Alcologiarassegna stampa su vino, birra e altri alcolici del 25 marzo 2025

25 Marzo 2025
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RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI

A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada

FOOD SERVICE

Alcol, in Italia prevale il consumo responsabile

Torna nelle scuole Responsibility in Education, il programma di Fondazione
Birra Moretti per educare i giovani a prevenire gli eccessi (*)

www.foodserviceweb.it/2025/03/25/alcol-in-italia-prevale-il-consumo-
responsabile/

In Italia prevale un approccio moderato e responsabile al consumo di alcol e
il binge drinking (letteralmente ‘abbuffata alcolica’) diffuso
principalmente nel Nord Europa, rimane nel nostro Paese un fenomeno limitato
ma che va attenzionato. Resta però una preoccupazione significativa per i
giovani, ed è per questo importante promuovere campagne di sensibilizzazione
per ridurre i comportamenti a rischio legati al consumo eccessivo di alcol.
Proprio sulla formazione pone l’accento Fondazione Birra Moretti con il
programma educativo Responsibility in Education. Dedicato al consumo
moderato e responsabile e rivolto agli studenti maggiorenni delle classi 5^
delle scuole alberghiere, il progetto ha già coinvolto dal 2022 oltre 4.800
studenti di 31 istituti di Scuola Superiore in Lombardia, Puglia, Lazio,
Sicilia e Sardegna. E riparte ufficialmente nel 2025 con la prima tappa in
Sardegna presso l’Istituto Professionale Servizi per l’Enogastronomia e
l’Ospitalità alberghiera “Antonio Gramsci” e a Messina presso l’Istituto
d’Istruzione Superiore “Antonello”, supportati dal patrocinio dei rispettivi
Comuni.

“Siamo convinti che l’educazione dei giovani sia la chiave per favorire un
consumo di alcol responsabile e moderato – dichiara Paolo Merlin, Direttore
della Fondazione Birra Moretti -. Con il nostro programma, abbiamo scelto di
partire dalle nuove generazioni di professionisti dell’Horeca che saranno di
fatto i futuri ambasciatori dell’educazione alimentare. I giovani oggi sono
molto più consapevoli degli effetti sulla salute del consumo eccessivo di
alcol e lo riscontriamo ogni giorno durante gli incontri con loro e i loro
docenti. I numeri raggiunti dal programma in questi anni scolastici e il
crescente interesse da parte degli istituti e degli insegnanti ci confermano
la potenza dell’educazione e ci spingono a credere che siamo sulla strada
giusta”.

Responsibility in Education è solo una delle attività della fondazione che
nasce infatti con lo scopo di migliorare la conoscenza della birra in
Italia, diffondendone la cultura e abbinamenti gastronomici, coerenti con lo
stile alimentare italiano e con l’approccio moderato e conviviale tipico
della tradizione mediterranea. Una dimensione che viene confermata anche da
un recente studio di Osservatorio Birra e Agronetwork: quando gli italiani
vanno in un locale per bere una birra, 8 volte su 10 viene consumata a
pasto.

“Come Fondazione Birra Moretti ci impegniamo quotidianamente per promuovere
il consumo responsabile (**) – prosegue Paolo Merlin -. La birra è la più
moderata fra le bevande alcoliche e oggi conta anche su una ricca scelta di
varianti analcoliche ed a zero contenuto di alcol, migliorate molto nel
gusto negli ultimi anni, rendendo oggi queste birre una scelta credibile per
i consumatori. Per questo, portiamo avanti un’attività di diffusione della
cultura della birra, concentrandoci su fattori che generano un impatto
positivo sulla vita culturale, sociale ed economica del nostro Paese”.

Il programma di Fondazione Birra Moretti

Il progetto è realizzato in partnership con ASPI – Associazione Sommellerie
Professionale Italiana, NoidiSala e Futurely – la piattaforma digitale ed
educativa che opera in collaborazione con Zanichelli – e, negli anni, ha
potuto contare sul supporto istituzionale (***), tramite patrocini e
presenze istituzionali nei momenti formativi. Nello specifico, il programma
prevede una prima fase di confronto attivo in aula, guidato dai docenti
degli istituti aderenti e dei partner ASPI o NoidiSala, durante il quale gli
studenti affrontano il tema del consumo responsabile e moderato.
Successivamente, il percorso si completa su una piattaforma proprietaria di
Fondazione Birra Moretti, all’interno della quale gli studenti partecipanti
possono accedere sia ai contenuti affrontati durante la lezione, sia a
quelli relativi alla cultura birraria e ad altri di carattere formativo.

Infine, grazie a Futurely, gli studenti hanno la possibilità di accedere
anche al corso di Responsibility in Education, a prescindere dal loro
istituto di provenienza. Al termine del percorso, ogni studente otterrà un
massimo di 20 ore PCTO, che saranno utili per gli esami di maturità e
contribuiranno al voto finale.

(*) Nota: è normale che i produttori di bevande alcoliche minimizzino i
problemi e le sofferenze correlate ai consumi alcolici. Quello che è non è
normale, anzi è proprio inaccettabile, è che proprio i produttori gestiscano
programmi di educazione nelle scuole.

Sarebbe come mandare la Marlboro nelle scuole a insegnare ai ragazzi a
fumare responsabilmente.

(**) Nota: una campagna di un produttore di birra, in collaborazione con i
Sommelier, finalizzata al “consumo responsabile” pare più operazione
commerciale che salutistica.

(***) Nota: il supporto istituzionale a iniziative di questo tipo non è un
vanto, è un problema.

LEGGO

Il mistero del party sulle piste da sci:

«Giovani che barcollavano e svenivano, cose mai viste».

L’ipotesi alcol puro scambiato per acqua

La festa si tiene ormai da qualche anno e accoglie sempre centinaia di
avventori, ma stavolta gli eccessi sono stati troppi

di Redazione web

Un party diverso dagli altri, che è sfuggito di mano: sabato scorso, 22
marzo, in Val Sarentino un happy hour previsto dalle 10 alle 18 sulle piste
da sci è finito male, con una decina di persone soccorse e tanta paura in
Alto Adige. Doveva essere il vintage party dell’anno, come definito dagli
organizzatori, ma il troppo alcol – o anche altro – ha rovinato tutto.

Ma cosa è successo davvero? Come spiega il Corriere del Trentino, la festa
si tiene ormai da qualche anno e accoglie sempre centinaia di avventori, ma
stavolta gli eccessi sono stati troppi: si parla di ragazzi che barcollavano
nella neve e di giovani arrivati sul posto con alcolici negli zaini.

I malori e l’ipotesi alcol puro

Josef Hochkofler, gestore di un ristorante e tra gli organizzatori, al
Corriere racconta di aver ripulito il sentiero e di aver «raccolto bottiglie
vuote e lattine di prodotti che non sono in vendita nella mia baita, segno
evidente che sono arrivati in quota disponendo già di tutta quella roba».

Secondo gli organizzatori le norme erano state rispettate e nessuno ha
venduto alcolici ai minorenni: «Non so cosa sia successo, tutto si è svolto
in modo improvviso e si sono sentiti male nel volgere al massimo di una
mezz’ora. Chi è svenuto, chi è caduto facendosi male, una situazione
incredibile», afferma ancora il ristoratore.

Ora le autorità stanno indagando per accertare cosa sia accaduto davvero e
se i giovani, oltre all’alcol, possano aver portato e consumato anche altre
sostanze. Un’ipotesi viene da Peter Koler, del Forum prevenzione di Bolzano,
che parla di alcol puro mescolato ad acqua e succhi di frutta: «Succede che
vengano offerte innocue bottigliette, all’apparenza di acqua, che invece
contengono alcol al 100% e i più giovani, non abituati ad assumere alcol in
questo modo, collassano. (*) Forse ci sono anche le benzodiazepine, ma c’è
anche una sorta di psicosi collettiva», afferma, escludendo che siano state
somministrate sostanze come la droga dello stupro.

(*) Nota: scritto così, sembra quasi che i meno giovani siano abituati a
consumare alcol al 100%.

IL RESTO DEL CARLINO Cesena

Emergenza alcol tra gli adolescenti: “Birra e vino il sabato sera nei
locali”

Gli studenti della scuola media di Sogliano sul Rubicone hanno affrontato il
tema delle dipendenze dei giovani. Alcuni si ubriacano a 13 anni, e c’è chi
pratica il ‘binge drinking’ e la ‘drunkoressia’, ossia non mangiano prima di
bere.

ANNAMARIA SENNI

Nel mese di febbraio abbiamo affrontato il tema dell’adolescenza, leggendo
molto sulla questione ‘alcol tra i giovani’ e, alla fine, abbiamo aperto un
dibattito. In questi ultimi anni il consumo di alcol è notevolmente
aumentato fra i giovani, toccando picchi altissimi tra i quattordicenni e le
ragazze. Le bevande alcoliche preferite dagli adolescenti sono la birra e il
vino, seguiti dagli aperitivi e dai superalcolici. Il loro consumo avviene
di solito in gruppo e di sabato sera al bar, nei pub, in discoteca o alle
feste. Abbiamo letto del ‘binge drinking’ cioè del consumo di cinque o sei
bevande alcoliche fuori pasto e in tempi brevi con il solo scopo di
ubriacarsi. Noi non sapevamo che l’alcol può creare dipendenza, e
rappresenta un rischio per la salute (perdita di equilibrio, difficoltà di
movimento, nausea, confusione, fino al coma e alla morte nei casi più gravi,
tumori compresi), ma vedevamo il bere come un momento di divertimento e di
benessere. Leonardo Casati ha aperto la discussione. Ha detto che il consumo
di alcol tra i ragazzi sta aumentando come il consumo di fumo. Dal suo punto
di vista bere alcolici a 13 o 14 anni non è una buona abitudine: gli organi
sono ancora deboli e non completamente formati, quindi, non pronti a
filtrare l’alcol; inoltre, bevendo, si diventa un pericolo per gli altri
quando si guida. Infatti a 14 anni si prende il motorino o la microcar e,
spesso, sia per la poca esperienza sia a causa della troppa birra, è facile
fare i primi incidenti e le prime stupidate. Ha proseguito dicendo che non
berrà fino a 18 anni. Del resto, non solo i suoi genitori glielo vietano, ma
lo vieta la legge italiana. Tuttavia molti giovani bevono lo stesso, perché?
Forse per farsi vedere. Bere una bevanda alcolica a 13 anni è da stupidi
secondo Leonardo, a cui non piace bere per il sapore amaro; è convinto che
ci si possa divertire in altri modi (stando in giro con gli amici, facendo
sport di squadra).

Miriam ha detto che, secondo lei, bere consapevolmente è lecito in occasioni
di festa, ma occorre tenere conto dei danni e degli effetti collaterali sul
corpo. Come Leonardo, anche Paolo Pisano si è interrogato sul perché alcuni
ragazzi abbiano il vizio di ubriacarsi il sabato sera. Ecco il suo pensiero.
Molte persone, a volte, bevono per dimenticare o per calmarsi; dopo un primo
momento di spensieratezza, alcuni suoi conoscenti esagerano con le bevute e
si sentono male; poi si riprendono e dimenticano tutto quello che è
successo. E il sabato successivo, ricominciano a bere. Capita che qualche
ragazzo, dopo aver bevuto, neghi pure di averlo fatto. E si finisce per
essere dipendenti.

Il nostro amico Ilyass Ait El Cadi ha detto che assumere una bevanda
alcolica da giovanissimi non significa diventare uomini: si fa male
solamente a se stessi. Prova dispiacere nei confronti di quelle ragazze, che
praticano la ‘drunkoressia’, che consiste nel non mangiare per un giorno
intero (a volte anche due) prima del week end, per poi bere molti drink
(perché, sapendo che l’alcol fa ingrassare, non mangiano prima). Bere fa
diventare aggressivi e lo ha affermato per esperienza diretta. L’estate
scorsa, mentre Ilyass passeggiava con suo fratello e due cugini, di notte,
in una città marocchina, è stato fermato da due ragazzi di 15 anni, già
alticci. I giovani ubriachi hanno chiesto dei soldi. Un ragazzo, che beve,
non è da ammirare, e non diventa un adulto, ma è un ragazzo meschino, che
spreca la propria vita.

Ihnat Lapkouski, un compagno di origine bielorussa, che frequenta la nostra
scuola, ci ha raccontato che, in passato, in Bielorussia, nei negozi, i
commercianti vendevano le bevande alcoliche ai giovanissimi. Per questo
motivo, già da bambini, molti sono diventati dipendenti dall’alcol. E quando
una legge ha vietato l’alcol ai minorenni, questi hanno iniziato a rubare le
bevande alcoliche. La polizia ne ha arrestati parecchi e ora vivono in
carcere. È meglio giocare con gli amici, fare sport, e stare con la propria
famiglia anziché perdere se stessi nell’alcol. Mirko Oliveti è intervenuto
per condividere i suoi pensieri. “Bere un drink alcolico a 13 anni – ha
detto Mirko – non significa comportarsi come un uomo, perché a quell’età i
neuroni devono crescere e l’alcol rallenta questo processo. Non bisogna
cominciare a bere solo per farsi vedere più grandi dagli amici, perché fa
davvero male; l’alcol è la droga, che uccide di più al mondo. Creando
dipendenza, provoca delle vere e proprie crisi di astinenza, che possono far
diventare aggressivi e depressi. Qualche volta si vede nei film che gli
adulti cominciano a bere, dopo una relazione amorosa fallita, per
dimenticare”.

“Bere alcolici o superalcolici, a 13 anni – ha detto Tommaso Persighe – è
fuori discussione. Ogni tanto si può bere una birra, ma non alla nostra età.
Diversi coetanei, purtroppo, non solo bevono, ma fumano anche, e una piccola
parte si droga. Se qualcuno si droga, non è giustificato in nessun modo. Se
si viene costretti a bere fino a ubriacarsi, il gruppo va cambiato.
Rovinarsi la vita per gli amici non è giusto, non ha senso: il bere può
diventare un’ossessione. Bevendo, si diventa pure grassi, ed è difficile
smaltire il grasso accumulato; invece, fumando, i polmoni faranno fatica a
recuperare il fiato”. Se ci si vuole far notare, lo si deve fare attraverso
un’azione buona, e allora si verrà visti con un occhio diverso. Se fumi o
bevi a tredici anni, a parere di Tommaso, ma anche di tutti noi della terza
A, non sei ‘figo’, ma solo uno, che si sta rovinando la vita. Molti bevono,
fumano per trovare pace, perché, magari, hanno dei problemi in famiglia, ma
non è la cosa giusta. Una cosa intelligente potrebbe essere quella di
praticare uno sport. La vita va vissuta in modo sano e divertendosi.

Teresa Antonelli ha detto che un’amica le ha raccontato che in discoteca, si
fanno dei “giochi” e, se si perde, bisogna bere un bicchiere e, facendo
così, ci si ubriaca. Anche lei non trova giusto esagerare a tredici anni, ma
neanche a quindici o sedici. Nei bar o nelle discoteche non dovrebbero dare
gli alcolici ai giovanissimi. Dicono che non succeda niente, se bevono, e ci
sono molte persone a favore del bere. Si beve solo per l’apparenza! E così
si rischia la vita! Secondo la nostra compagna e secondo tutti noi, questi
ragazzi dipendenti dall’alcol hanno molte insicurezze e, per mostrarle di
meno, bevono. Non sanno però che vanno incontro a gravi problemi di salute:
non è bello iniziare a rovinarsi a tredici anni. Ma “Viva la vita!”, come
canta Francesco Gabbani.

Yliass Ait El Cadi, Teresa Antonelli, Leonardo Casati, Ihnat Lapkouski,
Mirko Oliveti, Miriam, Tommaso Persighe, Paolo Pisano e i compagni della
classe 3ª A della scuola Piero Calamandrei di Sogliano al Rubicone

WINENEWS

Vini no e low alcol: moda passeggera o opportunità reale per la filiera?

Le voci di distributori, ristoratori e consumatori raccolte a ProWein. E
anche di chi ci scommette in Italia, tra ricerca e produzione

Per molti non sono neanche da chiamare “vino”, per altri sono un’opportunità
per la filiera. Da WineParis a ProWein fino al Vinitaly, dove per la prima
volta avranno un loro spazio: i vino no e low alcol sono sotto i riflettori.
All’estero sono già cresciuti molto, in Italia si possono produrre da
qualche mese. Ma perché distributori, ristoratori e consumatori li cercano?
E piacciono? WineNews, da Dusseldorf, ha raccolto alcune voci degli
operatori, ma anche di chi ci scommette in Italia, facendo ricerca, o già
producendoli, come, tra gli altri, Di Majo Norante, Villa Sandi e Bottega.

VIDEO:
winenews.it/it/vini-no-e-low-alcol-moda-passeggera-o-opportunita-rea
le-per-la-filiera_553216/

GAMBERO ROSSO

La produzione di vini dealcolati italiani nel 2025 crescerà del 60 per cento

a cura di Loredana Sottile

Nasce l’Osservatorio dealcolati Uiv-Vinitaly per monitorare il mercato. Il
segmento Nolo sarà protagonista di diversi convegni anche a Vinitaly

Il 2025 sarà l’anno dei vini no alcol italiani. Complice il nuovo decreto
che ne consente la produzione anche nello Stivale, i dealcolati Made in
Italy saliranno quest’anno di circa il 60% rispetto al 2024, soprattutto per
quanto riguarda gli spumanti. È il risultato del sondaggio del neo
Osservatorio dealcolati di Uiv-Vinitaly relativo al panel sui principali
produttori italiani del segmento.

Imprese pronte a portare la produzione no alcol in Italia

«La nicchia produttiva è nella sua fase embrionale ma già si registra
l’effetto positivo generato dal decreto di dicembre che disciplina le
disposizioni nazionali sulla produzione della categoria – è il commento del
segretario generale di Unione italiana vini Paolo Castelletti – Prova ne sia
che oltre all’aumento dell’offerta la gran parte delle imprese esprime
l’intenzione di trasferire la produzione in Italia». Intenzione confermata
al Gambero Rosso da grandi gruppi come ad esempio Schenk Family Italia o
Argea.

Tra i principali mercati obiettivo dichiarati dalle imprese, Nord America,
Germania, Paesi Nordici ed Est Europa.

I Nolo conquistano Vinitaly

Il segmento no alcol si prepara a conquistare anche Vinitaly, dove Uiv in
collaborazione con Veronafiere farà il punto nel corso di due convegni. Il
primo dedicato al mercato (Zero alcol e le attese del mercato, martedì 8
aprile alle 10.30) e l’altro sui macchinari (Tecnologia 0.0: produzione e
innovazione a confronto; mercoledì 9 aprile, ore 10.30). Anche il Gambero
Rosso, il 9 aprile alle 10, ospiterà nel proprio stand (pAD 9 – c16) un
dibattitto sul tema – Zero Tasting, confronto e degustazione – coinvolgendo
alcuni dei principali produttori.

LACITYMAG

La nuova moda dei locali dove si beve solo analcolico

Atipico: il bar di Settimo Torinese che rivoluziona il concetto di aperitivo
Nientealcol, solo cocktail alternativi. Ecco come Davide Piastra ha
trasformato la sua attività in un successo senza alcol.

Autore Luca Arnaù

«Vorremmo due Negroni», «Qui non li facciamo, non serviamo alcol ma abbiamo
dei cocktail alternativi». Questo è l’incipit di una storia unica: quella di
Atipico, il bar inaugurato da Davide Piastra a Settimo Torinese, dove
l’alcol è bandito. In un’epoca dove i temperance bar stanno prendendo piede
all’estero, Piastra ha deciso di portare questo concetto in Italia,
rivoluzionando l’approccio al bere. Ma dietro questa scelta non c’è solo
innovazione, c’è anche una profonda fede e una storia di imprenditorialità.

La scelta di eliminare l’alcol

Davide Piastra, insieme ai suoi collaboratori, ha deciso di abbandonare i
superalcolici a favore di cocktail rivisitati con vini, prosecchi e liquori
dealcolati. «Non posso fare del male a me e agli altri. Dare dell’alcol
significa danneggiare l’altro e chi gli sta intorno», spiega Piastra, che
nel 2019 si è convertito all’Islam. Da qui è iniziato il suo percorso verso
un locale completamente alcohol-free, una rarità in Italia.

Un progetto di innovazione

Il percorso di Davide nel mondo della ristorazione inizia oltre vent’anni
fa. Dopo anni di lavoro con cocktail ad alta gradazione, ha deciso di fare
un cambio radicale. «Quando oggi propongo questo prodotto so cosa bevevi
prima e cosa ti sto dando adesso», dice con sicurezza. I cocktail di
Atipico, fatti con prodotti dealcolati, offrono un’esplosione di sapori che
l’alcol solitamente copre. La ricerca continua di ingredienti e lo studio
per migliorare le bevande sono alla base del successo del bar.

L’importanza della fede

Per Davide, la scelta di non servire alcol è anche una questione di fede.
Dopo la sua conversione all’Islam, ha sentito il bisogno di allineare il suo
lavoro ai suoi principi.

«Non c’è un obbligo religioso in tal senso, ma se si ha la possibilità
economica di farlo, i musulmani che vendono alcol dovrebbero togliersi da
questo sistema», spiega.

Un target nuovo e fedele

Atipico ha già conquistato una clientela fissa, composta principalmente da
donne dai 35 anni in su, donne incinte e persone della terza età. «Il nostro
target sono le signore dai 35 anni in su, donne incinte e amiche che fanno
parte di quella cerchia», racconta Piastra. Il locale offre un luogo dove si
può fare aperitivo senza il rischio di eccessi alcolici.

Una nuova visione dell’aperitivo

La filosofia di Atipico è chiara: offrire qualcosa di diverso senza
obbligare nessuno. «Noi, in ogni caso, non avvisiamo prima i clienti della
nostra eccezionalità, siamo qui per proporre, non vogliamo costringere
nessuno», conclude Davide. E così, tra cocktail senza alcol e un’atmosfera
accogliente, Atipico sta lentamente rivoluzionando il concetto di aperitivo
a Settimo Torinese.

TRAVELNOSTOP

Germania, pilota sospende la partenza per passeggero ubriaco

Mentre stava per far decollare un aereo da Brema diretto a Maiorca, domenica
sera il pilota di un Boeing 737 ha deciso di sospendere la procedura di
partenza e tornare al gate. Il motivo: un passeggero era visibilmente
ubriaco e dopo aver ignorato le istruzioni di sicurezza, ha iniziato ad
aggredire verbalmente l’equipaggio. Il pilota ha quindi deciso di escludere
il passeggero dal volo.

L’uomo, un cinquantatreenne, è stato preso in consegna dalla polizia
federale; anche la moglie ha deciso di abbandonare il velivolo. L’aereo è
ripartito con circa quarantacinque minuti di ritardo. Secondo la polizia,
oltre alla multa, l’uomo dovrà rispondere anche delle richieste di
risarcimento alla compagnia aerea per il ritardo del decollo.

IL GIORNO Bergamo

Ubriaco aggredisce barista e scappa su un’auto senza una gomma: fermato dopo
un folle inseguimento

Da Fornovo San Giovanni a Caravaggio tra manovre pericolose e semafori
rossi. Fine corsa dopo una collisione con l’auto della polizia locale

Prima ha aggredito una barista per rubare delle birre. Poi si è messo al
volante della sua auto, un’Alfa Romeo 147 Jtd nera priva di una gomma, in
evidente stato di ubriachezza, dando vita a un inseguimento con la pattuglia
della polizia locale del Distretto bassa Bergamasca occidentale affiancata
dai carabinieri della Compagnia di Treviglio.

Il conducente dell’Alfa, anziché fermarsi, avrebbe accelerato iniziando una
serie di manovre pericolose per impedire alle forze dell’ordine di
sopravanzarlo e, quindi, di poterlo fermare.

Durante l’inseguimento, il fuggitivo avrebbe attraversato più di un incrocio
con semaforo rosso. La folle corsa si è protratta fino a Caravaggio, ed è
terminata dopo una collisione con l’auto della polizia in via Panizzardo
dove il 29enne, italiano, è stato arrestato.

LA SICILIA

Ubriaco, picchia la moglie e la ferisce: 43enne violento arrestato a
Misterbianco

La donna è finita in ospedale con dito fratturato e una lesione alla colonna
vertebrale

Carabinieri della Tenenza di Misterbianco hanno arrestato un 43enne per
lesioni personali aggravate nei confronti della moglie. L’uomo, ubriaco,
avrebbe prima insultato e minacciato la donna e poi l’avrebbe colpita
violentemente alla schiena e con schiaffi al volto e alla testa procurandole
la frattura di un dito e una lesione alla colonna vertebrale.

Militari dell’Arma, intervenuti dopo la chiamata al 112 della vittima che
era riuscita a fuggire da casa, hanno chiesto l’intervento del personale del
118 che ha portato la donna nel pronto soccorso di un ospedale, dove è stata
curata e poi dimessa con una prognosi di trenta giorni.

La moglie, dopo l’aggressione, ha denunciato ai militari dell’Arma le
condotte vessatorie che avrebbe subito dal 2022, da quando il marito aveva
cominciato ad abusare di alcolici.

L’autorità giudiziaria ha convalidato l’arresto del 43enne e ha disposto per
lui la misura cautelare degli arresti domiciliari in una abitazione diversa
da quella dove vive la donna.

VERCELLI NOTIZIE

Era ubriaco. Identificato il vandalo della lapide delle foibe

By Andrea Borasio

Nessuna motivazione politica

VERCELLI – La Polizia di Stato di Vercelli ha individuato l’uomo che, nella
notte del 25 marzo, ha dato fuoco alle due corone d’alloro, deposte in
occasione della ricorrenza in onore dei martiri delle Foibe presso una
lapide collocata sotto i portici del palazzo del Comune di Vercelli, in
Piazza del Municipio.

Grazie anche alla visione delle immagini del sistema di videosorveglianza,
nel giro di poche ore, gli operatori della D.I.G.O.S. della Questura di
Vercelli hanno riconosciuto e rintracciato il presunto autore delle
condotte, già noto alle Forze dell’Ordine, perché solito all’abuso di
sostanze alcoliche e destinatario di diverse misure di prevenzione emesse
dal Questore di Vercelli.

L’uomo, un cittadino italiano del ’79, non è connotato politicamente e
nessuna motivazione ideologica è sottesa al gesto, riconducibile
esclusivamente allo stato di alterazione alcolica dello stesso, il quale è
stato deferito all’Autorità Giudiziaria per danneggiamento a seguito di
incendio.

GAMBERO ROSSO

“Abbiamo un milione di bottiglie ferme in magazzino”.

Il ceo di Ruffino Sandro Sartor racconta gli effetti dei dazi annunciati da
Trump

Lo spettro della guerra commerciale blocca le merci. Il manager del brand
toscano mette in guardia: “Rischio perdite per 5 milioni di euro al mese.
Serve negoziato Usa-Ue”

Dazi potenziali al 200% sui vini europei ma effetti che sono già realtà per
le imprese vitivinicole italiane, soprattutto quelle con maggiore
esposizione verso gli Stati Uniti, come il brand Ruffino. Lo conferma Sandro
Sartor, amministratore delegato della società nel portafoglio di
Constellation Brands (gigante del beverage che potrebbe cedere parte della
divisione vino): «Le nostre merci sono adesso bloccate dentro un magazzino a
Livorno», spiega il manager al quotidiano fiorentino La Nazione,
sottolineando che su 120 milioni di euro l’anno di fatturato, ogni mese
l’export verso gli Stati Uniti vale 5 milioni di euro. Il risultato è che
con l’applicazione delle super tariffe da parte dell’amministrazione Trump a
partire da aprile le perdite annue stimate arriverebbero a 60 milioni di
euro.

Milioni di bottiglie ferme in magazzini

Per Ruffino, la situazione appare difficile, con circa un milione di
bottiglie ferme nei depositi a causa della sospensione degli ordini da parte
degli importatori americani «per timore di pagare il 200% di dazi su ogni
bottiglia. Eravamo pronti, come ogni mese, a far partire oltreoceano quasi
un milione di bottiglie e, invece, al momento sono ferme», ha sottolineato
Sartor. Il trade ha reagito incrementando le giacenze (con effetti anche
sull’export italiano di vino nel 2024) presso gli importatori americani e
«almeno per due o tre mesi le nostre bottiglie saranno presenti sugli
scaffali, ma il problema va risolto entro qualche settimana». Il ceo di
Ruffino auspica l’avvio di un negoziato tra Ue e Casa Bianca, per rivedere
le tariffe al 50% sul whisky e al 200% su vini e champagne, stralciando
queste cifre».

Rischio occupazionale

«Adesso negli Stati Uniti – spiega – una bottiglia di Chianti è venduta in
media a circa 12 dollari che, coi dazi al 200% diventano 36 dollari a
bottiglia, praticamente il prezzo dello Champagne». Nessun timore, invece,
per i mercati europei, ma se la situazione si dovesse protrarre a lungo
«potrebbero esserci ripercussioni a livello occupazionale. Il problema è
gigantesco a livello nazionale, non possiamo fare finta di niente. E oltre
al calo dei consumi – conclude Sartor conversando con La Nazione in un
articolo del 24 marzo – dobbiamo fare i conti anche con la crisi economica».

LA NAZIONE Massa Carrara

Lotta ai pericoli del web e dell’alcol. Polizia in piazza Aranci con gli
studenti

Torna domani la campagna ’Una vita da social’. Ceccarelli testimonial

SARA CHIARA STRENTA

Torna in Toscana il truck di ’Una vita da social’ alla sua XII edizione, con
la tappa di domani a Massa, la più importante campagna educativa itinerante
realizzata dalla polizia di Stato in collaborazione con il ministero
dell’Istruzione nell’ambito del progetto ’Generazioni connesse’ per la
sensibilizzazione e la prevenzione sui rischi e pericoli della rete per i
minori. ’Una vita da social’ è un progetto sempre al passo con i tempi,
ideato per diffondere una maggiore consapevolezza dei rischi del mondo cyber
e per promuovere un uso più responsabile e consapevole della tecnologia.
Particolare attenzione è dedicata all’approfondimento di tematiche attuali e
che vedono coinvolti i ragazzi, come l’educazione sentimentale online,
l’adescamento, il cyberbullismo e tutte quelle situazioni che possono avere
ripercussioni anche sulla sfera loro emotiva dei minori.

La tappa di domani a Massa, in piazza Aranci, è aperta a tutta la
cittadinanza e vede il coinvolgimento di circa 200 studenti delle scuole
superiori, con i rispettivi docenti. I ragazzi avranno la possibilità di
provare il visore per la realtà aumentata, immergendosi in ’storie’
coinvolgenti e immersive, attinenti ai rischi della rete, dal cyberbullismo
all’adescamento, dalla sextortion alle truffe online. Sarà presente un
ospite d’eccezione, il campione della velocità Samuele Ceccarelli,
appartenente al Gruppo sportivo della polizia delle Fiamme Oro, campione
europeo dei 60 metri piani indoor nel 2023.

“La tutela dei minorenni che accedono a internet – sottolinea Eva Claudia
Cosentino, dirigente del Cosc (Centro operativo per la sicurezza
cibernetica) della polizia postale per la Toscana – rappresenta una delle
più importanti sfide in tema di sicurezza in rete, per tutto ciò che
comporta per un minorenne essere vittima o autore. L’iniziativa si prefigge
di far vivere il web come un’opportunità e non come un pericolo”. Alla
manifestazione parteciperà anche la polizia stradale con la Lamborghini,
vettura utilizzata per i servizi di massima emergenza, e con un gazebo
informativo sulla sicurezza stradale. Gli studenti potranno sperimentare,
attraverso un tappeto interattivo e una maschera che simula gli effetti
dell’alcol, i pericoli della guida in stato di ebbrezza. Presenti anche la
polizia scientifica e la divisione anticrimine.

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