Alcologiarassegna stampa su vino, birra e altri alcolici del 22 dicembre 2020

22 Dicembre 2020
https://www.nuovoparadigma.it/wp-content/uploads/2020/01/rassegna-stampa.jpg

RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI

A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada

ASAPS.IT

EMERGENZA ALCOL

La lucidissima riflessione di Maria Assunta Partesotti

L’emergenza alcol è una sciagura annunciata, conosciuta nell’entità dei
danni, noti i dati statistici, drammatica la mortalità, devastanti le
conseguenze sociali, umane, altissimi i costi economici, incontenibile la
deriva sanitaria, risorse bruciate, morti raccolti per strada, bersagli
intercettati da schegge ebbre quand’anche non proiettili avvelenati, suicidi
involontari. Omicidi orripilanti dove il grilletto è premuto all’origine dal
risucchio vorticoso, irresistibilmente attraente delle bevute offerte e
obbligate senza un limite, un tempo, un luogo un modo ne’ un controllo o un
rimedio; dove ci si gioca preziose risorse come in una scommessa. Lo stato
sa tutto. Ha dati precisi e proiezioni attendibili come per la curva del
Covid e ha strumenti d’intervento radicali, si decidesse. Come per il covid.
Povere vittime incolpevoli o anche carnefici improvvisati o recidivi
impuniti tutti accomunati dallo stesso comportamento di guida sconsiderata
col veleno in corpo. Vittime ammazzate o carnefici massacrati tutti piegati
e assoggettati all’ appeal del rischio. Inesorabile routine, bollettino
senza sosta con lo stesso denominatore: alcol!!!

Risultanze terribili, effetti attivi o passivi per colpa o per coincidenza
nefasta che restituisce un campione trasversale di vite tritate nel
mulinello. Troppe teste rotolano sotto questa ghigliottina.

CHI E’ IL BOIA?

Maria Assunta Partesotti

Assistente Scelto Polizia Locale

Formigine (MO)

e madre di Giacomo che ha perso la vita sulla strada (*)

(*) Nota, a cura di ASAPS: dopo i gravi incidenti dei giorni scorsi nei
quali si è ancora stagliata l’ombra lunga dell’alcol, pubblichiamo la dura
ma lucidissima analisi di Maria Assunta Partesotti operatrice della Polizia
Locale di Formigine (MO) e madre di Giacomo che ha perso la vita in un
tragico incidente sulla strada. (ASAPS)

NOTIZIE SCIENTIFICHE

Anche basse dosi di alcol possono compromettere coordinazione occhio-mano

La coordinazione tra l’occhio e la mano, fondamentale per la capacità di
elaborare il movimento visivo e, tra le altre cose, fondamentale anche per
la guida dei veicoli, risulta già particolarmente compromessa dopo aver
consumato un quantitativo di bevande alcoliche inferiore rispetto ai limiti
legali secondo un nuovo studio presentato sul Journal of Physiology.

Il team di studio ha scoperto per la prima volta che questa tipologia di
coordinazione risulta molto più sensibile all’alcol di quanto creduto in
precedenza. Per una persona di circa 75 kg di peso, una mezza birra potrebbe
già compromettere la coordinazione occhio-mano durante la guida (così come
in altre attività simili).

A svolgere questo studio è stato il Centro di ricerca Ames della NASA. La
NASA, infatti, è particolarmente interessata a eventuali situazioni di
stress che potrebbero influire sulle prestazioni degli astronauti in
determinati ambienti con gravità alterata oppure con condizioni atmosferiche
particolari. I ricercatori hanno svolto gli esperimenti su vari
partecipanti, uomini e donne, con un’età media di vent’anni.

“I nostri risultati forniscono un ammonimento sul fatto che l’esperienza
soggettiva dell’ubriachezza spesso non è allineata con la compromissione
oggettiva della coordinazione sensomotoria. In altre parole, la maggior
parte delle persone sente di non essere danneggiata dopo un drink, eppure lo
è in misura significativa”, spiega Terence Tyson, il primo autore dello
studio che mostra che anche quantità minime di alcol possono avere un
impatto importante sul controllo visivo e sull’abilità visuo-motoria.

SWISSINFO

UPI: l’alcol non è un buon compagno di viaggio

La regola è chiara: “Chi beve non guida”. Anche se quest’anno i
festeggiamenti per Natale e Capodanno saranno più intimi, è opportuno
ricordare che l’alcol non è un buon compagno di viaggio. Lo ribadisce oggi
l’Ufficio prevenzione infortuni (UPI).

Già in piccole quantità, l’alcol può compromettere la capacità di guida,
indica l’UPI in una nota odierna, precisando che secondo il suo ultimo
sondaggio una persona interpellata su quattro ha ammesso di mettersi al
volante almeno di tanto in tanto dopo aver bevuto due o più bicchieri di
alcol.

Basta però un bicchiere per compromettere la capacità di guida: il tempo di
reazione e lo spazio di arresto si allungano, la capacità visiva e la
concentrazione diminuiscono mentre aumentano la stanchezza e la propensione
al rischio. L’UPI, nel caso in cui si alzi un po’ il gomito durante la
serata, invita a usare i trasporti pubblici, chiamare un taxi o farsi
ospitare per la notte e ricorda inoltre che per i neopatentati vige il
divieto assoluto di consumare alcol prima di mettersi al volante.

Ogni anno in Svizzera, avvisa l’UPI, 34 persone perdono la vita in un
incidente causato dall’alcol e altre 430 rimangono gravemente ferite.

Dal sondaggio condotto dall’UPI emerge che gli uomini sono meno diligenti
rispetto alle donne e inoltre reputano più spesso di essere ancora in grado
di guidare dopo tre o più bicchieri di alcol. Rispetto al precedente
rilevamento – nel 2018 – la quota delle persone che ritiene ritiene di non
essere più in grado di guidare dopo un bicchiere è passata dal 20 al 25%.

IL GIORNO

Ubriaco sul monopattino finisce contro un muro È grave in terapia intensiva

Domenica verso le 16, in via Piave, un 44enne di nazionalità ucraina,
residente in città, a bordo del suo monopattino elettrico ha perso il
controllo del mezzo finendo contro il muro della recinzione di un’azienda.
Dagli esami fatti in un secondo tempo, il 44enne è risultato avere troppo
alcol nel sangue. Per soccorrerlo sono intervenute un’ambulanza e un’auto
medica in codice rosso, per poi trasportarlo in giallo all’ospedale San
Gerardo di Monza. In tarda serata l’uomo si è aggravato tanto da andare in
rianimazione.

L’operaio nel percorrere la via in direzione dell’ingresso della superstrada
ss35, per cause in corso di accertamento da parte dei carabinieri di Meda,
probabilmente dovuti all’assunzione di sostanze alcoliche, ha perso il
controllo del veicolo e dopo aver zigzagato e invaso la carreggiata opposta,
è fuoriuscito dalla sede stradale andando a sbattere contro il muro di cinta
di un’abitazione all’altezza di via Piave 40. Immediatamente sono stati
allertati i soccorsi e i carabinieri hanno chiesto di fare degli esami per
capire se il medese aveva assunto alcolici, prima di mettersi alla guida del
suo monopattino.

Il 44enne è stato soccorso da un’automedica e un’ambulanza della Croce
Bianca di Besana Brianza. I soccorritori hanno prestato le prime cure
direttamente sul posto per poi trasferire il ferito all’ospedale San Gerardo
di Monza in codice giallo. Le sue condizioni, in un primo tempo si sono
rivelate meno gravi di quanto temuto inizialmente. Nel corso del tardo
pomeriggio di domenica, a causa del peggiorare della situazione per il
trauma riportato, l’uomo è stato però ricoverato in terapia intensiva, e
ieri è stato portato nel reparto di in neurochirurgia con prognosi
riservata.

Resta da valutare a che tipo di sanzioni andrà eventualmente incontro l’uomo
dopo che i carabinieri di Meda hanno ricevuto gli esiti dell’esame del
sangue e avranno saputo l’esatta percentuale di alcol in esso contenuto al
momento di mettersi alla guida del monopattino.

Sonia Ronconi

TORINOGGI.IT

Torna a casa ubriaco e minaccia la madre novantenne che si rifugia dai
vicini: arrestato

I fatti sono successi a Nichelino, l’uomo è stato fermato dai carabinieri. A
Torre Pellice un uomo è stato arrestato dopo aver minacciato di moglie la
morte che voleva lasciarlo

Ancora due storie di violenza tra le mura domestiche, che hanno portato
all’arresto da parte dei carabinieri dei due responsabili: un 51enne di
Nichelino e un 43enne di Torre Pellice

Nel primo caso, i militari sono intervenuti per fermare un uomo che, tornato
a casa ubriaco, aveva iniziato a litigare con la madre novantenne con cui
vive. La donna, scappata da una vicina per chiedere aiuto, ha allertato il
112 e sul posto i carabinieri hanno fatto scattare le manette ai polsi dei
figlio con l’accusa di resistenza e violenza a pubblico ufficiale, oltre a
denunciarlo per maltrattamenti in famiglia.

A Torre Pellice, invece, a finire nei guai è un uomo che ha minacciato di
morte la moglie dopo che lei le aveva comunicato l’intenzione di lasciarlo,
proprio a causa dei suoi comportamenti violenti. La vittima ha chiamato i
carabinieri che hanno bloccato il marito.

LA NAZIONE Lucca

Alcol in strada, arriva la stretta

Il sindaco di Castelnuovo Andrea Tagliasacchi ha emesso, ieri, una nuova
ordinanza al fine di contrastare il fenomeno dell’eccessivo affollamento del
centro storico nei prossimi giorni.

L’ordinanza prevede, nei giorni di oggi e domani, mercoledì 23 dicembre, nel
centro storico del capoluogo, il divieto di consumazione di bevande fuori
dagli spazi a disposizione del singolo esercizio pubblico della
ristorazione, fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, già a
decorrere dalle ore 9.

Per tutti gli esercizi di ristorazione, fra cui bar, pub, ristoranti,
gelaterie, pasticcerie, divieto di asporto di bevande già a decorrere dalle
ore 9. Una stretta per evitare che la zona gialla faccia decollare ancora
una volta i contagi all’ora dell’aperitivo.

Nel giorno di mercoledì 23 dicembre, dalle 14 alle 20, l’accesso al centro
storico è limitato per un numero massimo di mille persone. Dalle 9 alle ore
20, divieto di stazionamento, fatte salve eventuali code per garantire
accessi contingentati negli esercizi commerciali, nelle vie e piazze del
centro storico del capoluogo.

WINENEWS

Alcol in Italia, cala il consumo complessivo, ma aumenta quello lontano dai
pasti

I dati del Report del Ministero della Salute (relativo al 2018). 8,7 milioni
di consumatori a rischio abuso, soprattutto under 18 e over 65

Se il vino, nella dieta mediterranea, consumato ai pasti, con moderazione e
visto non solo come bevanda alcolica o alimento liquido, ma anche come
prodotto culturale e catalizzatore di socialità, è uno dei primi e più
importanti argini all’abuso di alcol (*), problema ancora di grande portata
in diversi Paesi del Nord Europa, e non solo, il peso dell’eccesso si
continua a sentire anche in Italia. Dove, peraltro, secondo i dati Istat, si
conferma la tendenza degli ultimi anni, che mostra un aumento del consumo di
alcol occasionale (dal 44% al 46%) e del consumo fuori pasto (dal 29% al
30%), mentre si osserva una diminuzione del consumo giornaliero (da 21,4% a
20,6%). Con una diminuzione del consumo esclusivo di vino o birra, mentre
aumenta l’abitudine a consumare altri alcolici insieme al vino e birra,
specialmente tra le donne di 45 anni e più. A metterlo nero su bianco,
seppur con dati relativi al 2018, è l’annuale “Relazione del Ministro della
Salute al Parlamento sugli interventi realizzati ai sensi della Legge n. 125
del 2001 in materia di alcol e problemi alcol correlati”, presentata in
Parlamento pochi giorni fa, in ritardo rispetto alla norma a causa del
Covid. Da cui emerge tra le altre cose, che il costo sociale e sanitario dei
problemi alcolcorrelati è stimato, per l’Italia, dall’Organizzazione
Mondiale della Sanità in 25 miliardi di euro all’anno, “con un impatto
completamente evitabile a fronte dell’adozione di comportamenti, stili e
modelli di consumo alcolico più salutari”. E questo, nonostante i consumi,
calcolati in quantità di “alcol puro”, in Italia, negli ultimi 20 anni siano
in netta diminuzione (-22,5%), ed in maniera molto più sensibile rispetto
alla media europea (-9,3%).

“Analizzando il dato per tipologia di bevanda si evince che, in Italia,
negli ultimi 20 anni, la maggior parte dei litri di alcol puro vengono da
sempre consumati bevendo vino, seguito da birra e in ultimo da liquori;
negli anni, tuttavia, la proporzione di litri di alcol consumati bevendo il
vino è diminuita passando da 6,98 nel 1996 a 4,58 nel 2016, mentre è
aumentata quella di alcol consumato bevendo birra (da 1,41 a 1,80
rispettivamente). Confrontando il dato italiano con quello della media dei
Paesi Europei si osserva che il consumo medio pro-capite di vino è diminuito
in Italia molto più che negli altri paesi (-34,4% vs -13,2%) mentre a fronte
di un incremento del consumo medio pro-capite di birra del 27,7% registrato
in Italia, a livello europeo si osserva una diminuzione nello stesso periodo
del 5,6%. L’alcol consumato bevendo liquori e altri alcolici è invece
diminuito sia in Italia del -1,4% sia nei Paesi Europei (-10,0%).

Nel complesso, sintentizza il report, in Italia ci sono 8,7 milioni di
consumatori a rischio, 65.000 persone alcoldipendenti prese in carico dai
servizi alcologici, e oltre 5.000 incidenti stradali rilevati soltanto da
Polizia e Carabinieri. La prevalenza dei consumatori a rischio, elaborata
attraverso l’indicatore di sintesi dall’Istituto Superiore di Sanità, mostra
che nel 2018 il 23,4% degli uomini e l’8,9% delle donne di età superiore a
11 anni, per un totale di quasi 8.700.000 individui, non si sono attenuti
alle indicazioni di salute pubblica sul consumo di bevande alcoliche (ovvero
le Linee Guida per una sana alimentazione – Centro di Ricerca e Nutrizione
anno 2018, dove per un consumo a basso rischio si parla di meno di 10 grammi
di alcol al giorno per donne ed anziani, e meno di 20 per gli uomini, ndr).
La fascia di popolazione più a rischio per entrambi i generi è quelle dei
16-17enni , seguita dagli anziani ultra 65enni.

“Verosimilmente a causa di una carente conoscenza o consapevolezza dei
rischi che l’alcol causa alla salute – si legge nella sintesi del report –
800.000 minorenni e 2.700.000 ultra sessantacinquenni sono individui da
considerare a rischio per patologie e problematiche alcol-correlate,
esattamente quei target di popolazione sensibile per i quali gli Oms e
Commissione Europea raccomandano azioni di intervento, volte a
sensibilizzare le persone sulla non conformità dei loro consumi alle
raccomandazioni di sanità pubblica”. La prevalenza di consumatori a rischio
di sesso maschile è superiore a quelle delle donne per tutte le classi di
età a eccezione dei ragazzi.

Tra i comportamenti a rischio nel consumo di bevande alcoliche tra i giovani
il binge drinking rappresenta ancora l’abitudine più diffusa e consolidata:
secondo lo studio sui modelli di consumo tra i giovani, nel 2018 il fenomeno
del binge drinking ha riguardato il 17,2% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni
di età, di questi il 22,6% maschi e l’11,1% femmine, dati sovrapponibili a
quelli dell’anno precedente (Istat).

Tra le curiosità, emerge che la quota di consumatori di bevande alcoliche
aumenta al crescere del titolo di studio conseguito, ciò avviene soprattutto
per le donne e, soprattutto, in relazione al consumo fuori pasto. Andamento
inverso ha, invece, il consumo quotidiano, che risulta crescente al
diminuire del titolo di studio, soprattutto per gli uomini. Ancora, emerge
che i decessi totalmente alcol-attribuibili attualmente (dato 2016) sono
stati 1.290, di cui 1.032 uomini e 258 donne, in leggero aumento. Sul fronte
degli incidenti stradali, invece, emerge che, nel 2018, sono stati 5.097
quelli in cui uno dei due conducenti era in stato di ebbrezza, l’8,7% del
totale (rispetto al 7,8% del 2017), secondo i dati di Carabinieri e Polizia
Stradale.

(*) Nota: affermazione del tutto priva di scientificità, evidentemente
frutto di un parere personale, o peggio di un sentito dire da parte del
solito ben noto “autorevole esperto”, attento più alla promozione del vino
che alla protezione della salute.

VIRGINRADIO

SLASH, FU DAVID BOWIE AD AIUTARLO AD USCIRE DALLA DIPENDENZA DA ALCOL E
DROGA. ECCO COME

Il Duca Bianco ha avuto un ruolo fondamentale nella vita del chitarrista dei
Guns N’ Roses

ACCEDI

ROCK NEWSSLASH, FU DAVID BOWIE AD AIUTARLO AD USCIRE DALLA DIPENDENZA DA
ALCOL E DROGA. ECCO COME

Il Duca Bianco ha avuto un ruolo fondamentale nella vita del chitarrista dei
Guns N’ Roses

David Bowie ha dovuto combattere contro la dipendenza da alcol e sostanze
stupefacenti per gran parte della sua vita. Quando finalmente è riuscito a
uscire dal tunnel, ha deciso di aiutare anche i suoi amici a rivedere la
luce. La sua rinascita risale al 1993, quando pubblicò Black Tie White
Noise; in quel periodo il Duca Bianco parlò apertamente della battaglia che
aveva combattuto e vinto: “È come avere un’enorme ostrica tra le mani con
una perla al centro – disse in un’intervista – potresti avere la perla ma
per prenderla rischi di spezzarti le braccia. Quindi è meglio provarci o no?
Io suggerirei che la cosa migliore è quella di non rischiare”. (*)

Bowie non nascose il suo disprezzo per come i media raccontavano la
dipendenza da sostanze stupefacenti, senza mostrare mai il lato oscuro di
questo stile di vita. Il musicista prese come esempio la storia di Jim
Morrison: “Non vediamo abbastanza fotografie di un povero scemo disteso a
terra in bagno – commentò – lo vediamo solo volubile e bellissimo. La stessa
cosa è accaduta con James Dean. L’immagine che abbiamo di lui è quella di un
giovane che ha vissuto troppo velocemente ed è morto troppo presto. Forse
avremmo un’idea diversa se avessero pubblicato le sue foto dopo l’incidente
stradale”.

Secondo Bowie, dunque, è utile raccontare le conseguenze dell’assunzione di
droghe e far vedere anche il dramma che si cela dietro la facciata e il
racconto della vita dei grandi artisti. (**) Anche Slash, com’è noto, è
finito nel tunnel della dipendenza ma per fortuna poi fu aiutato proprio dal
Duca Bianco. Un giorno i due si incontrarono e il chitarrista dei Guns N’
Roses raccontò al leggendario musicista che ormai i suoi viaggi psichedelici
erano diventati per lui delle esperienze orribili dalle quali però non
riusciva a uscire. Bowie lo mise in allerta, dicendogli ciò che forse non
voleva sentirsi dire, ma per fortuna glielo disse lo stesso e proprio al
momento giusto.

L’artista spiegò al giovane Slash che l’utilizzo di quelle sostanze avrebbe
alterato la sua mente per sempre: “Mi disse ‘No, probabilmente adesso tu ti
trovi in un posto brutto e sei diventato vulnerabile a molte interazioni
esterne con le cose che normalmente le persone non vedono, ti sei esposto a
tutto questo’ – ha raccontato il chitarrista a Kerrang – io risposi
‘Accidenti, è pesante…’. Ma quello mi sembrò come un consiglio. O forse fu
una precisazione che mi aiutò ad aprire gli occhi sullo stato mentale in cui
mi trovavo”.

Slash ha parlato di questo incontro fondamentale nella sua vita anche nella
sua autobiografia: “David era saggio e si impegnava sul fronte dell’abuso di
sostanze – ha raccontato – mi chiese di quali droghe stessi facendo uso e
cosa stessi provando a livello emotivo e psicologico e anche con la band.
Divagai un po’, ma una volta che iniziai a parlare dei miei amichetti
trasparenti, David mi interruppe… aveva ascoltato abbastanza”. Con poche
parole, Bowie fece capire al suo giovane amico che era arrivato il momento
di dire basta perché altrimenti le conseguenze sarebbero state irreparabili.

Bowie conosceva molto bene il chitarrista: la madre di Slash, Ola Hudson, in
passato aveva infatti lavorato per il grande artista come costumista ed è
anche grazie a lei se nacque il personaggio del Duca Bianco. Il rapporto tra
loro due all’inizio riguardava solo il lavoro, ma poi nacque qualcosa di più
profondo e forse è anche per questo se l’artista ha voluto aiutare Slash,
oltre al fatto che in lui aveva visto del talento e pensava che non avrebbe
dovuto sprecarlo così, gettando via la sua vita in quel modo. “Erano sempre
insieme – ha raccontato il chitarrista nel 2012 parlando di sua madre e del
musicista – una volta li sorpresi nudi. Probabilmente stava accadendo
qualcosa tra di loro, ma la mia prospettiva all’epoca era limitata.
Ripensandoci, forse sapevo esattamente cosa stesse succedendo. Quando
ripenso a tutte quelle persone, posso solo immaginare quanto fossero strane
certe situazioni”.

In ogni caso, grazie al consiglio di David Bowie, Slash è riuscito a trovare
la sua strada e nel 2005 ha dichiarato di essere tornato completamente
sobrio e di aver chiuso con le droghe. Ancora oggi le parole del grande
artista risuonano nella sua mente, ricordandogli ciò che, anche grazie a
lui, è riuscito a evitare, decidendo di cambiare il suo stile di vita.

(*) Nota: la frase “È come avere un’enorme ostrica tra le mani con una perla
al centro – disse in un’intervista – potresti avere la perla ma per
prenderla rischi di spezzarti le braccia. Quindi è meglio provarci o no? Io
suggerirei che la cosa migliore è quella di non rischiare” denota grande
saggezza. E consapevolezza.

(**) Nota: “è utile … far vedere anche il dramma che si cela dietro la
facciata e il racconto della vita dei grandi artisti”.

Associazione Nuovo Paradigma O.d.V. – C.F. 91071720931

Associazione Nuovo Paradigma O.N.L.U.S. – C.F. 91071720931