RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI
A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada
VIPIU.IT
In Ulss 7 Pedemontana un progetto pilota contro il binge drinking: focus sui giovani e sulla prevenzione
Di Edoardo Pepe
Il SerD dell’Ulss 7 Pedemontana ha lanciato un progetto innovativo per contrastare il fenomeno del binge drinking (bere senza limiti, ndr), con un’attenzione particolare ai giovani. Tra le attività di sensibilizzazione spicca un video di forte impatto emotivo ( <www.facebook.com/watch/?v=1135599754906852> www.facebook.com/watch/?v=1135599754906852 ), realizzato in collaborazione con la cooperativa Adelante e parte del programma nazionale affidato dal Ministero della Salute alla Regione Veneto. Il progetto coinvolge anche l’Ulss 1 Dolomiti, configurandosi come un modello regionale e nazionale.
Un problema diffuso: i numeri del binge drinking
«In Italia il 9,6% della popolazione adotta comportamenti di binge drinking, una percentuale che sale al 14,2% in Veneto», afferma Giovanni Greco, direttore del SerD dell’Ulss 7 Pedemontana. Nel territorio dell’Ulss 7, oltre 50 mila persone potrebbero essere coinvolte. Il binge drinking, definito come il consumo di 5-6 unità alcoliche in un breve lasso di tempo, non solo danneggia la salute ma ha implicazioni sociali rilevanti, come l’isolamento e il rischio di esclusione.
Il video di sensibilizzazione: “Non perderti la vita”
Il progetto ha portato alla realizzazione di un breve video di 1 minuto che racconta gli effetti del binge drinking dal punto di vista di un giovane. Il protagonista, dopo una serata in cui abusa di alcol, si rende conto di aver perso un’occasione importante e rischia di alienarsi dagli amici. Il messaggio è chiaro: evitare il binge drinking significa non perdersi momenti fondamentali della vita.
Il video sarà distribuito sui social media, nei monitor degli ospedali e in altri luoghi pubblici attraverso collaborazioni territoriali.
Azioni mirate e coinvolgimento del territorio
Oltre al video, il progetto prevede una serie di iniziative:
– Procedure di intervento dal Pronto Soccorso al SerD: Per le emergenze legate all’intossicazione alcolica, sono stati definiti protocolli che includono accoglienza e diagnosi effettuate da équipe multidisciplinari.
– Promozione di stili di vita sani nelle scuole: Laboratori extrascolastici su temi di interesse, esperienze di cittadinanza per studenti con fragilità e attività estive per adolescenti e preadolescenti.
– Collaborazioni con Pro Loco e Comuni: In vista della stagione estiva, sono stati pianificati interventi specifici durante sagre ed eventi locali.
Un impegno verso il futuro
«Essere stati scelti per questo progetto è un onore», dichiara Carlo Bramezza, direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana. «Gli operatori hanno saputo utilizzare linguaggi innovativi e costruire una rete di collaborazioni per raggiungere soprattutto i giovani».
Questo progetto rappresenta un passo significativo nella lotta al binge drinking, offrendo strumenti concreti per educare, prevenire e proteggere le generazioni più giovani.
INTRAVINO
31 giorni senza alcol | L’abbiamo fatto di nuovo (con 2 eccezioni e gran finale a Vini di Vignaioli)
L’esperimento risale esattamente all’ottobre 2023: 31 giorni senza alcol ( <www.intravino.com/primo-piano/31-giorni-senza-alcol-il-nostro-diario-con-finale-da-urlo/> www.intravino.com/primo-piano/31-giorni-senza-alcol-il-nostro-diario-con-finale-da-urlo/ ).
I risultati furono mica male, così quest’anno abbiamo deciso di rifarlo. Chi con un approccio assolutista (Giorgio) – “Non berrò nulla per 31 giorni” – chi con un approccio più blando (Marco): “Non posso negarmi un piacere in determinate circostanze, le scelgo prima, decido di cedere. Massimo due volte però.”
Con la solita premessa che stare un mese senza alcol per chi è in salute e non ha dipendenze è una scelta autoimposta, un gioco (crediamo salutare), e che non siamo medici o affini, la facciamo più breve dello scorso anno perché dopo quell’arido mese le nostre abitudini sono cambiate:
ora privilegiamo vini più impegnativi, più meditativi, più evoluti, a bottiglie semplici e immediate. Questo ci aiuta a bere meno e a concentrarci di più sugli assaggi. Attenzione: la bottiglia più schietta per iniziare una cena in compagnia non manca mai, ma ci fermiamo lì;
scegliamo le occasioni in cui bere, non siamo bevitori che ogni giorno posano la bottiglia sul tavolo ma ricerchiamo il momento adatto, la compagnia giusta.
Morale: beviamo meno rispetto allo scorso anno, o almeno, cerchiamo di farlo in modo più consapevole e soddisfacente.
Torniamo al digiuno alcolico.
È stata una decisione che è venuta spontanea, presa senza pensarci a lungo, tra un messaggio e l’altro. Giorni di silenzio e poi:
Quest’anno ne parliamo meno tra noi, se l’anno scorso ogni giorno tra storie Instagram e gruppi WhatsApp segnavamo lo scorrere del tempo, ora è per ciascuno un’esperienza interiore. Mi prendo cura di me, lo faccio attraverso una rinuncia, certo di poter tornare a bere per godere ancora più di prima.
Perché a ottobre? (In realtà abbiamo iniziato il 29 settembre).
Perché d’estate ci siamo tolti ogni sfizio, perché a novembre ci sono le fiere, perché in dicembre è tutta una festa.
Giorno 3
Non sentiamo nessuna esigenza di bere. Marco -0,5 chili. Giorgio, peso rimasto uguale.
Giorno 5
Sabato. E ora che si fa? Rifiutiamo inviti a pranzo, preferiamo una passeggiata, un libro, il campionato di calcio. Un po’ di malinconia? Sì, abbiamo voglia di vino, il week end è il momento più duro. Marco si iscrive in palestra (sarà la volta buona?). Giorgio decide di non fare ulteriori sacrifici.
Giorno 9
Tutto ok. Il corpo si adatta, il desiderio di vino c’è, non di bere eh, ma di acquistare qualcosa che possa premiarci. Ordine di bottiglie: una cassa a testa, roba buona.
Giorno 13
Accettiamo gli inviti a pranzo e a cena. Diciamo agli amici che non beviamo, un solo mese all’anno dai, capiranno? Non proprio tutti, ma la decisione è irrevocabile. Non è male finire di mangiare senza sonnolenza e con lo stomaco più leggero. Ma nonostante questo a fine giornata si crolla sul divano sempre e comunque.
Giorno 16
Mercoledì. -1 chilo (tutti e due). Ci siamo sgonfiati. La cantinetta refrigerata non si svuota, abbiamo fatto altri acquisti. Non sappiamo dove mettere le bottiglie. Ci sentiamo bene. L’attività fisica va alla grande. Per Marco il sonno non è al top, Giorgio dorme come un bambino. Durante la settimana lavorativa un bicchiere rilassa… quel famoso bicchiere che cerchiamo di evitare. Riusciamo però a gestire meglio lo stress: meno frenesia, meno istinto, più momenti riflessivi.
Giorno 18
Prima di un nuovo fine settimana siamo concordi sul fatto che quest’anno la scelta è meno pesante dell’anno precedente. Pensiamo meno al vino. Entrambi sentiamo di essere più energici, con più focus sulle cose da fare, soprattutto il fine settimana. Di solito dopo una grande bevuta in compagnia i tempi di ripresa sono abbastanza lunghi, qui ogni giorno si può sfruttare al meglio. Marco comincia a bere kombucha, un fermentato non alcolico che dovrebbe aiutare la digestione e avere proprietà antiossidanti. Bella acidità, il gusto c’è: lime e zenzero fa volare. Giorgio prova per la prima volta nella sua vita una ginger beer e si astiene dal giudizio.
Giorno 19
Sabato. Marco beve. “Sebbene le bottiglie siano molto ok, non c’è nulla che mi emoziona, anzi, il naso mi porta a cercare nel vino più i difetti dei pregi. Sono passati 20 giorni ma è come se la bocca avesse rinunciato a godere, debba di nuovo abituarsi per trovare piacere. Molto strano.” Giorgio continua la sua atarassia.
Giorno 24
Giorgio -1,5 chili. Marco -0,5 chili dall’inizio del digiuno alcolico, dopo la bevuta gonfiore mica male. Gli allenamenti in palestra hanno messo la cosa a posto almeno in parte. – 7 giorni alla fine: è la prima volta che ce lo diciamo.
Giorno 26.
Marco va a cena, alla cena sono presenti alcuni vignaioli. Si stappano bottiglie, una dopo l’altra. “Me la sono goduta. Il cervello ci ha messo un po’ a lasciarsi andare, ha dovuto digerire un senso di colpa bello presente ma poi… niente esagerazioni estreme, ma qui sonno ristoratore indispensabile e testa non del tutto a posto il giorno dopo.”
Giorno 31
Si procede a gonfie vele verso la fine del digiuno. Siamo dimagriti entrambi, non troppo, circa due chili, ma siamo sicuri riprenderemo il peso perso dopo le prime bevute. Di certo questi giorni ci hanno fatto bene sia sotto il profilo fisico sia sotto quello mentale. Per Giorgio il detox è stato molto meno faticoso dell’anno scorso ma non meno utile: quest’anno la voglia di una buona bottiglia è arrivata dirompente negli ultimi giorni, ma non c’è stato un pensiero fisso e costante e un countdown verso il traguardo. Per Marco sono stati giorni di riflessioni: forse il senso di fare un detox è non concedersi alcuno sfogo… Forse avrei dovuto tirar dritto fino a fine mese… Forse invece ho fatto bene, bisogna saper solo scegliere i momenti e non essere assolutisti…
E adesso?
Ora si ricomincia a vivere il pensiero del bere con meno ansia, si torna alla normalità del se mi va una bottiglia la apro, nessuna esagerazione.
Siamo certi che le nostre cantine ormai stracolme torneranno a svuotarsi con gioia, per la felicità nostra e degli amici. Fino al prossimo digiuno, fino al prossimo esperimento, che poi, finché si sta bene, è davvero un gioco.
E la prima bevuta post “sober october”?
Quest’anno non è stata una sola bottiglia gustata in adorazione sul divano di casa ma una vera full immersion a uno degli eventi più attesi dell’anno: Vini di vignaioli, a Fornovo di Taro. Non ci siamo fatti trascinare dalla sete e dalla foga e siamo anche riusciti ad appuntarci i migliori assaggi (quelli peggiori non ve li menzioniamo, anche se alcuni sono nomi molto noti, ma la frase “qui c’è solo uva” per noi non andrebbe pronunciata più se poi quello che troviamo nel bicchiere è disastroso).
Eugenio Rosi è una conferma, ma soprattutto l’emozione della giornata con la 2016 del suo bianco Anisos: la nosiola con qualche anno esplode. Fra gli assaggi migliori anche il suo Cabernet franc 19venti21, solera di tre annate.
I ragazzi di Terrazze Singhie hanno talento: stanno trovando la loro strada con la lumassina, ma anche col vermentino. In grande forma la 2022 di Miniere di Cantine dell’Angelo. Applausi per Camillo Donati (nel 2023 la malvasia e la malvasia rosa esprimono una sapidità davvero trascinante) anche per i prezzi centratissimi a cui sceglie di proporre le sue bottiglie in fiera. Fra tanti i rifermentati in bottiglia menzione speciale per la glera di Alberto Lot e per la svolta (positiva) di Franchina e Giarone: tutti i vini in crescendo. In gran spolvero tutte le bottiglie di Monte di Grazia, in particolare i bianchi e il tintore in purezza. A proposito di bianchi centratissimi e messi nel carrello: Gattaia e Massimo, rispettivamente chenin blanc e riesling di Terre di Giotto (Michele Lorenzetti): spaziali! Solo conferme dal casentino per Cuna: 2019 capolavoro di finezza, 2020 ancora scomposta.
Marco Colabraro e Giorgio Michieletto
TISCALI NEWS
Auto travolge due giovani nel Leccese: muore un 22enne. Arrestato il conducente: positivo ad alcol e droga
Il 30enne ha investito un ragazzo in monopattino e uno in bicicletta sulla provinciale Lucugnano-Tricase
Due giovani sono stati travolti da un’auto sulla strada provinciale che collega Lucugnano a Tricase, in provincia di Lecce. I due viaggiavano uno a bordo di una bicicletta, l’altro su un monopattino elettrico.
La vittima e il ferito
Il giovane sul monopattino, un 22enne originario del Bangladesh, ha perso la vita nell’impatto. L’altro ragazzo, suo connazionale e amico, che si trovava in sella alla bicicletta, è rimasto gravemente ferito ed è ricoverato all’ospedale di Tricase in condizioni critiche.
L’arresto del conducente
Il conducente dell’auto, una Volvo V40, è un 30enne di Specchia. Dopo aver investito i due giovani, si è fermato immediatamente per prestare soccorso e ha dato l’allarme. Successivamente, è stato arrestato con l’accusa di omicidio stradale.
Esami tossicologici e provvedimenti
Sottoposto agli esami tossicologici, l’automobilista è risultato positivo all’alcol e ai cannabinoidi. A seguito degli accertamenti, è stato posto agli arresti domiciliari. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i Carabinieri e la Polizia Municipale per effettuare i rilievi del caso e avviare le indagini.
GAZZETTA DI MANTOVA
Alcolismo, 700 in cura nel Mantovano: «I più iniziano a bere a 14 anni»
Alina Polonska
Il responsabile del servizio di Asst: «Lieve aumento nel 2023: in un caso su cinque si trattava di pazienti nuovi»
«Quasi tutti i nostri pazienti hanno iniziato a ubriacarsi a 14 anni». Sono state 667 le persone a cui, l’anno scorso, il Ser.D di Mantova (servizio di Asst per le dipendenze) ha diagnosticato disturbi legati al consumo di alcol. L’80% sono pazienti di lunga data e il 20% sono nuovi arrivati: per lo più persone adulte, ma anche giovani. «Si tratta di un lieve, ma preoccupante aumento rispetto agli anni precedenti» dichiara Marco Degli Esposti, direttore della struttura. Tra i giovani, sta prendendo piede sempre di più il fenomeno del binge drinking, la cosiddetta “abbuffata alcolica”, che trova il suo culmine soprattutto nel fine settimana. Come riferisce lo studio Espad, una ricerca italiana sui comportamenti d’uso di alcol, tabacco e sostanze psicotrope da parte degli studenti di età compresa fra i 15 e i 19 anni, «le percentuali di studenti che riportano episodi di ubriachezza variano dall’8,5% tra i 15enni al 20% tra i 19enni». Ma quanti drink servono per perdersi nel bicchiere? «La maggior parte degli studenti – si legge nello studio – che si sono ubriacati almeno una volta nella vita afferma che, per raggiungere lo stato di ebbrezza, deve bere tra i 3 e i 6 drink (61%). Per il 14% bastano 1 o 2 drink, per il 12% ne servono 7-8 e per la restante quota almeno 9».
«Il problema è che il cervello degli adolescenti completa il suo sviluppo attorno ai 20-24 anni – sottolinea Degli Esposti – e prima di questa età è molto più facile sviluppare una dipendenza. Quasi tutti i nostri pazienti hanno iniziato a ubriacarsi a 14 anni».
Il profilo psicologico dei ragazzi più predisposti al consumo di alcol è generalmente caratterizzato da una maggiore impulsività, difficoltà di gestire le proprie emozioni, il bisogno di sensazioni nuove e un po’ di antisocialità.
«Gli adulti invece tendono a cadere nella trappola etilica a causa degli eventi di vita sfavorevoli. L’alcol serve per consolarsi, diventa un antidepressivo per non pensare ai problemi» aggiunge il direttore. Ma a cedere all’elisir di dimenticanza sono per lo più quelli «che hanno già qualche disturbo mentale, traumi infantili o depressione». Non è un fattore solo, ma un mix di combinazioni che favorisce o meno l’avvicinamento all’alcol. È innegabile anche il legame tra l’abuso di alcol e i crimini.
«Il 30% dei crimini violenti è associato all’uso delle bevande alcoliche, perché queste hanno il potere di disinibire – afferma Degli Esposti – Per lo stesso motivo succede anche il 50% degli incidenti d’auto».
In generale, ludopatia, alcol, fumo e l’uso di sostanze stupefacenti affondano le radici nello stesso terreno, spiega infine Degli Esposti. «Quasi tutti i giocatori forti sono anche fumatori fortissimi – conclude il direttore – Tutte le dipendenze agiscono sulle stesse zone del cervello che attivano la via del piacere che ci fa stare bene e ci costringe a voler ripetere l’azione che porta soddisfazioni. Il percorso di cura nei Ser.D consiste in una terapia farmacologica che serve per ridurre le ricadute del paziente. Poi c’è anche un trattamento psicologico. Gli alcolisti sono sensibili a tutti gli stimoli legati all’alcol, ciò rende queste persone particolarmente vulnerabili. L’obiettivo della nostra struttura è quello di prevenire, curare e riabilitare gli stati di dipendenza patologica».
LA NUOVA PROVINCIA
Ordinanza
Asti, da venerdì in zona stazione si possono vendere alcolici da asporto solo fino alle 18
Il Comune rinnova l’ordinanza per limitare episodi di disturbo della quieta, schiamazzi, risse fra ubriachi, bottiglie e lattine a terra
E’ stata riconfermata anche per queste ultime settimane di 2024 l’ordinanza già prevista lo scorso anno che prevede un giro di vite sulla vendita di bevande alcoliche e superalcoliche nella zona della stazione ferroviaria e corso Matteotti.
L’ordinanza riguarda esclusivamente la modalità di asporto delle bevande (cioè comprate per essere consumate altrove) mentre rimangono in vigore gli orari attuali per chi le bevande le consume dentro i locali come bar, ristoranti, pizzerie.
A partire da venerdì 15 novembre e fino al 31 dicembre sarà possibile comprare e portare via alcolici e superalcolici solo fino alle 18.
MINISTERO DELL’INTERNO
Divieto di vendita di bevande alcoliche in occasione di Italia-Francia in programma il 17 novembre a Milano
In vista della partita di calcio di UEFA Nations League Italia – Francia, in programma a Milano il 17 novembre prossimo alle 20,45 allo stadio “G. Meazza”, il prefetto del capoluogo lombardo, Claudio Sgaraglia, ha vietato con proprio decreto la somministrazione e la vendita di bevande alcoliche e superalcoliche, nonché la vendita per asporto in contenitori di vetro e lattine sia in forma fissa che ambulante.
Il divieto, disposto per garantire lo svolgimento in sicurezza della manifestazione e prevenire possibili turbative dell’ordine pubblico dovute all’abuso di alcolici, sarà in vigore:
• dalle 8 alle 20 del 17 novembre in zona Centro (Piazza San Babila, Piazza Duomo, Piazza Cordusio, Largo Cairoli, Largo Beltrami, Piazza Castello, Foro Buonaparte), nella zona Darsena e Navigli, in quella di Corso Como e nella zona Sempione
• dalle ore 12 alle 24 del 17 novembre nella zona di San Siro e dintorni.
AGRIGENTO NOTIZIE
Movida e controlli / Via Atenea
“Hanno venduto alcolici a dei minorenni”: sanzionati i titolari di due bar
Non si tratta della prima volta che polizia o carabinieri pizzicano esercenti che non soltanto fanno finta di non vedere che quei clienti hanno meno di 18 anni, ma che neanche si sincerano – chiedendo i documenti – dell’effettiva età
Hanno venduto alcolici a dei minorenni. Pensando probabilmente che nessuno se ne sarebbe accorto, i titolari di due locali della movida di via Atenea e d’intorni hanno somministrato bevande alcoliche a dei sedicenni. La polizia, impegnata nei sistematici controlli per garantire un fine settimana tranquillo, si è però accorta di quei ragazzini che, proprio nei pressi dei locali, sorseggiavano alcol. A carico dei titolari dei due diversi bar è stata elevata una sanzione da 333 euro.
Se gli adolescenti avessero avuto meno di 16 anni, a carico degli esercenti commerciali sarebbe scattata una denuncia alla procura della Repubblica.
Non si tratta della prima volta che, ad Agrigento, polizia o carabinieri pizzicano esercenti che non soltanto fanno finta di non vedere che quei clienti sono minorenni, ma che neanche si sincerano – chiedendo i documenti – dell’effettiva età.
IL RESTO DEL CARLINO Ancona
Trovato ubriaco, provoca il caos: in 10 per fermarlo
Fine settimana segnato da abusi etilici: tre persone soccorse e portate in ospedale dalla Croce Gialla. Uno dei casi ha generato caos in pronto soccorso, richiedendo l’intervento della vigilanza.
Notte di abusi etilici durante il fine settimana. Tre le persone soccorse e portate in ospedale dalla Croce Gialla. Un soccorso ha riguardato un 37enne italiano, trovato ubriaco in piazza Pertini. Ad allertare il 112 sono stati dei passanti.
L’ambulanza è arrivata sul posto e ha trasportato il paziente in pronto soccorso a Torrette. Una volta arrivato in ospedale però il 37enne aveva due cartoni di vino nascosti che il personale sanitaria ha cercato di togliergli per evitare che peggiorasse il suo stato alcolico.
L’uomo però ha avuto una reazione violenta scatenando il caos in pronto soccorso. Per cercare di calmarlo sono intervenuti in dieci tra infermieri, medici e il personale della Croce Gialla che lo aveva soccorso in centro. Il 37enne non si voleva calmare.
E’ stato necessario l’intervento del servizio di vigilanza per bloccarlo, per togliergli il vino e per evitare che aggredisse fisicamente i sanitari che stavano solo facendo il loro lavoro. Poi è stato possibile visitarlo e curarlo. Altri due abusi etilici sono avvenuti sempre nel week end. Uno nel quartiere del Piano San Lazzaro. Un 50enne, originario del est Europa, è stato soccorso nella notte perché trovato a vagare senza meta e in difficoltà. L’altro ubriacone (*) invece è stato trovato in piazza Diaz, è un 36enne pachistano. In entrambi gli interventi sono arrivate le volanti della polizia, allertate dai passanti. Anche questi due cittadini sono dovuti ricorrere alle cure mediche. Nessuno dei tre pazienti arrivati in ospedale era in gravi condizioni.
(*) Nota: no comment.
IL GIORNO
Senna Lodigiana, scuolabus sbanda ed esce di strada: il conducente era ubriaco
Fortunatamente non c’erano passeggeri a bordo del mezzo, che aveva appena lasciato gli alunni a scuola
Mario Borra
Senna Lodigiana (Lodi) – Era molto probabilmente ubriaco al volante l’autista dello scuolabus di una ditta esterna il quale stava effettuando il servizio di trasporto alunni per conto del comune di Senna Lodigiana che, questa mattina lunedì 11 novembre attorno alle 9, lungo il rettilineo della provinciale 126, a poche centinaia di metri dall’ingresso del paese, ha sbandato lateralmente, abbattendo un cartello stradale e uscendo di strada rimanendo poi piegato sul ciglio stradale a un passo da un campo coltivato.
Fortunatamente il mezzo da 32 posti era completamente vuoto: gli alunni erano già stati portati a scuola. L’uomo al volante, un 61enne, non dipendente delComune, non è rimasto ferito anche se sul posto l’ambulanza del 118 è arrivata. I carabinieri hanno effettuato le verifiche del caso e successivamente il mezzo è stato spostato. Sul posto è arrivato anche il sindaco di Senna Gianmario Molinari per sincerarsi dell’accaduto, confermando che l’autista aveva superato il test alcolemico.
LIGURIA NOTIZIE
Donna ubriaca al volante va contromano: patente ritirata e denuncia
L’altra notte i carabinieri di Carcare hanno fermato una donna di 47 anni, residente in Val Bormida, che era alla guida di un’auto in stato di ubriachezza.
La conducente della vettura ha percorso la SP 29 tra Rocchetta di Cairo e Carcare sbandando vistosamente e procedendo contromano per lunghi tratti, mettendo a grave rischio la sua incolumità e quella di altri automobilisti.
È stato proprio un automobilista, a malapena riuscito a evitare la collisione frontale con l’auto condotta dalla donna, a dare l’allarme ai carabinieri.
Dopo pochi minuti la 47enne è stata intercettata e fatta accostare dalla pattuglia, che ha proceduto con l’alcoltest.
Sottoposta alla prova dell’etilometro è risultata avere un tasso alcolemico quasi sei volte superiore al limite consentito dalla legge per la guida.
La patente pertanto è stata ritirata e la conducente sanzionata e denunciata in stato di libertà.
La vettura su cui viaggiava non è stata sequestrata poiché di proprietà di un’altra persona, sebbene in questi casi sia prevista la confisca del veicolo di proprietà del conducente, ovvero un provvedimento che ne aliena la proprietà in via definitiva.
EGNEWS
Vino, preoccupa la frenata dei consumi
Vino, preoccupa la frenata dei consumi “Ma supereremo la crisi” sostiene Piero Antinori, uno dei padri nobili del Rinascimento del vino italiano.
“Cinquant’anni fa la considerazione dei nostri vini nel mondo era pari a zero. Oggi con i Grandi Marchi è
In occasione del 33° Merano WineFestival abbiamo incontrato Piero Antinori, uno dei padri nobili del “Rinascimento” del vino italiano, per decenni alla guida della Marchesi Antinori, l’azienda toscana oggi guidata dalle figlie Albiera, Allegra e Alessia assieme all’amministratore delegato Renzo Cotarella.
Un’occasione ghiotta per fare il punto sul momento difficile che sta vivendo il settore vitivinicolo mondiale.
Lo aveva sottolineato nei giorni scorsi anche ” EgNews” parlando del vistoso calo dei consumi (dai 120 litri a persona degli anni Sessanta del secolo scorso ai 30 litri di oggi) con i vini rossi fortemente penalizzati, l’orientamento delle nuove generazioni verso altre bevande (birra, superalcolici, cocktail) e verso nuovi stili di vita.
Il tutto aggravato dalla crisi economica, dall’inflazione e dai cambiamenti climatici con i sempre più frequenti e disastrosi eventi che sconvolgono il pianeta.
“Cinquant’anni fa – ha confessato Piero Antinori – quando ho cominciato ad occuparmi di questo settore e di questa azienda la considerazione del vino italiano nel mondo era praticamente pari a zero. Il vino italiano era considerato il vino di più bassa qualità che si potesse reperire sul mercato.
La strada è stata lunga, difficile e faticosa, però devo dire che, in questi 50 anni, l’immagine del vino italiano è radicalmente cambiata.”
L’Istituto Grandi Marchi: tra le 18 cantine anche la Tenuta San Leonardo
Piero Antinori ha ribadito i concetti che aveva già espresso in occasione del lancio del docufilm per i 20 anni dell’Istituto Grandi Marchi, di cui è stato il primo presidente,
istituto che riunisce 18 delle più prestigiose cantine italiane: oltre ad Antinori,
la Tenuta San Leonardo, Ambrogio & Giovanni Folonari, Argiolas, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Col d’Orcia, Donnafugata, Jermann, Lungarotti, Masi, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera,
Tasca d’Almerita, Tenuta San Guido e Umani Ronchi. Aziende che, messe insieme, vantano un fatturato di oltre 600 milioni di euro.
Il Rinascimento del vino italiano agli inizi degli Anni Settanta del Novecento
Piero Antinori ha fissato un periodo preciso in cui il cambiamento dell’immagine del vino italiano, oggi ai massimi livelli in tutto il mondo, ha preso le mosse.
“Se si vuole dare una data a quello che io chiamo il “Rinascimento del vino italiano” – ha precisato – bisogna risalire all’inizio degli Anni Settanta del Novecento, quando alcuni produttori si sono resi conto che anche in Italia vi era la possibilità di produrre vini di alta qualità.
Fino a quel momento, per secoli, direi, l’obiettivo principale è stato quello di produrre quantità e non qualità. Il consumatore italiano aveva bisogno di bere grandi quantità di vino a prezzi molto bassi, ed i produttori seguivano questa tendenza.
“Agli inizi degli anni ’70, per tanti motivi, ci siamo resi conto che nelle nostre terre, e soprattutto nelle nostre colline, avevamo un grande potenziale per produrre qualità, e che il mondo richiedeva molto più la qualità della quantità.
C’è stata una trasformazione anche nel consumatore, per il cambiamento dello stile di vita, per la maggiore possibilità economica delle persone che si sono rese disponibili anche a pagare un po’ di più per avere una qualità migliore.
Questo è stato un po’ l’inizio di un periodo che gradualmente, anno dopo anno, ha visto questa straordinaria crescita della qualità e, quindi automaticamente anche dell’immagine e della reputazione del vino italiano.”
Un percorso lungo cinque decenni, che ha vissuto grandi trionfi, ma anche momenti molto difficili. Come quello che il mercato del vino mondiale sta vivendo in questi mesi con il calo dei consumi, l’inflazione, le guerre, i cambiamenti climatici e gli stili di vita che frenano i consumi.
E viene da chiedersi se il mescolarsi di queste criticità non crei più preoccupazione che in passato, per il settore.
“Dobbiamo puntare sulla qualità e puntare a quei mercati ancora vergini”
Ma Piero Antinori guarda al futuro con fiducia: “Le preoccupazioni ci sono sempre state. La mia famiglia è nel settore del vino dal Trecento.
In tutti questi secoli ci sono stati momenti facili e momenti difficili. L’importante è non scoraggiarsi, anche se questo è un momento di particolare difficoltà per tutti i motivi che sono stati detti.
Però, io credo che è un momento che verrà sicuramente superato, ne sono certo, se si continua a puntare sulla qualità del prodotto, se si continua ad operare anche come Istituto Grandi Marchi, in maniera collettiva, facendo sistema e cercando veramente di operare nella stessa direzione, tra aziende che condividono gli stessi valori.
È vero che in certi mercati il consumo del vino sta diminuendo, vi sono difficoltà di tutti i generi. Ma è anche vero che, nel mondo, vi sono grandi aree che ancora, in realtà, non hanno scoperto il vino.
E che prima o dopo, sono sicuro, lo scopriranno, e si apriranno nuovi mercati che consentiranno di superare più facilmente un momento come questo”.
Parola di chi, quando ha iniziato la sua brillante carriera, promuoveva un vino italiano che era considerato il peggiore del pianeta e oggi, invece, ha conquistato il mondo.
In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)
DISSAPORE
La produzione di vino in Francia crolla di quasi un quarto: chi è il colpevole?
Tagli profondi ma democratici: nella crisi produttiva delle Francia c’è spazio per tutti i tipi di vino.
di Luca Venturino / 11 Novembre 2024
In poche parole: peggio di quanto ci saremmo aspettati. Verso la metà di settembre i dati delle autorità agricole d’Oltralpe raccontavano che la produzione di vino francese sarebbe crollata del 18%, assestandosi come una delle peggiori (in termini quantitativi) dai tempi della Seconda Guerra Mondiale.
Ora siamo a novembre, le pigiadiraspatrici sono (quasi tutte) ferme e fare il punto della situazione è – ahinoi – più semplice. Le stime aggiornate raccontano di una produzione complessivamente in calo del 23%, per un totale di circa 37 milioni di ettolitri.
Un piccolo paragone con noialtri, al di qua delle Alpi: al termine della vendemmia 2023, indicata come l’annus horribilis per il vigneto italiano – “Rischio corto circuito per il vino italiano in questo 2023″, titolava l’Unione Italiana Vini -, il raccolto si arenò tra i 38 e i 40 milioni di ettolitri.
Al banco degli imputati, come avranno già intuito i nostri lettori più attenti, figurano i soliti sospetti. Dal ministero dell’Agricoltura di Parigi si parla ancora di ”condizioni meteo sfavorevoli nell’insieme delle regioni” di produzione.
Di nuovo può essere utile tracciare un paragone con la vendemmia italiana dello scorso anno: la sopracitata crisi produttiva fu imputata anche e soprattutto alla congiuntura climatica particolarmente avversa e all’imperversare della peronospora. Come a dire: tutto il mondo è paese.
I paralleli sono molti. In Francia si parla di gelate severe e improvvise e di grandinate violente, con il delicato periodo della fioritura che sarebbe stato caratterizzato da un clima particolarmente umido che avrebbe favorito la proliferazione di muffe e altre malattie.
I tagli, è bene notarlo, sono profondi ma assolutamente democratici; tant’è che hanno coinvolto pressoché tutte le regioni produttive. Nella Jura il taglio è superiore al 70%, ma il maltempo non ha nemmeno risparmiato la Valle della Loira (-30% su base annua, e -15% rispetto alla media quinquennale) e il Beaujolais (-25%).
Numeri da inquadrare in un più ampio contesto di difficoltà. A Bordeaux si continua a estirpare i vigneti, e i consumi continuano a calare – un po’ come in tutto il mondo, insomma. In Francia, ora come non mai, , “vino” è una parola che scotta.
IL FATTO QUOTIDIANO
Ragazzo disabile picchiato senza motivo da un ultras del Mantova: “Gli ha rovesciato la birra addosso e poi lo ha preso a pugni”
Un ragazzo con disabilità di Cremona è stato aggredito da un ultras del Mantova vicino allo stadio Martelli, poco prima della partita tra la squadra di casa e la Cremonese di sabato 9 novembre, valida per la 13esima giornata del campionato di Serie B 2024/2025. Il giovane fortunatamente non ha gravi lesioni e se l’è cavata con qualche escoriazione al volto e un paio di occhiali rotti. Ma l’episodio resta sconvolgente, soprattutto perché l’aggressione illogica è avvenuto senza una apparente ragione.
“L’ho sentito questa mattina e sta bene, ha un temperamento forte e sta superando quella brutta esperienza“, ha dichiarato Luca Rivaroli, presidente dell’associazione Marcotti Osvaldo di Cingia de’ Botti che insieme ad altri tre educatori stava accompagnando un gruppo di ragazzi disabili allo stadio per dar seguito a un progetto di inclusione che sta portando avanti da diverso tempo.
Il ragazzo, nello spettro dell’autismo, risiede in un istituto di Sospiro (Cremona) e sabato pomeriggio è stato picchiato senza motivo da un ultras del Mantova che aveva fermato la comitiva vicino allo stadio. “Questa persona di mezza età ci ha chiesto da dove venissimo e che cosa avessimo nella valigia“, ha raccontato Lorenzo Cerioli, uno degli educatori. “Quando gli abbiamo detto che eravamo un gruppo di ragazzi disabili cremonesi che doveva fare la radiocronaca della partita – prosegue l’educatore – ha rovesciato la birra che aveva in mano addosso al nostro amico e poi lo ha preso a pugni, per poi fuggire prima che arrivasse la Polizia“. “I nostri ragazzi erano atterriti, tant’è che siamo poi andati a casa senza assistere alla partita”, ha concluso Cerioli.