RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI
A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada
ANSA
Sanità Usa chiede etichetta su alcolici per rischi cancro
Crollano titoli in Borsa delle aziende del settore (*)
WASHINGTON – Le bevande alcoliche dovrebbero riportare un’etichetta che
avverta i consumatori dei rischi di cancro: lo afferma il surgeon general
Usa Vivek Murthy, il capo operativo della sanita’ americana, avvisando che
il loro consumo aumenta il rischio di sviluppare tumori al seno, al colon,
al fegato e altri tipi di cancro e chiedendo una revisione delle linee guida
sui limiti.
Un monito che sta facendo crollare in Borsa i titoli delle aziende del
settore.
“Il consumo di alcol è la terza causa prevenibile di cancro negli Stati
Uniti, dopo il tabacco e l’obesità, aumentando il rischio di almeno sette
tipi di cancro”, ha affermato.
Murthy ha chiesto che le linee guida sui limiti di consumo di alcol vengano
rivalutate in modo che le persone possano soppesare il rischio di cancro
quando decidono se o quanto bere, insieme agli attuali avvertimenti su
difetti alla nascita e impedimenti durante l’uso di macchinari. Il consumo
di alcolici e’ responsabile di 100.000 casi di cancro negli Stati Uniti e di
20.000 decessi per cancro ogni anno, più dei 13.500 decessi per incidenti
stradali associati all’alcol, ha riferito il surgeon general. “Il
collegamento diretto tra consumo di alcol e rischio di cancro è ben
consolidato per almeno sette tipi di cancro… indipendentemente dal tipo di
alcol (ad esempio, birra, vino e liquori) consumato”, si legge in una nota,
inclusi i tumori dell’esofago, della bocca, della gola e della laringe.
(*) Nota: oggi questa notizia è tra le più visibili nelle agenzie di stampa
di mezzo mondo. Non cè Vespa (o Calabrese, o Lollobrigida…) che tenga: è
solo questione di tempo, la direzione è tracciata..
THE NEW YORK TIMES
Surgeon General Calls for Cancer Warnings on Alcohol
THE WASHINGTON POST
Surgeon general calls for alcohol to carry cancer warning
FORBES
Alcoholstocks drop corona owner plummets 450 million in value after surgeon
general says alcohol should have cancer warning
CNN
Alcohol and cancer: US Surgeon General sounds alarm about link between
alcohol and cancer
REUTERS
US surgeon general urges cancer warnings for alcoholic drinks
ABC NEWS
Surgeon general warns of link between alcohol consumption and cancer risk
FRANCE24
Alcohol should have cancer warning label, says top US Surgeon General
BBC
US top doctor calls for cancer warnings on alcohol
TG24.SKY.IT
Usa, capo della Sanità: “Etichette degli alcolici dovrebbero indicare il
rischio cancro”
Il surgeon general Usa, Vivek Murthy, capo operativo della sanità americana,
sottolinea come il consumo di alcolici aumenti il rischio di sviluppare
tumori al seno, al colon, al fegato e altri tipi di cancro, chiedendo una
revisione delle linee guida sui limiti
Le bevande alcoliche dovrebbero riportare un’etichetta che avverta i
consumatori dei rischi di cancro. Ad affermarlo il surgeon general Usa Vivek
Murthy, il capo operativo della sanità americana, in una Surgeon Generals
Advisory che, come spiega la Cnn, rappresenta una dichiarazione pubblica
che richiama lattenzione del popolo americano su un problema urgente di
salute pubblica e fornisce raccomandazioni su come affrontarlo.
“Alcol terza causa di cancro negli Usa”
Nella nota, Murthy sottolinea come il consumo di alcolici aumenti il
rischio di sviluppare tumori al seno, al colon, al fegato e altri tipi di
cancro, chiedendo una revisione delle linee guida sui limiti. “Il consumo di
alcol è la terza causa prevenibile di cancro negli Stati Uniti, dopo il
tabacco e l’obesità, aumentando il rischio di almeno sette tipi di cancro”,
ha affermato Murthy. Un monito che sta facendo crollare in Borsa i titoli
delle aziende del settore.
“Etichette alcolici non vengono aggiornate dal 1988”
Il parere dell’esperto, come riporta il Washington Post, prosegue
sottolineando che ogni anno negli Usa l’alcol contribuisca a 100mila casi di
cancro e 20mila decessi correlati. “Un consumo maggiore di alcol aumenta il
rischio di tumori – ha scritto il Surgeon General su X – ma solo il 45%
degli adulti americani è consapevole” di questo pericolo. Da qui la
richiesta di avvertenze sanitarie ad hoc, descritte da Murthy come “approcci
consolidati ed efficaci per aumentare la consapevolezza dei rischi per la
salute e promuovere cambiamenti comportamentali”. Murthy fa notare come le
attuali etichette, che mettono in guardia relativamente al consumo di alcol
in gravidanza e all’impatto dell’alcol durante la guida o l’utilizzo di
macchinari, non sono state aggiornate dal 1988. (*)
Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, che si insedierà il 20
gennaio – ricorda il Wp – ha scelto Janette Nesheiwat, medico di famiglia e
di emergenza ed ex collaboratrice di Fox News, come prossimo Surgeon
General.
(*) Nota: quindi, negli Stati Uniti, le avvertenze in etichetta, che tanto
scandalizzano i politici italiani, ci sono già da oltre 36 anni.
REPUBBLICA
Lalcol può causare tumori, mettete le etichette sanitarie sulle
bottiglie. Sos dagli Usa
di Lara Loreti
Il report del consigliere della Casa Bianca sulla sanità, il dottor Vivek
Murthy, dice che bere alcolici può causare il cancro, compresi quello al
seno e al colon.
Lallarme fa crollare i titoli di diverse aziende di alcolici a Piazza
Affari
<www.repubblica.it/il-gusto/2025/01/03/news/allcol_puo_causare_tumor
i_etichette_sanitarie_vivek_murthy_crolli_piazza_affari_campari-423918822/>
www.repubblica.it/il-gusto/2025/01/03/news/allcol_puo_causare_tumori
_etichette_sanitarie_vivek_murthy_crolli_piazza_affari_campari-423918822/
Alcol e salute, in particolare rischio di tumori anche mortali. Il dibattito
si infiamma e quando lanno e il connesso Dry January è appena iniziato
riparte dagli Stati Uniti. La discussione ruota intorno alla possibilità di
mettere sulle bottiglie di vino e alcolici delle etichette sanitarie più
stringenti di quelle attuali. Se oggi accanto a denominazione e nome del
vino e della cantina si legge al massimo un advisor sui rischi del bere per
le donne in gravidanza e generici annunci sulla salute, la comunità
scientifica americana spinge per poter utilizzare formule più rigide e
chiare, che mettano in correlazione diretta alcol e cancro. Un legame che
emerge da numerosi studi internazionali e pone su posizioni diverse e
dialettiche da un lato medici e ricercatori e dallaltro produttori di vini
e spiriti e una parte della comunità scientifica. Ne parla il New York Times
in un articolo in cui viene citato il report di un esperto, il dottor Vivek
Murthy, il ‘Surgeon General’, ovvero il consigliere della Casa Bianca in
materia di sanità pubblica. E in cui si auspica chiaramente che il nuovo
presidente Donald Trump sposi la tesi più rigidità sui rischi dellalcol per
la salute, con il conseguente via libera alle etichette sanitarie sulle
bottiglie.
Un avvertimento che ha fatto il giro del mondo e che sta facendo crollare in
Borsa i titoli delle aziende del settore.
Lalcol è una delle principali cause di cancro e le bevande alcoliche
dovrebbero portare unetichetta di avvertenza come fanno i pacchetti di
sigarette, sono le dichiarazioni dette venerdì 3 gennaio dal dottor Vivek
Murthy, esperto della materia riportate dal giornale Usa che sottolinea
anche come lalcol contribuisca direttamente a 100.000 casi di cancro e a
20.000 decessi correlati ogni anno, ha affermato il chirurgo generale.
In realtà per decenni i medici hanno sostenuto che bere moderatamente aiuta
a prevenire infarti e ictus, e che un uomo può serenamente consumare due
bicchieri di vino al giorno che per le donne diventato uno. Ancora oggi
parte della comunità scientifica continua a sostenere questa tesi, sposata
da produttori. Ma oggi il mood sta cambiando non solo perché ci sono studi
che provano il contrario, ma anche per la maggiore sensibilità delle persone
al tema. Mentre la maggior parte dei decessi per cancro si verificano a
livelli di consumo di alcol che superano le attuali linee guida dietetiche
raccomandate, il rischio di cancro al seno, alla bocca e alla gola può
aumentare con il consumo di un solo drink al giorno, o anche meno, ha
affermato il dottor Murthy venerdì, come riportato da NYT
È per questo che molti medici chiedono di aggiornare le etichette per
includere un rischio maggiore di cancro al seno, cancro al colon e almeno
altri cinque tumori maligni ora collegati da studi scientifici al consumo di
alcol. Dovrebbe però essere il Congresso americano a imporre le nuove
etichette e non è chiaro se lamministrazione entrante sosterrebbe il
cambiamento. Cè da dire che Trump come da lui stesso dichiarato – non
beve, e molti sperano che questa scelta personale possa in qualche modo
influire sulle decisioni nazionali. Già 5 anni fa, al momento della stesura
delle linee guida sul consumo di alcol, circolava un rapporto scientifico
che provava la correlazione fra il bere e non solo tumori ma anche malattie
vascolari. Un legame che era stato riconosciuto dallo stesso governo
americano. Poi però le linee guida ufficiali non sono state aggiornate in
questo senso. Di certo si preannuncia una battaglia tosta, come è accaduto e
sta accadendo in Europa.
La stessa lOrganizzazione Mondiale della Sanità afferma che non esiste un
limite sicuro per il consumo di alcol e 47 nazioni richiedono avvertenze
sulle bevande alcoliche. Ma il cancro viene menzionato raramente.
Ad oggi, lIrlanda ha in programma di introdurre nel 2026 etichette
sanitarie sulle bottiglie che affermino che esiste un nesso diretto tra
alcol e tumori mortali. Mentre nella Corea del Sud già esiste unetichetta
che avverte sui rischi fra bere alcol e cancro al fegato, anche se non è
obbligatorio apporla: i produttori possono scegliere etichette alternative
che non menzionano il cancro.
Lindustria degli alcolici ovviamente si oppone alle etichette sanitarie che
menzionino il cancro. In Italia il vino e molti spiriti fanno parte della
tradizione culturale, il consumo di certe bevande è storicamente quotidiano
e le teorie che parlano di legame con malattie vengono fermamente respinte.
Anche perché la stessa comunità scientifica è divisa sul tema. Inoltre molti
Paesi, compresa lItalia, contestano questa posizione e la possibilità
delluso di etichette sanitarie anche per la confusione che creerebbe al
livello di diritto commerciale internazionale.
Ma in che modo lalcol contribuirebbe alla formazione di tumori? La teoria
più accettata è che allinterno del corpo lalcol si decompone in
acetaldeide, un metabolita che si lega al DNA e lo danneggia, consentendo a
una cellula di iniziare a crescere in modo incontrollabile col rischio che
si crei un tumore maligno.
Il NYT cita dei dati derivanti da un recente studio scientifico. Il rischio
assoluto di cancro al seno nellarco della vita di una donna è di circa
l11,3% (11 su 100) per coloro che bevono meno di un drink a settimana. Il
rischio aumenta al 13,1% (13 individui su 100) con un drink al giorno e fino
al 15,3% (15 su 100) con due drink al giorno.
Per gli uomini, il rischio assoluto di sviluppare un cancro correlato
allalcol aumenta da circa il 10% (10 individui su 100) per coloro che
consumano meno di un drink a settimana all11,4% (11 su 100) per coloro che
bevono un drink ogni settimana. giorno in media. Sale al 13 per cento (13
individui su 100) per chi beve in media due drink al giorno.
Va però detto come afferma anche il dottor Murthy che se è vero che il
rischio aumenta con l’aumento del consumo di alcol, la situazione cambia da
persona a persona, a seconda della storia familiare, della composizione
genetica e delle esposizioni ambientali.
Quindi che fare e quanto bere? “Se un individuo beve occasionalmente per
eventi speciali, o se bevi un drink o due a settimana, è probabile che il
rischio sia significativamente inferiore rispetto a quando bevi tutti i
giorni”, è la risposta del dottor Murthy.
Lallarme lanciato dallesperto ha avuto ripercussioni in Borsa. Campari a
Piazza Affari cede il 3,8%, un tonfo comune a tutti i titoli dei produttori
di bevande alcoliche in Europa dopo l’sos di Vivek Murty sulle connessioni
tra alcool e rischi cancerogeni. Remy Cointreau perde il 4,3%, Pernod Ricard
il 2%, Diageo il 2,4%, AB InBev l’1,9 per cento.
IL FATTO QUOTIDIANO
Salvini esulta: Con nuovo Codice della strada morti calati del 25%. Ma i
dati lo smentiscono: Falso, non tiene conto degli incidenti in città
Dichiarazioni “fuorvianti e imprecise” per l’associazione Asaps: nei primi
15 giorni dall’entrata in vigore ci sono stati almeno 111 morti, più del
doppio dei 50 dichiarati dal ministro
Nei primi 15 giorni di vigore del nuovo Codice della strada i morti sono
diminuiti del 25%. Matteo Salvini esulta da giorni. In una diretta social
il ministro delle Infrastrutture e vicepremier passa in rassegna i dati: 50
vittime in incidenti stradali contro le 67 dello stesso periodo del 2023.
Numeri che confermano che ne sta valendo la pena, significa fare del bene,
significa fare buona politica, è il suo commento, ribadito anche oggi. Ma è
lAssociazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale (Asaps) a
smentirlo: Tale dichiarazione appare fuorviante ed imprecisa, spiega il
presidente Giordano Biserni. E il perché viene subito spiegato: i dati
presentati da Salvini rappresentano solo quelli rilevati da Polstrada e
Carabinieri, che sono il 34% degli incidenti con lesioni, in quanto il
restante 66% viene rilevato dalle Polizie Municipali che riguardano gli
scontri con lesioni in ambito urbano dove maggiori sono le collisioni
stradali con morti e feriti. Asaps così presenta un report, sviluppato in
collaborazione con lAssociazione Lorenzo Guarnieri onlus, dal quale risulta
che i morti registrati nei primi 15 giorni dallentrata in vigore del nuovo
Codice della Strada sono almeno 111, più del doppio dei 50 dichiarati dal
ministro. I dati pertanto mostrano una stabilità rispetto al 2023 e non
una riduzione del 25%, della quale peraltro saremmo stati molto felici,
sottolinea lassociazione.
LUfficio studi Asaps da tempo con i suoi osservatori rileva da fonti
pubbliche (web e giornali) gli incidenti stradali mortali dove le persone
muoiono sul colpo o nei giorni immediatamente successivi. Tale rilevamento
peraltro viene fatto presente sottostima la mortalità in quanto non
tiene conto dei morti entro 30 giorni dallevento. Guardando a dati
relativi al periodo dal 14 dicembre (data di entrata in vigore del nuovo
Codice) al 28 dicembre, nel 2024 sono state così registrate 111 vittime in
103 scontri mortali, contro i 110 morti im 97 incidenti dello stesso periodo
del 2023. Addirittura uno in più rispetto allo scorso anno. E il discorso
non cambia includendo anche io giorni fino al primo gennaio 2025: 134 morti
in 125 incidenti mortali, contro 131 vittime in 115 collisioni mortali dal
14 dicembre 2023 al primo gennaio 2024. Tre in più. Sulle strade italiane
purtroppo si continua a morire come nel 2023, commenta Asaps.
Auspichiamo scrive lassociazione che, con questa evidenza ricavata da
dati pubblici, venga risolta a livello ministeriale la carenza relativa alla
raccolta dati sugli incidenti stradali e alla sua tempestività. I Ministeri
competenti dovrebbero consolidare in maniera tempestiva anche i dati di
mortalità provenienti dalle Polizie Municipali, che, ricordiamolo, rilevano
gli scontri con lesioni in ambito urbano dove maggiori sono le collisioni
stradali con i morti e feriti. Viene anche sottolineato che la valutazione
di un provvedimento normativo non può essere fatta in un periodo così
limitato di tempo e con dati incompleti, ma dovrebbe avere a nostro parere
un monitoraggio più lungo, continuo nel tempo e con dati affidabili. Le
norme, per essere efficaci, dovrebbero poi essere accompagnate da
investimenti nei controlli, anche con un vero potenziamento delle pattuglie
su strada, e nelleducazione a una mobilità sicura per tutti. E su questo
tema, quello degli investimenti, al solito la sicurezza stradale rimane una
cenerentola, in attesa di un principe azzurro che non arriva mai, conclude
Asaps.
EURONEWS
Gennaio senz’alcol? In Francia è quasi strappo istituzionale
Il nuovo ministro della Sanità francese Yannick Neuder sarebbe il primo
ministro a sostenere pubblicamente la campagna Dry January, che non ha mai
ricevuto il sostegno di Parigi
In Francia il nuovo ministro della Salute, Yannick Neuder, ha rischiato di
inasprire i rapporti con il presidente Emmanuel Macron, amante del vino,
dichiarando che avrebbe partecipato al Dry January.
Neuder, che ha assunto l’incarico quindici giorni fa, ha dichiarato ai media
francesi che si asterrà dal bere in questo mese di gennaio – cosa che ha
detto di fare ogni anno – e ha esaltato i benefici dell’astensione
dall’alcol per un mese.
Il Dry January (“Défi de Janvier” in francese) è un modo “per incoraggiare i
francesi a riflettere sulle loro abitudini di consumo e a rendersi conto dei
benefici di una pausa, che può poi essere estesa oltre il mese di gennaio”,
ha dichiarato il 55enne cardiologo al quotidiano Le Parisien.
Il mese senz’alcol
Secondo un recente sondaggio commissionato dal produttore di vini analcolici
Chavin, circa 17 milioni di persone in Francia – un quarto della popolazione
– intendono seguire il Dry January.
Tuttavia, secondo i media locali, Neuder è il primo ministro francese ad
aver appoggiato pubblicamente il mese senza alcol, specificando che lo fa “a
titolo personale”. Questa precisazione non sorprende, dato che la tendenza
non ha mai ricevuto un sostegno ufficiale e, secondo quanto riferito, è
stata respinta da Macron anni fa dopo un incontro con i produttori di vino.
Le origini del Dry January
Il Dry January è nato nel 2013 nel Regno Unito come campagna di
un’associazione benefica e ora si svolge ogni anno con il sostegno di Public
Health England.
Ha acquisito importanza anche a livello globale e nel 2019 il ministero
della Salute francese ha annunciato l’intenzione dell’Eliseo di sostenere
l’iniziativa. Tuttavia, la proposta ha fatto arrabbiare l ‘industria del
vino, che ha esortato il governo ad abbandonare l’idea. Macron si è
schierato dalla parte del settore e, secondo quanto riferito, ha detto ai
produttori di vino francesi che non ci sarebbe stato il Dry January finché
lui fosse stato presidente.
Macron e il vino
Macron, che è stato scelto come Personalità dell’anno dalla rivista Review
of French Wines nel 2022, ha già detto di bere due bicchieri di vino al
giorno e che “un pasto senza vino è un po’ triste”.
L’ex ministra della Salute francese Agnès Buzyn, che aveva guidato la
campagna Dry January nel 2019, poi fallita, ha dichiarato in un’intervista
dello scorso anno che si trattava di “una battaglia quasi impossibile da
condurre nel nostro Paese, in realtà”.
“Ci sono troppi venti contrari”, ha detto alla televisione France 2,
riferendosi in particolare al peso delle lobby francesi del vino e allo
status del vino come “immagine della cultura francese”.
Francia, consumi da record
La Francia è il secondo consumatore di vino a livello globale, dopo gli
Stati Uniti, e si stima che l’industria vinicola del Paese dia lavoro a
quasi mezzo milione di persone e generi un fatturato di circa 13 miliardi di
euro all’anno.
L’impegno di Neuder per il Dry January ha suscitato qualche perplessità in
alcuni ambienti, dato che l’anno scorso si era opposto a un aumento delle
tasse sugli alcolici e aveva difeso l’industria del vino.
“Non è aumentando il prezzo di una bottiglia di Châteauneuf-du-Pape di sette
centesimi che si ridurrà il tasso di mortalità tra i giovani”, ha detto
Neuder durante un dibattito a novembre, quando era un politico di secondo
piano. “Non credo che i giovani si ubriachino di Châteauneuf-du-Pape.
Dobbiamo smettere di attaccare i nostri viticoltori”.
“No ordini dalle lobby dell’alcol”
In un’intervista rilasciata a BFMTV il mese scorso, dopo essere diventato
ministro della Salute e prima della sua dichiarazione “Dry January”, Neuder
ha dichiarato di non essere “agli ordini di nessuna lobby dell’alcol”.
L’anno scorso, di questi tempi, decine di professori di studi sulle
dipendenze in Francia hanno scritto al governo esortandolo a sostenere il
Dry January e sostenendo che non si stava facendo abbastanza per affrontare
i rischi dell’alcol per la salute.
Secondo i dati del ministero della Salute francese, il consumo di alcol è
responsabile di 49.000 morti all’anno nel Paese e rappresenta “un grave
problema di salute pubblica”.
GAZZETTA DI MANTOVA
La preoccupazione dei locali pubblici
Il nuovo codice della strada spaventa: «Paura di bere, i conti sono a
rischio»
Camilla Sorregotti
Le segnalazioni arrivano dai ristoranti e dalle discoteche che devono anche
essere dotati di alcol test
Un bicchiere di troppo ora può costare molto caro. I limiti al consumo di
alcol cerano anche prima dellentrata in vigore del nuovo codice della
strada, ma le sanzioni per chi viene sorpreso a guidare in stato di ebbrezza
sono diventate più pesanti. E la paura di essere fermati dalle forze
dellordine ed essere sottoposti allalcol test sta portando molte persone a
decidere di non toccare nemmeno un bicchiere di vino prima di mettersi alla
guida. A confermarlo sono i ristoranti e le discoteche che nelle ultime
settimane hanno notato un calo delle consumazioni alcoliche e timore
generalizzato.
Paura dellalcol test
«Cè stato un leggero calo delle presenze – racconta Carmen Venerandi,
titolare della discoteca Mascara e presidente di Silb fibe Confcommercio, la
sezione dedicata allintrattenimento da ballo – e soprattutto di consumo di
bevande alcoliche. Per fortuna tra i giovani, anche prima del nuovo codice,
cè molto buon senso e quando organizzano un tavolo in discoteca cè sempre
un ragazzo o una ragazza che non beve perché deve guidare. Per noi è molto
importante fare prevenzione per evitare che qualcuno esca dal locale ubriaco
e si metta alla guida». I locali pubblici che rimangono aperti oltre la
mezzanotte sono tenuti a mettere a disposizione dei clienti lalcol test e
Venerandi, che nella sua discoteca dispone sia della macchinetta che eroga
quelli usa e getta, sia dello strumento professionale, ha notato un aumento
della richiesta nellultimo periodo. «Ho visto che diversi clienti – dice
limprenditrice – hanno voluto fare il test prima di uscire. Il nostro
personale usa letilometro allentrata, nel caso in cui vedesse qualcuno già
alterato ancora prima di entrare, e alluscita, se ce ne fosse bisogno.
Abbiamo un parcheggio molto ampio dove cè la possibilità di lasciare la
macchina se ci si rendesse conto di non poter guidare ed è capitato che
alcuni clienti venissero accompagnati a casa da qualche nostro dipendente.
Proprio recentemente un cliente ha lasciato qua lauto e ha prenotato un bed
and breakfast, che ha raggiunto a piedi, perché si è reso conto di non
riuscire a guidare».
Le ripercussioni
Sulla sicurezza non si scherza, ma dal punto di vista di ristoratori e
proprietari di locali notturni, è un dato di fatto che le nuove regole
abbiano delle ripercussioni sugli affari. «Non voglio entrare nel merito
della nuova normativa – aggiunge Venerandi – e dire se queste sanzioni siano
giuste o no, anche perché per noi è importante che le regole vengano
rispettate, ma ciò che è certo è che è stata una bella mazzata, arrivata in
un periodo non facile per il nostro settore».
Meglio non rischiare
Non solo discoteche, ma ovviamente pure ristoranti. Dove anche un solo
calice di vino adesso mette paura. A dirlo è Giampietro Ferri, presidente
degli esercenti di Fipe-Confcommercio e titolare dellosteria Da Pietro: «Un
bicchiere non fa salire molto il tasso alcolemico, ma neanche due, eppure
tanti adesso non vogliono rischiare. Le nuove regole potrebbero essere anche
unoccasione per iniziare a bere più di qualità che di quantità. Per legge
abbiamo la macchinetta che eroga gli alcol test usa e getta, ma non ce li
chiede mai nessuno. Anzi, alcuni non vogliono proprio vederla perché hanno
paura di essere sopra al limite. Il problema comunque non è tanto il vino,
ma i liquori a fine pasto. Con quelli cè il rischio che il tasso salga
molto».
CORRIERE DELLUMBRIA
Vino al ristorante nel rispetto del Codice della strada: ecco la soluzione
Assoenologi lancia un’idea rivolta ai consumatori, ai ristoratori e ai
produttori di vino
Alfredo Doni
Il nuovo Codice della Strada ha inasprito le pene per chi guida sotto
l’effetto dell’alcol, ma Assoenologi lancia una proposta innovativa per
conciliare la passione per il vino con la sicurezza stradale.
Portami a Casa è il nome dell’iniziativa che coinvolge produttori e gestori
di locali: al termine della cena, se la bottiglia non è stata finita, il
cliente potrà portarla a casa grazie a shopper personalizzate. Un modo
semplice per continuare a godersi il vino in tutta tranquillità, senza
sprechi e nel pieno rispetto delle nuove norme.
“L’obiettivo è promuovere un consumo consapevole e responsabile”, spiega
Riccardo Cotarella, Presidente di Assoenologi. “Vogliamo che le persone
possano continuare a gustare un buon calice di vino senza rinunciare alla
sicurezza. Allo stesso tempo, vogliamo sostenere il settore vitivinicolo,
duramente colpito dalle recenti normative”.
Come funziona?
Bottiglie e shopper: I produttori forniranno ai locali delle shopper
brandizzate con il logo dell’azienda.
A casa tua: Al termine della cena, il cliente potrà riporre la bottiglia
nella shopper e portarla a casa.
Sicurezza e convenienza: Un modo semplice e sicuro per gustare il vino in un
secondo momento, senza rischiare di guidare sotto l’effetto dell’alcol.
Perché è importante?
Sicurezza stradale: L’iniziativa promuove un consumo responsabile e
contribuisce a ridurre gli incidenti stradali causati dall’alcol.
Sostegno al settore vitivinicolo: Aiuta a salvaguardare un’eccellenza
italiana e a garantire il futuro di migliaia di produttori.
Soddisfazione del cliente: Offre un servizio aggiuntivo che valorizza
l’esperienza del consumatore.
Liniziativa aggiunge Cotarella – rappresenta anche unopportunità per i
produttori di rafforzare il legame con i consumatori, offrendo un servizio
aggiuntivo che valorizza il marchio. Allo stesso tempo, i ristoratori e i
vari gestori di locali possono contribuire attivamente alla sicurezza
stradale, migliorando lesperienza complessiva del cliente.
Per questo sottolinea ancora il Presidente speriamo che la proposta di
Assoenologi venga recepita correttamente da tutte le famiglie vinicole e dai
gestori dei locali, così da unirsi a questa iniziativa per promuovere un
consumo di vino responsabile, piacevole e sicuro.
Se la sicurezza alla guida è prioritaria, dobbiamo porre la massima
attenzione anche ai mercati del vino. Tutelarli ne va della sopravvivenza di
migliaia di produttori e di un indotto economico che non possiamo
permetterci di perdere spiega ancora Cotarella L’iniziativa di
Assoenologi può essere una prima risposta, ma ancora più importante è
veicolare la giusta comunicazione. Il nuovo Codice della strada – rispetto
alle vecchie norme – non apporta alcuna modifica ai limiti del tasso
alcolemico e quindi quello che era consentito bere prima, è consentito anche
oggi. Gli allarmismi che si sono scatenati nelle ultime settimane sono
probabilmente figli della scarsa conoscenza delle nuove norme e forse anche
un po’ strumentali.