Alcologiarassegna stampa su vino, birra e altri alcolici del 4 marzo 2025

4 Marzo 2025
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RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI

A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada

RSI.CH

Svizzera

In pochi bevono molto, in tanti bevono un po’

Nel suo Panorama annuale Dipendenze Svizzera denuncia il “business delle
dipendenze” che prevale sulle politiche di salute pubblica

In Svizzera il 4% circa della popolazione consuma un quarto di tutto l’alcol
(etanolo) bevuto nel paese. Le persone che presentano il consumo più
problematico generano una parte considerevole del fatturato. Lo si apprende
dal “Panorama svizzero delle dipendenze 2025”, pubblicato martedì da
Dipendenze Svizzera. La Fondazione denuncia il “business delle dipendenze”
sottolineando come l’alcool, i prodotti a base di tabacco e nicotina, il
gioco d’azzardo e i videogiochi generano miliardi per i relativi settori che
hanno tutto l’interesse a opporsi a progetti di legge motivati da esigenze
di sanità pubblica anche se le dipendenze in Svizzera causano costi
economici per 7,9 miliardi di franchi all’anno. Poco meno di 3 sono legati
all’alcol che è una delle principali cause di morte prematura (3 uomini e 1
donna al giorno) ed è presente nel 50% degli atti di violenza nei luoghi
pubblici. (*)

Le sofferenze provocate sono inaccettabili

Le sofferenze provocate sono inaccettabili, scrive l’organizzazione.
Inoltre, esiste un legame ambiguo tra le entrate derivanti dal consumo di
tabacco, alcol e giochi d’azzardo, da un lato, e il finanziamento dell’AVS,
dello sport e della cultura, dall’altro.

L’industria delle sostanze psicoattive e delle attività che creano
dipendenza trae, intenzionalmente o meno, gran parte dei suoi profitti da
persone con consumi o usi problematici.

Le persone con dipendenza da nicotina – sostanza che crea forte dipendenza –
assicurano all’industria del tabacco la maggior parte dei suoi profitti.
L’obiettivo principale di questa industria è far sì che i propri clienti
restino dipendenti dalla nicotina. Nel 2018, i giganti del tabacco hanno
visto le loro azioni crollare bruscamente in borsa quando la Food and Drug
Administration (FDA) negli Stati Uniti ha minacciato di abbassare il limite
massimo del contenuto di nicotina nelle sigarette.

La salute pubblica deve avere la precedenza

In Svizzera, anche prima che il gioco d’azzardo online fosse autorizzato nel
2019, gli operatori di questo settore ricavavano il 31% delle loro entrate
dal 5% dei giocatori con abitudini di gioco problematiche. Il modello
commerciale delle microtransazioni è oggi dominante nell’industria dei
videogiochi e si sospetta che queste, in particolare le loot box (“pacchetti
misteriosi”), contribuiscano allo sviluppo della dipendenza da questi
giochi, tenendo gli utenti prigionieri a lungo termine in modo che
continuino a spendere denaro.

Nel caso della canapa, uno studio condotto nel cantone di Vaud ha stimato
che la metà della cannabis consumata nel cantone è utilizzata da quel 10% di
persone che ne fa uso quotidiano o quasi. Nel caso di una nuova
regolamentazione liberale, queste persone e i nuovi consumatori
costituirebbero un importante gruppo target per l’industria.

La salute pubblica deve avere la precedenza sulla massimizzazione dei
profitti dei vari settori commerciali, sostiene Dipendenze Svizzera, e uno
degli obiettivi della politica deve essere quello di prevenire lo sviluppo
della dipendenza.

(*) Nota: facciamo un piccolo ragionamento a partire dall’articolo che
precede e da quello che segue questa nota.

Il 50 per cento delle violenze nei luoghi pubblici, ma anche in quelli
privati, ha a che fare con consumi alcolici.

La bevanda alcolici più consumata, quindi il principale veicolo di
ingestione di etanolo, in Italia è il vino.

Le donne del vino si dicono impegnate contro la violenza, producono vino, e,
in occasione della Giornata Internazionale della Donna, organizzano
degustazioni, visite in cantina, convegni e workshop.

L’iniziativa, volta a raccogliere fondi a favore delle donne vittime di
violenza – per la metà dei casi correlata a consumi alcolici – sarà
arricchita da momenti di degustazione curati dalle professioniste del vino
della Delegazione Campania, tra produttrici, sommelier, ristoratrici e
giornaliste.

NAPOLICLICK

Le donne del vino contro la violenza

Le Donne del Vino – capitolo Campania – sostengono i percorsi di fuoriuscita
dalla violenza della cooperativa sociale EVA con una visita speciale del
Lapis Museum – il Museo dell’Acqua di Napoli – e degustazione di vini, il 13
marzo a partire dalle ore 19.

La manifestazione nazionale “Le Giornate delle Donne del Vino”, giunta alla
sua 10ª edizione, è un appuntamento di rilievo che coinvolge le associate
dalle Alpi alla Sicilia.

Il tema del 2025, “Donne, Vino, Innovazione”, sarà il filo conduttore degli
eventi organizzati in tutta Italia in occasione della Giornata
Internazionale della Donna, con degustazioni, visite in cantina, convegni e
workshop.

Per questa edizione, la Delegazione Campania delle Donne del Vino ha scelto
il suggestivo Lapis Museum, primo museo dell’acqua nel cuore del centro
storico di Napoli, per esplorare il tema dell’innovazione nel mondo del
vino, focalizzandosi sull’acqua come bene prezioso e simbolo di cambiamento.

L’innovazione nel settore vinicolo sta infatti vivendo una trasformazione
profonda, che spazia dalle tecnologie avanzate in vigna e in cantina alla
sostenibilità ambientale, fino all’impiego di nuovi strumenti di
comunicazione e dell’Intelligenza Artificiale. Tra i molteplici aspetti
dell’innovazione, un ruolo centrale è svolto dall’acqua, risorsa
fondamentale tanto per la viticoltura quanto per l’intero pianeta. Una
gestione consapevole e sostenibile dell’acqua è infatti essenziale per
affrontare le sfide ambientali e mitigare gli effetti sempre più evidenti
del cambiamento climatico.

L’iniziativa, volta a raccogliere fondi a favore delle donne vittime di
violenza, si articolerà in un percorso unico, che condurrà i partecipanti
nel sottosuolo di Napoli, tra le straordinarie stratificazioni
architettoniche della città, fino alle antiche cisterne greco-romane.
L’esperienza sarà arricchita da momenti di degustazione curati dalle
professioniste del vino della Delegazione Campania, tra produttrici,
sommelier, ristoratrici e giornaliste, che guideranno i visitatori nel
percorso. La visita, strutturata in 5 turni in ragione della particolarità
dello spazio, permetterà di scoprire la Neapolis che si cela fino a 40 metri
di profondità sotto la Napoli contemporanea.

A rendere ancora più significativa l’iniziativa sarà la collaborazione con
Le Ghiottonerie di Casa Lorena, laboratorio di produzione artigianale creato
dalla cooperativa sociale EVA in un bene confiscato alla camorra, che
offrirà un’accurata selezione di finger food.

I fondi raccolti saranno donati proprio a EVA, organizzazione di donne volta
a promuovere i diritti e la libertà delle donne attraverso interventi di
prevenzione e contrasto della violenza maschile, empowerment, valorizzazione
della soggettività femminile. EVA gestisce in Campania 5 centri antiviolenza
e 3 case rifugio. (*)

In due beni confiscati alla camorra a Casal di Principe EVA ha creato due
laboratori per l’inserimento lavorativo di donne in uscita dalla violenza,
così da sostenerne l’autonomia economica, condizione prioritaria per
sottrarsi alla violenza: la sartoria etica EVAlab, che produce capi e
accessori in seta, e Le Ghiottonerie di Casa Lorena, che produce marmellate
e confetture, taralli e creme spalmabili, oltre a realizzare catering in
occasione di eventi pubblici e privati.

(*) Nota: se sono impegnato contro il tabagismo, posso accettare
finanziamenti ottenuti vendendo sigarette, che sono causa del tabagismo?

Questa rassegna stampa testimonio ogni giorno, da oltre 20 anni, quanto sia
determinante il ruolo di vino, birra e altri alcolici nella violenza agita
contro le donne.

IL CITTADINO MB

Lissone, rientra a casa ubriaco e aggredisce la moglie: 37enne arrestato

Un 37enne è stato arrestato a Lissone dopo che in piena notte ha aggredito
la moglie, per la donna scattato il “Codice Rosso”

Rientrato a casa in piena notte, verosimilmente sotto gli effetti dell’alcol
avrebbe aggredito la moglie e danneggiato mobili e tutto quanto gli è
capotato a tiro. La donna, terrorizzata, è riuscita a chiamare il Numero
unico 112 facendo intervenire i carabinieri di Desio che hanno arrestato
l’aggressore, un 37enne di origine ucraina in flagranza di reato per
maltrattamenti.

I fatti sono accaduti nella notte di domenica 2 marzo a Lissone. A operare i
militari della Sezione Radiomobile della Compagnia di Desio dopo la
telefonata alla Centrale Operativa dell’Arma di Desio.

Secondo quanto ricostruito dai militari, anche attraverso quanto raccontato
dalla vittima, non sarebbe stato il primo caso, gli atti violenti da parte
del marito 37enne si sarebbero susseguiti più volte nei mesi precedenti ma
la vittima non aveva mai avuto il coraggio di sporgere denuncia.

Il magistrato di turno della Procura di Monza, immediatamente informato
dell’accaduto, ha attivato il “Codice Rosso” nei confronti della vittima,
alla quale sono state fornite assistenza e indicazioni per l’accesso ai
centri antiviolenza locali, mentre l’aggressore è stato portato nella Casa
Circondariale di Monza.

REPORT – RAITRE

“Il re del vino”

VIDEO:
www.raiplay.it/video/2025/03/Il-Re-del-vino—Report-02032025-770def
4f-e0c7-46db-9b02-4b34bed3c08b.html

Di Emanuele Bellano, da Report del 02/03/2025.

Insieme a un vero e proprio impero del vino Cotarella ha creato la
Fondazione Cotarella, un ente che ha lo scopo di raccogliere denaro per
cause benefiche, attraverso la vendita del suo vino Tellus e cene di
beneficenza. Uno scopo nobile per cui ogni anno raccoglie centinaia di
migliaia di euro. Ma il giro di denaro e i progetti che dovrebbero essere
finanziati sarebbero tutt’altro che trasparenti. Cotarella attraverso una
catena di società off-shore ha investito in un latifondo in Argentina
partecipando al disboscamento della foresta nativa. Un’attività che poco si
concilierebbe con lo spirito filantropico con cui promuove le sue aziende.

LA VOCE DEL POPOLO

La birra solidale, aiuto concreto per l’oratorio (*)

di FRANCO MINGOTTI

Tre birre, da bere con moderazione, per sostenere le recenti
ristrutturazioni dell’oratorio. Nel bel mezzo della Franciacorta, terra di
vini eccellenti, ecco fare capolino tre birre solidali, prodotte
esclusivamente per la parrocchia di Villa Pedergnano. Birre da collezione,
che in etichetta ritraggono tre luoghi importanti della comunità cristiana,
guidata da don Giuliano Massardi. Sull’etichetta della “Birra del Drago”,
una APA speziata di 5,6 gradi, troviamo l’effige di San Giorgio, santo
patrono del paese; su quella denominata “Birra Villana” una APA di 5,6 gradi
viene riprodotto, stilizzato, il campanile; mentre su quella chiamata “Ora
di Birra” una blonde di 5.5 gradi, si vede un angolo del campo di calcio
dell’oratorio, con sullo sfondo il maestoso campanile e parte della piazza.

La birra è una bevanda che ha circa 7000 anni, conosciuta in tutto il mondo,
citata anche da alcuni filosofi (si dice che Platone abbia definito “uomo
saggio” colui che ha inventato la birra). Sicuramente nel Medioevo furono i
monaci a perfezionare questa bevanda, con l’aggiunta di luppolo, allungando
così il periodo di conservazione e la possibilità di trasportarla in tutta
Europa; è stato proprio il luppolo a sancire il successo della birra.

Ovviamente né la parrocchia, né il parroco, don Giuliano, avevano le
capacità e le conoscenze per la preparazione di questa bevanda, così si sono
affidati al Birrificio artigianale “25Zero30”, di Capriolo, che ha prodotto
e imbottigliato, in esclusiva per la parrocchia, queste tre birre.

Per la sua composizione e il gusto, leggermente amarognolo e un retrogusto
floreale, “Ora di Birra” è indicata ad accompagnare gli aperitivi; mentre
“Birra del Drago” col suo colore rosso-ambrato ed il suo gusto deciso e
speziato è consigliata per piatti a base di selvaggina; la “Birra Villana”
dal color ambra e dalle note speziate dei luppoli è l’abbinamento ideale con
carni alla brace.

La parrocchia di Villa Pedergnano non è nuova ad iniziative “brandizzate” a
sostegno delle opere parrocchiali e oratoriane: da alcuni anni si produce
una piccola quantità di mais che viene trasformato in farina per polenta; lo
scorso anno 4 etichette di vini doc e dogc hanno contribuito a sostenere le
ingenti spese di restauro dei locali oratoriani e della nuova cucina della
comunità.

Ad accompagnare le pietanze dei pasti delle festività pasquali, sulle tavole
dei “villapedergnanesi” o “villani” che dir si voglia, quest’anno si potrà
trovare anche dell’ottima birra.

Tre birre che possono essere gustate, da sole, senza l’obbligo
dell’accompagno dei cibi consigliati, da bere con moderazione e mai prima di
mettersi alla guida.

Bevendo la birra “brandizzata” dalla parrocchia di Villa Pedergnano,
sostieni il suo oratorio!

(*) Nota: in questa rassegna trovano spazio iniziative benefiche delle Donne
del Vino, della famiglia Cotarella, ora anche la birra solidale a favore
della parrocchia.

Servirà tempo, ma prima o poi verrà interiorizzato dalla popolazione che gli
alcolici non sono prodotti come gli altri. Come oggi nessuno venderebbe
sigarette per beneficenza, domani accadrà lo stesso per vino, birra e altri
alcolici.

ILTRAFILETTO.IT

Ubriaco aggredisce i carabinieri e viene portato in ospedale

Trambusto nei pressi di via Pannella, vicino a un bar della zona, nel corso
del pomeriggio di oggi. I carabinieri sono intervenuti per cercare di
calmare un ragazzo di origini straniere, in evidente stato di agitazione,
probabilmente a causa dell’assunzione smodata di alcolici. L’uomo ha
aggredito i militari che hanno dovuto ammanettarlo, prima di essere portato
al pronto soccorso.

L’ARENA di Verona

Alcol e regole, anche a Verona arriva il tappo per portare via la bottiglia
non finita

Valeria Zanetti

Signorvino: fatturato 2024 in crescita, ma a gennaio calo dei consumi.
Veronesi: «Guardiamo al futuro con determinazione e ottimismo»

In aumento i ricavi 2024, ma l’anno nuovo non promette altrettanto bene. La
stima è dell’Osservatorio Signorvino, la catena di enoteche con cucina del
gruppo Oniverse, che cerca di tamponare le conseguenze dell’entrata in
vigore del nuovo Codice della strada con una serie di strategie.

Fino alla fine dell’anno i consumi, benché in cambiamento, erano
incrementati. Signorvino ha registrato un fatturato di 85,7 milioni di euro,
con una crescita del 17,5% rispetto al 2023: la vendita al dettaglio ha
generato 25 milioni di euro di ricavi (+18,2%); la ristorazione, 59 milioni
di euro (+16,6%). Dati che confermano la validità della formula del brand
che offre esperienze diversificate. L’e-commerce è uno dei principali driver
di crescita, a 1,7 milioni (+25%).

Degustazione e asporto

Lo scontrino medio nel segmento di vendita al dettaglio è salito a 48,27
euro. Il vino da asporto incide circa per il 30% sul totale, con picchi
superiori al 50% nei mesi di novembre e dicembre. In salita anche la domanda
al calice: per arricchire l’esperienza, la catena ha ampliato la lista dei
vini disponibili in mescita (tra 20 e 25 etichette) e ha introdotto percorsi
degustativi tematici. Il volume sviluppato è di 2.237.000 bottiglie vendute
tra i canali retail (71%), ristorazione (18%) e mescita (11%). Tra le
categorie, i rossi sono in testa (46% del valore), seguiti dalle bollicine
(32%) e dai bianchi (16%). In termini di quantità, i primi detengono il 42%,
mentre le bollicine e i bianchi rappresentano il 30% e il 22%.

Ma è sul futuro che si orientano le strategie di Signorvino costretto a
confrontarsi con le ricadute generate dall’entrata in vigore del nuovo
Codice della strada. L’azienda comunica di aver subito un calo rilevante a
gennaio, anche se i dati relativi al periodo natalizio hanno mostrato una
sostanziale stabilità rispetto al 2023. Insomma il 2025 si è aperto
all’insegna della prudenza con una riduzione della domanda sia per la
vendita al calice che per l’asporto. «In un contesto in cui il vino viene
sempre più stigmatizzato, noi siamo determinati a valorizzarne gli aspetti
positivi», sottolinea però il general manager, Luca Pizzighella. La catena
sta quindi offrendo la formula Happy Wine, che prevede la possibilità di
scegliere una bottiglia da bere al tavolo e, in omaggio, ricevere un piatto
a scelta dalla sezione «da condividere» e un vassoietto «Scrigno Aperitivo».
La promozione sarà valida tutti i giorni dalle 17 alle 20. Inoltre, nel caso
la bottiglia non venga terminata, Signorvino offre un tappo personalizzato
per permettere ai clienti di portarla a casa, soluzione che si avvicina alla
Doggy Bag in uso nei ristoranti.

«Le difficoltà ci sono ma bisogna guardare al futuro con determinazione e
ottimismo», commenta Federico Veronesi, ad di Signorvino. «Il vino, come
ogni prodotto alcolico, deve essere consumato con consapevolezza». Con
questo spirito l’impresa prosegue nel suo piano di espansione per
raggiungere 50 punti vendita entro l’anno. Attualmente sono 41 – 39 in
Italia e due all’estero – e se ne aggiungeranno 10 dal prossimo mese a fine
dicembre, tra cui Bergamo e Torino in programma già entro la fine di marzo.

LA REPUBBLICA

“Si beve meno alcol, le nostre bibite possono entrare in pizzerie gourmet e
ristoranti fine dining”

di Giulia Andreotti

Michel Beneventi, CEO di San Pellegrino: “I mocktail piacciono molto ai
giovani, ma anche a chi ha piacere di bere qualcosa di buono e meno caro”

San Pellegrino, con una storia di oltre 125 anni, ha consolidato il suo
legame con l’alta ristorazione, investendo anche sulle nuove generazioni di
chef. A Identità Golose 2025, l’azienda ha puntato su un nuovo progetto di
abbinamenti tra pizza gourmet, fine dining e le sue bevande, “una
testimonianza della versatilità dei nostri prodotti”, dice Michel Beneventi,
CEO di San Pellegrino.

Dottor Beneventi, quali sono in particolare le novità presentate a Identità
Golose?

“Quest’anno abbiamo voluto portare la pizza gourmet nell’alta cucina
italiana, in abbinamento alle nostre bevande, che sono molto versatili.”

In che modo?

“Insieme a chef e pizzaioli rinomati, abbiamo studiato dei pairing in grado
di valorizzare al meglio i piatti e i nostri prodotti. Per esempio,
Francesco Esposito, di Taverna Estia, e il maestro della pizza Salvatore
Salvo hanno portato ‘Burro e Alici’ e ‘Domenica’. La prima proposta
accompagna il burro di bufala fermentato, le alici marinate e il limone
ossidato al Chinò San Pellegrino; mentre la seconda abbina i carciofi cotti
sui carboni con provola, aglio orsino, pecorino dei monti Lattari e olive
nere di Gaeta al Cocktail SanPellegrino”.

Lei quale abbinamento ha preferito?

“Nonostante il chinotto sia una delle mie bevande preferite, devo dire che
ho apprezzato molto anche il piatto abbinato al cocktail SanPellegrino.
Quindi direi cinquanta e cinquanta”.

San Pellegrino è ormai un brand radicato nell’alta ristorazione. Quanto è
importante questa connessione e come viene sviluppata?

“Avendo una storia di oltre 125 anni nella cucina, nella gastronomia e nel
Made in Italy, per noi è molto importante collaborare con gli chef. Adesso
stiamo investendo sulla nuova generazione, attraverso la S.Pellegrino Young
Chef Academy”.

Di cosa si tratta?

“È un programma che portiamo avanti dal 2015 e che oggi conta più di tremila
partecipanti, di cui 2100 giovani chef e 900 chef stellati. L’obiettivo è
dare voce a questi ragazzi, attraverso formazione, tutoraggio, networking e
opportunità di carriera. Quest’anno ha vinto Edoardo Tizzanini, del
ristorante Da Vittorio a Brusaporto (Bergamo), e a ottobre 2025 avrà l’onore
di presentare il suo signature dish alla finale internazionale insieme al
suo mentore: Giancarlo Perbellini”.

Il settore del beverage sta evolvendo, voi come riuscite a mantenere un
equilibrio tra tradizione e innovazione sul mercato?

“Il nostro segreto è non aver mai cambiato il prodotto. L’acqua minerale
S.Pellegrino viene prodotta sempre nello stesso modo e con la stessa
etichetta. Quello su cui facciamo innovazione sono le bibite e i loro
gusti”.

Le nuove tendenze, come per esempio il low alcol, vi hanno aiutato nella
promozione dei vostri prodotti?

“Sì, decisamente. I nostri mocktail piacciono molto ai giovani, ma anche a
chi ha piacere di bere qualcosa di buono e meno caro, o semplicemente un
prodotto non alcolico”.

Se dovesse descrivere S.Pellegrino tra dieci anni, come lo immaginerebbe?

“Sicuramente con gli stessi valori che contraddistinguono l’azienda da 125
anni. Abbiamo in carica un territorio e delle sorgenti, quindi ci impegniamo
per assicurare continuità nel prodotto e del personale”.

Avete qualche novità in arrivo?

“Abbiamo delle belle idee sul chinotto San Pellegrino, arriveranno a breve.
Ma al momento non posso dire di più”.

Associazione Nuovo Paradigma O.d.V. – C.F. 91071720931

Associazione Nuovo Paradigma O.N.L.U.S. – C.F. 91071720931