Alcologiarassegna stampa su vino, birra e altri alcolici del 11 aprile 2025

11 Aprile 2025
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RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI

A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada

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Pagina di LORENZO TOSA

Il vino, Silvio Garattini e Francesco Lollobrigida

Da una parte abbiamo un luminare italiano, un ricercatore e oncologo di fama
mondiale come Silvio Garattini, anni 96 e una lucidità assoluta.

Dall’altra abbiamo un ministro della “Sovranità alimentare”, Francesco
Lollobrigida, il cui più grande merito politico è essere il cognato di
Giorgia Meloni.

Da una parte uno che fa parlare la scienza e le evidenze scientifiche.

Dall’altra uno che, per difendere il vino, cita come fonte il famosissimo
miracolo di Gesù della “moltiplicazione del vino” (sì, lo ha detto davvero…)

E così il primo, il luminare, gli ha appena dato dalle colonne del “Fatto”
una lezione gratuita di scienza, di medicina, di matematica e persino di
politica.

“Il vino sottrae 670mila ettari alla forestazione dalla coltivazione di
vigne con una produzione di 41 milioni di ettolitri pari a 4,1 miliardi di
litri contenenti 492 milioni di litri di alcol etilico, una quantità
spaventosa di alcol che contribuisce in modo significativo allo sviluppo di
tumori, visto che l’Organizzazione mondiale della Sanità ha dichiarato che
l’alcol è cancerogeno.

(…) Nel rispetto della tutela della salute, prevista dalla nostra
Costituzione, si dovrebbero fornire chiare informazioni ai cittadini, ad
esempio, scrivendo sulle bottiglie ‘questo prodotto è dannoso alla salute’,
come avviene in Nuova Zelanda, come suggerito recentemente dall’Irlanda e
come richiesto da vari appelli della comunità scientifica.

Dato che è cancerogeno non dovrebbe esserne consentita la pubblicità come
per le sigarette.

(…) Invece il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle
Foreste, Francesco Lollobrigida, non solo ha detto di non accettare la
cancerogenicità dell’alcol ma ha dichiarato che bisogna rompere la
criminalizzazione del vino, nonché le follie ideologiche attraverso l’aiuto
della scienza rappresentata dal suo ministero. È veramente imbarazzante che
si neghi l’evidenza. Intanto il ministero della Salute è muto”.

Perfetto.

Il problema di questo Paese è che uno del livello di Garattini è costretto a
spiegare l’ovvio a un ministro che cita come fonte miracoli a caso e nega
l’evidenza.

Grazie Professore per la pazienza.

DISSAPORE

Per il ministro Francesco Lollobrigida Gesù moltiplicava il vino

Al catechismo non ne abbiamo sentito parlare, ma c’è un miracolo del
cristianesimo che casca a fagiolo nella battaglia per la difesa del vino.

di Giulia Lucania

Dal vangelo secondo Lollo: Gesù prese il vino, lo moltiplicò e lo diede ai
suoi discepoli. Aspettate; ma non erano il pane e i pesci? Il vino, al
massimo – secondo il cristianesimo, ben inteso – è stato generato
dall’acqua. Il ministro Lollobrigida, però, si ricorda diversamente e
sfodera questa perla per portare avanti la sua battaglia contro i pazzi che
considerano il vino un prodotto pericoloso per la salute e che vorrebbero
apporre sul vino delle “etichette shock” per informare i consumatori sui
danni della bevanda.

Vale tutto pur di continuare a battere i piedi contro l’introduzione delle
etichette per la salute sul vino e, più in generale, contro il concetto che
la bevanda di Bacco, in nessuna quantità, può far bene. Una battaglia che il
ministro dell’agricoltura ha fatto più che sua negli ultimi mesi.

Così, durante un discorso pubblico, Lollobrigida ha pensato bene di
scomodare (male) le sacre scritture, dichiarando che il vino “certamente non
può essere un veleno, altrimenti avremmo un problema con chi lo ha
moltiplicato”.

Sappiamo già che il signor ministro domani si indisporrà dicendo che i
giornalisti si concentrano solo sulle affermazioni superficiali trascurando
i dettagli importanti (motivo per cui è bene differenziare in cronisti in
categorie e dare priorità a quelli seri).

Eppure qualcosa stona in questo discorso: l’allusione errata, il riferimento
al cristianesimo e, non per ultimo, l’ennesimo tentativo di andare contro
una proposta a tutela della salute dei cittadini.

La battaglia del ministro stride un po’, tra l’altro, contro il recentissimo
disegno di legge, da lui fortemente voluto, per la tutela dei prodotti
alimentari, sì, ma anche in favore di una maggiore trasparenza e
tracciabilità delle informazioni fornite ai consumatori.

I rischi per la salute, evidentemente, non rientrano in questa categoria. Ma
d’altronde siamo noi sbadati: ci dimentichiamo sempre che il vino, in
piccole dosi, fa benone.

TELEFRIULI

Nuova ordinanza anti-alcol a Pordenone: divieto h24 fino al 25 maggio

Per contrastare il degrado e garantire la sicurezza in città, il vicesindaco
reggente ha firmato una nuova ordinanza

Autore: Daniele Micheluz

È di nuovo in vigore l’ordinanza anti alcol a Pordenone. A firmarla è stato
il vicesindaco reggente per tutelare il decoro e la sicurezza urbana.
Rinnovata periodicamente per prevenire e contrastare i fenomeni di degrado
in città, soprattutto in concomitanza con l’allungarsi delle giornate,
l’ordinanza prevede fino al 25 maggio il divieto h 24 di consumare bevande
alcoliche di qualsiasi genere e in qualsiasi contenitore nelle aree
pubbliche di tutto il territorio comunale: strade, piazze, parchi e giardini
pubblici.

Dal divieto sono esclusi i dehor dei locali pubblici e le manifestazioni
autorizzate.

L’ordinanza intende garantire la piena e serena fruibilità degli spazi
pubblici, contrastando situazioni di degrado e inciviltà, soprattutto nel
periodo primaverile, caratterizzato da festività e da una maggiore affluenza
di persone in città. In passato in città erano già capitati episodi
spiacevoli a riguardo, in particolare con comportamenti di giovani sopra le
righe

I trasgressori incorrono in sanzioni penali e amministrative. L’idea
dell’amministrazione, in sinergia con Prefettura e forze dell’ordine è
quella di potenziare i controlli nelle aree più sensibili della città.

COMUNE DI JESOLO

Divieto di detenzione, consumo, vendita bevande alcoliche – festività
pasquali

Dalle ore 20.00 di sabato 19 aprile 2025 e fino alle ore 24.00 di lunedì 21
Aprile 2025

Al fine di garantire un adeguato livello di sicurezza e di tutela
dell’incolumità pubblica, il Sindaco

ha emesso l’ordinanza n. 4/2024 la quale prevede:

Che in tutto il territorio di Jesolo, vie e piazze, arenile compreso, sia
vietata la detenzione, il consumo e la vendita per asporto di bevande
alcoliche di qualunque gradazione, contenute in bottiglie di vetro, lattine
o in qualsiasi altro contenitore, effettuata anche attraverso distributori
automatici, dalle ore 20.00 di sabato 19 aprile 2025 e fino alle ore 24.00
di lunedì 21 Aprile 2025, con esclusione del consumo effettuato entro il
perimetro dei plateatici concessi agli esercizi di somministrazione.

È consentita solamente la vendita per asporto di bevande alcoliche per uso
domestico i cui contenitori, all’atto della vendita dovranno essere chiusi e
sigillati in appositi involucri.

Per maggiori informazioni consulta l’ordinanza:

Divieto di detenzione e di consumo, nonché di vendita per asporto di bevande
alcoliche sulle aree pubbliche e demaniali, durante le festività pasquali. –
Comune di Jesolo
<www.comune.jesolo.ve.it/documento_pubblico/divieto-di-detenzione-e-
di-consumo-nonche-di-vendita-per-asporto-di-bevande-alcoliche-sulle-aree-pub
bliche-e-demaniali-durante-le-festivita-pasquali/>

LIBERTA’

Farini, ubriaco sul trattore percorre la Statale

Guidava verso Bettola dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo in un
bar. Lo hanno fermato i carabinieri quando era ormai alle porte di Bettola

Paola Brianti

Guidava un trattore da Farini verso Bettola ubriaco e senza assicurazione.
Erano le 20.30 di martedì primo aprile quando un uomo, originario della
zona, è uscito da un bar e, nonostante si fosse bevuto qualche bicchiere di
troppo, è salito a bordo del mezzo agricolo per scendere verso valle
percorrendo la Statale.

Dopo qualche chilometro, all’altezza di Case Camia, è stato incrociato dai
carabinieri di Bettola, che invano hanno cercato di fermarlo: che fosse
alticcio, era fuor di dubbio. Non sono però riusciti nell’intento: pare
infatti che l’uomo non si sia per nulla accorto dei militari che lo
invitavano ad accostare. A rinforzo, è quindi intervenuto un equipaggio del
radiomobile di Bobbio, che lo ha bloccato quando era ormai alle porte di
Bettola e stava per attraversare il centro.

Il test alcolemico è risultato come da previsioni positivo, ma non finisce
qui. Il trattore, intestato a un’impresa agricola, era senza assicurazione.
Patente ritirata e denuncia per guida in stato di ebbrezza, mentre il mezzo
è stato restituito al proprietario e sottoposto a fermo amministrativo.

FANPAGE

Ubriaco, violenta la compagna durante una lite: arrestato in flagranza di
reato, finisce in carcere

Il gip ha convalidato l’arresto in carcere per un 51enne accusato di
violenza sessuale sulla compagna. Ubriaco, l’ha stuprata durante una lite.

Ubriaco, ha violentato la compagna, che è riuscita a scappare e lo ha
denunciato. Così i carabinieri della Stazione di Tivoli hanno arrestato in
flagranza di reato un uomo di cinquantuno anni, gravemente indiziato di
violenza sessuale. L’episodio è avvenuto nel primo pomeriggio di martedì 8
maggio scorso all’interno di un’abitazione della provincia di Roma.

Violenta la compagna

Secondo quanto ricostruito la vittima, una quarantaquattrenne, era in casa
quando è nata una discussione tra lei e il compagno ubriaco. Lui ha iniziato
ad alzare la voce e ad insultarla, per poi strapparle lo smatphone dalle
emani. L’ha bloccata e l’ha stuprata. Lei è riuscita a scappare e a chiedere
aiuto. Arrivata la chiamata al Numero Unico delle Emergenze 112 con la
richiesta urgente d’intervento sul posto sono arrivati i carabinieri.

Una volta dentro l’abitazione i militari hanno soccorso la donna, che era
ancora sotto stato di shock per la violenza subita. Hanno attivato subito la
procedura del codice rosso, accompagnando la donna al pronto soccorso
dell’ospedale di Tivoli, dov’è stata sottoposta agli accertamenti del caso.
I carabinieri l’hanno ascoltata, per ricostruire la dinamica dell’accaduto.

Arresto convalidato

I militari, raccolte le informazioni necessarie hanno inviato un’informativa
in Procura, hanno raggiunto il cinquantunenne e lo hanno arrestato in
flagranza di reato, dovrà rispondere dell’accusa di violenza sessuale.
Finito in carcere su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, il giudice del
tribunale di Tivoli ne ha convalidato l’arresto dunque il cinquantunenne
resta a Rebibbia in attesa del processo.

PARMA TODAY

Ubriaca, colpisce un uomo al volto con un pugno, poi sputa i poliziotti

Una donna è stata denunciata per il reato di resistenza a pubblico ufficiale
e sanzionata per ubriachezza molesta. Ha cercato di colpire gli agenti che
l’avevano fermata

La Polizia di Stato ha denunciato per il reato di resistenza a pubblico
ufficiale e ha sanzionato per ubriachezza molesta una donna che, nella notte
fra il 10 e l’11 aprile, aveva aggredito un uomo all’interno di un bar. I
fatti si sono verificati all’altezza di strada Garibaldi, dove gli agenti
hanno notato l’uomo mentre chiedeva di essere aiutato.

Nello stesso momento, verso i poliziotti, si avvicinava una donna che, in
modo agitato, rivolgeva frasi incomprensibili agli operatori. Poco prima era
entrata nel locale già ubriaca e si era rivolta con toni minacciosi e offese
verso una dipendente del bar, cercando il contatto fisico con la stessa. A
quel punto, per evitare la rissa, l’uomo si era messo in mezzo, ma è stato
colpito dalla donna con un pugno in faccia. I poliziotti sul posto hanno
provato a riportarla alla calma, ma la donna ha pensato bene di spintonarli,
provando anche a sferrare un pugno ad uno dei due agenti raggiunto da uno
sputo. Condotta in Questura, dove è stato accertato il suo stato di
intossicazione etilica, è stata denunciata per il reato di resistenza a
pubblico ufficiale e sanzionata per ubriachezza molesta.

INTRAVINO

E se fosse legale la riduzione dell’alcol nei vini?

di Stefano Cinelli Colombini

Ho assaggiato diversi vini senza alcol e, francamente, fanno schifo. Magari
se ne potrà produrre anche di accettabili, ma la vedo dura. Una robaccia
così non la produrrò mai. Però il discorso sulla riduzione dell’alcol non
può limitarsi al “tutto o niente”, per il semplice motivo che c’è un
problema reale. E pure enorme. Su questo avrei un’idea eretica, forse molto
eretica, però mi piacerebbe che se ne parlasse.

Oggi la legge permette la dis-alcolizzazione parziale, in teoria si può fare
però va eseguita in stabilimenti appositi e assolutamente non su vini DO o
IG. Poi c’è la gestione dell’alcol che è un problema, e mille altre
complicazioni. In pratica, è infattibile.

Però, che piaccia o meno (e di chiunque sia la colpa), il climate change
c’è. A volte piove poco o nulla, è più caldo e capita che entrino in cantina
uve bellissime, sane e perfettamente mature che al Babo danno 24. Ovvero
hanno un potenziale di 16,5% di alcol. E volte anche di più. Uno bravo
riesce a portarle a secco, non dico che sia facile ma si può fare e si è
fatto. Queste uve spesso danno vini straordinari, mica ciofeche. Capita
anche che siano tra quelli migliori. Ma che ci faccio? D’altra parte, non
posso mica cogliere uva acerba, perché oggi tutti vogliono quei vini ricchi,
belli e grassi che si fanno solo a maturazione perfetta, o anche a leggera
surmaturazione.

Ora come ora sono ridotto a sperare che qualche vigna abbia meno zuccheri,
mischio e ottengo un grado accettabile, ma sono sempre sopra il 14,5% di
alcol e qualche volta anche sopra 15%. La natura me li dà così e io (come
tutti) li vendo così come sono ma è troppo, con le norme di Salvini mi
fulminano la patente ed è anche eccessivo in bocca. Non va bene. Però i dati
sono implacabili e ne abbiamo una prova certa: da molto tempo per legge
tutti i vini DOCG sono analizzati, e il grado medio continua a salire. Ormai
ha raggiunto livelli allarmanti.

Oggi nel Brunello (parlo in generale, questi sono i dati dell’intera
Denominazione) abbiamo lo zero per cento di campioni presentati per la DOCG
inferiori a 13% di alcol, il tredici per cento tra 13% e 14%, il quarantadue
tra 14% e 14,5%, il trentuno tra 14,5% e 15% e il quattordici sopra 15%. E
il grado tende a salire, se si mettono i dati su un grafico è evidente.

Non so quanto questa situazione sia desiderabile, però con le norme attuali
è così e peggiorerà. Se il clima non raffredda, presto avremo tutti i
Brunello sopra 15% di alcol, e poi chissà. Possiamo continuare a fare come
gli struzzi, infiliamo il capo in una buca e fingiamo che non succeda nulla,
ma il problema c’è e si aggraverà anche se lo ignoriamo. Vi invito però a
leggere i Disciplinari. Ad esempio, all’articolo 6.1 il Disciplinare di
produzione del Brunello dice che il grado minimo richiesto è 12,5% di alcol.

E allora ecco la mia idea eretica: rendiamo legale la riduzione di alcol nei
vini DO e IG entro i limiti previsti dai Disciplinari di produzione. Senza
perdere per questo la DO o la IG. Non parlo di usare i proibitissimi lieviti
OGM (come fanno ovunque tranne che nella UE) che rendono meno in alcol,
capisco che alla Coldiretti ovvero al Ministro verrebbe l’orticaria, ma
permetteteci di usare la de-alcolizzazione come normale trattamento di
cantina.

Da indicare nell’etichetta smaterializzata, come ogni altra pratica legale.
Poi scegliete pure cosa fare dell’alcol che avanza, chissenefrega.
Mandiamolo in discarica, o cediamolo gratis agli ospedali come
disinfettante. Ma se potessi produrre un Brunello a 13,2% (o 12,8%) di alcol
che avesse anche tutta la ricchezza che mi permettono le uve mature, sarebbe
una bellezza. Un vino più armonico, e anche con meno calorie per i fissati
della dieta. Tra cui, ahimé, mi trovo incluso per la triste necessità di non
cambiare l’intero guardaroba ogni sei mesi.

PS: i nostri concorrenti fuori dalla UE lo fanno, e già da tempo.

AGENFOOD

Debutta Nomora, azienda italiana produttrice di vini no alcol

(Agen Food) – Roma, 10 apr. – Nomora, tra le prime aziende italiane nella
produzione di vini liberi dall’alcol (*), fa il suo debutto ufficiale in
Italia, dopo il lancio mondiale a febbraio al Vinexpo di Parigi. Il progetto
nasce da un’idea di Paolo Repetto – professionista accreditato del settore
con una lunga carriera nel mondo dei fine wines e già fondatore di Vinifera
– e rappresenta la risposta a chi desidera concedersi il piacere di un buon
bicchiere di vino, ma senza gli effetti indesiderati dell’alcol. Una
soluzione che non solo vuole incontrare il desiderio del consumatore di aver
cura della propria salute e benessere, ma che offre una valida alternativa a
chi non consuma vini per motivi di salute, religiosi, o semplicemente per
chi non apprezza bere alcolici.

“Non vogliamo sostituirci al vino. Nomora offre un’esperienza di gusto
inclusiva e appagante, adatta a diverse fasce di età, partendo dai giovani
sino ad arrivare agli edonisti più curiosi, che non hanno timore di fare
delle scelte consapevoli”, spiega Repetto. “Con Nomora stiamo facendo un
percorso entusiasmante, in un settore molto dinamico dove – tramite la
continua ricerca – vogliamo posizionarci come brand di riferimento. I nostri
vini rappresentano di più di una semplice alternativa, ma la vera
opportunità di giocare un ruolo determinante nella vita di molte persone”.

Nomora fonda la sua attività su tre valori fondamentali che guidano tutte le
scelte aziendali e che allo stesso tempo costituiscono l’anima di ciascuna
delle etichette attualmente in catalogo nell’azienda. L’innovazione in
primis, che ha proiettato Nomora nello sperimentare i tre metodi di
dealcolizzazione e scegliere quello che meglio rispetta le caratteristiche
organolettiche del vino. La responsabilità, nei confronti del consumatore
che ha la libertà di poter scegliere tra un vino tradizionale e una
soluzione libera da alcol e poter quindi vivere occasioni di consumo e
convivialità che altrimenti sarebbero loro precluse. Infine la sostenibilità
e la salute attraversano ogni passaggio della vita e della creazione di
Nomora, a partire dalla scelta di vini base biologici, passando per
l’utilizzo di tecnologie di dealcolazione efficienti e sostenibili.
L’impegno è costante e a 360° nel voler rispettare l’ambiente e gli esseri
umani, creando dei vini che facciano bene “dentro e fuori”.

I vini Nomora provengono da uve biologiche sottoposte a processi di
vinificazione tradizionali, in cui la fermentazione e affinamento in vasche
in acciaio inox trasforma completamente gli zuccheri dando luogo a vini con
una gradazione alcolica fino al 12%. A questo punto, grazie a un processo di
distillazione sottovuoto, il vino viene delicatamente privato della sua
parte alcolica a temperature inferiori a 30°, lasciando inalterate le
caratteristiche organolettiche del prodotto di partenza. Il risultato di
questa lavorazione viene poi bilanciato con una piccolissima aggiunta di
mosto d’uva concentrato dello stesso vino di partenza, senza l’uso di aromi
artificiali o zuccheri, spesso presenti in tipologie di bevande simili.
Senza tradire i vitigni di origine e le loro caratteristiche, Nomora punta
quindi a mantenere la piacevolezza originaria dei profumi e dei sapori, con
l’obiettivo di proporre un’esperienza molto vicina a quelle del consumo di
vino tradizionale.

Nomora presenta due etichette di bollicine:

Nomora Cuvée Blanc è un vino spumante analcolico, a base di uve Pinot Blanc
e Sylvaner, che si caratterizza, con sentori floreali, frutta a polpa
bianca, mele e agrumi. Il perlage è persistente e fine con spiccata acidità.
La Cuvée Blanc è una bollicina perfetta per l’aperitivo, si abbina a piatti
leggeri come insalate, frutti di mare o piatti a base di verdure fresche.

Nomora Cuvée Rosé è un vino spumante rosé analcolico, a base di Pinot Noir e
Merlot, che si distingue per gli aromi di frutti rossi piccoli, agrumi e
pesca gialla. Come la Cuvée Blanc, il perlage è fine e persistente e
l’acidità vibrante. La Cuvée Rosé elegante e fresca, si completa accanto ad
antipasti a base di pesce, formaggi freschi o piatti vegetariani. Nomora ha
già trovato una collocazione all’interno delle carte dei vini di alcuni
ristoranti prestigiosi come la Locanda del Pilone – 1* Michelin, Alba;
L’Alchimia, Milano; nel market place Cosaporto.it e nella distribuzione di
Vinifera – Fine Wine Merchant, Alba (Italy).

“La scelta di proporre vini dealcolati – conclude Repetto – potrebbe essere
solo l’inizio, la nostra ricerca non si ferma, e non ci precludiamo nessuna
strada che possa permetterci di proporre sul mercato alternative dal profilo
sempre più sofisticato. Quello che possiamo dire è che nel corso del 2025
affiancheremo alle bollicine due vini fermi, un bianco ed un rosato. Per i
rossi bisognerà aspettare il 2026”.

(*) Nota; la dizione “vini liberi dall’alcol” è più suggestiva rispetto a
“vini dealcolati”.

Associazione Nuovo Paradigma O.d.V. – C.F. 91071720931

Associazione Nuovo Paradigma O.N.L.U.S. – C.F. 91071720931