Alcologiarassegna stampa vino birra e altri alcolici del 19.12.24

19 Dicembre 2024
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RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA SU VINO, BIRRA ED ALTRI ALCOLICI
A cura di Alessandro Sbarbada, Guido Dellagiacoma, Roberto Argenta

ADNKRONOS

Tumori, fumo, alcol, sedentarietà e obesità sotto accusa dai 18 anni in su

gio, 19 dic 2024

(Adnkronos) – In Italia il 24% degli adulti fuma, il 33% è in sovrappeso e
il 10% è obeso, il 18% consuma alcol in quantità a rischio per la salute. E
si registra un boom di sedentari, aumentati dal 23% nel 2008 al 28% nel
2023. E’ quanto emerge dal 14esimo censimento ‘I numeri del cancro in
Italia 2024’ dell’Associazione italiana oncologia medica, Aiom, presentato
oggi a Roma. Il volume sui numeri delle neoplasie nel nostro Paese è frutto
di una collaborazione tra Aiom, Airtum, Fondazione Aiom, Ons, Passi, Passi
d’Argento e Siapec-Iap. La fotografia scattata da Passi e Passi d’Argento
nella popolazione di 18-69 anni e nella popolazione ultra 65enne residente
in Italia non lascia dubbi: serve più attenzione anche agli stili di vita
tra la popolazione adulta e tra gli over 65. Fumo, alcol, sovrappeso,
sedentarietà e obesità sono i principali fattori di rischio
comportamentali.

Fumo: nel biennio 2022-2023 in Italia il 24% dei 18-69enni fuma e il 17% è
un ex-fumatore. Tra i fumatori – si legge nel report – uno su 4 (24%)
consuma più di un pacchetto di sigarette al giorno. L’abitudine tabagica è
più frequente fra gli uomini rispetto alle donne (28% vs 21%), fra i più
giovani, fra i residenti nel Centro-Sud ed è anche fortemente associata
allo svantaggio sociale, coinvolgendo molto di più le persone con
difficoltà economiche (36% vs 21% fra chi non ne ha) o con bassa istruzione
(26% fra chi ha al più la licenza elementare vs 18% fra i laureati). Negli
ultimi anni la percentuale di fumatori si è ridotta, lentamente ma
significativamente, seguendo il trend in discesa che si osserva da almeno
trenta anni. Fra il 2008 e il 2023 la quota di fumatori è scesa
complessivamente di quasi 6 punti percentuali, dal 30% al 24%.

Alcol: secondo le principali Agenzie internazionali di salute pubblica,
l’alcol è una sostanza tossica e cancerogena, tanto che la Iarc
(International Agency for Research on Cancer) lo classifica nel gruppo 1
“sicuramente cancerogeno per l’uomo”. Il suo consumo prolungato e cronico è
associato ad aumentato rischio di cancro e nella genesi dei tumori è
correlato con il tumore del fegato, ma anche con i tumori della mammella
nella donna, del colon-retto, laringe, fegato, esofago cavità orale e
faringe. Nell’assunzione di alcol non esiste rischio pari a zero e
qualsiasi modalità di consumo comporta un rischio, tanto più elevato quanto
maggiore è la quantità di alcol consumata. Nel biennio 2022-2023, in Italia
meno della metà degli adulti di età compresa tra i 18 e i 69 anni (42%)
dichiara di non consumare bevande alcoliche, ma 1 persona su 6 (18%) ne fa
un consumo definito a ‘maggior rischio’ per la salute, per quantità e/o
modalità di assunzione: il 10% per consumi episodici eccessivi, binge
drinking (5 o più Unità alcoliche – Ua in una unica occasione per gli
uomini e 4 o più Ua per le donne), il 10% per consumo alcolico
esclusivamente/prevalentemente fuori pasto e il 2% per un consumo abituale
elevato (3 o più Ua medie giornaliere per gli uomini e 2 o più Ua per le
donne). Diversamente dagli altri fattori di rischio comportamentali, il
consumo di alcol si caratterizza per essere più frequente fra le classi
sociali più abbienti, senza difficoltà economiche e/o con livelli di
istruzione elevati. L’attenzione degli operatori sanitari al problema
dell’abuso di alcol appare ancora troppo bassa: nel biennio 2022-2023,
riferiscono di aver ricevuto il consiglio di bere meno appena il 7% dei
consumatori 18-69enni a maggior rischio.

Per quanto riguarda l’attività fisica, secondo i livelli di attività fisica
attualmente raccomandati dall’Oms, nel biennio 2022-2023 il 48% della
popolazione adulta in Italia può essere classificata come ‘fisicamente
attiva’, il 24% ‘parzialmente attiva’, ma il 28% è completamente
‘sedentaria’. La sedentarietà è più frequente fra le donne (32% vs 24% fra
gli uomini), aumenta con l’età (24% fra 18-34enni vs 33% fra i 50-69enni),
disegna un chiaro gradiente geografico a sfavore delle regioni del
Meridione (40% vs 16% nel Nord) e un gradiente sociale a svantaggio delle
persone con maggiori difficoltà economiche (fra le quali raggiunge il 42%)
o basso livello di istruzione (48% fra chi ha al più la licenza elementare
vs 25% fra i laureati). Negli anni, la sedentarietà è aumentata
significativamente e costantemente passando dal 23% del 2008 al 28% nel
2023. L’aumento ha coinvolto tutti i gruppi della popolazione; la
sedentarietà è aumentata in egual misura sia fra gli uomini che fra le
donne, in tutte le classi di età, ma più velocemente fra i più giovani; è
aumentata in particolar modo nel Meridione e nel Centro ampliando il
gradiente geografico fra Nord (dove resta costante) e Sud del Paese; infine
è aumentata anche fra le persone abbienti e meno abbienti, ma più
velocemente fra le persone con maggiori difficoltà economiche.

L’obesità e, più in generale, l’eccesso ponderale favoriscono l’insorgenza
di numerose patologie e/o aggrava quelle preesistenti, riducendo la durata
della vita e peggiorandone la qualità. Annoverata fra le malattie
endocrine, nutrizionali e metaboliche, l’obesità è una patologia complessa,
ed è essa stessa fattore di rischio cardiovascolare perché associata
all’insulino-resistenza, alla dislipidemia aterogena, all’ipertensione
arteriosa e al diabete mellito di tipo II. Sovrappeso e obesità sono anche
un importante fattore di rischio oncologico. Nel biennio 2022-2023 più di 4
adulti su 10 sono in eccesso ponderale, ovvero il 33% è in sovrappeso e il
10% è obeso. L’obesità è poco più frequente fra gli uomini (11% vs 10% fra
le donne), aumenta significativamente con l’età (5% fra 18-34 anni, 10% fra
35-49 anni e 14% fra 50-69 anni) e coinvolge particolarmente le persone con
svantaggio sociale (18% fra persone con molte difficoltà economiche vs 9%
fra chi non ne riferisce). Storicamente più frequente nel Sud del Paese,
oggi il gradiente geografico fra Nord e Sud del Paese si è annullato.

Consumo di frutta e verdura: nel biennio 2022-2023, in Italia il 52% dei
18-69enni consuma 1-2 porzioni di frutta o verdura al giorno, il 38%
consuma 3-4 porzioni, mentre solo il 7% ne consuma la quantità raccomandata
dalle Linee guida (five a day). Una piccola quota di persone (3%) dichiara
di non consumare né frutta né verdura. Se l’adesione al ‘five a day’ resta
un’abitudine di pochi, quasi la metà della popolazione (45%) consuma almeno
3 porzioni di frutta o verdura al giorno. Le caratteristiche di chi ha
comunque questa buona abitudine – dettaglia il report – sono
significativamente associate al genere femminile (51% vs 40%), all’età (39%
fra i 18-34enni, 44% fra 35-49enni, 50% fra 50-69enni), al vantaggio
socioeconomico per risorse finanziarie o livello di istruzione (47% fra chi
non ha difficoltà economiche vs 41% di chi ne riferisce molte; 40% fra chi
ha al più la licenza elementare vs 51% fra i laureati) e alla residenza
nelle regioni centro-settentrionali (50% nel Centro e 48% nel Nord vs 41%
nel Meridione).

CAMPANIASLOW

Il codice Salvini sull’ alcool minaccia chi beve responsabile, ristoranti
ed enoturismo

*Di Carlo Scatozza*

Dic 19, 2024

La riforma del Codice della Strada voluta da Salvini mette a rischio il
modico consumo di alcol nei pubblici esercizi della “nazione” in barba a
quello stile italiano e made in Italy evidentemente buono per qualche
comizio per uno sprovveduto uditorio. A rischio sono soprattutto gli eventi
di degustazione che assommano 4-6 assaggi seppur minimali e dove non si
mangia se non poco per accompagnare. Insomma se andate in auto ad un corso
di Sommelier rischiate nei primi due livelli… Se andate ad una masterclass,
si è in forte pericolo di sanzione. Se fate un giro in azienda vitivinicola
senza bus e senza…autista… eviterete di indugiare sugli assaggi di ogni
tipologia del produttore. Insomma sono a rischio i consumi di alcol del
bevitore responsabile, non certo quello di chi si sballa, che continuerà a
farlo…. (*) Poi questi legislatori hanno pure fatto una legge per
favorire…l’Enoturismo… Capitolo a parte le fiere dove vista l’ubicazione e
gli orari giusto andarci senza auto ma… in azienda in collina o in
agriturismo o al corso serale? *Un codice che abbassa le soglie e introduce
ritiri di patente anche a chi assaggia il vino al ristorante*; un buon
calice per accompagnare un ricco primo piatto può essere un rischio ora per
una donna di corporatura esile. (**)

A nostro avviso si è toppato al Ministero dei trasporti. Dopo un’ora
dall’assunzione di poche quantità il rischio alla guida cala drasticamente
se si è partecipato ad una masterclass anche con 6 assaggi e, di
corporatura normale, sei sotto il vecchio limite di 0,80, quello il limite
giusto per verificare lo stato di alterazione. Intanto per ovviare alla
follia di un codice che mette più sanzioni su tutto ma, di contro,
depotenzia il controllo reale della velocità e mette i bastoni tra le ruote
ai sindaci che si adoperano per istituire ciclabili e ztl, diamo uno
sguardo alla tabella dell’Osservatorio Nazionale Alcol ‘ da tenere sempre
con se ora per…. misurarsi bene.

Cosa recita il codice della strada sullo stato di ebbrezza: se il tasso
alcolemico è compreso tra 0,5 e 0,8 grammi per litro si riceve una sanzione
tra 573 e 2.170 euro, con una sospensione della patente da 3 a 6 mesi. Se
il tasso alcolemico è compreso tra 0,8 e 1,5 grammi per litro, si è puniti
con la doppia sanzione, detentiva e pecuniaria (arresto fino a 6 mesi e
ammenda da 800 a 3.200 euro). Sospensione della patente da 6 mesi a un
anno. Se il tasso alcolemico è superiore a 1,5 grammi per litro, la
contravvenzione è punita con sanzione detentiva e pecuniaria (arresto da 6
mesi e un anno e ammenda da 1.500 a 6.000 euro) e sospensione della patente
da uno a due anni. Cosa si può bere in pratica? Dipende dal peso,
dall’altezza e se si è a stomaco pieno: in genere si è sicuri con un
bicchiere di vino o una lattina di birra o un bicchierino di superalcolico.
Per i neo patentati le norme già in vigore prevedono un tasso alcolico zero
per tre anni. Tutte le ipotesi di guida in stato di ebbrezza portano alla
decurtazione di 10 punti dalla patente. Tra le sanzioni c’è anche l’obbligo
di installare sulla macchina l’alcolock.

(*) Nota: dato che i livelli di alcolemia consentiti sono rimasti uguali,
il rischi citati dai ristoratori c’erano già prima, ma non erano percepiti
come pericolosi (di sanzioni)

(**) Nota: è presto per fare dei bilanci, ma sembra che l’impatto più
importante di queste modifiche al Codice della Strada sia una sorta di
“effetto spaventapasseri”, basato tra l’altro anche su convinzioni false.

AUTORUOTE4X4

Etilometro, solo questo ti è concesso bere per rimanere appena al di sotto
della soglia di legge | Ti conviene contrattare il ‘pacchetto cene’ col
tassista

Dicembre 19, 2024

*Nunzia G.*

È molto facile risultare brilli all’etilometro. E visto che siamo prossimi
alle Feste, meglio non bere nemmeno un goccio di alcol.

Si sente purtroppo spesso parlare alla televisione di casi di cronaca che
riguardano incidenti causati dall’alcol.

Il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha sottolineato in un intervento
alla Camera, come riporta quotidianosanità.it
<xn--quotidianosanit-ljb.it>: “La parola chiave contro gli incidenti
stradali non può che essere prevenzione, intesa soprattutto come promozione
di atteggiamenti responsabili e promozione di stili di vita corretti. Così
come è importante ricordare ai giovani che assumere alcol quando si guida
aumenta il rischio di essere vittima o di provocare incidenti”.

Mai mettersi alla guida ubriachi, rappresentando un rischio per se stessi e
per gli altri. Ma sappiamo davvero qual è il limite di alcol oltre il quale
non possiamo guidare?

La soglia che fa scattare l’allarme rosso all’etilometro? Forse pensi che
un solo bicchiere non faccia differenza. Scopri la verità.

*Etilometro: la soglia da non superare*

L’alcol rallenta i riflessi, che sono invece fondamentali alla guida.
Quello che non tutti sanno è che anche un bicchiere di birra può provocare
un cambiamento nella nostra percezione della realtà, senza che ce ne
rendiamo conto. Un impercettibile riduzione della visione laterale e della
prontezza di riflessi che, in caso di pericolo, possono essere fatali.

Per questo motivo è importante che soprattutto i più giovani siano
informati delle conseguenze del bicchierino in compagnia. Non a caso le
chiamano “stragi del sabato sera”, perché molti incidenti si verificano
proprio nel weekend, all’uscita dai locali, in preda ad alcol e droghe. Ma
quanto alcol?

*Il pericolo che non vedi*

Secondo il Codice della Strada il limite da non superare è 0,5 grammi per
litro. Se l’etilometro misura una concentrazione superiore ma fino a 0,8
grammi per litro prevede un’ammenda da euro 500 a euro 2.000 e la
sospensione della patente di guida da tre a sei mesi. Con un tasso
alcolemico superiore a 0,8 fino a 1,5 grammi per litro l’ammenda va da euro
800 a euro 3.200 più sospensione della patente di guida da sei mesi ad un
anno e l’arresto fino a tre mesi. Oltre questa soglia l’ammenda andrà da
euro 1.500 a euro 6.000, la sospensione della patente di guida da uno a due
anni e l’arresto fino a sei mesi. I neopatentati fino a tre anni dal
conseguimento, e chi ha meno di 21 anni, deve avere un tasso pari a 0.
Praticamente non può bere nulla.

Vorremmo aggiungere poi che la concentrazione dell’alcol nel sangue subisce
molte variabili tra cui il sesso e il peso del soggetto. Per esempio una
persona di 60 chili raggiunge facilmente 0,2 grammi per litro di alcool nel
sangue con una lattina piccola di birra o un bicchiere di vino. A conti
fatti, basta davvero poco.

LIVINGCESENATICO

Panico da etilometro, nei locali della riviera arriva il gin “analcolico”

*By Mario Pugliese*

19 Dicembre 2024

Dal 14 dicembre è entrato in vigore il nuovo codice della strada. Le novità
sono tante, a cominciare dalle misure più severe per chi guida dopo aver
bevuto alcolici: in pratica, chi verrà trovato al volante con un tasso
alcolemico tra 0,5 e 0,8 grammi per litro dovrà pagare una multa tra i 573
e 2170 euro e vedrà sospendersi la patente da 3 a 6 mesi. Ovviamente, con
un tasso alcolemico maggiore le multe e le sospensioni della licenza di
guida saranno più pesanti. Si arriva fino alla sospensione della patente
per due anni per chi supera il tasso di 1,5 grammi per litro, punibile
anche con una sanzione fino a 6mila euro oltre che con detenzione fino a
sei mesi. Tra le grandi novità anche il fatto che tutti coloro che avranno
un tasso superiore a 0,8 grammi per litro avranno una sorta di alert sulla
patente: un codice che indica l’obbligo di guidare con “alcolock”, il
dispositivo che rileva il tasso alcolemico e che impedisce all’auto di
avviarsi quando è superiore a zero. Una “stretta” che sta preoccupando non
poco i gestori dei locali, alle prese con una clientela sempre più
forzatamente “astemia” e sempre meno propensa a bere drink e cocktail ad
alto indice etilico. Qualcuno, però, sta correndo ai ripari, come il Mamì
Bistrot di Rivabella che, tra la sua ricca selezione di spirit e
super-alcolici, ha inserito anche il Tanqueray 0.0%, ovvero il primo gin al
mondo del tutto alcol-free. Retrogusto vanigliato, robusto e saporito ma
senza alcol, con un aroma di Ginepro pungente, una nota di limone ed un
elegante finale floreale, Tanqueray 0,0% sta conquistando gradualmente
nuovi adepti, anche se non è facile vincere le resistenze di una clientela
che, abbinato alla tonica, pretende il gusto, l’aroma e il carattere di un
gin vero: “E’ un prodotto difficile – spiega Fabio, bartender del Mamì –
perché un gin-tonic senza alcol è un po’ come una carbonara senza uova. I
tentavi precedenti, penso ad esempio alla birra analcolica, per quanto
reclamizzati, alla fine hanno sempre dato risultati deludenti. Oggi, però,
c’è una ragione in più per bere analcolico: la gente è davvero spaventata
dal nuovo codice della strada e dunque, se i controlli su strada saranno
effettivamente intensi e capillari, nessuno può escludere che le varianti
analcoliche, compreso il gin, possano riscuotere in futuro un inatteso
successo”. (*)

(*) Nota: quanto ci metteranno a capire che il numero degli etilometri è
sempre lo stesso e il numero degli agenti è diminuito?

FREENOVARA

Un festa al Ryan’s Club… senza alcol

*Party Vibes analcolico domenica 22 dicembre consentire agli Under 18 di
partecipare*

dicembre 19, 2024

*Maurizio Lo Vecchio*

*Novara* – Il Ryan’s Club ha annunciato l’organizzazione di una Festa di
Natale ‘Party Vibes’ per domenica 22 dicembre dalle ore 22. La
particolarità di questo evento è che sarà… senza alcol per consentire
agli under 18 di partecipare. Come spiega Maurizio Lo Vecchio, patron delle
discoteche Celebrità e Ryan’s, nonché presidente per Novara e Vco di Silb
(il sindacato dei locali da ballo) e suo delegato nazionale: “Questa festa
è supportata non solo dai genitori, che sostengono che il divertimento non
sia legato all’alcol, ma anche da tutto il nostro staff, che desidera
avvicinare i giovani al mondo del clubbing in modo sicuro. (*) Il progetto
prevede una serie di eventi dedicati ai giovani dai 16 anni in su, che
normalmente non potrebbero partecipare alle serate tradizionali in
discoteca, in quanto l’ingresso è consentito solo a clienti maggiorenni.
L’obiettivo è quello di ricreare una cultura del divertimento basata sulla
musica, anziché sull’alcol e gli eccessi. Un sondaggio condotto su un
campione di 200 ragazzi tra i 13 e i 17 anni ha dimostrato che il 75% di
loro è favorevole all’idea di una discoteca pomeridiana nel fine settimana.
Anche se la percentuale scende leggermente quando si parla di un evento
senza alcol, la maggior parte dei partecipanti ritiene che un party senza
‘sballo’ sarebbe apprezzato anche dai genitori”.

*Questa iniziativa è realizzata in collaborazione con il Comitato
Studentesco Acs.*

(*) Nota: è un’iniziativa finalizzata a proporre divertimento senza
alcolici o è finalizzata ad avvicinare i minori al mondo delle discoteche,
in attesa di dar loro da bere a diciott’anni?

GAMBEROROSSO

Notizie Vino

Vini dealcolizzati: c’è l’ok anche in Conferenza Stato Regioni. Manca solo
la firma di Lollobrigida

*Nel testo finale decade l’obbligo di stabilimenti separati e c’è il via
libera al sinonimo dealcolato in etichetta (ma non alcool free)*

19 Dic 2024,

*a cura di Loredana Sottile*

Entro fine anno il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida firmerà
il decreto sui vini dealcolati. La bozza del Dl è stata, infatti, approvata
in Conferenza Stato Regioni, dove sono stati sciolti anche alcuni dubbi
sulla versione definitiva del testo.

*Decade obbligo stabilimenti separati, ok al nome dealcolati*

Tra questi, come rivela il segretario generale di Unione italiana vini
Paolo Castelletti: «la possibilità di effettuare le operazioni di
dealcolizzazione in ambienti separati ma all’interno dello stesso
stabilimento dove avvengono le operazioni di vinificazione e
imbottigliamento, e la possibilità di destinare il sottoprodotto ottenuto
con tecnica a membrana a strade alternative al bioetanolo».

Novità anche sul nome: non solo dealcolizzati. La bozza finale del testo,
infatti, specifica – come richiesto da Cia – che «non essendo consentito
l’utilizzo di sinonimi, quali “alcool zero, alcool free”, è stata prevista
l’indicazione, in etichetta, della dicitura “dealcolato” o “parzialmente
dealcolato».

*Manca solo la firma di Lollobrigida*

«Attendiamo ora la firma del ministro Lollobrigida, che ringraziamo per
aver mantenuto l’impegno di chiudere il decreto entro la fine dell’anno per
consentire alle nostre imprese di accedere finalmente ad un mercato in
crescita e sempre più vivace, che solo in Italia conta il 36% di
consumatori maggiorenni sober curious», conclude Castelletti che chiede «la
massima collaborazione degli organi di controllo per accompagnare e
supportare le imprese negli adempimenti previsti dal provvedimento».

GAMBEROROSSO

“Ok all’estirpazione dei vigneti ma non per tutti e solo in caso di crisi”.
Arrivano le raccomandazioni finali dell’Unione europea

18 Dic 2024, 17:09 | a cura di Gianluca Atzeni

Nel quarto e ultimo incontro di Bruxelles, la Commissione Ue ha messo nero
su bianco le sue linee guida sul futuro della viticoltura. Dentro ci sono
anche incentivi all’export, no alcol e semplificazioni per le piccole
imprese

Espianti dei vigneti con fondi nazionali (o eventuali fondi Ocm residui)
solo in caso necessario per risolvere le crisi dei territori vinicoli, più
flessibilità sulle autorizzazioni per i nuovi impianti, mantenimento del
supporto finanziario alle esportazioni, un più efficace monitoraggio
strategico delle preferenze dei consumatori a livello globale,
semplificazioni per le piccole imprese del vino, incentivi alle
assicurazioni contro i rischi climatici. Sono alcune delle raccomandazioni
rivolte alla Commissione europea contenute nel documento conclusivo dei
lavori del Gruppo di alto livello per la politica vitivinicola, riunito a
Bruxelles lunedì 16 dicembre. Le varie sigle sindacali e i rappresentanti
dei Paesi membri dell’Europa a 27 hanno trovato la quadra, dopo quattro
incontri, e chiuso in tempo l’elenco delle richieste all’esecutivo, che nel
luglio 2024 aveva lanciato ufficialmente l’iniziativa per raccogliere i
pareri della filiera, in vista della futura discussione sulla nuova Pac
post 2027. Il mantra dei lavori sembra essere la flessibilità.

*Le condizioni per gli estirpi*

Il caso francese ha evidentemente fatto scuola: per risolvere le crisi di
sovrapproduzione e di mercato, il controllo del potenziale produttivo passa
anche per gli espianti con i fondi nazionali. Il tema aveva inizialmente
visto nette differenze e spaccature tra industria e cooperative. Ora, il
compromesso finale raggiunto in materia di gestione del potenziale
produttivo, parte dalla considerazione che in alcune aree d’Europa la
sovrapproduzione e il calo della domanda hanno messo in crisi interi
distretti. Ecco perché il Gruppo di alto livello apre anche al regime di
espianti definitivi per fronteggiare l’eccesso di offerta. In particolare,
si suggerisce l’uso di fondi nazionali per fronteggiare le urgenze più
immediate. Niente soldi europei nel breve periodo, dunque, ma c’è la
possibilità per gli Stati membri di finanziare gli estirpi (modificando il
regolamento Ocm vino) per specifiche esigenze a lungo termine. Infine, la
possibilità di attingere a risorse non spese per poter, quindi, finanziare
quelle di gestione delle crisi. Non si tratterebbe di estirpi a 360 gradi,
ma lo schema degli espianti dovrà contenere criteri di adesione e priorità,
per favorire ad esempio un’uscita dignitosa dei viticoltori più anziani,
salvaguardare le aree di particolare interesse paesaggistico (come i
terrazzamenti), quelle a rischio spopolamento (come chiesto per esempio dal
Cevi) ma anche i vigneti storici. Il controllo delle produzioni potrà
avvenire anche con una vendemmia verde più flessibile.

*Autorizzazioni più flessibili*

Agli Stati membri dell’Ue, secondo il Gruppo di alto livello, dovrebbe
essere concessa la possibilità di abbassare a quota 0% l’attuale 1% di
superfici per nuovi impianti stabilita dai regolamenti, comprese le regioni
interessate da misure di estirpo o distillazione di crisi. La maggiore
flessibilità riguarda la possibilità di evitare di impiantare in aree a
rischio sovrapproduzione e di favorire quelle con maggiori opportunità di
mercato. Sui reimpianti, è stata chiesta, nel breve periodo, l’estensione
fino a 5 anni della validità delle autorizzazioni al reimpianto delle
superfici interessate da espianti e, nel lungo periodo, l’estensione a 8
anni del periodo di validità delle autorizzazioni, con l’abolizione delle
sanzioni amministrative alle imprese per il mancato utilizzo. Inoltre, per
ridurre gli attuali stock di autorizzazioni valide, concesse prima del
2024, la richiesta è non sanzionare le imprese che vogliono rinunciare.

*Export, mercati e climate change*

«La Commissione Ue prosegua un’ambiziosa strategia di esportazione dei vini
europei, per ampliare l’accesso al mercato, eliminare le barriere
commerciali e proteggere i prodotti vinicoli nei casi di dispute
commerciali sleali», scrive il Gruppo di alto livello, accogliendo la
direttiva in materia ma chiedendo di rafforzare il potere negoziale delle
organizzazioni dei produttori e di rivedere l’elenco delle pratiche sleali.
In materia di cooperazione, è stata accolta la richiesta delle cooperative
vitivinicole, di chiedere di essere considerate come Pmi (Piccole e medie
imprese) ai fini della Pac, a patto che tutti i membri abbiano questo
status e la maggioranza siano viticoltori.

Per affrontare la crisi climatica, in materia assicurativa, è stato chiesto
di migliorare gli esistenti strumenti di gestione del rischio e di
potenziare le possibilità offerte nella Pac a sostegno dei sistemi
assicurativi e mutualistici contro i rischi produttivi, estendendo le
coperture e migliorando l’accessibilità economica alle misure. In materia
di bio, spazio ai biologici dealcolati, con la proposta di chiedere al
Gruppo di esperti consulenti per le produzioni biologiche di valutare l’uso
dei processi di dealcolazione per i prodotti parzialmente dealcolati a
marchio bio (prassi oggi non consentita). Infine, la rivalutazione dell’uso
del fosfonato di potassio contro la peronospora della vite coltivata con
metodo biologico. Il Gruppo di alto livello ha chiesto più flessibilità
nella gestione finanziaria dei piani nazionali per il settore vino
all’interno di diversi esercizi finanziari, per facilitare l’uso di tutti i
fondi a disposizione, soprattutto negli anni di crisi, grazie a un sostegno
europeo più alto per determinati interventi che migliorino la sostenibilità
della produzione vinicola.

*Il monitoraggio dei mercati e l’Osservatorio Ue*

Da un punto di vista strategico, il Gruppo di alto livello si è soffermato
sul ruolo dell’Osservatorio europeo sul mercato del vino, che mette a
disposizione informazioni su mercato, stock e prezzi. Le richieste alla
Commissione Ue sono diverse. La prima è quella di potenziarne gli strumenti
e il ruolo, la seconda riguarda la necessità di monitorare le tendenze e
l’andamento dei consumi di vino «in un mondo in rapido cambiamento, sia nei
mercati tradizionali, sia in quelli nuovi e ad alto potenziale per le
esportazioni». All’interno dei Piani strategici sulla Pac, il Gruppo di
alto livello auspica che la Commissione introduca la possibilità di
interventi straordinari per il vino, in caso di perturbazioni del mercato.

*Vini dealcolati ed etichettatura*

Il Gruppo, nel documento finale, ha invitato la Commissione a far sì che
nelle nuove norme sul vino si metta mano a tutti gli aspetti riguardanti le
definizioni, le pratiche enologiche e le norme di imballaggio e packaging,
in modo da rendere più semplice la commercializzazione dei nuovi prodotti
vitivinicoli, come quelli dealcolati o parzialmente dealcolati, compresi i
vini a basso tenore alcolico ma non dealcolati, «preservando l’integrità
del settore e prevenendo danni di immagine alla buona reputazione dei vini
europei». In materia di etichettatura, la richiesta è quella di completare
l’armonizzazione delle regole sull’etichetta elettronica (e-label),
facilitando la vita soprattutto alle Pmi.

allerta alcol in irlanda Dos-and-Donts-of-Labeling-for-Your-Alcohol-Product

*Promozione, no-low alcol e aspetti salutistici*

In materia di promozione, il Gruppo di alto livello ha chiesto di aumentare
la durata del sostegno alle misure, per favorire il consolidamento di
mercati, ma anche di sperimentare un regime semplificato per i piccoli
produttori che vogliono vendere all’estero i propri vini. «Le misure di
promozione – si legge nel documento – devono tenere conto degli aspetti di
salute pubblica e porre l’accento sulla moderazione e sugli sforzi di
promozione per i vini no-low alcol, considerati una terreno da esplorare».
Spazio anche all’enoturismo, con la raccomandazione alla Commissione di
sfruttare totalmente le misure di sostegno, oltre a quelle del settore
vinicolo, promuovendo azioni coordinate che coinvolgano organizzazioni
professionali e Consorzi Dop e Igp. Infine, in materia di vendita a
distanza di alcolici, la raccomandazione del Gruppo di alto livello alla
Commissione Ue riguarda la necessità di accelerare nel trovare delle
soluzioni per risolvere il nodo delle accise e semplificare così le vendite
transfrontaliere di vino, tramite uno sportello unico per l’importazione,
che sarebbe utile – manco a dirlo – soprattutto ai piccoli produttori.

*I dubbi del Ceev*

«Il declino strutturale del consumo di vino – ha commentato il presidente
del Ceev, Mauricio González-Gordon – rimane il collo di bottiglia dei
nostri problemi e le politiche future devono concentrarsi sui mercati del
vino e sulle aspettative dei consumatori. Sebbene i regolamenti dell’Ue non
possano affrontare tutte le sfide, possiamo creare un contesto in cui il
settore vino possa navigare con successo in questi tempi difficili». Gli
industriali, in particolare, hanno salutato con favore la limitazione
dell’uso degli espianti, l’accoglimento di alcune proposte come quelle
sulla vendita a distanza, la flessibilità finanziaria, la considerazione
per i prodotti no-low alcol. Il segretario generale, Ignacio Sànchez
Recarte, ha invece evidenziato due punti critici: la definizione del quadro
normativo sulle produzioni di vino sostenibile (non citata nel documento) e
il riconoscimento delle cooperative come Pmi: «Dobbiamo garantire regole di
gioco eque e, quindi, non sosterremo politiche che introducano differenze
in base alla forma legale, come nel caso delle imprese rispetto alle
cooperative».

*Le reazioni dei gruppi italiani*

Soddisfatta Unione italiana vini, soprattutto sul compromesso trovato in
merito agli espianti: «Sul tema del contenimento produttivo, si valuta con
favore l’impegno a non finanziare nel breve periodo con fondi europei
campagne di estirpazione dei vigneti, che dovranno essere sostenute in
prima istanza da fondi nazionali e, in seconda battuta, da fondi di crisi –
è il commento dell’associazione presieduta da Lamberto Frescobaldi – A
questo si aggiunge, maggiore flessibilità sull’utilizzo delle
autorizzazioni al reimpianto, l’introduzione di criteri per escludere
l’estirpo nelle zone “ad alto valore aggiunto” e l’attenzione alla
riduzione delle rese, altro tema sollecitato da Uiv».

Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Efow, la federazione europea delle
denominazioni d’origine, ha parlato di raccomandazioni da parte del Gruppo
di alto livello che «hanno tracciato la giusta rotta per il futuro». In
particolare, piace l’introduzione di nuove misure per rafforzare il regime
di autorizzazioni, l’ampia gamma di strumenti a disposizione del settore
per affrontare le sfide economiche e adattamento climatico. «Sosteniamo la
necessità di una maggiore promozione della cultura del vino, dei terroir e
delle Ig – ha sottolineato Ricci Curbastro – e del consumo moderato di
vino. Tuttavia, Efow si rammarica che il Gruppo di alto livello chieda la
promozione di vini analcolici, in particolare perché tale segmento di
mercato non riguarda i vini Ig». Ora gli occhi sono puntati al processo di
revisione della Pac per adottare rapidamente queste raccomandazioni. Un
nuovo quadro giuridico dovrebbe consentire al vino – è questo l’obiettivo
finale del Gruppo di alto livello – di guardare avanti con un bagaglio di
misure a disposizione più ampio per superare la crisi.

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