Alcologiarassegna stampa su vino, birra e altri alcolici del 1 marzo 2023

1 Marzo 2023
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RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI

A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada

ADNKRONOS

In Francia non si possono menzionare i produttori di vino o alcolici quando
si pubblica su Facebook e Instagram

La sentenza riguarda 37 post e 20 influencer. La Francia ha alcune delle
leggi più severe d’Europa in materia di promozione e pubblicità di alcol e
tabacco.

Si apprende da Meininger’s Wine Business International che la magistratura
francese ha costretto Meta Group (Instagram, Facebook) a cancellare i
contenuti di 20 influencer di vino e spirits con un seguito collettivo di
oltre 5 milioni di follower. 37 post con “pubblicità non autorizzate” di
bevande alcoliche hanno violato le leggi in materia di alcol e tabacco
approvate nel 1991.

Secondo infatti la Legge di Evin (1991), il vino e gli alcolici non possono
essere pubblicizzati nei cinema o in TV e non possono comparire nelle
sponsorizzazioni sportive. Inoltre, la pubblicità sugli alcolici deve essere
puramente informativa e non deve evocare associazioni con feste e
socializzazione. Fino al 2009 tutta la pubblicità di alcolici era vietata su
Internet. Successivamente il divieto è stato limitato a siti non rivolti ai
giovani, e che non coinvolgono sport ed esercizio fisico. Come la pubblicità
stampata, gli annunci online devono riportare l’avviso legale “L’abuso di
alcol è dannoso, consumare solo con moderazione”.

Non è ancora chiaro quali regole si applicheranno agli influencer in futuro.
Il ministero dell’Economia francese sta chiedendo maggiore trasparenza.

In un comunicato stampa, Addictions France, il promotore della causa, ha
parlato di “vittoria storica contro la sponsorizzazione online dell’alcol”.
(*) Secondo la sentenza, Meta deve anche trasmettere all’associazione i dati
personali degli influencer interessati. Da parte sua, Meta afferma di aver
applicato le cancellazioni ordinate dal tribunale, ma sottolinea che la
sentenza non è definitiva, poiché è stato avviato un processo di appello.

(*) Nota: bravi bravi bravi. E’ una bellissima notizia, speriamo la sentenza
venga confermata in appello.

ANSA

Guidava ubriaco, ora risarcirà l’assicurazione con 700mila euro

Uccise un 17enne. Da quella tragedia prese il via una campagna di
sensibilizzazione che portò all’introduzione del reato di omicidio stradale

Dovrà risarcire l’assicurazione della quale era cliente e pagare 700.000
euro, più 35 mila di spese legali, il centauro che la notte tra l’1 e il 2
giugno 2010 travolse e uccise in moto Lorenzo Guarnieri, uno studente
liceale di 17 anni.

E’ quanto stabilito dalla Corte di appello di Firenze. La notizia è stata
riportata dal quotidiano Il Tirreno.

L’uomo aveva bevuto alcol in quantità da impedirgli di guidare, almeno sulla
carta. E poi l’ulteriore carico di psicofarmaci e stupefacenti accertati,
almeno tre volte il limite oltre il quale si entra nella positività agli
stupefacenti. Quali fossero le condizioni del motociclista che travolse e
uccise il 17enne lo aveva già raccontato il processo penale. Una condanna
definitiva, con rito abbreviato, a 2 anni e 8 mesi confermata in Cassazione.

Da quella tragedia della strada prese il via una campagna di
sensibilizzazione nazionale capace di modificare il codice penale con
l’introduzione del reato di omicidio stradale (marzo 2016). L’importo è
quello risarcito ai familiari della vittima. Negata, si legge ancora sul
quotidiano, in primo grado, la rivalsa della compagnia sull’assicurato – per
la positività ad alcol e droghe al momento dell’incidente – viene adesso
riconosciuta in appello.

Quelle clausole del contratto non erano vessatorie, come scritto nella
prima sentenza. Era chiaro e condiviso al momento di firmare la polizza che,
in caso di incidente, la copertura sarebbe venuta meno qualora l’assicurato
fosse stato positivo ad alcol e stupefacenti. Da quell’incidente è nata nel
2010 l’Associazione Lorenzo Guarnieri per ricordare lo stesso Lorenzo e per
salvare vittime della strada favorendo attività di prevenzione e
coinvolgendo amministrazioni e opinione pubblica. (*)

(*) Nota: con l’occasione, rinnoviamo il nostro più affettuoso abbraccio a
Stefano Guarnieri, papà di Lorenzo, fedele lettore da anni del nostro
servizio di rassegna stampa. Vi invito a cercare, acquistare e leggere il
suo prezioso ed illuminante libro “Il valore delle parole – La narrazione
sbagliata degli scontri stradali”, e a guardare l’intervista al link che
segue Il valore delle parole, l’intervista a Stefano Guarnieri (la7.it)
<www.la7.it/omnibus/video/il-valore-delle-parole-lintervista-a-stefa
no-guarnieri-12-12-2022-464034>

EUROPA TODAY

LA STRETTA

Due anni a zero alcol per i neopatentati

Non si potrà più bere neppure un bicchiere prima di mettersi alla guida:
Bruxelles presenta un pacchetto di proposte per armonizzare le norme sui
permessi di guida in Europa. Previsti anche corsi “pro-ciclisti”

Tolleranza zero sull’alcol. La Commissione europea ha chiesto agli Stati
membri di introdurre maggiori sanzioni per “i neopatentati che guidano con
un tasso alcolemico superiore a 0,0 g/l”, si legge nella nuova proposta Ue
sulla sicurezza stradale. In altre parole, l’esecutivo europeo vuole vietare
il consumo di tutte le sostanze alcoliche, anche in ridotte quantità, per
chi si mette alla guida nei primi due anni da quando si è ottenuta la
patente.

La proposta chiede che le nuove sanzioni ai neopatentati siano “effettive,
proporzionate, dissuasive e non discriminatorie”. Ma le novità per i giovani
automobilisti non si fermano qui. “Gli Stati membri possono stabilire norme
supplementari applicabili sul loro territorio ai neopatentati durante il
periodo di prova” della durata di due anni “per migliorare la sicurezza
stradale”, si legge ancora nella proposta che dunque apre ad altre sanzioni
supplementari per i neopatentati.

Il numero di sanzioni per guida in stato di ebbrezza nei 27 Stati membri
dell’Ue è stimato a 1,2 milioni di casi nel 2019. A livello europeo, si
stima che circa il 26% di tutte le infrazioni legate all’alcol siano gravi,
con il possibile ritiro della patente come conseguenza. Nella nuova proposta
Ue si ritiene necessario “un periodo di prova di almeno due anni per i
conducenti inesperti dopo aver superato l’esame e una regola di tolleranza
zero sulla guida in stato di ebbrezza”, si legge nella nota della
Commissione. “Questo è essenziale in quanto, anche se i giovani conducenti
rappresentano solo l’8% di tutti gli automobilisti, 2 incidenti mortali su 5
coinvolgono un conducente o un motociclista di età inferiore ai 30 anni”, ha
fatto presente Palazzo Berlaymont.

La proposta della Commissione mira anche ad adattare la formazione e i test
di guida per preparare meglio i futuri automobilisti alla presenza di
individui vulnerabili sulla strada, come pedoni, ciclisti e conducenti di
e-scooter e e-bike. Si mira anche a introdurre una valutazione più mirata
dell’idoneità medica, tenendo conto dei progressi nel trattamento di
malattie come il diabete. I conducenti saranno infine incoraggiati ad
aggiornare le proprie capacità e conoscenze di guida per stare al passo con
gli sviluppi tecnologici.

Tra le novità del pacchetto di Bruxelles anche l’introduzione di una patente
di guida digitale, che si tiene sullo smartphone e si rinnova interamente
online, e che sarebbe riconosciuta in tutta l’Ue. In questo modo, si
semplificherebbero le procedure amministrative e la sostituzione, il rinnovo
o il cambio della patente di guida, dato che sarà possibile eseguire
l’intera procedura online (in Italia oggi per rinnovare la patente occorre
ancora andare in agenzia, o recarsi alla Motorizzazione Civile). La
direttiva stabilisce i requisiti minimi per consentire l’interoperabilità
tra le patenti di guida digitali in tutta l’Ue. Dopo un periodo di
adattamento, la patente di guida digitale verrà rilasciata di default, ma i
conducenti potranno anche essere in possesso di una patente di guida fisica
o di entrambe.

NAPOLI TODAY

Vendeva alcol a ragazzini di neanche 15 anni: tre giorni di sospensione per
un bar

Il titolare gli aveva venduto gli alcolici senza richiedere il documento
d’identità

Sospeso per tre giorni un bar di via Santa Chiara. È la decisione del
Questore di Napoli, presa su proposta della municipale Tutela emergenze
sociali e minori.

Nella serata dell’8 ottobre scorso, gli agenti della municipale, nel
transitare in via Santa Chiara, avevano sorpreso due minori di 14 e 15 anni
seduti ai tavolini di pertinenza del locale mentre consumavano alcune
bevande alcoliche.

Gli agenti avevano accertato che il titolare gli aveva venduto gli alcolici
senza richiedere il documento d’identità nonostante fossero evidentemente
dei ragazzini.

L’UNIONE SARDA

San Vito, aggredisce la madre in preda ai fumi dell’alcol: scatta il “codice
rosso”

La donna, 55 anni, è caduta a terra riportando la frattura di una gamba

Ha aggredito la madre in preda ai fumi dell’alcol, spintonandola e facendola
cadere a terra.

È accaduto nella notte a San Vito: la donna, 55 anni, è stata soccorsa dal
personale del 118 e trasportata all’ospedale San Marcellino di Muravera con
una gamba rotta.

Il figlio, di 30 anni, è stato fermato dai carabinieri: trovato in un grave
stato di agitazione dovuto anche alle bevande alcoliche assunte, è stato
allontanato dai militari dall’abitazione familiare in attesa dell’udienza di
convalida.

Attivato il protocollo “codice rosso”, con la dimora della donna inserita
fra gli obiettivi sensibili da vigilare.

LATINA NEWS

L’alcol influenza la fertilità, anche negli uomini: lo studio

A rivelarlo è un recente studio pubblicato sulla rivista Molecular Human
Reproduction che apre nuove strade di indagine sul tema

Anche la qualità del liquido seminale, e non solo degli ovociti, ha un peso
sul concepimento. In particolare, il consumo di alcol, anche da parte del
futuro padre, sembra influenzare negativamente il successo della gravidanza
e la salute fetale. A rivelarlo è un recente studio pubblicato sulla rivista
Molecular Human Reproduction che apre nuove strade di indagine sul tema
della fertilità di coppia, fino ad ora visto solo dal punto di vista
materno.

Secondo quanto riportato su ‘Fondazione Veronesi’, Quando si desidera una
gravidanza, infatti, solitamente è la futura madre che cerca di fare
attenzione ai fattori che potrebbero minare la fertilità: fumo, alcol,
alimentazione scorretta e obesità. È senza dubbio vero che l’età della
donna, e quindi la qualità degli ovociti, così come le sue abitudini, sono
in grado di influenzare pesantemente la possibilità di concepimento
spontaneo così come le percentuali di successo dei trattamenti di
procreazione medicalmente assistita (PMA). Anche gli uomini, tuttavia,
possono influenzare la fertilità di coppia.

Lo studio

L’assunzione cronica di alcol da parte del padre prima del concepimento
influisce negativamente sul successo della gravidanza e sulla crescita dei
feti durante la gestazione? Per testare questa ipotesi, i ricercatori
statunitensi hanno utilizzato un modello animale. Esemplari maschi di topo
sessualmente attivi sono stati divisi in gruppi ed esposti, per sei
settimane, a dosi differenti di etanolo. Sono stati individuati 3 gruppi di
studio: il primo gruppo, quello di controllo, di soggetti non esposti ad
alcol, il secondo gruppo con esposizione ad una concentrazione di etanolo 6%
e il terzo 10%. Successivamente sono stati prelevati e crioconservati gli
spermatozoi poi usati per fecondare gli ovociti. Cosa è emerso? L’uso
preconcezionale di alcol da parte del padre ha influito negativamente sulla
qualità degli embrioni e si è associato a peggiori esiti in fecondazione in
vitro in modo dose-dipendente. All’aumentare della percentuale di alcol,
infatti, il tasso di gravidanza si riduceva progressivamente, scendendo alla
metà nei topi trattati con il 10% di etanolo rispetto al gruppo di
controllo. Non è tutto: l’esposizione paterna all’alcol prima del
concepimento sembra determinare un aumentato rischio di alterazione
dell’espressione genica embrionale, compromettendo il corretto sviluppo
placentare e aumentando il rischio di malformazioni nel nascituro.

Un buon punto di partenza

Questo studio rappresenta un importante punto di partenza per capire quanto
il consumo di alcol, sia nella mamma sia nel papà, possa avere ripercussioni
negative sulla fertilità e sullo sviluppo fetale.

«Il dato emerso dallo studio è molto interessante – spiega la dottoressa
Gabriella Zito, ginecologa presso SCR Fisiopatologia della riproduzione
Umana e PMA dell’IRCCS materno infantile Burlo Garofolo di Trieste –, se
verrà confermato mediante studi successivi sull’uomo ci permetterà di
affermare ulteriormente come errati stili di vita, in particolare
l’assunzione di alcol, sia da considerarsi un fattore dannoso sulla capacità
riproduttiva, anche nell’uomo. Questi dati recenti su qualità del liquido
seminale e qualità embrionaria possono costituire un possibile punto di
partenza per valutare eventuali correlazioni tra assunzione di alcool nei
padri, esiti dei trattamenti di PMA ed anche eventuali correlazioni con
alterazioni dello sviluppo fetale, tutti aspetti fino ad ora poco indagati.
Da sempre ci siamo molto dedicati allo studio della qualità ovocitaria e
alle possibili correlazioni con gli esiti delle procedure di PMA,
inquadrando l’ovocita come cellula più esposta ai danni del tempo e indotti
dallo stile di vita. Sappiamo inoltre come in gravidanza sia controindicata
l’assunzione di alcol per evitare l’insorgenza della sindrome feto-alcolica.
Una migliore conoscenza sulle cause correlate con l’infertilità maschile
potrebbero costituire un importante punto di partenza sullo studio di
possibili correlazioni con lo sviluppo embrionario e fatale».

La fertilità maschile

«Già dal 1992 – prosegue la dottoressa Zito – un importante studio danese
aveva realizzato una revisione della letteratura, osservando una riduzione
della concentrazione spermatica nei soggetti in età fertile. Gli stessi
autori nel 2017 hanno ampliato lo studio, analizzando dati provenienti da 53
Paesi in tutto il mondo. I dati mostrano un ulteriore significativo calo del
numero totale di spermatozoi e della loro concentrazione, in particolare in
Paesi quali il Sud America, l’Asia e l’ Africa, aree che in particolare
negli ultimi due decenni hanno registrato tassi di inquinamento ambientale.
Questi dati confermano quanto già visto in anni recenti relativamente al
ruolo dei cosiddetti “Endocrine disruptors” sulla qualità spermatica, intesi
come tossici ambientali, con impatto negativo sulla produzione spermatica».

Come modificare lo stile di vita?

Se escludiamo l’età e la genetica, molti dei fattori che influenzano la
fertilità di coppia e dunque la qualità degli spermatozoi e degli ovociti
sono modificabili.

«Serve potenziare l’informazione nella popolazione generale sui fattori di
rischio dell’infertilità maschile, che possiamo definire “biologici” per cui
modificabili, perché ormai sempre più studi ci confermano che possono avere
impatto sulle probabilità di concepimento sia spontaneo sia dopo PMA»,
riflette Gabriella Zito. «Uno stile di vita sano, con una corretta
alimentazione associata ad attività fisica ed eliminazione di sostanze
voluttuarie sono degli ottimi alleati per la fertilità non solo nelle donne,
ma anche per gli uomini. Evitare alcol e fumo (*), avere un buon controllo
del proprio peso e quindi del BMI ed evitare, quando possibile, l’eccessiva
esposizione a inquinanti ambientali sono oggi i messaggi che dobbiamo dare
alla nostra popolazione spiegando come tutto ciò sia importante per la
salute riproduttiva e per la salute dei futuri nascituri». – Fonte
www.fondazioneveronesi.it <www.fondazioneveronesi.it>

(*) Nota: forza che quasi ci siamo. Siamo passati da “evitare il fumo e
limitare l’alcol” a “evitare alcol e fumo”. Manca l’ultimo passaggio, che ci
porti finalmente a dire: “evitare il vino, la birra, le altre bevande
alcoliche, le sigarette”.

FORLITODAY

Lotta alla dipendenza dall’alcol: l’associazione Acat apre il Club 102 alla
Casa della Salute di Forlimpopoli

L’attivazione di questo Club Acat alla Casa della Salute in via Duca D’Aosta
33 avviene in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Forlimpopoli
e con l’Ausl Romagna

Alla Casa della Salute a Forlimpopoli Acat Romagna aprirà il “Club 102”,
rivolto a chi ha problemi di dipendenza da alcool. Acat Romagna,
associazione alcolisti in trattamento e alcologici territoriali, è
un’associazione di volontariato presente sul territorio dal 1997 e aiuta le
famiglie che soffrono un disagio dovuto all’uso di bevande alcoliche e
sostanze psicotrope. Ai “Club”, così vengono chiamati i Centri di incontro,
si può partecipare dopo aver fatto un colloquio con il “servitore
insegnante” (un volontario debitamente formato e coordinatore della serata),
che spiega alcune regole fondamentali fra cui il rispetto dell’anonimato e
della riservatezza e le modalità in cui si svolgono gli incontri.

Obiettivo fondamentale del percorso è l’uscita dalle dipendenze da alcool e
da altre sostanze e la possibilità di riconquistare la serenità personale e
famigliare che l’uso di tali sostanze inevitabilmente compromettono.
L’attivazione di questo Club Acat alla Casa della Salute in via Duca D’Aosta
33 avviene in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Forlimpopoli
e con l’Ausl Romagna. Gli incontri partono lunedì 6 marzo, sono gratuiti e
si svolgono a cadenza settimanale.

“Ringraziamo Acat per l’apertura di questo club che va ad aggiungersi ad
altre importanti proposte della nostra Casa della Salute e ringraziamo Asl
per avere accolto con entusiasmo la proposta – dichiarano la sindaca Milena
Garavini e l’assessora ai Servizi sociali e Sanità Elisa Bedei -. Queste
iniziative ben si sposano con la natura e gli obiettivi della Casa della
Salute, che vuol essere un luogo dove i cittadini, sempre di più, si sentono
accolti, accompagnati e aiutati non solo nella fase acuta della malattia, ma
nell’intero percorso di una vita che, talvolta, purtroppo, può incappare
anche nelle dipendenze. Crediamo che il messaggio in questo caso sia
fondamentale: ci sono gli strumenti per uscirne e aiutarsi reciprocamente
può essere una soluzione per una qualità di vita migliore e un ben-essere
diffuso in tutta la famiglia prima e la comunità poi”.

(*) Nota: è una bellissima notizia, pur se scritta con una terminologia a
dir poco discutibile. Una delle precisazioni più importanti è che le
famiglie non sono affatto OGGETTO di un trattamento o di un aiuto, le
famiglie sono le protagoniste del percorso di cambiamento.

La parola più importante dello storico nome dei club era “degli”: il Club
non è un posto PER, è un posto DI.

Detto ciò, festeggiamo la nascita del nuovo club di Forlimpopoli.

PHARMASTAR

Intossicazione acuta da alcol, come gestirla precocemente (*)

Emilia Vaccaro

L’intossicazione acuta da alcol rappresenta un fattore di rischio per
traumi, lesioni, accessi in pronto soccorso e decesso. Il rischio di
sviluppare complicanze è maggiore tra le persone giovani con livelli più
bassi di enzimi che metabolizzano l’etanolo. È importante agire
tempestivamente anche perché oggi abbiamo a disposizione trattamenti per
accelerare l’eliminazione dell’alcol. Questo attuale ed importante argomento
è stato trattato in una recente review di autori italiani, che vede come
primo nome il dott. Antonio Mirijello, UOC Medicina Interna, Dip. Scienze
Mediche-IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo, e che
nasce da una costante collaborazione con il dipartimento di
Gastroenterologia ed Epatologia dell’Università Cattolica di Roma e in
particolare con il prof. Giovanni Addolorato. La review è stata pubblicata
sull’European Journal of Internal Medicine.

Il consumo di alcol mostra un’ampia diffusione nella popolazione, con un
impatto significativo sui sistemi sanitari. L’intossicazione da alcol è in
gran parte responsabile di incidenti stradali, atti di violenza inclusa la
violenza domestica, tentativi di suicidio, traumi cranici dovuti a cadute e
incidenti, e questi eventi sono associati a grave disabilità post-traumatica
e mortalità. In particolare, gli studi sull’incidenza dell’intossicazione
alcolica nei pazienti traumatizzati ricoverati in pronto soccorso (PS)
riportano tassi del 24-47%.

La forma lieve di AAI di solito si sviluppa con un tasso alcolemico >50
mg/dl (10,9 mmol/l), circa dopo 2-3 drink, si arriva alla forma moderata
quando il tasso alcolemico è superiore a 100 mg/dl (21,7 mmol/L), circa dopo
4-6 drink fino all’intossicazione alcolica grave che si manifesta con un
tasso alcolemico > 200 mg/dl (43,4 mmol/L), circa dopo 13-26 drink, con
compromissione neurologica globale.

Complicanze e organi coinvolti

Sebbene l’intossicazione acuta da alcol (AAI) sia facilmente riconoscibile
dall’insorgenza di sintomi comportamentali e neurologici, i suoi effetti
coinvolgono diversi organi e apparati

Le complicanze più note e gravi dell’AAI ricadono nell’area neurologica e
possono arrivare anche a encefalopatia alcolica acuta, mielinolisi,
demielinazione del corpo calloso, neurite ottica. Possono manifestarsi anche
problematiche cardiovascolari e metaboliche, infezioni del tratto
respiratorio inferiore, sintomi gastrointestinali fino anche a pancreatite,
ulcera e lacerazione della mucosa esofagea.

Il fegato rappresenta un bersaglio preferenziale per il danno indotto
dall’alcol a causa del suo ruolo centrale nel metabolismo dell’alcol. In
particolare, l’AAI potrebbe rappresentare il fattore scatenante dell’epatite
alcolica acuta (AH) così come delle infezioni, del danno epatico indotto da
farmaci e della trombosi della vena porta. L’AH rappresenta un’entità
clinica caratterizzata da infiammazione, necrosi e fibrosi del fegato che si
verificano in pazienti esposti a grandi quantità di alcol. Sebbene possa
verificarsi dopo ripetuti episodi di BD in soggetti senza malattia epatica,
questo evento è più frequente tra i soggetti con sottostante malattia
epatica alcol-correlata dovuta ad abuso cronico di alcol. In questi casi,
l’AAI rappresenta solo il fattore scatenante che interrompe un equilibrio
precario tra infiammazione locale e sistemica e risposta immunitaria
alterata che potrebbe portare a insufficienza epatica acuta o cronica
(ACLF). Quando l’ittero è associato ad anemia emolitica e
ipertrigliceridemia, configura le caratteristiche della sindrome di Zieve.

“Il paziente intossicato, soprattutto se adulto, nel momento con cui si
presenta in ospedale è all’apice dell’intossicazione ma spesso vi può essere
un grosso problema sottostante di abuso alcolico. Sono pazienti complessi
che nella maggior parte dei casi hanno un’epatopatia cronica e sono a
rischio di sviluppare una sindrome astinenziale nel momento in cui vengono
trattati con farmaci che accelerano l’eliminazione dell’alcol. Per tale
motivo i medici devono essere pronti a riconoscere e trattare il delirium o
sindrome astinenziale maggiore. Altro problema frequente sono le complicanze
cardiovascolari in quanto l’alcol, soprattutto negli adulti ipertesi,
peggiora la funzione cardiovascolare generale. Sono soggetti che hanno
aterosclerosi, diabete, dislipidemie e tali condizioni subiscono
un’accelerazione. Inoltre, l’alcol rappresenta una fonte di calorie,
cosiddette vuote quindi prive di nutrimento, che devono essere smaltite
dall’organismo e vengono convertite in trigliceridi e colesterolo con
peggioramento del profilo lipidico. Non va dimenticata la cosiddetta
“holiday heart syndrome” in quanto l’AAI rappresenta un fattore di rischio
per lo sviluppo di fibrillazione atriale e di aritmie in generale” evidenzia
il dott. Antonio Mirijello, UOC Medicina Interna, Dip. Scienze Mediche-IRCCS
Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo e primo autore del
lavoro.

Trattamento

Nei soggetti che presentano AAI, iniziare un trattamento precoce è
fondamentale per prevenire il rischio di sviluppare depressione respiratoria
e arresto cardiaco. Durante la valutazione in PS dei pazienti con AAI, in
particolare quelli con forme gravi, l’obiettivo primario è rappresentato
dalla valutazione delle vie aeree e dalla stabilizzazione delle funzioni
vitali. Per l’AAI lieve-moderato i due obiettivi principali del trattamento
sono la prevenzione del danno tossico dell’alcol a organi e apparati e
l’accelerazione dell’eliminazione dell’alcol dal sangue.

Il posizionamento di una o anche due linee venose è obbligatorio, al fine di
somministrare fluidi per via endovenosa in particolare in quei pazienti che
presentano ipotensione. In alcuni casi può essere necessaria una
supplementazione di ossigeno, di farmaci antiemetici per fermare il vomito e
i danni ad esso correlati e farmaci sedativi per fermare l’agitazione quando
presente.

Farmaci

La metadoxina ha dimostrato di essere un farmaco efficace nell’accelerare
l’eliminazione dell’alcol.

Tale farmaco è un pirrolidone carbossilato di piridossina, (piridossolo
L-2-pirrolidone-5-carbossilato) ed è attualmente l’unico indicato per il
trattamento dell’AAI, grazie alla sua capacità di accelerare la clearance
dell’etanolo e di conseguenza di ridurre il BAC migliorando i sintomi
dell’intossicazione. Il pirrolidone agisce mantenendo e ripristinando i
livelli di ATP nel cervello e nel fegato migliorando la sintesi del
glutatione, la piridossina promuove la degradazione dell’etanolo. In
definitiva, la somministrazione di metadoxina aumenta l’attività
dell’acetaldeide deidrogenasi, promuove la clearance plasmatica di etanolo e
acetaldeide e favorisce l’eliminazione urinaria dei chetoni.

La metadoxina ha un eccellente profilo di sicurezza, pertanto è facile da
gestire e può essere tranquillamente utilizzata nelle situazioni di
intossicazione più gravi. Questo trattamento è fortemente raccomandato nei
pazienti adolescenti che sono più soggetti a danni da intossicazione
alcolica in considerazione dell’attività enzimatica immatura utilizzata per
la degradazione dell’alcol.

Tuttavia, la metadoxina è attualmente approvata in alcuni Paesi dell’UE
mentre non è approvata negli Stati Uniti.

Inoltre, in studi recenti, la metadoxina è stata testata nel trattamento
dell’AUD (disturbo da uso di alcol), sfruttando la sua azione sul recettore
della serotonina e contemporaneamente come antagonista del GABA dimostrando
efficacia e sicurezza. Infine, la combinazione di metadossina e prednisone
aumenta la sopravvivenza dei pazienti alcolisti con AH acuta, rispetto al
solo trattamento standard con prednisone.

“La metadoxina è un farmaco per il trattamento dell’intossicazione alcolica
acuta cioè per favorire la riduzione dei sintomi da intossicazione e quindi
lo stato di euforia, lo stato di agitazione ma anche di depressione del
sistema nervoso centrale. Il paziente migliora dal punto di vista clinico ma
l’effetto si esplica anche dal punto di vista biochimico con la riduzione
dei livelli di etanolo. Questo trattamento è importante perché non sappiamo
quanto etanolo c’è nel tratto gastrointestinale e che deve essere assorbito
dunque favorirne il catabolismo vuol dire anche prevenire le complicanze
dell’intossicazione (come etilico, depressione respiratoria, decesso). È
comunque importante dosare sempre l’etanolemia in quanto il paziente tende a
non riferire quanto ha bevuto” spiega il dott. Mirijello.

La diidromiricetina, un componente flavonoide vegetale, è stata proposta
come opzione terapeutica per l’AAI, per il suo possibile effetto protettivo
sullo sviluppo della steatosi e del danno epatico. Dati preliminari
suggeriscono un effetto favorevole sugli enzimi che metabolizzano l’alcol
(riduzione delle concentrazioni ematiche di alcol e acetaldeide), un
miglioramento dei profili metabolici (ridotto accumulo intracellulare di
trigliceridi) e infiammatori (riduzione delle citochine pro-infiammatorie).
Tuttavia, i dati derivati principalmente da modelli in vitro e animali
richiedono una conferma da studi clinici.

Infine, studi in vitro e in vivo hanno evidenziato la possibilità di
utilizzare nanocomplessi biomimetici contenenti alcool ossidasi e catalasi,
per ridurre i livelli di etanolo.

In conclusione, le conseguenze dell’intossicazione acuta da alcol devono
essere riconosciute e prevenute e/o trattate. La valutazione del rischio di
dipendenza da alcol è fondamentale per indirizzare i pazienti a una Unità
multidisciplinare per le dipendenze da alcol per ridurre il rischio di nuovi
episodi di AAI e per prevenire l’evoluzione del danno epatico verso la
fibrosi e/o la cirrosi attraverso trattamenti specifici combinando
farmacoterapie e supporto psicosociale; inoltre, la metadossina rappresenta
un farmaco utile per aumentare il metabolismo e l’eliminazione dell’etanolo.

Antonio Mirijello et al., Identification and management of acute alcohol
intoxication Eur J Intern Med. 2023 Feb;108:1-8. doi:
10.1016/j.ejim.2022.08.013. Epub 2022 Aug 16

leggi

(*) Nota: bere molto, ubriacarsi è “intossicazione acuta”. Il buon bicchier
di vino è “intossicazione lieve”.

Mi pare sempre utile ricordarlo.

Associazione Nuovo Paradigma O.d.V. – C.F. 91071720931

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