RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA SU VINO, BIRRA ED ALTRI ALCOLICI
A cura di Alessandro Sbarbada, Guido Dellagiacoma, Roberto Argenta
CORRIERE.IT
Emilia Nastasi, mamma di Valentino Colia: «Mio figlio ucciso due volte. Lo
sconto di pena al killer ci fa sentire abbandonati»
*Il15enne era stato travolto mentre era in bicicletta a Garbagnate
Milanese. La pena al guidatore, ubriaco, ridotta da 7 anni e 4 mesi a 6
anni:«È un Paese senza giustizia. Da Bogdan Pasca solo un telegramma, ed
era del suo avvocato» *
*di Chiara Evangelista *«La sentenza? Surreale. È come se il furgone fosse
passato per la seconda volta sul corpo di mio figlio», commenta Emilia
Nastasi, madre di Valentino Colia, il 15enne investito la sera del 17
luglio 2023 a Garbagnate Milanese, comune alle porte di Milano, da un
furgone. Alla guida del veicolo, ubriaco e con la patente scaduta, c’era
Bogdan Pasca, 34 anni, di origini romene. In primo grado l’uomo è stato
condannato in rito abbreviato a 7 anni e 4 mesi di reclusione per omicidio
stradale. Giovedì la Corte d’Appello di Milano ha ridotto la pena a 6 anni.
*Si aspettava un’impugnazione della sentenza di primo grado? *«Lo scorso
giugno ci sembrava che finalmente fosse stata fatta giustizia. Speravamo
che la vicenda giudiziaria fosse terminata lì».
*Invece? *«Non ci è stato concesso neanche il tempo di metabolizzare il
dolore».
*Se la difesa avesse rinunciato a impugnare la sentenza ci sarebbe stato
comunque lo sconto di pena di un sesto, in base alla legge Cartabia. *«Il
risultato, infatti, non sarebbe stato tanto diverso rispetto a quanto è
stato deciso in secondo grado. Per noi, però, è stato lancinante tornare
nelle aule di Palazzo di giustizia, dove speravamo di non dover più metter
piede».
*Quando ha ascoltato il dispositivo della sentenza cosa ha pensato? *«Questo
è un Paese senza giustizia. Ci sentiamo abbandonati».
*Più da chi fa le leggi e o da chi le applica? *«Da entrambi. Per la legge
l’omicidio stradale è un reato colposo. Per me non è così».
*Cioè? *«Se ti metti alla guida ubriaco, sei consapevole che puoi uccidere
qualcuno. Anzi, parlerei persino di dolo: se ti metti alla guida ubriaco
vuoi uccidere qualcuno».
*Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo
Salvini, ha commentato la sentenza scrivendo «questa non è giustizia». *«Non
capisco la sua indignazione. Il nuovo codice della strada è stato voluto da
Salvini, ma ci sono dei cortocircuiti nel provvedimento».
*Ad esempio? *«Bisognava pensare a delle disposizioni differenti, come
incentivare la presenza degli autovelox. Non servono i limiti di velocità,
se poi non ci sono dispositivi necessari a rilevare le infrazioni».
*Cosa servirebbe per evitare la morte lungo le strade? *«Servono pene più
severe, perché è come se si considerasse l’omicidio stradale un reato di
serie B. Il mio desiderio sarebbe che non ci fossero più altri Valentino,
altri ragazzi che escono una sera d’estate per andare a mangiare un gelato
e non tornano più».
*Ha ricevuto delle scuse da parte di Pasca? *«Nulla. Solo un telegramma,
mandato in realtà dal suo avvocato. Se le scuse non sono arrivate finora,
non credo che arriveranno più».
*In futuro prende in considerazione un percorso di giustizia riparativa? *«Al
momento lo escludo. Non ci sono le condizioni. Dobbiamo ritrovare un
equilibrio, ma siamo condannati all’ergastolo dal dolore. Una spinta in
positivo per andare avanti ci viene dall’associazione che abbiamo fondato».
*«Vale per sempre». *«Esatto, proviamo ad aiutare come possiamo alcuni
ragazzi in difficoltà. In questo buio, vogliamo lasciare la luce accesa»
IL TIRRENO
Terricciola, nel borgo toscano del vino etilometri in regalo ai cittadini:
«Un bicchiere non è reato»
*L’iniziativa al Teatro Tommaso Gherardi del Testa alla presenza di medici,
educatori, forze dell’ordine e istituzioni: un incontro pubblico per
diffondere l’etica del buon bere *
*di Tommaso Silvi *22 febbraio 2025
*TERRICCIOLA*. Alla fine sul palco del Teatro Gherardi del Testa si è
brindato con un calice di rosso. Di Terricciola, naturalmente. E in platea
assessori e consiglieri comunali a distribuire etilometri elettronici
tascabili al pubblico. Perché «bere non significa sballarsi», ricorda il
sindaco, Matteo Arcenni. «Gustarsi un bicchiere a tavola senza rischiare è
possibile», aggiunge. L’importante è… non “bersi la patente”. Il messaggio
arriva dal borgo del vino, sulle colline della Valdera, nella mattina di
sabato 22 febbraio.
*L’evento *Ci sono Fabrizio Mariani e Alessia Gallerini della cooperativa
Arnera, di Pontedera, da anni impegnati sul territorio per la promozione di
iniziative educative e di sensibilizzazione su temi sociali cruciali, come
l’abuso di alcool e la pericolosità della guida in stato di ebbrezza. C’è
la dottoressa Marta MiIianti, responsabile del Serd di Pontedera, insieme
al maresciallo Antonio Lapenna, comandante della stazione di Terricciola, e
Daniele Tarulli, a capo della polizia municipale di Terricciola. A moderare
l’incontro il vicedirettore del Tirreno, Cristiano Marcacci. L’obiettivo
dell’iniziativa è chiaro e a ribadirlo è il sindaco nell’intervento che
apre l’evento: «In seguito all’entrata in vigore del nuovo codice della
strada, il 14 dicembre scorso, abbiamo ritenuto necessario informare la
cittadinanza sul quadro normativo che regola il consumo di alcool per chi
deve mettersi al volante. Ma non vogliamo limitarci – spiega Arcenni – a
snocciolare una lista di articoli e leggi, perché crediamo che sia
importante affrontare un tema così delicato analizzando ogni aspetto. *Un
bicchiere di vino non è reato».* Lo ricorda anche il consigliere regionale
Diego Petrucci: «Come consiglio regionale abbiamo scelto di contribuire
alla realizzazione di questa iniziativa perché importante distinguere la
cultura del bere in modo responsabile dalla moda scellerata dello sballo a
ogni costo».
*Tra informazione e scienza *“Non ti bere la patente!”, questo il nome
dell’iniziativa di Terricciola, diventa quindi un approfondimento a tutto
tondo sull’alcool. Fabrizio Mariani e Alessia Gallerini raccontano
l’impegno di Arnera, con gazebo all’interno delle feste e all’esterno delle
discoteche, negli anni, per far capire ai giovani i risvolti potenzialmente
tragici della scelta di guidare dopo una serata a base di drink e
superalcolici. *«C’è un consumo moderato – spiega la dottoressa Marta
Milianti – e un consumo patologico di alcool».* *Il campanello d’allarme
suona quando «si superano le cinque unità alcoliche negli uomini – prosegue
la responsabile del Serd di Pontedera –, quattro nelle donne.* (*) Non è
raro che soprattutto i più giovani in una serata bevano anche 7-8
cosiddetti “shottini”, ovvero piccoli bicchieri di superalcolici, spesso di
bassa qualità e venduto quindi a pochi euro ciascuno, perdendo quasi
totalmente la lucidità e la consapevolezza delle loro azioni». Per
sintetizzare il concetto del limite tra il “bere sano” e il “bere
patologico” la dottoressa Milianti si affida a una sola frase: «Quando ci
accorgiamo che l’alcool ci sta servendo per gestire stati di stress, ansia
o depressione, allora dobbiamo fermarci e farci aiutare. Quello non è un
bere responsabile, ma un bere patologico. E come ogni patologia deve essere
curata con l’aiuto di specialisti».
*La legge *E poi c’è la legge. Il rischio di veder volare via la patente
per un bicchiere di troppo a cena. «Voglio chiarire una cosa –esordisce il
comandante della polizia municipale di Terricciola, Daniele Tarulli –. I
limiti non sono cambiati con il nuovo codice della strada. Sono i soliti di
sempre. Sono state inasprite le sanzioni». Da un chiarimento all’altro. «La
legge – prosegue – dice che quando una persona viene trovata con un limite
superiore al consentito, la seconda prova con l’etilometro deve essere
effettuata almeno cinque minuti dopo il primo tentativo. Spesso troviamo
persone che ci chiedono di aspettare 15-20 minuti, ma vi confesso una cosa:
non ho mai visto abbassare clamorosamente il tasso alcolemico nel giro di
20 minuti, anzi. È capitato che il secondo test fornisse un valore
superiore al primo. Quindi, la cosa migliore è mettersi alla guida senza
aver bevuto oltre un bicchiere di vino durante il pasto». Parla di «buon
senso» da parte delle forze dell’ordine al momento dei posti di blocco il
maresciallo Antonio Lapenna, che ricorda: «I militari svolgono solamente il
loro lavoro, e quando trovano una persona che ha un tasso di alcool
superiore alla norma procedono come prevede la legge. A tutti voglio
ricordare che non c’è da aver paura delle forze dell’ordine, né tantomeno è
opportuno porsi in modo violento nei loro confronti. I cittadini hanno
bisogno dei carabinieri come i carabinieri hanno bisogno dei cittadini. Al
di là dell’alcool e dei limiti, invito tutti a rivolgersi alle forze
dell’ordine e a non aver timore di segnalare e a telefonare al numero unico
per le emergenze (112). Siamo qui per questo, per rispondere alle esigenze
della gente, è il nostro lavoro. Così come è il nostro lavoro fermare chi
guida dopo aver bevuto troppo: per il suo bene e per quello delle altre
persone».
(*) Nota: era prevedibile che i produttori di alcolici reagissero al calo
dei consumi conseguente all’introduzione delle nuove norme del Codice della
Strada. Non ci aspettavamo però che avessero l’avvallo di operatori della
prevenzione. Oltretutto portatori di informazioni decisamente discutibili.
NOVEFIRENZE
La riforma no-alcol di Salvini diventa una crociata contro il vino
*Il grido di allarme di Fipe e Confcommercio venerdì a Firenze con un
pranzo dimostrativo, ricco di testimonial Nicola Novelli *22 febbraio 2025
*FIRENZE*- Le recenti modifiche agli articoli 186 e 187 del Codice della
Strada prevedono conseguenze sanzionatorie talmente sproporzionate da fare
sospettare una prossima valutazione di costituzionalità. A partire dalla
nuova disposizione che induce gli agenti di pubblica sicurezza a verificare
lo stato di ebbrezza di conducenti, ciclisti e passanti anche in assenza
del sospetto di una possibile alterazione delle capacità di guida.
Comunque vada quel che la riforma Salvini ha certamente determinato è uno
stato di timore diffuso tra la popolazione circa il rischio di perdere la
patente e subire gravi conseguenze economiche e lavorative per via di un
esito negativo all’etilometro. Con l’effetto di provocare una riduzione del
consumo di vino, la bevanda nazionale, negli esercizi commerciali e in
particolare nei ristoranti, dove -a partire dal dicembre scorso– gli
avventori rinunciano a ordinare anche un bicchiere di vino, preoccupati
dall’idea di non poter tornare a casa in serenità.
E’ questo il grido di allarme lanciato da Confcommercio Toscana e dalla
Federazione italiana dei pubblici esercizi, che venerdì hanno organizzato
nel ristorante ‘Vivo’ di Firenze un evento speciale, pronto per essere
replicato in altre città toscane. *Obiettivo dimostrare che consumando
mezza bottiglia a testa di un buon vino italiano nel corso di un pranzo
completo, quando ci si alza da tavola l’alcoltest dimostra che non si sono
superati i limiti di legge*. Ovvero, il tasso alcolemico varierà a seconda
del sesso, del peso, delle abitudini personali e dalla quantità e qualità
organolettica delle vivande consumate, ma difficilmente tre bicchieri di
vino di comune gradazione faranno superare i limiti consentiti.
E’ proprio quello che è successo agli invitati del pranzo di venerdì scorso
a Firenze: esponenti delle istituzioni e giornalisti, che hanno
accompagnato alle pietanze una certa quantità di vino, per poi sottoporsi
volontariamente a un test alcolemico con un etilometro professionale: su un
totale di 35 persone sottoposte a controllo subito dopo il pasto, solo una
è risultata con un tasso superiore al limite consentito. Tuttavia, dopo
circa venti minuti, il valore è sceso ben al di sotto della soglia di legge.
Slogan dell’iniziativa è “A tavola con buon senso: vino, cultura e
sicurezza”, con l’intenzione di dotare il maggior numero di ristoranti di
alcoltester, per consentire ai clienti di verificare la propria condizione
e cenare in serenità. “È evidente che il problema sta altrove – ha detto il
direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni – nei superalcolici
consumati in maniera sfrenata, nell’abuso sconsiderato e nel consumo
esagerato. A chi si mette alla guida con un tasso di alcol superiore allo
0,50 fanno bene a ritirare la patente”.
Ma anche se difficilmente il tradizionale approccio al vino durante un
pasto può essere incriminato, gli effetti della “crociata” del Ministro
Salvini (quello degli spritz al Bagno Papeete) contro il consumo di tutte
le sostanze psicotrope, sta creando difficoltà al mercato del vino. Almeno
temporaneamente.
Non tanto quello della produzione, considerando che certe aziende vinicole
toscane arrivano a esportare anche l’80% delle bottiglie. E forse nemmeno
la distribuzione che vende la grande maggioranza delle quantità ai
consumatori finali. Piuttosto a subire effetti economici sono gli esercizi
di ristorazione, che con frequenza gli avventori raggiungono con veicoli a
motore e quindi temono di non poter ripartire in conformità alla legge.
Secondo la percezione dei ristoratori da dicembre a oggi le abitudini di
consumo sono cambiate eccome, riducendo il costo medio di un pasto
somministrato e mettendo in forse il margine di guadagno dei gestori.
“Il nostro obiettivo – spiega Marinoni – è fermare l’allarmismo creato da
una cattiva interpretazione del nuovo Codice della Strada, che ha portato a
un drastico calo dei consumi nei pubblici esercizi, mettendo in difficoltà
il settore della ristorazione e ovviamente tutta la filiera produttiva. Il
nuovo Codice della Strada – sottolinea – non ha introdotto alcun divieto
assoluto sul consumo di alcol (ad eccezione che per i neopatentati e gli
autisti professionisti), ma ha confermato i limiti già esistenti per chi si
mette alla guida, 0,50 grammi di alcol per litro di sangue, esattamente
come prima, inasprendo semplicemente le sanzioni e le contravvenzioni”.
“Non mettiamo in discussione la necessità di contrastare l’abuso di alcol,
ma vogliamo sottolineare che uno o due bicchieri di vino durante un pasto
equilibrato non costituiscono un pericolo né tanto meno un reato – aggiunge
il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano, che è anche
vicepresidente vicario nazionale di Fipe – Il pranzo è stata un’occasione
per sfatare falsi allarmismi e valorizzare uno stile di vita responsabile.
Il vino è segno identitario del nostro Paese, non è giusto che finisca nel
mirino di una campagna denigratoria che non giova a nessuno. Richiamiamo
piuttosto alla responsabilità personale, senza diffondere falsità”.“Il
messaggio che vogliamo trasmettere è di buon senso: ognuno deve conoscere i
propri limiti e comportarsi di conseguenza, senza cedere a un panico
ingiustificato che penalizza inutilmente il settore della ristorazione. Il
consumo responsabile di vino fa parte della nostra cultura e del nostro
stile di vita, basato sulla convivialità e sulla moderazione, e non ha
niente a che vedere con i modelli di consumo di altri Paesi, dove l’eccesso
è quasi la norma”, sottolineano Marinoni e Cursano.
Il format di “A tavola con buon senso”, che sarà replicato in altre città
toscane, si inserisce in una più ampia campagna di informazione promossa da
FIPE e Confcommercio per sensibilizzare cittadini e istituzioni
sull’importanza di una comunicazione chiara ed equilibrata sul tema del
consumo di alcol e sicurezza stradale.
DOMANI
*Commenti *Attenzione a dividersi sul problema adolescenti e alcol
*Non sottovalutare il problema e parlare dei rischi che comporta il bere in
adolescenza sono due piccole cose che dovrebbero fare tutti quelli che
parlano del tema. Senza inutili divisioni *23 febbraio 2025
*Santino Gaudio psichiatra *Quando si parla di adolescenti non si parla
solo di loro ed a loro, si parla anche e soprattutto a dei genitori che si
fanno tante domande e cercano risposte su un periodo cruciale dello
sviluppo dei loro figli. Quando queste risposte non sono chiare o non sono
sostenute da dati scientifici consolidati il rischio diventa enorme. Per
tali ragione sono dalla parte del programma Presa Diretta di Rai3, che ha
dedicato una puntata dal titolo “generazione alcolica” al fenomeno dell’uso
di alcolici in adolescenza (vi invito ad andare a vederla),
(*https://www.youtube.com/watch?v=cNFJJqTBxLc
24 Ore del 21 gennaio 2025, che titola “Giovani e alcol, numeri
allarmanti”, ( *https://stream24.ilsole24ore.com/video/salute/giovani-e-alcol-numeri-allarmanti/AGTG2VRC
<stream24.ilsole24ore.com/video/salute/giovani-e-alcol-numeri-allarmanti/AGTG2VRC>*
) e di tutti gli altri contributi che parlano del problema.
Per le medesime ragioni non riesco a comprendere l’articolo pubblicato lo
scorso 11 febbraio sul Domani che, prendendo di mira un mio articolo del 22
gennaio (pare senza averlo letto o senza averlo letto per intero), ci dice
che tutti quelli che parlano di un problema di abuso di alcolici in
adolescenza sono preda di una fantasiosa costruzione giornalistica.
*I numeri del fenomeno in Italia *È vero, come riportato dall’articolo del
11 febbraio, che facendo la media di tutti i paesi europei la percentuale
degli adolescenti di 15 anni che si sono ubriacati almeno due volte nella
vita è scesa dal 2002 al 2022 dal 39 per cento al 23 per cento. Tuttavia,
considerare questo singolo dato del report della Commissione europea è
limitativo e porta a conclusioni lontane dalla realtà italiana.
Purtroppo, il recente report della Commissione europea riporta, per il
2022, una percentuale di adolescenti italiani di 15 anni che si sono
ubriacati almeno due volte superiore al 35 per cento per i ragazzi e
superiore al 25 per cento per le ragazze.
Purtroppo, i dati riportati nel mio articolo del 22 gennaio sono reali e
quanto ho provato a fare con quell’articolo è stato fotografare la realtà
internazionale ed Italiana di oggi, partendo dagli ultimi dati pubblicati
dal National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism degli Usa e dalla
Commissione europea.
*Perché non bisogna dividersi sul problema alcol e adolescenti*
Considerando le percentuali dei quindicenni italiani che hanno fatto abuso
di alcolici, abbiamo un altro dato da considerare: più di un terzo dei
genitori italiani con figli adolescenti ed un quarto con figlie adolescenti
hanno dovuto affrontare l’ubriachezza delle loro ragazze e dei loro ragazzi.
È difficile immaginare cosa possano pensare questi genitori nel leggere che
l’alcol tra gli adolescenti ha un trend in miglioramento nella media dei
paesi europei. È difficile immaginare cosa possano provare i genitori che
devono accompagnare in pronto soccorso i loro figli adolescenti dopo
un’abbuffata di alcol (in termini scientifici: Binge drinking).
È per tutti loro che bisogna mantenere alta l’attenzione sul tema. Per
quanto riguarda la “de-normalizzazione del bere”, riportata dall’articolo
del 11 febbraio, essa è una interessante teoria sociologica proposta da
Caluzzi et al. (2022. Pubblicato su Addction) che cerca di dare un quadro
d’insieme per spiegare la riduzione del consumo di alcolici negli
adolescenti a livello internazionale.
Tale teoria è giovane e discussa (Pertti Alasuutari, 2022. Pubblicato su
Addiction) e non può essere considerata applicabile a tutte le realtà
nazionali ed all’Italia (Kolind et al., 2025. Pubblicato su Health, Risk &
Society). Purtroppo, le percentuali riportate dalla commissione europea
relative all’uso/abuso di alcol tra gli adolescenti Italiani lo dimostrano.
I dati scientifici consolidati che dovrebbe porre tutti dalla stessa parte
nel sollevare il tema del consumo di alcolici in adolescenza sono, tra gli
altri, quelli riportati nel lavoro di de Goede et al. (2021. Pubblicato su
Advances in Nutrition) che, facendo una revisione della letteratura
scientifica, evidenziano come l’utilizzo di sostanze alcoliche in
adolescenza alteri lo sviluppo cerebrale (aumentando il rischio di
difficoltà cognitive e di apprendimento) e comporti un rischio per lo
sviluppo di alcolismo in età adulta. Il gruppo di ricerca di de Goede
conclude che gli adolescenti non dovrebbero bere alcolici in termini
assoluti.
Di conseguenza, non sottovalutare il problema e parlare dei rischi che
comporta il bere in adolescenza sono due piccole cose che dovrebbero fare
tutti quelli che parlano del tema. Senza inutili divisioni.
ILPIACENZA
Martina a 19 anni corona il suo sogno: aprire un bar a Bettola
*Dopo aver lavorato anche al ristorante di Cracco a Milano la giovane
bettolese inaugura la sua attività in viale Vittoria *Ha 19 anni e le idee
chiarissime già da un po’. La bettolese Martina Murelli riapre il “Bar
Vittoria” nel suo paese natio. Il locale, che prima era un pub, era chiuso
da qualche anno. La giovane, dopo alcune esperienze fuori provincia, corona
il suo sogno: aprire un’attività sua, nel capoluogo, in viale della
Vittoria. «Per questo – confida la ragazza – ho mantenuto il nome
originario del locale, perché la sua apertura per me rappresenta una
“vittoria”».
Martina ha ottenuto due diplomi nel settore sala e bar, uno preso allo Ial
di Piacenza, l’altro a Serramazzoni (Modena). Pur essendo giovanissima,
vasta diverse esperienze nel settore. Ha lavorato a Milano nel noto
ristorante “Cracco” in galleria Vittorio Emanuele, in due alberghi a Milano
Marittima e a St. Moritz in Svizzera. «Mi occupavo sia del servizio bar che
della ristorazione. Già durante queste esperienze avevo l’idea di aprire un
mio locale, un po’ fine e ricercato, accumulando conoscenze. Sono state
esperienze molto formative che ora cerco di mettere a frutto».
Nel suo locale il tema portante è la musica: «Mio padre è molto
appassionato, dirige un coro e penso che la musica unisca un po’ tutti»,
precisa Martina. Perché ha aperto un locale qui a Bettola e non a Piacenza?
«Sento molto l’appartenenza a questo paese – risponde -, dove sto bene. Non
ho pensato di aprire un locale altrove. È un peccato che negli anni il
paese abbia perso alcune attività, soprattutto in questo viale. Voglio dare
il mio contributo, rivitalizzare un po’ la situazione».
A darle una mano la mamma Emanuela, «ma anche la nonna Elsa si è resa
disponibile ad aiutarmi». Martina gode del sostegno emotivo anche della
bisnonna. «Quando sono nata – racconta – era ancora in vita la
bis-bis-nonna. Ben cinque generazioni di donne della mia famiglia tutte
assieme, conservo una bella foto».
Martina, nel suo locale, che verrà inaugurato sabato 1° marzo, ha creato
una nutrita lista di cocktail. «Quelli tradizionali – spiega – ma anche
“low alcol” e “safe alcol”, con poco o niente alcol. L’ho fatto per le
persone che devono guidare, per gli astemi e le donne in stato interessante.
(*) Qua si potrà bere un “gin tonic” senza alcol. Inoltre mi piacerebbe
organizzare anche feste ed eventi nel locale, e voglio essere molto
collaborativa con le altre attività bettolesi, in particolare con quelle
del viale». La notizia della riapertura del “Vittoria” si è sparsa in
paese. «Tutto ciò che viene aperto a Bettola – commenta Massimo Calamari,
consigliere con la delega al commercio – per noi è un buon segno e viene
accolto con soddisfazione. Così si dà speranza a chi vive in paese, in
particolare se a farlo sono giovani bettolesi come Martina. In bocca al
lupo a lei».
(*) Nota: è importante offrire delle alternative non alcoliche. Volendo
essere maliziosi, così come in ecologia ha preso piede il greenwashing,
cioè un ecologismo di facciata, è possibile che ora si stia affacciando
l’healthwashing. Sarebbe comunque un riconoscimento del rapporto tra
alcolici e rischi per la salute.
GAZZETTA DI MODENA
Serramazzoni, minaccia il barista e spacca la vetrina del bar con il
martello
UMBRIAJOURNAL
Incidente stradale a Narni: denunciato un 29enne per ubriachezza
Aggressione al pronto soccorso, uomo ubriaco semina panico
IL GIORNO
Ubriaco, mette a soqquadro un bar
PRIMA CREMONA
Si mette alla guida ubriaco e senza patente, i Carabinieri lo fermano e lui
li insulta
CRONACHE ANCONA
Sorpreso al volante ubriaco per due volte in 24 ore: rischia una multa da
8mila euro
TV7BENEVENTO
25ENNE UBRIACA TENTA DI DENUDARSI IN STRADA E INVEISCE CONTRO ESERCIZIO …