta al fabbisogno “reale”, anche in base alla “nuova” domanda (4 unità in più consentirebbero una presa in carico di 100 utenti in più)
-Promuovere e potenziare attività di sensibilizzazione alla popolazione giovanile per introdurli in percorsi terapeutici anche specifici, per prevenire, oltre agli episodi acuti, la “cronicizzazione” del problema
-Introdurre percorsi di presa in carico socio-sanitaria degli utenti (PDTA-SS, Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali Socio-Sanitari) trasversali tra servizi pubblici (ambulatoriali e ospedalieri), del privato sociale (servizi a bassa soglia, servizi ambulatoriali privati, strutture comunitarie residenziali e semiresidenziali, etc.) e carcere, per:
-incrementare il numero di nuovi utenti in carico per prevenire il verificarsi di “esiti” e implicazioni a livello sociale (incidenti, denunce ecc.)
-garantire continuità nella presa in carico, in particolare per i detenuti stranieri una volta messi in libertà
-garantire equità di trattamento tra i diversi setting nelle diverse Regioni
-l’adozione di azioni finalizzate ad aumentare l’aderenza al trattamento, anche riducendo lo stigma, attraverso soluzioni quali il potenziamento-integrazione degli interventi psicosociali, il ricorso ad approcci farmacologici sempre più personalizzati (quali, ad esempio, potrebbero essere le formulazioni long acting dei farmaci), etc.. Particolare attenzione deve essere dedicata ai senza dimora, ai disoccupati, ai soggetti con comorbidità psichiatriche, etc..
“Queste azioni – commenta OISED – richiedono evidentemente un incremento di risorse economiche che però, alla luce di quanto emerso dall’analisi, generano complessivamente dei risparmi per la Società”.
Inoltre – commenta OISED – “La ‘nuova’ epidemiologia richiede anche una revisione del ruolo dei servizi e della tipologia di attività che gli stessi erogano: i ‘nuovi’ servizi, pubblici e del privato sociale, dovrebbero lavorare in maniera integrata al fine di garantire una individuazione e relativa presa in carico, anche in una fase di pre-dipendenza” .
A tal proposito, sarebbe auspicabile prevedere un finanziamento dedicato alle dipendenze, peraltro introdotto nella recente Legge di Bilancio, sebbene quantitativamente limitato e da monitorare nel riparto e nell’effettiva implementazione nelle Regioni; è altresì auspicabile che il fondo regionale delle dipendenze sia associato anche alla definizione di un budget a livello di Azienda Sanitaria, con una distinzione per tipologia di setting assistenziale (ambulatoriale, residenziale e semiresidenziale, carcerario), al fine di garantire equità di presa in carico nei diversi setting, nelle diverse Regioni.
ITALIAVOLA
Ryanair dettaglia la richiesta danni per il volo dirottato a Porto nell’aprile 2024
Ryanair, la compagnia aerea numero 1 in Europa, ha reso noti oggi (lunedì 13 gennaio), i dettagli relativi ai costi e alle spese sostenute come conseguenza diretta di un passeggero molesto a bordo del volo da Dublino a Lanzarote il 9 aprile 2024. A causa del comportamento molesto di un passeggero, l’aereo è stato costretto a deviare su Porto, dove è atterrato e il passeggero è stato fatto sbarcare e arrestato. A causa del limite orario dell’equipaggio, oltre 160 passeggeri sono stati obbligati a pernottare all’aeroporto di Porto, con la compagnia aerea che ha coperto interamente i costi per l’alloggio, i pasti e altre spese. Inoltre, Ryanair ha dovuto fornire un aereo e un equipaggio aggiuntivi per effettuare il volo di ritorno da Lanzarote a Dublino, che è decollato il 10 aprile 2024.A causa di questo comportamento inappropriato, oltre 160 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio sono stati dirottati su Porto, dove hanno trascorso la notte, per poi proseguire il viaggio verso Lanzarote il giorno successivo, il 10 aprile 2024. Sono emerse alcune richieste di chiarimenti riguardo all’importo di 15.000 € derivante da questo dirottamento, che Ryanair ha suddiviso come segue:
Un portavoce di Ryanair ha dichiarato: “Nessuno di questi costi sarebbe stato sostenuto se questo passeggero molesto non avesse imposto un dirottamento a Porto, necessario per garantire la sicurezza dell’aereo, dei 160 passeggeri e dei 6 membri dell’equipaggio a bordo. I governi europei continuano a non prendere provvedimenti quando i passeggeri molesti minacciano la sicurezza dell’aereo e costringono le compagnie a dirottamenti. In questo caso, la Procura portoghese ha stabilito che, poiché l’aereo e il passeggero sono irlandesi, questo caso dovrebbe essere trasferito in Irlanda. Ryanair sta quindi intraprendendo un procedimento civile contro questo passeggero presso i tribunali irlandesi per recuperare questi costi, che sono stati sostenuti interamente ed esclusivamente a seguito del comportamento del passeggero molesto, che ha causato non solo un dirottamento, ma un pernottamento a Porto per oltre 160 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio e dell’aereo. È tempo che le autorità dell’UE agiscano per limitare la vendita di alcolici negli aeroporti. Le compagnie aeree, come Ryanair, contengono e limitano già la vendita di alcolici a bordo dei propri aerei, in particolare nei casi di passeggeri indisciplinati. Tuttavia, quando i voli ritardano, i passeggeri consumano alcolici in eccesso negli aeroporti senza alcun limite di acquisto o consumo. Non riusciamo a capire perché i passeggeri negli aeroporti non siano limitati a 2 bevande alcoliche (utilizzando la loro carta d’imbarco esattamente nello stesso modo in cui limitano le vendite duty free), poiché ciò si tradurrebbe in un comportamento più sicuro e migliore dei passeggeri a bordo degli aerei e in un’esperienza di viaggio più sicura per i passeggeri e gli equipaggi in tutta Europa.”
ANSA
Movimento turismo vino, codice della strada impone nuovi servizi di accoglienza in cantina
Presidente, ‘9 cantine su 10 già pronte ma mancano taxi rurali’
L’inasprimento delle sanzioni a seguito di un alcol test positivo ha allarmato i presidenti regionali del Movimento Turismo del Vino (Mtv).
“Di solito basta aspettare 2-3 ore per portare a zero l’alcolemia di un bicchiere di bevanda alcolica consumata; se non si è digiuni il tempo può anche ridursi a 1-2 ore”, spiega il ministero della Salute. Emerge perciò la necessità di dirigersi verso questo nuovo modello di accoglienza, che vede la diversificazione delle attività in cantina e l’attenzione all’abbinamento cibo-vino.
Le cantine Mtv dimostrano di essere già pronte con la prenotazione di attività più articolate e fidelizzanti per un numero maggiore di ore, perché dormendo accanto alla cantina il rischio alcol test sparisce. Le nuove proposte delle aziende Mtv saranno presentate a maggio in occasione di Cantine Aperte.
Quello che Mtv consiglia fin da ora alle cantine turistiche è l’applicazione di sconti, il dono di un gadget o di una bottiglia ai guidatori che devono limitare gli assaggi e alle donne in gravidanza che devono rinunciarci del tutto. Per la presidente nazionale di Mtv, Violante Gardini Cinelli Colombini, “per affrontare efficacemente il problema serve la collaborazione di tutti: delle istituzioni locali perché potenzino le infrastrutture di trasporto molto carenti in campagna e, nell’immediato, il numero di Taxi e Ncc cioè le auto con conducente. La soluzione poi è bere meno ma meglio”.
I primi dati emersi da un campione di 250 cantine turistiche socie del Mtv, esaminate da Antonello Maruotti, statistico del costituendo ‘Centro studi enoturistici’ presso l’Università Lumsa di Roma, mostrano come le aziende del Movimento Turismo del Vino siano già attrezzate per offrire esperienze più ricche e appaganti che vadano ben oltre la semplice visita della cantina con degustazione finale: “9 cantine su 10 offrono cibi tipici insieme all’assaggio – continua Violante Gardini Cinelli Colombini – un terzo ha la ristorazione e altrettante propongono pic-nic nelle vigne, quasi la metà serve pasti a base di salumi, formaggi e altri alimenti freddi. Un terzo ha una struttura ricettiva in cui passare la notte e il 20% ha un’area sosta per camper e, sempre un terzo delle cantine, propone attività sportive-rigeneranti del corpo e della mente, ad esempio trekking e passeggiate a cavallo, che potrebbero impegnare le due ore successive all’assaggio”.
CORRIERE DELL’UMBRIA
TERNI
Guida l’auto con un tasso alcolico 7 volte sopra il limite: denuncia, patente ritirata e auto confiscata a un 33enne
Controlli dei Carabinieri sul rispetto del nuovo Codice della Strada
E’ stato trovato alla guida dell’auto con tasso alcolico 7 volte superiore al limite: i Carabinieri denunciano un 33enne straniero.
Nell’ambito dei rafforzati servizi di controllo del territorio volti a garantire la sicurezza dei cittadini, il contrasto all’illegalità ed il rispetto delle norme previste dal nuovo Codice della Strada, svolti in questo fine settimana dalla Compagnia Carabinieri di Terni, i militari della Sezione Radiomobile hanno deferito in stato di libertà per guida in stato di ebbrezza un 33enne di origini straniere, residente nella provincia di Terni. L’uomo è stato sorpreso alla guida della propria utilitaria con un tasso alcolico superiore di quasi 7 volte ai limiti di legge: per lui, oltre alla denuncia, sono scattati anche il ritiro della patente di guida ed il sequestro della vettura ai fini della confisca.
LIBERTA
Ubriaco sbanda con il camion e finisce fuori strada: patente ritirata e mezzo sequestrato
L’autista di un autocarro, in preda ai fumi dell’alcol, ha perso il controllo del mezzo che stava guidando, finendo fuori strada e terminando la propria corsa in un campo limitrofo la carreggiata. È accaduto l’altro pomeriggio sulla strada Statale 45 in prossimità di Travo. L’uomo, un cittadino bosniaco di 45 anni, è rimasto illeso.
Ai carabinieri però, l’autista è apparso ubriaco. Gli è stato così chiesto di sostenere la prova del test alcolemico, prova che ha dato esito positivo.
L’uomo è stato così condotto in caserma dove è stato denunciato per guida in stato di ebrezza, gli è stata ritirata la patente di guida e l’autocarro che stava guidando è stato sottoposto a sequestro amministrativo.
ETVMARCHE
Shock a Senigallia, ubriaco colpisce alla pancia una donna incinta, denunciato
By Giulia Boschi
SENIGALLIA – Da in escandescenza, a causa dell’abuso di alcol, in una struttura assistenziale del centro di Senigallia, cercando di attaccare briga con tutti gli avventori presenti e, in ultimo, percuotendo all’addome un’ospite della struttura in stato di gravidanza, la quale è stata portata al Pronto soccorso per ulteriori accertamenti.
La polizia ha denunciato un cittadino straniero, senza fissa dimora, già gravato da numerosissimi precedenti giudiziari e penali, per minaccia e resistenza a Pubblico ufficiale in quanto, all’arrivo degli agenti di Polizia, ha tentato di colpirli, minacciandoli. Sono al vaglio ulteriori ipotesi di reato, nonché l’applicazione di misure di prevenzione. Accanto a questa operazione, gli agenti della Polizia di Stato hanno anche notificato l’ammonimento per violenza domestica all’autore dell’aggressione alla moglie avvenuta la notte di Capodanno. Ammonimento disposto dal Questore di Ancona, Cesare Capocasa, al fine di evitare la reiterazione della condotta violenta da parte dell’uomo. In presenza di un ammonimento in caso di reiterazione della condotta violenta nei confronti della stessa vittima o anche di persona diversa, è prevista la procedibilità d’ufficio, quindi senza bisogno di querela e una specifica aggravante per i reati commessi.
WINENEWS
CONSUMI CHE CAMBIANO
I francesi preferiscono la birra: ne bevono 26 litri a testa all’anno. Più del vino, che è in calo
Salutismo e prezzo più basso rispetto a vini fermi e frizzanti guidano il cambiamento. A dirlo uno studio di FranceAgriMer
In Francia, paese del vino in eccellenza come l’Italia, dove il nettare di Bacco è un elemento di identità nazionale, succede che gli acquisti e i consumi di birra, per motivazioni economiche e salutistiche in primis, ma non solo, superino quelli del vino in generale che, tra 2007 e 2023. Con la birra arrivata a 26 litri a testa all’anno, con un crescita del +26% nel periodo, ed il vino che, tra spumanti e vini fermi, è “retrocesso” a 24 litri. Lo spiega lo studio “Les boissons: évolutions des achats par catégories de produits et de ménages entre 2007 et 2023” (“Variazione degli acquisti per categorie merceologiche e familiari tra il 2007 e il 2023”) diffuso da FranceAgriMer, agenzia del Governo francese dedicata all’agricoltura.
Un dato che colpisce ma non stupisce, visto che già nel 2022, secondo un sondaggio di Baromètre Sowine/Dynata 2022 e riportato da WineNews, il 51% dei francesi avevi indicato la birra come bevanda alcolica preferita, per la prima volta davanti al vino con li 49%.
Più in generale, lo studio di FranceAgriMer (con i dati dell’agenzia di ricerca Kantar) evidenzia come il consumo di bevande alcoliche in generale, nel Paese di grandi vini, ma anche di spirits celebri come il Cognàc o l’Armagnac, per fare degli esempi, sia diminuito, nel complesso, del -19% (-14 litri per unità di consumo), a 58 litri di bevande alcoliche all’anno.
La decrescita più importante di questo trend è attribuibile proprio al vino, e ai vini fermi in testa (-45% per -17 litri per unità di consumo, per un totale di 21 litri), con un prezzo medio di 5 euro a litro, seguiti dai vini frizzanti (-31% per -1 litro per unità di consumo, per un totale di 3 litri procapite a testa), con un prezzo medio di 12 euro a litro, e dai liquori (-13% per -1 litro per unità di consumo, per un totale di 6 litri all’anno), con un prezzo medio di 16,70 euro a litro.
Guardando ancora al vino, si nota una drastica riduzione del -54% nei vini fermi nelle persone di età compresa tra i 50 e 64 anni, e del -51% nei 35-49enni, mentre tra gli over 65, i consumatori più assidui di questa tipologia di vino, il consumo diminuisce “solo” del -37%. Anche i vini frizzanti, di cui la Francia gode di ottime eccellenze tra cui lo Champagne, calano drasticamente con un -46% nelle persone di età compresa tra 35 e 49 anni, e del -42% per gli under 35.
Di contro, la birra, ormai “bevanda nazionale” dei francesi, più del vino, ha visto il consumo e gli acquisti aumentare del +26% tra il 2007 e il 2023, per +6 litri per unità di consumo (ed un totale, come detto, di 26 litri), con un prezzo medio di 2,60 euro a litro, il più basso tra tutte le bevande alcoliche, ed anche rispetto al vino, in un contesto dove salutismo e preoccupazione per la salute predominano – conferma lo studio – e, con i ceti sociali medi portati a preferire la birra anche per il costo, decisamente più basso.
In particolare – evidenzia FranceAgriMer – la birra vede un aumento dei consumi e degli acquisti nel ceto sociale medio del +35% tra i 35 e i 49 anni, del +47% tra i minori di 35 anni, mentre restano stabili gli acquisti tra i 50 e 64 anni, che è anche il target di riferimento che conta il più alto consumo. E come detto, in un’ondata di crescente attenzione alla salute, emerge ancora dallo studio, si è affermata in Francia anche la birra senza alcool, che rappresenta ancora una piccola fetta di mercato con solo 4 litri di media consumati nel 2023, ma che tra il 2020 e il 2023 ha visto la sua quota di mercato sul totale dei consumi di birra crescere dal 12,4% al 15%. Ma lo studio di FranceAgriMer segnala come quello del salutismo sia un trend trasversale a tutte le tipologie di bevande, che spinge la crescita, tra i consumi, delle bevande fredde analcoliche gassate e non, con una netta preferenza verso queste ultime che crescono significativamente. Per lo stesso motivo, anche per i succhi di frutta, considerati come una bevanda troppo zuccherata, e di conseguenza, dannosa per la salute, segnala lo studio, si assiste ad un calo a doppia cifra. Tengono, invece, altre bevande calde come tisane, infusi e te, mentre cala anche il caffè.
ANSA
La Lombardia dice no all’alcol test gratis nei locali
Coi voti del c.destra Consiglio regionale boccia mozione del Pd
Il Consiglio regionale della Lombardia boccia una mozione del Pd che propone di fornire gratuitamente alcoltest agli esercizi commerciali.
Il testo proponeva anche di avviare una campagna di comunicazione contro l’abuso di alcol, rivolta ai consumatori e agli operatori del settore.
“L’abuso di alcol rappresenta un grave problema di salute pubblica e la prevenzione è senza dubbio uno strumento più efficace rispetto all’inasprimento delle pene previsto dalla riforma del Codice della Strada, che sta invece generando disorientamento tra i cittadini – ha dichiarato il consigliere regionale dem Samuele Astuti -.
Le recenti notizie sull’esaurimento delle scorte di kit per alcoltest e il boom di chiamate notturne ai tassisti dimostrano che il nuovo quadro normativo sta alimentando paure e incertezze, senza offrire soluzioni concrete per evitare comportamenti pericolosi”.
Il ‘no’ della maggioranza di centrodestra alla mozione è stato giustificato dal capogruppo della Lega Alessandro Corbetta: “La Regione Lombardia ha già portato avanti campagne di sensibilizzazione tra i giovani, contro l’abuso di alcol e per la guida sicura. La mozione – ha spiegato – è un po’ generica senza numeri né quantificazione. Non spetta alla Regione né fornirli né a dare risposta economica”.