Alcologiarassegna stampa su vino, birra e altri alcolici del 15 luglio 2024

15 Luglio 2024
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RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI

A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada

L’ADIGE

Brentonico, trovati morti in casa il giornalista Tiziano Bianchi e l’anziana
madre

Sul posto forze dell’ordine e magistratura per ricostruire con esattezza le
cause dei due decessi. Sconvolta la comunità di Brentonico. Bianchi era un
giornalista e un blogger, era molto conosciuto

BRENTONICO. Lutto in Vallagarina. Sono stati trovati senza vita nella
mattinata di oggi, sabato 13 luglio, nella casa di Brentonico dove vivevano
insieme: lui, Tiziano Bianchi, noto giornalista di 59 anni, e la madre
Lidia, centenaria. Sul posto forze dell’ordine e magistratura per
ricostruire con esattezza le cause dei due decessi. Sconvolta la comunità di
Brentonico.

Bianchi era un giornalista e un blogger, era molto conosciuto. (*)

(*) Nota, di Alessandro Sbarbada: ho iniziato a conoscere Tiziano Bianchi
per i suoi articoli su TRENTINO WINE, dove scriveva sotto lo pseudonimo di
Cosimo Piovasco di Rondò, poi Cosimo Piovasco di Bordeaux in TERRITORIO CHE
RESISTE. Fu uno dei primi, nel mondo del vino, a riconoscerne onestamente
gli effetti negativi per la salute, senza sconti. (**) Partendo da posizioni
lontanissime, iniziammo a scriverci, e divenimmo quasi amici. Ero stato io a
introdurlo alle canzoni di Piero Ciampi. Quando, coraggiosamente, Tano
Bianchi invitò me e Enrico Baraldi a Trento a parlare di vino e salute –
unico del mondo del vino, in 15 anni, ad averlo fatto – fummo introdotti da
“Il vino” di Piero Ciampi. E fu proprio Ciampi a dividerci: Tiziano non
accettava il fatto che io definissi Ciampi il più grande cantore
dell’alcolismo “dal di dentro”, e per questo, indignato, mi tolse l’amicizia
su facebook. Rispettai la sua scelta, con dispiacere.

Diversi anni fa, prima di questo incidente di percorso, gli avevo proposto
di organizzare insieme un pubblico dibattito su vino e salute, come
goliardico esercizio di retorica. Goliardico esercizio di retorica perché ci
saremmo dovuti scambiare i ruoli: io avrei dovuto recitare la parte
pro-vino, lui quella anti-vino. Ancora oggi penso che fosse una bella idea.
Non potrei farlo con nessun altro: la persona giusta era lui.

Pubblico a fine rassegna due articoli che descrivono bene la sua fortissima
personalità.

(**) Nota; “il vino non fa bene alla salute né in piccole quantità né in
grandi quantità. poi ciascuno si regola e trova il proprio equilibrio e fa
la propria scelta di rischio. Ma che si usi l’evocazione di presunti
benefici…salutistici, come si è fatto purtroppo al Festival dell’Economia –
invitando a relazionare un medico americano in pensione che oggi conduce una
cantina –, per sostenere l’export del vino… mi pare fuori luogo. E anche
dannoso per il vino stesso, perché anziché riconoscere al vino un’autonomia
culturale che si merita e in cui si concentrano tanti valori, lo si affida
ad un manipolatorio messaggio salutistico.” Tiziano Bianchi, 4 giugno 2017

*****

VENEZIA TODAY

Alcol ai minorenni, multata un’attività commerciale di Jesolo

Due ragazzini di 17 anni avevano appena acquistato bevande alcoliche quando
sono arrivati gli agenti

Gli agenti della polizia locale di Jesolo hanno sanzionato un’attività
commerciale del lido dopo aver accertato la vendita di bevande alcoliche a
due giovani ragazzi i cui documenti, in fase di accertamento, hanno
confermato trattarsi di minorenni, entrambi 17enni residenti nel Trevigiano.

Gli operatori hanno quindi contestato il fatto ai gestori dell’esercizio,
verbalizzando le violazioni per vendita di sostanze alcoliche a minori (con
una sanzione che va da 250 a mille euro) e del regolamento di polizia urbana
(sanzione 400 euro), compresa la mancata sigillatura delle bottiglie. «I
controlli e l’attività di contrasto alla somministrazione di alcolici a
minori sono molto importanti, tanto più in un periodo come questo in cui
vediamo giovanissimi alzare il gomito e spesso addirittura esagerare
perdendo il controllo – dice il sindaco di Jesolo, Christofer De Zotti -.
Dispiace constatare che, nonostante questi fenomeni siano sotto gli occhi di
tutti, ci siano ancora commercianti della nostra città, per quanto
rappresentino davvero una parte residuale, disposti a sorvolare sulle
conseguenze dell’assunzione di alcolici da parte di giovani ragazzi, a
partire dai danni alla loro salute».

MODENA TODAY

Alcol e minori, i danni della cultura binge drinking tra i giovani

Il target più numeroso di consumatori d’alcol è oggi quello degli under 24.
Le bevande alcoliche fino ai 21 anni sono metabolizzate bene dal corpo (*) e
questo va in contrasto con la nascente e dannosa cultura del binge drinking

Non c’è dubbio, rispetto a pochi anni fa, il target che più consuma alcol è
quello dei giovanissimi, tra cui un numero di minorenni in preoccupante
aumento. Per questo la campagna di sensibilizzazione contro l’uso dell’alcol
è stata indirizzata agli under 18. Da Milano e dal nord Europa il binge
drinking è diventato un’usanza diffusa anche tra i giovani modenesi, si
tratta dell’assunzione di bevande superalcoliche in un lasso di tempo
limitato. “Il corpo umano fino alla sua piena maturazione – ha spiegato il
dott. Claudio Annovi, responsabile progetto Alcol dell’Azienda Usl di Modena
– cioè fino ai 20-21 anni, non è in grado di metabolizzare l’alcol in
maniera efficace, per effetto della mancanza di enzimi”, ricordando che dal
2013 è illegale servire bevande alcoliche agli under 18.

Il Servizio Sanitario scatta una fotografia preoccupante della nostra
provincia. L’iniziazione all’alcol avviene tra gli 11 e 12 anni, mentre la
regolarità di assunzione è per il 10% delle ragazze e il 12,4% dei ragazzi
tra gli 11 e i 15 anni. Comportamenti di binge drinking si manifestano dai
16 anni, rappresentando il 6,3% della popolazione con almeno 11 anni,
sottolineando che i più precoci e i più a rischio sono i maschi. La
diffusione di alcol più ampia è nei giovani appena maggiorenni (18-24 anni)
di cui il 54% assume più o meno regolarmente nel weekend bevande alcoliche.
Le conseguenze negative sono evidenti nei 1.375 casi esaminati dall’Usl di
Modena, con 255 nuovi casi rispetto all’anno precedente.

“Sono gli adolescenti quelli più a rischio e per questo abbiamo creato
strutture che vengano loro incontro – ha ricordato Federica Ronchetti,
referente Centri Adolescenza Ausl Modena – si tratta dei Centri Adolescenza,
dove accogliamo ragazzi sia con dubbi sulle conseguenze dell’alcol, sia di
chi ritiene di abusarne e sentire fisicamente conseguenze negative. In
collaborazione anche con Spazio Giovani, dove ci sono molte ragazze che
vengono a chiederci aiuto dato che nel weekend abusano di alcol e sono meno
restie a comportamenti sessuali promiscui”.

Per riuscire a sensibilizzare i giovani servono altri giovani. È questo il
concetto chiave del Gruppo PIR, cioè studenti degli ultimi anni che educano
i loro compagni di scuola più giovani ai pericoli dell’alcol. Negli ultimi
anni i volontari del Gruppo sono aumentati del 40% nel 2013 rispetto
all’anno precedente, superando le 500 unità nel 2014. Questa è una delle
politiche contro l’alcol messe in campo dal Comune, come sottolinea
l’assessore alle politiche giovanili, Giulio Guerzoni: “Nel centro giovanili
si fanno ricerche affinché gli enti pubblici educhino i giovani andando
controcorrente. Basti pensare che nei luoghi di divertimento pubblici non si
distribuisce alcol”.

“Il problema dell’alcol deve essere affrontato in maniera adeguata –
prosegue Guerzoni – se lo trattiamo come un’emergenza andremmo incontro ad
un fallimento. Deve essere considerato come un problema culturale, la cui
soluzione si trova in un’educazione culturale dei giovani. (**) Queste però
non bastano, perché la politica deve intervenire alzando i prezzi e
diminuendo le possibilità di accesso alle bevande alcoliche per i
minorenni”. Alla domanda: cosa ne pensa del sistema nord europeo che prevede
taxi già pagati nel biglietto d’entrata nelle discoteche, Guerzoni spiega:
“Il taxi è importante, ma non risolve il problema. Se mettessimo la regola
del taxi significa che abbiamo fallito le politiche contro l’abuso di
alcol”.

Al centro del dibattito, infatti, non c’è tanto il consumo dell’alcol,
quanto il suo abuso. A sottolineare questo aspetto è il dott. Annovi che
racconta: “Oggi in Italia stiamo vedendo un radicale cambiamento della
cultura delle bevande alcoliche. Il bere mediterraneo, e cioè come
accompagnamento al cibo sottoforma di vino e di cultura del vino è un bene
prezioso per la nostra terra. Non dobbiamo, infatti, confondere il piacere
del vino a tavola con il binge drinking, dove l’unico obiettivo è superare
la soglia di sopportazione corporea dell’alcol. I punti centrali sono il
tasso di alcol e l’età di iniziazione, che deve essere ritardata il più
possibile”.

(*) Nota: sottotitolo reso errato dalla dimenticanza di un “non”, prima di
“sono metabolizzate”.

(**) Nota: i primi da educare culturalmente sono gli adulti. Le desolanti
dichiarazioni a fine articolo, la terminologia utilizzata, lo dimostrano
amaramente. Siamo ancora al livello di voler prevenire i problemi dell’alcol
(alcol che nessuno beve) … promuovendo il vino, ovvero il suo principale
veicolo di ingestione.

Siamo alla prima legge dell’alcologia: “il bere sbagliato è sempre quello
altrui”.

Forse i giovani hanno più da insegnare che da imparare: saranno proprio i
giovani a rovesciare questa cultura alcolica, ereditata dai loro genitori e
nonni.

DISSAPORE

Finale sobria: ecco perché i tifosi inglesi 2024 scelgono bevande low alcol

Cheers, senza alcol. I tifosi inglesi scelgono la sobrietà per la finale
2024, confermando le tendenze NoLo.

Se all’inizio degli Europei di Calcio 2024 la birra stava diventando un
problema, in finale sembra essere quasi del tutto sparita. Almeno per una
delle due fazioni in campo, vale a dire l’Inghilterra. È del Guardian la
notizia del boom dei cosiddetti NoLo drink, ovvero bevande senza o a basso
contenuto di alcol. Un dato sorprendente visto lo stretto legame soccer +
ale che caratterizza la tifoseria inglese praticamente da sempre – visto che
il calcio moderno se lo sono inventati loro. Così i marchi di birra più
popolari hanno sfoderato l’asso nella manica: un ricco corredo di
alternative low alcol per un mercato sempre più in crescita.

Questa finale deve essere particolarmente cara agli inglesi, che nel 2021 se
la sono visti sfilare via all’ultimo momento da un’improbabile Italia. Fra
ansia ed euforia, i più vogliono avere la mente lucida per restare
concentrati. E magari trasmettere un po’ di focus e good vibes ai beniamini
in campo contro la Spagna. Per questo motivo molti scelgono di stare sobri o
di praticare il cosiddetto zebra striping. Le “strisce della zebra” in
questo caso non hanno nulla a che fare con la Juventus: significa alternare
tra un drink alcolico e uno analcolico per essere tipsy (allegramente
brilli) ma non ubriachi.

In Inghilterra supermercati e rivenditori hanno visto un’impennata degli
acquisti di bevande no o low alcol. Il responsabile beverage di Waitrose,
Pierpaolo Pietrassi, dice che la domanda è aumentata di un terzo dall’inizio
dell’anno. E che ha avuto un picco proprio nei giorni scorsi, alla vigilia
della finalissima di domenica. E aggiunge: “Ci aspettiamo che, anche dopo la
partita, il trend continui”.

I dati tornano. Solo un anno scrivevamo che la birra analcolica va alla
grande, il vino NoLo va fortissimo negli USA, e a gennaio un italiano su 5
dichiarava di voler smettere di bere. Il mercato di drink analcolici prende
sempre più piede, soprattutto all’estero ma anche in Italia. Nel 2023 KAM,
uno dei più grandi enti di ricerca sui trend hospitality nel Regno Unito, ha
pubblicato un report sui consumi di alcol. Fra il 2021 e il 2023 ben 5,2
milioni di persone hanno scelto di abbandonare l’alcol definitivamente.

E se un mercato, per quanto immenso, “perde”, un altro guadagna e cresce
alla grande. Sempre in Inghilterra si sono spesi ben 300 milioni di sterline
per alternative (birra, vino, distillati) con poco o niente alcol. Tra i
marchi più venduti, Heineken o.o, Guinness o.o, Beck’s Blue, Lucky Saint.
Proprio Luke Bose della birra Lucky Saint dice al Guardian: “Quando abbiamo
lanciato nel 2018 il mondo era un posto diverso. Le bevande alcol-free erano
una cosa da Dry January, adesso vanno tutto l’anno”.

Fonte: Guardian

NAPOLI TODAY

Morte di Nicola Marra, tasso alcolemico elevato ma “il giovane non ha
assunto droghe leggere”

Secondo le indiscrezioni riportate da Repubblica, il tasso di alcool
rilevato dall’autopsia era 1,8. Ma è da escludere l’assunzione di
cannabinoidi.

I risultati ufficiali si avranno il 25 aprile

Emergono i primi, ufficiosi, risultati dell’autopsia sul corpo di Nicola
Marra, il ventenne napoletano morto tra sabato e domenica di Pasqua a
Positano. Il responso ufficiale si avrà soltanto tra una settimana, il 25
aprile. Stando a quanto riportato da Repubblica Napoli, nel corso
dell’autopsia disposta dal procuratore aggiunto di Salerno, Cannavale,
sarebbe stato rinvenuto un tasso di alcool nel sangue pari a 1,8. Una serie
di drink ad alto contenuto alcolico avrebbe stordito il giovane, che
all’uscita dalla discoteca è stato descritto “in forte stato di agitazione”
dai suoi stessi amici.

Allo stesso tempo, però, l’autopsia condotta dal prof. Tarsitano e dalla
tossicologa Basilicata escluderebbe l’assunzione di cannabinoidi. Nicola non
avrebbe fumato droghe leggere.

IL RESTO DEL CARLINO

Ubriaco litiga con la ex, poi si schianta con l’auto

Macerata: 52enne finisce contro un albero. Portato d’urgenza a Torrette. La
polizia lo stava cercando dopo il riavvicinamento alla donna

Dopo l’ennesimo litigio con la ex compagna, ubriaco e fuori di sé è salito
in auto ed è finito contro un albero. Ora è ricoverato in gravi condizioni
ad Ancona un muratore 52enne.

L’allarme alla polizia di Macerata è arrivato nella tarda mattinata di ieri.
L’uomo, di origini peruviane, nonostante il divieto di avvicinamento alla ex
sarebbe tornato dalla donna, nella zona di Santa Croce, e avrebbe provato a
vederla. Sul posto sono andate subito le pattuglie della Volante. Ma
all’arrivo degli agenti l’uomo era già sparito. I poliziotti hanno
continuato a sorvegliare la zona. E poco dopo è arrivata una seconda
segnalazione, questa volta dalle parti della gelateria di via Indipendenza.

Il peruviano, al volante di una Skoda Octavia e diretto verso Montalbano,
aveva sbandato e si era schiantato contro un albero sul bordo della
carreggiata, per fortuna senza coinvolgere altre persone.

Sono accorsi l’ambulanza del 118 e i vigili del fuoco, per aiutare nei
soccorsi del conducente incastrato nell’auto. Viste le sue condizioni, il
personale sanitario ha chiesto l’intervento dell’eliambulanza, con la quale
il peruviano è stato accompagnato all’ospedale regionale di Torrette. Le sue
condizioni sono piuttosto serie, ma per fortuna il 52enne non dovrebbe
essere in pericolo di vita.

In viale Indipendenza è intervenuta la Polstrada, per gli accertamenti di
rito sulla dinamica dell’incidente, mentre i vigili del fuoco hanno messo in
sicurezza l’auto, molto danneggiata, e la carreggiata.

Il peruviano era stato arrestato lo scorso novembre dalla polizia. Dopo aver
passato una serata con la ex, l’uomo aveva alzato tropo il gomito e alla
fine, divenuto ingestibile, aveva discusso con la donna che aveva chiamato
la polizia. All’arrivo degli agenti, l’uomo se l’era presa anche con loro
era finito in manette. Al processo, dove aveva patteggiato otto mesi, si era
scusato con tutti ammettendo le sue difficoltà, e assicurando in lacrime che
si sarebbe impegnato per smettere di bere anche con l’aiuto dell’Anonima
alcolisti. Ma l’impegno non sembra aver dato ancora i frutti sperati.

IL FATTO QUOTIDIANO

Tour de France, arrestato lo spettatore che ha lanciato le patatine a
Pogacar e Vingegaard: era troppo ubriaco per essere interrogato

Ha lanciato le patatine in faccia alla maglia gialla Tadej Pogacar. Non
contento, pochi secondi dopo ha svuotato il contenuto del pacchetto addosso
a Jonas Vingegaard. È stato arrestato lo spettatore 32enne che sabato
durante la 14esima tappa del Tour de France è stata protagonista del
bruttissimo gesto durante l’ascesa finale verso Soulan Pla d’Adet, la tappa
pirenaica vinta proprio da Pogacar.

L’uomo è stato “messo in custodia di polizia per violenza aggravata e sarà
ascoltato questa domenica”, riferisce Le Parisien. Infatti, non ha potuto
essere interrogato sabato, poiché nelle ore successive all’incidente era
troppo ubriaco. Dovrebbe essere ascoltato questa domenica. Sempre secondo la
testimonianza citata da Le Parisien, sarebbe stato arrestato subito dopo il
suo intervento dai gendarmi, ancor prima del passaggio degli altri
corridori.

Il presidente del sindacato dei corridori (CPA), Adam Hansen, aveva
annunciato su X, al termine della 14esima tappa del Tour, la sua intenzione
di sporgere denuncia contro questo spettatore, a nome del sindacato dei
ciclisti.

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L’ADIGE

Addio Tano Bianchi, genio ribelle: dal giornalismo all’enologia, ricordo di
un trentino scomodo

Gigi Zoppello (“L’ho avuto come collega, quando era corrispondente
dell’Adige per la Vallagarina”) ci racconta la vita ostinata e contraria di
un osservatore cinico e fragile che odiava il Potere

È difficile scrivere della morte di Tiziano “Tano” Bianchi, quale che sia la
causa (da accertare) del duplice decesso del giornalista e della anziana
madre. Partiamo dalla fine: in quella casa di Brentonico, dove Tano faceva
sventolare la bandiera dei Viet-Cong sul terrazzino, lui e la madre erano
diventate delle piccole celebrità della rete: su Facebook infatti lui
pubblicava quasi ogni giorno delle fotografie della anziana, con dei piccoli
frammenti della loro vita quotidiana. Cose tipo il commento di lei ai piatti
che lui cucinava. Immancabilmente ogni storiella terminava con una frase in
dialetto in cui lei esprimeva il suo disprezzo per il figlio che – in
sostanza – non era venuto come lei voleva. Non si era sposato, non aveva
fatto i soldi, non aveva un lavoro vero, e non sapeva nemmeno cucinare.

Siparietti degni di Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, ma che erano
irresistibili per la verve sarcastica, la vena amara, poetici come il
disincanto, terribili come la vita, e densi di dialetto e tradizione locale.

Come si era ridotto a questa macchietta, il Tano? Perché diciamo che Tiziano
Bianchi era un genio, di quella categoria di genii che non sanno stare zitti
e che per questo diventano ben presto fastidiosi ai potenti, agli
arrogantelli, ai caporali ed ai colonnelli di mezza tacca. E Tano Bianchi
provocava queste scosse telluriche in ogni campo del suo vasto ed acuto
sapere.

Da giovane era una promessa del giornalismo: era andato a Milano, perché la
asfittica provincia trentina non averva posto per lui. Cercava orizzonti
grandi, ma aveva capito che anche alla ribalta nazionale la guerra era
feroce, fra gli Entusiasti ed i Furbetti. Vincono sempre i Furbetti.
Scriveva bene. Scriveva benissimo. Aveva una grande senso della notizia. ma
era il terrore dei Direttori di giornale, perché era ingovernabile. Una
merce rara, soprattutto di questi tempi: sapeva indagare, sapeva scavare,
sapeva scrivere senza remore, sapeva sputtanare quando c’era bisogno di
farlo. E per questa sua inflessibile rettitudine – “fedele alla linea
sempre” – pagava le conseguenze.

L’ho avuto come collega, quando era corrispondente dell’Adige per la
Vallagarina. Un collaboratore prezioso, che avrebbe meritato le stellette di
giornalista professionista (lo era, ma senza titoli). Ma forse è meglio
così. A Brentonico aveva agitato le acque della politica locale in ogni
modo. Senza mezze parole, sempre in posizione ostinata e contraria. Ma
c’erano altri campi del sapere in cui eccelleva (e per questo era temuto).
Ad esempio il vino.

Potrei dire che era un bevitore, ma non sarebbe un complimento. Era un
bevitore appassionato ed esigente, un Gianni Brera del Marzemino. L’ultimo
suo lavoro, un fantastico libro dedicato ad un eretico del mondo cooperativo
vitivinicolo trentino: Nereo Cavazzani. Un libro che ha portato una delle
poche lucide analisi di critica al colosso della cooperazione enologica.

E anche qui, un solo nemico, aveva Tano Bianchi: il Sistema. Il Sistema del
Conformismo trentino. Quel mondo che oggi è a sinistra e domani bacia la
mano alla destra, a seconda della convenienza. E lui, invece, sventolava la
bandiera con la stella rossa Vietnamita. Tano Bianchi è stato un grande, e
spero che un giorno il Trentino lo riconoscerà. E speriamo che lo faccia
senza parole di circostanza, senza lacrime di coccodrillo.

Abbia pace Tano, abbia pace la madre, e sventoli ancora quella bandiera di
utopia, ribellione, sberleffo. Che ne abbiamo tanto bisogno.

L’ADIGE

Il lutto / La scomparsa

Morto insieme alla madre: “Tiziano Bianchi ci mancherà, era un buono”

Per Brentonico, la Vallagarina, il Trentino, il doppio decesso che ieri, 13
luglio, ha scosso la comunità è un duro colpo. Lidia Passerini (101 anni
festeggiati a febbraio) e Tiziano Bianchi, per tutti «Tano» (avrebbe
soffiato sulle metaforiche 59 candeline la prossima settimana) se ne sono
andati insieme

ROVERETO. Il vuoto lasciato dalla scomparsa di Tiziano Bianchi è grande. Il
sindaco di Brentonico Dante Dossi ricorda il legame indissolubile tra lui e
la mamma: «Aveva condiviso in maniera piena questi ultimi anni. La comunità
è davvero scossa. Anche perché è una morte atipica. Ha dedicato la vita a
Lidia e forse Tiziano non ha retto alla sua morte. Mi mancheranno gli
scontri politici con lui. Quando ci trovavamo ci scornavamo ma Tiziano era
molto chiaro, un vecchio compagno. Con lui non ho mai avuto problemi perché
c’era un rapporto molto schietto, franco, con diversità di vedute. D’altro
canto era una persona molto intelligente».

Nicola Zoller è l’amico di una vita: «Tano e Lidia erano persone davvero
amiche dai tempi più belli, quando Vito Bianchi mi dava i primi consigli per
il comune impegno socialista. Madre e figlio erano legatissimi e insieme se
ne sono andati per le vie scelte dalla natura umana e da una inesausta
sensibilità filiale».

Il parroco don Daniele Laghi era uno di famiglia. «Erano un tutt’uno lui e
la mamma. L’unica consolazione grande è che sono morti insieme e insieme li
saluteremo. Aspettiamo il nullaosta ma il funerale dovrebbe essere martedì.
Tiziano lo ricordiamo per com’era, il suo essere punteruolo ma buono, la sua
umanità sarà quella che rimarrà, sarà ricordato per quanto di buono ha
seminato e la sua punta di diamante che pungolava il Trentino è servita.
Però era molto rispettoso. Penso alla frase che ha messo ieri su Facebook,
“la vita bella”: vogliamo ricordarlo così».

Un lutto che ha colpito anche il presidente della Provincia Maurizio
Fugatti. «Ci ha lasciati l’amico Tano. Uomo brentegano, giornalista e
personaggio indiscutibile della Bassa Vallagarina. Conobbi Tiziano quando
scriveva del comune di Avio su L’Adige. Siamo negli anni ‘90, periodi
frizzanti per la politica aviense.

C’era tanto da scrivere per uno come lui che girava le piazze e i bar dei
paesi, con una macchina sempre un po’ “strana”, tra un bianco e una
sigaretta, e in questo modo aveva sempre le notizie di prima mano. Ricordo
che la prima volta lo incontrai, chissà perché, al bar Centrale di Mori, per
parlare di un comunicato che volevo fare sul Comune di Avio. Da giovane
leghista quale ero, nonostante lui avesse posizioni lontanissime dalla mia,
il suo lavoro lo faceva sempre in modo oggettivo. Posso dire che il rapporto
che creammo mi aiutò sicuramente in quegli anni di avvio del mio percorso
politico.

Nel 2001 ero assessore aviense al turismo e con Tiziano ideammo un piccolo
libro intitolato “Avio, luogo d’incontri”. Perché Tiziano era una penna
certo penetrante e irriverente, ma sapeva anche scrivere bene di storia e
territorio. Perché lo conosceva e lo amava. L’ultima volta lo ho sentito
nelle scorse settimane mi aveva invitato ad un evento enologico di
“territorio che resiste”, come lui amava chiamarlo, a Loppio. Gli ho dato
buca, ma sapevo che alla fine lui mi avrebbe capito».

Associazione Nuovo Paradigma O.d.V. – C.F. 91071720931

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