RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA SU VINO, BIRRA ED ALTRI ALCOLICI
A cura di Alessandro Sbarbada, Guido Dellagiacoma, Roberto Argenta
WINENEWS
CODICE DELLA STRADA
L’alcolock può già arrivare a luglio: come funziona, i costi (alti) e chi
dovrà utilizzarlo (*)
*Anticipazione del “Corriere della Sera” sul testo del provvedimento che il
Ministero dei Trasporti ha inviato a Bruxelles ed è in revisione Milano*,
19 Marzo 2025
Tra le novità del nuovo Codice della Strada c’è l’introduzione dell’alcolock
Continua a restare acceso il dibattito sul nuovo Codice della Strada che,
secondo più voci e pareri, dai ristoratori alle associazioni di categoria,
sta portando ad una diminuzione dei consumi, preoccupazione emersa anche
dal mondo del vino. Allarmi che si ripetono a cadenza ormai giornaliera e
se, come abbiamo ripetuto a più riprese ma vale ancora una volta la pena
ribadirlo, i limiti per le sanzioni non sono cambiati rispetto a quelli già
stabiliti dal 2010 (sotto 0,5 di tasso alcolemico, ovvero di grammi di
alcol per litro di sangue, non ce sono, salvo per neopatentati ed alcune
categorie professionali, poi si va da 0,5 a 0,8 per un primo scaglione,
fino a 1,5 per un altro step, e oltre 1,5 per l’ultima “aliquota”, ndr),
alcune novità ci sono. La più significativa è quella dell’introduzione
dell’alcolock, strumento che può esser imposto solo in caso di condanna se
trovati con tasso è superiore allo 0,8. Si tratta di un dispositivo che di
fatto impedisce l’avvio del motore dell’autovettura nell’eventualità in cui
si rilevi l’alcol nell’espirato del conducente.
Un oggetto inedito in Italia ma che potrebbe arrivare presto. Ma come
funziona? Il “Corriere della Sera” ha letto in anticipo il testo del
provvedimento che il Ministero dei Trasporti ha inviato a Bruxelles e che
si trova, ora, in fase di revisione. Intanto, le tempistiche: lo strumento
“non è ancora realtà perché serve un decreto attuativo che stabilisca le
caratteristiche tecniche per poter essere installato nell’abitacolo di chi
è stato condannato per guida in stato di ebbrezza (con tasso oltre gli 0,8
grammi per litro) dopo il 14 dicembre 2024 in via definitiva”. In base a
quanto riportato, l’Unione Europea avrà tempo fino al 18 giugno. Se non ci
saranno osservazioni, l’alcolock potrebbe essere installato in Italia a
partire da luglio. Rispetto alle prime anticipazioni non sembrano esserci
novità sul funzionamento. E, quindi, che prima di avviare il motore
l’automobilista dovrà soffiare sul dispositivo che si troverà vicino al
volante, simile a un etilometro digitale, che analizzerà il suo alito. Se
il conducente, di fatto, non sarà astemio, si bloccherà l’accensione del
motore e il mezzo non partirà. Per i guidatori condannati, dopo essere
stati trovati con un tasso alcolemico fra 0,8 e 1,5 g/l, l’alcolock sarà
obbligatorio per due anni, arco temporale che sale a tre anni se superiore
a 1,5 g/l, salvo decisioni più restrittive della commissione medica per i
rinnovi della patente in particolari casi. Oltre questa soglia, riporta
ancora il quotidiano Corriere della Sera, “il rischio di scontri mortali è
200 volte maggiore rispetto a quello dei conducenti sobri. Inoltre, secondo
la Commissione Europea, studi su larga scala dimostrano che gli alcolock
sono dal 40 al 95 per cento più efficaci nel prevenire le recidive rispetto
a misure tradizionali come il ritiro della patente o le multe”.
Un capitolo dolente sarà quello dei costi. Come già noto l’alcolock,
ribadisce il quotidiano “Corriere della Sera”, dovrà essere installato, a
proprie spese, in officine autorizzate e avrà bisogno di essere omologato e
tarato periodicamente. Il costo stimato è di 2.000 euro, cifra a cui
aggiungere la spesa, che sarà frequente, per i boccagli monouso, da
cambiare ad ogni accensione del motore, la manutenzione e la taratura
periodica. Ma emerge un particolare che, probabilmente, farà molto
discutere: “l’alcolock – si legge sul “Corriere della Sera” – è tarato per
bloccare l’auto anche in presenza di un tasso alcolico di 0,1 grammi per
litro: inferiore al limite legale per i conducenti “normali” (0,5 g/l). In
altre parole, un familiare senza restrizioni di guida, ma con un livello di
alcol nel sangue entro i limiti consentiti dalla legge, potrebbe trovarsi
nell’impossibilità di avviare il motore. Lo stesso problema si porrà se il
conducente di turno non avrà con sé i boccagli monouso, necessari per
effettuare il test prima della partenza”.
Capitolo sanzioni. Il quotidiano Corriere della Sera riporta le
dichiarazioni di Luigi Altamura, Comandante della Polizia Locale di Verona:
“se i condannati saranno sorpresi alla guida di un veicolo privo del
dispositivo” si “rischierà una multa da 158 a 638 euro, oltre alla
sospensione della patente da uno a sei mesi”. Guai a sgarrare perché “se si
verrà trovati ubriachi, tutte le sanzioni saranno aumentate di un terzo e
chi lo manometterà avrà tutte le pene doppie”.
(*) Nota: tempi insolitamente brevi per un decreto attuativo. Ci aspettiamo
una valanga di ricorsi e scappatoie per aggirarne l’uso, ma l’effetto
deterrenza ci sarà. Sulla scia dell’attenzione al proprio bere determinata
dall’aumento delle sanzioni, l’idea di che uno strumento possa impedire
categoricamente di guidare con un’alcolemia diversa da zero scavalca tutte
le teorie del bere responsabile e tutte le giustificazione a sostegno degli
alcolici.
EPOCHTIMES
Alcol e colesterolo
di Redazione ETI George Citroner
18 Marzo 2025
Smettere di bere alcol fa bene al fegato e alla salute mentale. Tuttavia,
una sorprendente ricerca dal Giappone rivela che potrebbe temporaneamente
spingere i livelli di colesterolo nella direzione sbagliata, aumentando
quello “cattivo” e riducendo quello “buono”.
COME L’ALCOL INFLUENZA I GRASSI NEL SANGUE
Uno studio decennale, pubblicato su JAMA Network Open, ha coinvolto quasi
58 mila persone, mostrando che più si beve prima di smettere, più evidenti
risultano le variazioni nei livelli di colesterolo.
Iniziare a consumare alcol si lega a una diminuzione delle lipoproteine a
bassa densità (Ldl) e a un aumento delle lipoproteine ad alta densità
(Hdl). Al contrario, smettere produce l’effetto opposto. In breve, bere può
migliorare il colesterolo, smettere può peggiorarlo.
Ad esempio, chi abbandona tre o più bevande alcoliche al giorno registra un
aumento dell’Ldl di circa 6,5 mg/dL e una riduzione dell’Hdl di circa 5,65
mg/dL rispetto a chi continua. «Si tratta di un incremento lieve – spiega
il dottor Guy L. Mintz, direttore della salute cardiovascolare e
lipidologia al Sandra Atlas Bass Heart Hospital del North Shore University
Hospital – Dipende dai livelli iniziali di Ldl. I risultati sono
interessanti, ma non cambiano il mio approccio», precisando che variazioni
«modeste» non lo preoccupano.
L’effetto si accentua con consumi più elevati prima della cessazione. Chi
smette di bere tre o più drink al giorno vede un balzo dell’Ldl (6,53
mg/dL) ben maggiore rispetto a chi ne consuma meno di 1,5 (1,10 mg/dL).
«Mai incoraggerei a bere per abbassare l’Ldl o alzare l’Hdl», sottolinea il
dottor Mintz. La ricerca si è basata su autodichiarazioni del consumo, non
sempre precise, senza considerare l’alimentazione, un fattore importante
nel determinare il livello di grassi nel sangue.
Non è ancora chiaro come l’alcol modifichi il colesterolo. L’Hdl trasporta
il colesterolo in eccesso al fegato per eliminarlo, tenendo a bada l’Ldl.
Se l’Hdl scende, meno colesterolo viene rimosso, e l’Ldl può aumentare.
Studi passati suggeriscono che, bevendo, il fegato trasforma l’alcol in
sostanze che stimolano la produzione di grassi, potenzialmente alzando i
livelli di quelli nocivi nel sangue.
PIÙ DANNI CHE BENEFICI
L’alcol porta più svantaggi che vantaggi. Può causare ipertensione, aritmie
come la fibrillazione atriale e la «sindrome del cuore festivo», legata a
consumi improvvisi e abbondanti. «L’uso cronico indebolisce il muscolo
cardiaco», spiega il dottor Mintz. A dosi alte, l’alcol e i suoi
metaboliti, come l’acetaldeide, risultano tossici per le cellule cardiache.
«Porta anche a un aumento di peso – la ‘pancia da birra’ – con conseguenti
resistenza all’insulina e pre-diabete, oltre a colpire organi come il
fegato».
La moderazione resta cruciale: «Le linee guida di salute pubblica devono
insistere sulla moderazione nel consumo di alcol, monitorando attentamente
il colesterolo dopo la cessazione per ridurre i rischi cardiovascolari»,
concludono gli autori dello studio.
CIAOCOMO
Ricoverata in psichiatria al Sant’Anna la ragazza fermata a piedi
sull’autostrada: ha provocato un grave schianto
*Gli esami ai quali è stata sottoposta hanno confermato l’assunzione di
alcool in grande quantità. Era scappata poco prima dall’ospedale di San
Fermo. *
*Marco Romualdi *E’ finita in psichiatria al Sant’Anna – dove tuttora è
trattenuta – la ragazza moldava che ieri ha provocato un serio schianto in
autostrada dei laghi nel tentativo di evitarla. La giovane, di corsa, è
stata notata mentre percorreva il tratto di strada tra Como/Grandate e Fino
Mornasco. Bloccata da una pattuglia della polizia stradale dopo che ha
provocato lo schianto di un’auto nel tentativo di evitarla mentre correva.
Portata al Sant’Anna, è stato difficilissimo poterla contenere da quanto si
è appreso. Ci hanno provato gli uomini della vigilanza e poi quelli della
Polizia, in quattro sono rimasti contusi dopo che la giovane si è agitata
moltissimo appena arrivata: calci, pugni e morsi verso di loro. Contenuta a
fatica. La giovane, apparsa in condizioni psicofisiche non certo buone,
avrebbe assunto alcool in gran quantità prima di fuggire dal pronto
soccorso del Sant’Anna dove era già ricoverata ieri mattina. La ragazza è
stata sottoposta agli esami tossicologici che hanno confermato l’assunzione
di alcool in grande quantità.
LINKIESTA
Un problema culturale Bere meno e meglio, e possibilmente farsi
accompagnare a casa
*Carmine Renzulli, direttore di sala al ristorante Nomina Cucina Ludica
all’interno del Roma Luxus Hotel, ha scritto a Linkiesta Gastronomika i
suoi pensieri in merito al consumo di alcol a distanza di qualche mese
dalla riforma del codice stradale *19 Marzo 2025
Riguardo ai pensieri sul nuovo codice della strada, scrivo alcune mie
riflessioni. La mia carriera inizia in Olanda, per passare poi a Londra e
ritornare in Italia al Capri Palace.
Da quando il nuovo codice della strada è entrato in vigore, sicuramente ha
creato panico, prima di tutto tra i nostri ospiti e poi tra gli addetti ai
lavori. In queste prime settimane si è presentato un calo di vendita, sia
del vino che dei super alcolici per finire con i digestivi.
Credo che il nostro sia prima di tutto un problema culturale, perché siamo
carenti nel rispettare le regole, però credo che la paura di bere sia una
cosa transitoria: noi italiani non vediamo bene il rispetto delle regole,
perché chi fa queste regole in primis tende a non rispettarle, e noi non
amiamo l’imposizione, ma amiamo gli esempi.
Con questo cosa voglio dire? Nei Paesi anglosassoni queste regole esistono
da vent’anni e i cittadini si sono organizzati in primis capendo che il
rispetto delle regole è fondamentale, e non ci si deve mettere alla guida
sotto effetto di alcol o stupefacenti, ma si possono usare taxi, mezzi di
trasporto pubblico, o meglio ancora una delle persone che esce per andare a
cena in compagnia può non bere, per permettere agli altri di divertirsi e
tornare tutti a casa sani e salvi.
Il calo di vendita di vino e altri alcolici esiste già da alcuni anni,
perché le nuove generazioni non amano bere come quelle precedenti, ma noi
del settore dell’ospitalità abbiamo il dovere di educare e tutelare i
nostri ospiti, quindi condivido in pieno la scelta di Assoenologi, nella
persona di Riccardo Cotarella, di offrire una doggy bag per portarsi a casa
la bottiglia che si ordina quando non la si finisce di bere, ma aggiungo
che si apre uno scenario che permette di bere cocktail analcolici, gin
analcolici e – perché no – il vino analcolico. Noi italiani non vediamo mai
un’opportunità nel cambiamento, ma sempre un limite.
A Londra, dove ho lavorato, si bevevano champagne, vino, birra e cocktail
analcolici già vent’anni fa e i nostri ospiti erano felici di stare in
compagnia e sorseggiare queste bevande. Non amo le persone del settore,
senza fare nomi di alcuni ristoratori altisonanti, che si preoccupano che i
loro affari vadano a picco perché l’ospite non può bere: chi frequenta
locali di lusso o stellati non ha problemi a tornare a casa in taxi, o
meglio ancora ha un driver che lo porta in giro; per gli ospiti stranieri
il problema non sussiste perché in vacanza si beve, ci si diverte e si
sceglie di frequentare i migliori ristoranti per poi tornare in hotel con
il taxi.
Infine concludo dicendo che noi italiani siamo i maestri del buon vivere,
quindi possiamo andare a cena e bere meno e bere di qualità, o meglio
ancora bere analcolico e di qualità.
Educhiamo oggi per avere domani una generazione più responsabile che amerà
bere e mangiare di qualità, le nuove generazioni hanno bisogno di esempi e
noi che abbiamo esperienza nel campo della ristorazione e dell’ospitalità
abbiamo il dovere di dare loro il meglio, sia nel bere che nel mangiare, e
accoglierli sempre con un bel sorriso e calore, quello italiano che ci
distingue in tutto il mondo.
IL GIORNO
Toscolano Maderno, ragazza violentata dopo una serata a bere per locali:
condannato 28enne
*Sei anni e sei mesi in rito abbreviato, l’accusa ne aveva chiesti otto.
Era accusato di violenza sessuale aggravata, lesioni, minacce e cessione di
cocaina La ragazza fu fatta ubriacare e violentata Toscolano Maderno
(Brescia) *– Sei anni e sei mesi. A tanto è stato condannato al termine del
processo di primo grado celebrato in abbreviato un 28enne di origini
albanesi che l’estate scorsa a luglio aveva violentato una 20enne a
Toscolano Maderno, comune bresciano sul lago di Garda.
Era accusato di violenza sessuale aggravata, lesioni, minacce e cessione di
cocaina. L’uomo avrebbe incontrato la giovane per venderle droga, poi l’ha
fatta ubriacare e l’ha violentata. Il pm aveva chiesto la condanna a 8 anni.
Secondo quanto ricostruito dalle indagine dei carabinieri, il 28enne
avrebbe fatto bere la ragazza durante una serata trascorsa da un locale
all’altro, poi l’avrebbe portata a casa sua e anche lì, avrebbe continuato
a darle alcolici. Infine, l’avrebbe violentata.
GAMBEROROSSO
Faccia a faccia tra Uiv e Tajani: “Stralciare vino e alcolici dalla guerra
commerciale Ue-Usa per evitare i dazi”
*Intanto il ministro degli Esteri punta a diversificare i mercati: venerdì
la presentazione di un piano su possibili sbocchi alternativi per il made
in Italy *19 Mar 2025,
*a cura di Gianluca Atzeni *Escludere vino e alcolici dalla disputa
commerciale legata ai dazi su acciaio e alluminio. Sul tavolo del ministero
degli Esteri è arrivata, preoccupata, la richiesta dell’Unione italiana
vini che, con il suo presidente Lamberto Frescobaldi e il segretario
generale, Paolo Castelletti, ha incontrato il ministro Antonio Tajani. Il
faccia a faccia è servito a porre l’accento sul tema dei dazi del 200%
annunciati dal presidente Usa, Donald Trump, in risposta alla scelta
dell’Unione europea di penalizzare le importazioni di whisky (o whiskey)
americano. Ma soprattutto perché, nella prima piazza per i vini italiani
(1,9 miliardi di euro a valore nel 2024), il mercato è di fatto bloccato
con gli importatori americani che hanno sospeso gli ordini dall’Italia.
*Urgente risoluzione dell’Ue *La richiesta dell’Uiv è chiara: «Serve una
risoluzione urgente in sede Ue. Si colpirebbe un comparto europeo che
esporta per 8 miliardi di euro l’anno, a fronte di un import degli stessi
prodotti dagli Stati Uniti di 1,35 miliardi di euro». Il ministro Tajani,
fa sapere l’Uiv attraverso il presidente Frescobaldi, si è impegnato a
rappresentare la richiesta al commissario al Commercio e vice presidente
esecutivo dell’Ue, Maros Sefcovic, in un incontro previsto per giovedì 20
marzo a Bruxelles. I dazi al 200% su vini e alcolici azzererebbero il primo
mercato di destinazione e comporterebbero un danno all’intero settore
europeo.
*Un “gioco a perdere” con un rapporto di 6 a 1 *Secondo l’Uiv, è
inopportuno includere nella disputa commerciale delle categorie di prodotti
in cui il “gioco a perdere” è evidente «con un rapporto di 6 a 1 a sfavore
dell’Europa». Tale sproporzione rischia di mettere in ginocchio un
comparto, quello vitivinicolo, che in Italia vale l’1,1% del Pil con un
valore aggiunto di oltre 17 miliardi di euro, e un peso pari al 40 per
cento (1,93 miliardi di euro) del totale dell’export Ue verso gli Stati
Uniti.
*Il piano del Governo sui «nuovi mercati» *Durante l’incontro con il
ministro Tajani, l’Unione italiana vini si è espressa a favore della
ratifica dell’accordo di libero scambio Mercosur, considerata un’area
alternativa in cui investire in caso di guerre commerciali con gli Stati
Uniti. Un tema su cui l’Italia sta riflettendo da un po’ di tempo (e su cui
anche il settimanale Tre Bicchieri del Gambero Rosso ha dato il proprio
contributo di riflessione, parlando di “nuove rotte del vino italiano”). Lo
stesso ministro Tajani ha annunciato che venerdì 21 marzo presenterà al
mondo economico italiano «un piano per andare a scoprire nuovi mercati
anche nell’area del Mediterraneo: penso ai Balcani – ha dichiarato – ma
anche alla Turchia, perché dobbiamo eventualmente recuperare alcune perdite
che ci possono essere sul mercato tedesco a causa della crisi
dell’automotive e alcune perdite che potrebbero esserci a causa di
possibili dazi da parte degli Stati Uniti». Sulle possibili conseguenze dei
dazi, Tajani si è detto non così allarmista: «Dobbiamo fare in modo che,
accompagnate dal Governo, le nostre imprese possono continuare a penetrare
in questi mercati. Tutti quelli che vorranno, potranno collegarsi con il
ministero degli Esteri il 21 marzo per avere tutte le informazioni
necessarie».
LA NAZIONE
Violenze sulla moglie incinta. Botte e minacce davanti ai figli
SETTEGIORNI
Devasta il bar e aggredisce i Carabinieri: arrestata
NURSETIMES
Padova, donna ubriaca prende a calci e pugni 4 infermieri: arrestata
VCOAZZURRATV
Ubriaco, picchia la moglie davanti ai figli piccoli. Arrestato dai
Carabinieri di Domodossola