Alcologiarassegna stampa su vino, birra e altri alcolici del 13 febbraio 2025

13 Febbraio 2025
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RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI

A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada

EUNEWS

Rivedere le tasse sull’alcool è previsto da anni nel piano Ue per la lotta al cancro.

E potrebbe coprirne i costi sociali

In Italia è nuovamente allarme perché la Commissione europea ha confermato i “lavori in corso” sulla direttiva sulle aliquote minime di accisa da applicare alle bevande alcoliche. La Lega presenta un’interrogazione a Bruxelles, Moretti (Pd): “Difenderemo il settore, ma stiamo parlando di salute”

Dall’inviato a Strasburgo – Un documento di lavoro della Commissione europea ha riacceso i timori del settore vinicolo italiano ed europeo. “Sono in corso i lavori di revisione della direttiva sulle aliquote minime di accisa da applicare alle bevande alcoliche”, si legge nel report che fa il punto sull’attuazione del Piano Ue per la lotta al cancro (Beca) varato nel 2021. Tassare gli alcolici, “vino compreso, resta per l’Ue uno strumento strategico di prevenzione”, ribadisce Bruxelles.

Non è una novità, la revisione delle norme sulla tassazione e l’acquisto transfrontaliero dei prodotti alcolici era già stata prevista nella roadmap tracciata ormai cinque anni fa per combattere il male responsabile di almeno 1,3 milioni di morti nell’Ue nel 2022. “Nel complesso, l’attuazione è a buon punto, con oltre il 90 per cento delle azioni concluse o in corso”, rileva il documento interno datato 4 febbraio 2025. La delicata legislazione che riguarda gli alcolici è slittata all’attuale legislatura, e l’esecutivo conferma i “lavori in corso” senza fornire dettagli sui tempi in cui presenterà un’effettiva proposta di revisione. Nel programma di lavoro della Commissione europea per il 2025, pubblicato ieri (12 febbraio), non ce n’è traccia.

Ad oggi il vino, le altre bevande fermentate e i prodotti intermedi “sono tassati in base al volume, a differenza delle altre bevande alcoliche che sono tassate in base al loro titolo alcolometrico”. In sostanza, la direttiva in questione fissa un’aliquota minima di accisa pari a zero euro per il vino e altre bevande fermentate, e aliquote minime positive per la birra, i prodotti intermedi e l’alcol etilico. Ma “il mercato è in evoluzione” ed è necessaria “una valutazione approfondita” che servirà ad avviare una discussione con gli Stati membri sui prossimi passi, evidenzia Bruxelles.

Nel piano Beca è previsto inoltre che la Commissione metta le mani su tutto ciò che riguarda l’informazione ai consumatori e la regolamentazione della pubblicità degli alcolici. Le famigerate etichette sul modello di quelle applicate al tabacco, che avvertono dei rischi sanitari del consumo. Il Piano “chiede una proposta per introdurre avvertenze sanitarie sulle etichette delle bevande alcoliche”, ribadisce il documento di lavoro.

La Commissione ha precisato che nel 2020 è stato condotto uno “studio esterno” e un dialogo con le autorità nazionali e con “le parti interessate”, che hanno avuto “l’opportunità di fornire un feedback su una tabella di marcia di valutazione in una consultazione pubblica nel 2021”. Ad ogni modo, Bruxelles mette le mani avanti e aggiunge che “sono necessarie ulteriori analisi per trovare un giusto equilibrio tra la salvaguardia della libera circolazione delle merci, la garanzia di entrate fiscali per gli Stati membri, la tutela della salute pubblica e il rafforzamento della lotta contro le frodi”.

La Lega promette battaglia, Moretti (Pd): “Il piano contro il cancro andrà attuato”

Non abbastanza per scongiurare la reazione di Unione Italiana Vini, che in un comunicato ha chiesto “agli Stati membri e in particolare agli europarlamentari italiani” di “bloccare in sede di Consiglio e di Parlamento Ue un documento redatto senza alcuna consultazione pubblica con gli stakeholder”. L’appello è stato immediatamente raccolto dalla Lega, che ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea in cui chiede il motivo “di questa presa di posizione, non condivisa peraltro con gli operatori e gli Stati membri, che già in passato avevano espresso perplessità rispetto al merito e all’applicabilità di analoghi indirizzi e obiettivi”. Secondo Anna Maria Cisint, prima firmataria dell’interrogazione, si tratta di “una crociata pericolosa che si nasconde dietro i buoni propositi salutistici della lotta contro il cancro, ma nel contempo va a colpire l’intero settore vitivinicolo”.

Il documento della Commissione non è altro che un report di lavoro, e l’iter legislativo per le revisioni della direttiva sulla tassazione degli alcolici e del regolamento sulle etichettature non è ancora cominciato. Quando l’esecutivo Ue metterà sul tavolo le sue proposte, allora sì, queste finiranno in mano alle commissioni parlamentari competenti e agli Stati membri. Alessandra Moretti, eurodeputata del Partito Democratico e membro della nuova commissione Salute pubblica (Sante), parte da un presupposto chiaro: “Il piano per la lotta al cancro va attuato”.

C’è poco da fare, la scienza parla chiaro e negli anni gli studi che dimostrano la pericolosità del consumo di alcol si sono moltiplicati. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha confermato che il consumo di alcol è associato a oltre 200 problemi di salute, tra cui malattie infettive, cancro, disturbi mentali e comportamentali. Il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro (Wcrf) ha affermato che “per la prevenzione del cancro, è bene non bere alcolici”. Sull’appello lanciato dal settore vinicolo italiano, già alle prese con i costi del cambiamento climatico, Moretti risponde: “È chiaro che serve difendere il settore, ma qui stiamo parlando dal punto di vista di salute”. Un supporto al mondo del vino è già stato annunciato dal commissario Ue all’Agricoltura, Cristophe Hansen, che “possibilmente già a marzo” proporrà “un pacchetto di misure specifiche per il settore vitivinicolo che forniranno una risposta immediata al settore senza aspettare la riforma della Pac”.

Su tassazione ed etichettatura, l’eurodeputata dem suggerisce: “Si dovrebbe informare i cittadini precisamente sui rischi che corrono assumendo alcol, anche in etichetta”.

In Italia, il Servizio Sanitario Nazionale spende circa 16 miliardi di euro l’anno per coprire gran parte delle spese dei malati oncologici, il 14 per cento della spesa sanitaria totale. Si dovrebbe cercare di spiegare ai consumatori che tassare maggiormente gli alcolici permetterebbe ad esempio di coprire i costi sociali e sanitari della malattia.

ANSA

I farmaci antiobesità sono efficaci contro l’abuso di alcol

Già a basse dosi riducono desiderio e consumi

La semiglutide assunta una volta a settimana funziona contro l’alcolismo: lo suggerisce un trial clinico, il primo completo sul tema, pubblicato su JAMA Psychiatry.

Il farmaco anti-obesità riduce la sensazione di astinenza e il consumo di alcol. Condotto da Christian Hendershot dell’Università della California del Sud, lo studio conferma un’osservazione comune a molti pazienti e medici da quando Ozempic e farmaci simili sono diventati ‘super-prescritti’: le persone iniziano a prendere semaglutide per l’obesità o il diabete e improvvisamente perdono il desiderio di bere alcolici.

Per la sperimentazione, i ricercatori hanno reclutato 48 adulti con disturbo da uso di alcol, definito da una serie di possibili sintomi, tra cui l’incapacità di smettere di bere o di controllare il consumo di alcolici nonostante le conseguenze negative. I partecipanti avevano consumato nell’ultimo mese più di sette (per le donne) o più di 14 (per gli uomini) drink alcolici a settimana e avevano avuto due o più episodi di consumo pesante (4 o più bevande per le donne e 5 o più per gli uomini).

I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere iniezioni settimanali a basso dosaggio di Ozempic o di un placebo per nove settimane. I ricercatori hanno visto che le iniezioni di semaglutide riducono il desiderio di alcol, riducono i consumi medi nei giorni di consumo e portano a una maggiore riduzione dei giorni di consumo pesante, rispetto al placebo. Un dato fondamentale è che l’entità degli effetti del semaglutide su diversi risultati relativi al consumo di alcol è maggiore rispetto a quella spesso riscontrata con i farmaci esistenti contro l’alcolismo, anche se il semaglutide è stato somministrato a dosi molto basse.

Nell’ultimo mese di trattamento, i soggetti del gruppo semaglutide hanno ridotto significativamente il numero di giorni di consumo pesante. Inoltre, quasi il 40% dei soggetti del gruppo semaglutide non ha riferito giorni di consumo pesante nell’ultimo mese di trattamento, rispetto al 20% del gruppo placebo. In risultato secondario è stato anche che in un sottogruppo di partecipanti che fumavano sigarette all’inizio, quelli trattati con semaglutide hanno registrato una riduzione significativa della media di sigarette al giorno rispetto a quelli del gruppo placebo.

VINONEWS24

Alcol e salute, rapporto NASEM fa chiarezza su consumo moderato

Il nuovo studio dell’autorevole organo scientifico statunitense mette in luce benefici e rischi per la salute: influsso positivo sul sistema cardiovascolare e riduzione rischio mortalità, ma attenzione ai tumori; nessuna evidenza sulla demenza senile.

Un consumo moderato di alcol non solo non è dannoso per l’organismo ma anzi è associato a benefici cardiovascolari e a una riduzione del rischio di mortalità generale. Tuttavia comporta un aumento del rischio di tumore al seno, mentre sono necessarie ulteriori ricerche per approfondire il legame con altre patologie oncologiche.

Il nuovo rapporto Review of Evidence on Alcohol and Health della National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine (NASEM), uno dei più autorevoli organi scientifici statunitensi, cerca di fare chiarezza definitiva, attraverso ulteriori e aggiornate evidenze scientifiche, in materia di benefici e rischi per la salute a seguito di un consumo moderato di alcol, distinguendo tra assunzione misurata e abuso.

La NASEM, istituita nel 1863, rappresenta il punto di riferimento per il governo statunitense per fornire analisi scientifiche indipendenti e guidare le politiche pubbliche su temi complessi di salute, tecnologia e ingegneria.

Il rapporto è stato elaborato seguendo una metodologia scientifica rigorosa: le conclusioni sono il frutto di un processo di consenso tra esperti, sottoposto a peer review da parte di dieci scienziati indipendenti, e costituiranno la base delle future Dietary Guidelines for Americans in materia di nutrizione. L’analisi approfondisce gli effetti del consumo di alcol su diversi aspetti della salute pubblica, adottando un approccio differenziato tra consumo moderato ed eccessivo.

BENEFICI CARDIOVASCOLARI MA RISCHIO ONCOLOGICO

Secondo il rapporto, un consumo moderato di alcol (≤14 g/die per le donne, ≤30 g/die per gli uomini) riduce il rischio di mortalità generale del 16% rispetto ai non consumatori. Nelle donne, questa percentuale raggiunge il 23%, principalmente per i benefici cardiovascolari, con una riduzione significativa, in ambo i sessi, di infarto miocardico e ictus ischemico. L’effetto protettivo sembra legato all’aumento del colesterolo HDL (colesterolo “buono”) e a una migliore funzione endoteliale.

Il rapporto conferma però un’associazione tra consumo moderato di alcol e aumento del rischio di tumore al seno, senza una soglia di sicurezza identificata. Per altri tipi di tumore, come quello del colon-retto, le evidenze sono meno solide e richiedono ulteriori approfondimenti. I principali rischi oncologici risultano legati a un consumo eccessivo e prolungato di alcol.

Non emergono inoltre prove scientifiche di una correlazione tra consumo moderato di alcol e rischio di demenza senile. Tuttavia, il rapporto evidenzia la necessità di ulteriori studi per chiarire eventuali relazioni con il declino cognitivo.

Questa revisione prodotta da NASEM introduce una prospettiva maggiormente articolata rispetto alle posizioni più allarmistiche adottate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dal Surgeon General USA, evidenziando con maggiore chiarezza la distinzione tra consumo moderato e abuso di alcol. Il rapporto NASEM ribadisce, inoltre, l’importanza di condurre ulteriori studi per approfondire il legame tra consumo moderato di alcol e il rischio di specifiche patologie, al fine di colmare le attuali lacune conoscitive.

“Il rapporto della National Academies of Sciences propone un’analisi scientifica più equilibrata sul consumo di alcol, distinguendo in modo chiaro tra consumo moderato e abuso – commenta Attilio Giacosa (*), presidente di IRVAS (Istituto per la Ricerca su Vino, Alimentazione e Salute) – I principali rischi per la salute emergono infatti in relazione a un consumo eccessivo e prolungato. Allo stesso tempo, il rapporto evidenzia la necessità di approfondire ulteriormente i potenziali rischi associati al consumo moderato, in particolare per alcune patologie oncologiche. Questo approccio si discosta dalla posizione più cautelativa del Surgeon General USA, che estende il rischio a qualsiasi livello di consumo senza distinzione. È fondamentale, invece, differenziare tra consumo moderato e abuso per affrontare il tema in modo rigoroso e basato su evidenze scientifiche. Le politiche di salute pubblica devono riflettere questa complessità, promuovendo un’informazione chiara e completa che consenta ai cittadini di compiere scelte consapevoli e responsabili. Se da un lato la ricerca scientifica deve continuare a indagare i possibili rischi legati al consumo moderato di alcol, dall’altro è essenziale evitare di demonizzare comportamenti che, se inseriti in uno stile di vita sano ed equilibrato, possono non comportare effetti negativi. Serve equilibrio e responsabilità, tanto nella comunicazione quanto nell’elaborazione delle politiche di salute pubblica”.

(*) Nota: da “Bianco e rosso al verde – La rivoluzione del vino” – di Alessandro Sbarbada e Enrico Baraldi – 2014 – Stampa Alternativa Strade Bianche – Millelire per sempre.

“Cosa vuoi che sia

Poco meno di tre anni prima, il 25 novembre 2011, su La Stampa, un’intera pagina è dedicata al Convegno Wine, food and cancer prevention tenuto a Grinzane Cavour. In testa il titolone VINO E SALUTE. BERE PER PREVENIRE.

A fondo pagina, si trova un’intervista al Professor Attilio Giacosa, dal titolo DIECI BICCHIERI DI VINO A SETTIMANA. L’ESPERTO: LA DOSE GIUSTA PER TRARRE BENEFICI.

Dichiara il Professor Giacosa: Va sempre ricordato che il consumo elevato di alcool si associa a un aumento della mortalità, così come a un aumento dei tumori e delle malattie del fegato e cardiovascolari. Ma un consumo moderato di vino non è associato ad alcun tipo di rischio oncologico, eccetto il cancro alla mammella e verosimilmente il cancro del cavo orale e del faringe.

Non sapevamo come definire tale sciagurata tecnica di informazione, in cui un giornalista e un medico sfiorano le vette del tragicomico. Siamo ricorsi a Luciano Ligabue, e la abbiamo chiamata Tecnica del cosa vuoi che sia!

Infilando gli occhiali per vedere da vicino, siamo riusciti a decifrare una piccola scritta in alto nella pagina: PUBLIKOMPASS. Quel paginone de La Stampa è pubblicità a pagamento.”

EGNEWS

Alcol e vino, la riflessione di Angelo Gaja

Con la demonizzazione dell’alcol e la consuetudine di equiparare il vino ai superalcolici, la confusione è fortemente penalizzante per il prodotto simbolo della nostra civiltà.

Angelo Gaia, conosciuto in Italia e nel mondo come il “re del Barbaresco”, interviene sulla “vexata qaestio” della correlazione tra l’alcol e il vino. Parole importanti le sue che fanno chiarezza su un tema oggi più che mai di stringente attualità.

Ma prima di entrare nel merito, riavvolgiamo il nastro a beneficio di quanti non conoscono la storia di questo lungimirante imprenditore piemontese.

La cantina di Angelo Gaja è famosa a livello planetario grazie al brand Gaja che ha fatto conoscere i vini delle Langhe ad una vasta platea internazionale. Il marchio Gaja non è solo uno dei nomi storici del vino italiano, ma un vero ambasciatore che ha contribuito in modo determinante alla fama e alla reputazione internazionale dell’enologia e del settore vitivinicolo del BelPaese.

L’azienda fu fondata nel 1859 a Barbaresco dal patriarca Giovanni Gaja

La tenuta Gaja, fondata a Barbaresco nel 1859 dal patriarca Giovanni Gaja, deve il suo grande successo alle intuizioni e alla tenacia di Angelo Gaja. Convinto del valore del territorio piemontese e della qualità dei suoi vini, Angelo Gaja ha deciso di puntare ai massimi livelli, curando nei minimi dettagli ogni aspetto della produzione.

I suoi vini nascono da una profonda conoscenza del territorio, da una accurata selezione e valorizzazione delle parcelle più vocate e da una gestione della vigna minuziosa e attenta, basata su un drastico abbassamento delle rese, per cercare di ottenere una maggiore intensità e concentrazione aromatica.

Le innovazioni introdotte da Angelo Gaja hanno coinvolto anche la fase di vinificazione, con estrazioni delicate e ben calibrate per esaltare finezza ed eleganza. Per gli affinamenti, ha sperimentato con successo l’utilizzo delle barrique accanto alle botti grandi, sempre con l’intento di rivelare e mettere in risalto le caratteristiche eccezionali di ogni singolo terroir. Gaja ha sempre ricercato la migliore soluzione, utilizzando ciò che di buono c’era nelle antiche consuetudini del territorio, ma ricorrendo anche a pratiche provenienti da altre grandi regioni del vino.

Negli anni Novanta lo sbarco a Bolgheri, Montalcino e poi in Sicilia

Proprio la sua visione curiosa e sempre proiettata verso le novità, ha condotto Angelo Gaja ad allargare l’orizzonte della sua attività e a volgere lo sguardo verso altre aree della Penisola particolarmente vocate per la viticoltura.

All’inizio degli anni Novanta del secolo scorso, ha acquisito una proprietà a Bolgheri, fondando la cantina Ca’ Marcanda, che produce classici Supertuscan con vitigni internazionali.

Sempre allo stesso periodo risale l’acquisizione del podere della Pieve di Santa Restituta a Montalcino, in particolare nella zona sud occidentale della denominazione.

Il crescente interesse suscitato dai vini dell’Etna non poteva lasciare indifferente Angelo Gaja che qualche a no fa è sbarcato in Sicilia, sul versante Sud del vulcano, dove ha fondato assieme al produttore etneo Graci la cantina Idda.

La tenuta di 20 ettari, si trova nei territori comunali di Biancavilla e Belpasso ad un’altitudine compresa tra i 600 e gli 800 metri.

La riflessione di Angelo Gaja sulle tre tipologie di alcol: quanta confusione

E veniamo alla riflessione di Angelo Gaja sul tema alcol e vino.

“È ormai consuetudine – sostiene Angelo Gaja – equiparare il vino ai superalcolici e agli aperitivi unicamente a causa della componente alcolica che hanno in comune. Si tratta di un abuso che dura da troppo tempo. Esistono infatti tre tipologie di alcol.

Alcol di fermentazione, immutato da 10.000 anni, da quando il vino è nato, prodotto dai lieviti che si depositano sugli acini d’uva, agenti della fermentazione alcolica, ed è frutto di un processo che è il più naturale, il più bio in assoluto.

L’alcol così prodotto è il costituente principale nonché primordiale del vino e si accompagna ad un 3% di altri componenti, il resto è acqua.

Alcol di distillazione, prodotto dall’arricchimento di alcol a mezzo dell’impianto di distillazione.

È frutto della volontà del produttore di realizzare una gradazione alcolica più elevata e far così rientrare la bevanda nella categoria dei superalcolici: durante la distillazione viene persa buona parte degli altri componenti del vino.

Alcol di addizione, è quello intenzionalmente aggiunto per la produzione di aperitivi e similari attingendo dall’alcol puro di distillazione, privato totalmente dei componenti del vino, in percentuale idonea e in mescolanza ad acqua, materia colorante, aromatizzanti.

Ancorché la molecola sia la stessa (*), sono la natura e la funzione dell’alcol presenti nel vino, superalcolici ed aperitivi a renderli profondamente diversi.

Il vino è storia (millenaria), cultura, paesaggio, tradizione, religione

Non si tratta di stabilire gerarchie o fomentare la competizione tra diversi prodotti, ma solo di offrire il massimo di chiarezza ai fruitori: far credere che il consumo di vini, spiriti o aperitivi sia analogo o anche solo simile è fuorviante e scorretto proprio per le finalità e diverse modalità di assunzione.

Con la demonizzazione in atto dell’alcol la confusione diviene per il vino fortemente penalizzante.

Va chiesto a produttori, comunicatori, fruitori di battersi affinché l’immagine del vino venga separata e percepita in modo diverso da quella di superalcolici, aperitivi e similari: e che a portare avanti il progetto siano le associazioni di produttori che nel loro nome includono la parola “vino”.

Nessun’altra bevanda prodotta in Occidente ha lo spessore culturale del vino: che affonda le radici nell’umanità, storia, cultura, paesaggio, tradizione, religione.

Già Noè, nella Genesi, cessato il diluvio e sceso dall’Arca, piantò per prima la vite perché si potesse godere del vino come alimento e per festeggiare in compagnia.” (**)

Angelo Gaja (Barbaresco, 13 febbraio 2025).

(*) Nota; la molecola è la stessa, all’organismo non occorre sapere altro. Il fegato non lo sa se dietro quella molecola ci sia o non ci sia una cultura.

(**) Nota: visto come è andata a finire con Noè, l’esempio non mi pare spendibile a favore del vino.

ANSA

Ubriaco alla guida, condannato il calciatore Rugani

Incidente a Torino, patente revocata e Maserati confiscata

l calciatore Daniele Rugani, ex della Juventus ora in forza all’Ajax, è stato condannato oggi da un giudice di Torino per guida in stato di ebbrezza: alla pena di 6 mesi di arresto e di 2.000 euro di multa (con la condizionale) si aggiungono la revoca della patente e la confisca dell’auto, una Maserati.

Il 21 luglio 2023 il calciatore è stato sottoposto all’alcol test dalla polizia stradale dopo un incidente autonomo, senza conseguenze, su un raccordo alle porte di Torino.

I valori di alcol nel sangue sono risultati superiori al limite consentito.

UNIONE SARDA

Ubriaca alla guida sulla 387, invade la corsia opposta e si schianta contro un muretto

All’altezza di Sant’Andrea Frius: patente ritirata a una donna di 41 anni, ferite lievi per i tre a bordo del veicolo

Invade la corsia opposta e si va a schiantare contro un muretto.

È successo ieri sera sulla Statale 387 nei pressi di Sant’Andrea Frius, al km 37+490. Nessuna conseguenza grave per fortuna per i tre occupanti dei veicolo, ma la conducente è finita nei guai. Era ubriaca.

La donna, una 41enne domiciliata a Serri, conduceva una Volkswagen Golf, con lei in auto due uomini di Mandas. Improvvisamente ha invaso la corsia opposta di marcia, è andata a finire contro un muretto a bordo strada e il mezzo si è ribaltato più volte.

Uno dei passeggeri è stato portato al Brotzu di Cagliari in codice giallo, gli altri due sono stati medicati sul posto.

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