Alcologiarassegna stampa su vino, birra e altri alcolici del 30 ottobre 2024

30 Ottobre 2024
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RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI

A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada

DISSAPORE

Il ministro Lollobrigida si arrende al vino dealcolato, ma non del tutto

Il ministro Francesco Lollobrigida apre alla produzione di vino dealcolato
in Italia. Attenzione, però: c’è un bel “ma”.

di Luca Venturino / 30 Ottobre 2024

Concedeteci un poco di sorpresa. Dagli interventi del ministro Lollobrigida
sul tema del vino dealcolato si poteva presagire che il suo “no” fosse anche
e soprattutto una questione di principio: nel buttarla ostinatamente su di
una questione di semantica (vino o non vino?), però, si rischiava di
lasciare sul piatto un mercato in evidente fermento, forte di una crescita
netta e promettente.

Ora la svolta. “Faremo produrre i dealcolati in Italia perché tutto il mondo
del vino li vuole ed è d’accordo” ha annunciato nelle ultime ore, in
occasione dei festeggiamenti per i primi 20 anni dell’istituto Grandi
Marchi. Badate bene, però: c’è un “ma”.

Tutto il mondo del vino li vuole, spiega Lollobrigida; e l’Italia, che com’è
noto occupa una posizione di pieno rilievo in questo particolare universo, è
chiamata ad allinearsi. Ma il ministro non molla l’osso: “Ma proverò a
convincere tutti che questi prodotti non si possono chiamare vino“. Com’era
la questione del lupo, del pelo e del vizio?

Scherzi a parte, l’impegno del ministro nel mettere i proverbiali puntini
sulle i è encomiabile. La sua lettura è puntuale e (forse fin troppo)
diligente: “È l’Oiv, l’organizzazione internazionale della vigna e del vino,
a definire il vino un prodotto che ha l’alcol“. Il dado è tratto: “Proverò a
convincere tutti che si può fare una bevanda dealcolata e si può rinunciare
a chiamarla vino”. Semantica, dicevamo.

Non è chiaro come o perché la difesa del vino tradizionale debba
necessariamente passare attraverso la nomenclatura di un prodotto che, di
fatto, andrebbe a intercettare proprio chi vuole bere del vino, e non una
qualsiasi bevanda, solo senza l’alcol.

Poi chiaro, una volta immesso sul mercato la competizione sarà naturale e
forse addirittura necessaria: le nostre prove d’assaggio, però, hanno messo
in evidenza chiaramente le differenze tra i “colleghi”, lasciando intendere
che la presenza o assenza di una componente alcolica andrà a definirsi in
maniera inequivocabile. Ci può essere spazio per entrambi, in altre parole.

ADNKRONOS

Anche gli animali si ‘sbronzano’, dalle scimmie agli uccelli ecco come
assumono alcol

“Il consumo di etanolo potrebbe non essere così raro”, dicono gli ecologi

Gli scienziati abituati a studiare creature alate, primati e mammiferi vari
nel loro habitat naturale lo sanno: fra un albero e l’altro della foresta
pluviale, per esempio, può capitare di vedere un uccello svolazzare a zig
zag senza riuscire a tenere la rotta o una scimmia ondeggiare ebbra di
felicità, e non solo, a quanto pare. Gli aneddoti di animali selvatici che
si comportano da ‘ubriachi’ dopo aver mangiato frutta fermentata abbondano.
In altre parole, anche loro si sbronzano. E ‘darsi all’alcol’ tra le
creature non umane potrebbe non essere così raro come si pensava in
precedenza, avvertono gli ecologi. Resta da capire se lo facciano
deliberatamente e a che pro.

Nonostante i casi osservati non siano pochi, in genere si presume che il
consumo non umano di etanolo sia raro e accidentale. Ma un team di esperti
sfida questa ipotesi in una revisione pubblicata sulla rivista ‘Trends in
Ecology & Evolution’. Gli autori sostengono che, poiché l’etanolo è
naturalmente presente in quasi tutti gli ecosistemi, è probabile che sia
consumato regolarmente dalla maggior parte degli animali che mangiano frutta
e nettare. “Ci stiamo allontanando dalla visione antropocentrica secondo cui
l’etanolo è qualcosa che solo gli esseri umani usano”, afferma l’ecologa
comportamentale e autrice senior dell’analisi, Kimberley Hockings
dell’Università di Exeter. “E’ molto più abbondante nel mondo naturale di
quanto pensassimo, e la maggior parte degli animali che mangiano frutta
zuccherata saranno esposti a un certo livello di etanolo”.

L’etanolo, o alcol etilico, è diventato abbondante per la prima volta circa
100 milioni di anni fa, quando le piante da fiore hanno iniziato a produrre
nettare zuccherino e frutti che il lievito poteva fermentare. Oggi in
ambienti tropicali a bassa latitudine e umidi le concentrazioni sono più
elevate rispetto alle regioni temperate e la produzione avviene tutto
l’anno. Il più delle volte, i frutti fermentati naturalmente raggiungono
solo l’1-2% di alcol in volume, ma – fanno notare gli autori – a Panama,
America Centrale, sono state trovate concentrazioni alte, del 10,2%, nella
frutta di palma troppo matura. A far riflettere è anche il Dna: gli animali,
spiegano gli esperti, ospitavano già geni che potevano degradare l’etanolo
prima che i lieviti iniziassero a produrlo, ma ci sono prove che
l’evoluzione abbia perfezionato questa capacità nei mammiferi e negli
uccelli che consumano frutta e nettare. In particolare, i primati e le
tupaie, piccoli mammiferi simili a scoiattoli, si sono adattati per
metabolizzare in modo efficiente l’etanolo.

Gli scienziati hanno provato ad analizzare l”utilità’ di assumere alcol per
gli animali. “Da un punto di vista ecologico, non è vantaggioso essere
ubriachi mentre ci si arrampica sugli alberi o si è circondati da predatori
di notte”, ragiona l’ecologo molecolare e autore senior Matthew Carrigan del
College of Central Florida. E quindi cosa potrebbe muoverli verso il consumo
di etanolo? “E’ l’opposto degli esseri umani, che vogliono intossicarsi, ma
non vogliono davvero le calorie” che derivano dall’alcol. “Dal punto di
vista non umano, gli animali vogliono le calorie, ma non l’ebbrezza”.

Non è chiaro se consumino intenzionalmente l’etanolo in quanto tale, e sono
necessarie ulteriori ricerche per comprendere il suo impatto sulla
fisiologia e l’evoluzione degli animali. Tuttavia, i ricercatori fanno
notare che il consumo di etanolo potrebbe portare diversi benefici per gli
animali selvatici. Prima di tutto, è una fonte di calorie e i composti
odorosi prodotti durante la fermentazione potrebbero guidare gli animali
alle fonti di cibo, anche se gli esperti dicono che è improbabile che
possano rilevare l’etanolo stesso. E in più l’alcol potrebbe anche avere
benefici medicinali: i moscerini della frutta ad esempio depongono
intenzionalmente le uova in sostanze contenenti etanolo, che proteggono le
loro uova dai parassiti, e le loro larve aumentano l’assunzione di etanolo
quando vengono parassitate dalle vespe.

“Dal punto di vista cognitivo, sono state avanzate idee secondo cui
l’etanolo, che può innescare il sistema di endorfine e dopamina, porta a
sensazioni di rilassamento che potrebbero avere benefici in termini di
socialità”, osserva l’ecologa comportamentale e prima autrice Anna Bowland
dell’Università di Exeter. Una sorta di ‘effetto happy hour’, cercato
volutamente anche dagli animali con uno scopo preciso? “Per testarlo,
avremmo davvero bisogno di sapere se l’etanolo sta producendo una risposta
fisiologica in natura”, conclude Bowland. Ci sono ancora molte domande senza
risposta sull’importanza del consumo di alcol per gli animali selvatici. In
una ricerca futura, il team prevede di indagare le implicazioni
comportamentali e sociali di questo consumo nei primati ed esaminare più a
fondo gli enzimi coinvolti nel metabolismo dell’alcol.

NEURONUP.COM

Consumo di alcol durante la gravidanza: effetti sul cervello fetale e
rischio di disabilità intellettiva.

Ottobre 29, 2024 by Dr. Rafael A. Salas Muriel

Rafael A. Salas Muriel, dottore in psicologia, espone in questo articolo
come il consumo di alcol durante la gravidanza possa influenzare il cervello
fetale aumentando il rischio di disabilità intellettiva.

Il consumo di alcol durante la gravidanza è una delle cause prevenibili più
comuni di difetti congeniti e disabilità intellettiva in tutto il mondo.
Nonostante gli avvertimenti medici, molte pazienti con una storia di
dipendenza da alcol continuano a consumarlo durante la gestazione (*), con
gravi conseguenze per lo sviluppo cerebrale del feto e per la sua vita
futura.

Cos’è il consumo di alcol durante la gravidanza?

Il consumo di alcol durante la gravidanza si riferisce all’assunzione di
bevande alcoliche da parte della donna in stato di gravidanza. L’alcol è una
sostanza teratogena, il che significa che può interferire con il normale
sviluppo del feto, in particolare del cervello (Waisman e Benabarre, 2021).
Anche piccole quantità di alcol possono essere pericolose, poiché il feto
non è in grado di metabolizzarlo in modo efficace, aumentando la
concentrazione di etanolo nel suo organismo e nel cervello in via di
sviluppo.

La sindrome alcolica fetale (SAF)

La sindrome alcolica fetale (SAF) è il risultato più grave del consumo di
alcol durante la gravidanza. Si caratterizza per un insieme di anomalie
fisiche, cognitive e comportamentali che persistono per tutta la vita
dell’individuo colpito. Tra i sintomi più comuni vi sono ritardo nella
crescita, malformazioni facciali, danni cerebrali e difficoltà di
apprendimento; frequentemente associati a deficit di tiamina (Mateos-Díaz et
al., 2022).

I bambini con SAF presentano spesso disabilità intellettiva da moderata a
grave, insieme a problemi comportamentali e difficoltà di interazione
sociale. Questi sintomi sono il risultato diretto dell’impatto dell’alcol
sullo sviluppo cerebrale fetale, altamente vulnerabile durante il primo e il
secondo trimestre di gestazione (McPhee e Hendershot, 2023).

Disturbi dello spettro alcolico fetale (TEAF)

Non tutti i feti esposti all’alcol sviluppano un quadro completo di SAF. I
disturbi dello spettro alcolico fetale (TEAF) comprendono un’ampia gamma di
disabilità, inclusi problemi cognitivi e comportamentali meno gravi ma
altrettanto invalidanti. I TEAF possono includere ritardo nello sviluppo,
problemi di memoria e attenzione, e difficoltà nella risoluzione di problemi
che non richiedono complessità (Courtney et al., 2019).

La diagnosi di TEAF può risultare difficile a causa della variabilità dei
sintomi, dei tentativi della paziente di nascondere il consumo di alcol
durante la gravidanza, e della mancanza di malformazioni fisiche evidenti.
Tuttavia, le conseguenze sul funzionamento cognitivo ed emotivo sono
persistenti, influenzando notevolmente la qualità della vita delle persone
colpite.

Effetti dell’alcol sullo sviluppo del cervello fetale

L’alcol ha effetti neurotossici che alterano il processo di migrazione
neuronale e la formazione delle connessioni sinaptiche durante lo sviluppo
cerebrale. Questo danno è irreversibile e colpisce diverse aree del
cervello, come l’ippocampo, responsabile della memoria, e la corteccia
prefrontale, che regola le decisioni e il controllo degli impulsi (Egervari
et al., 2021).

L’esposizione all’alcol durante la gravidanza può portare a una riduzione
delle dimensioni del cervello (microcefalia), oltre che alla disfunzione dei
neurotrasmettitori, contribuendo a problemi di apprendimento e comportamento
nel futuro (Gupta et al., 2016).

Disabilità intellettiva causata dall’alcol

Una delle conseguenze più gravi del consumo di alcol durante la gravidanza è
la disabilità intellettiva nei figli. Questa disabilità si manifesta come
difficoltà nell’apprendimento, nel ragionamento, nella risoluzione dei
problemi e nell’adattamento sociale (Mattson et al., 2019). Il grado di
disabilità intellettiva può variare, ma in molti casi è grave, limitando la
capacità dell’individuo di condurre una vita indipendente (Fein e Cardenas,
2015).

La disabilità intellettiva associata al consumo prenatale di alcol è
completamente prevenibile se si evita il consumo di alcol durante la
gravidanza. Tuttavia, le conseguenze una volta che il danno è avvenuto sono
permanenti e richiedono interventi di supporto per tutta la vita della
persona colpita, come una diagnosi adeguata a livello neuropsicologico e un
intervento il più possibile personalizzato in base ai deficit rilevati.

Rischi di bere alcol durante la gravidanza

Il consumo di alcol durante la gravidanza non solo aumenta il rischio di SAF
e TEAF, ma incrementa anche la probabilità di aborti spontanei, parti
prematuri e basso peso alla nascita. Le complicazioni non si limitano allo
sviluppo neurologico, ma possono anche influenzare lo sviluppo fisico e la
salute generale del bambino. Sono stati descritti persino casi di delirium
tremens (Rahman e Paul, 2023).

Nonostante l’evidenza schiacciante sui rischi dell’alcol in gravidanza,
persistono miti riguardo alla sicurezza di consumare piccole quantità di
alcol. Tuttavia, la raccomandazione medica è chiara: non esiste una quantità
sicura di alcol che si possa consumare durante la gravidanza.

Come il consumo di alcol influisce sullo sviluppo cerebrale del bambino

Lo sviluppo cerebrale del feto è un processo complesso e continuo che inizia
nelle prime settimane di gestazione. Durante questo periodo, il cervello del
feto attraversa fasi critiche di crescita e differenziazione cellulare. Il
consumo di alcol in qualsiasi momento della gravidanza può interrompere
questo processo, causando danni che vanno da lievi difficoltà di
apprendimento a gravi deficit cognitivi e fisici (Cohen et al., 2022).

L’esposizione all’alcol colpisce principalmente le cellule nervose in
formazione, riducendone il numero e alterando la loro organizzazione
(Bischoff-Grethe et al., 2024). Come abbiamo visto nel corso di questo
articolo, ciò può provocare un ritardo nello sviluppo motorio, problemi
comportamentali e una bassa capacità intellettiva in futuro.

La necessità di prevenire il consumo di alcol durante la gravidanza

La necessità di un trattamento psicologico e psichiatrico per le donne che
consumano alcol durante la gravidanza è cruciale per evitare i gravi effetti
che questa sostanza può causare nello sviluppo del feto.

L’astinenza totale dall’alcol è l’unica misura efficace per prevenire la
sindrome alcolica fetale (SAF) e altri disturbi dello spettro alcolico
fetale (TEAF), che provocano disabilità intellettiva e varie complicazioni
fisiche e cognitive.

A causa della natura estremamente dipendente dell’alcol, molte donne in
gravidanza possono trovare difficoltà a smettere di bere da sole, quindi il
supporto professionale è fondamentale. Il trattamento deve essere completo,
combinando la psicoterapia con interventi psichiatrici che aiutino a gestire
i fattori scatenanti del consumo e a mantenere l’astinenza.

In questo senso, la terapia cognitivo-comportamentale (TCC) e la
riabilitazione cognitiva hanno dimostrato di essere efficaci per modificare
i modelli di pensiero e comportamento legati all’alcolismo. Questi approcci
permettono alle pazienti di identificare le cause alla base del loro consumo
e sviluppare strategie per evitare ricadute.

A sua volta, l’intervento psichiatrico può includere l’uso di farmaci che
riducono il desiderio di bere o stabilizzano lo stato d’animo della
paziente, facilitando la sua capacità di stare lontana dall’alcol. La
combinazione di questi trattamenti non solo protegge il feto dagli effetti
devastanti dell’alcol, ma promuove anche un recupero duraturo per la madre,
migliorando la sua salute fisica e mentale.

Bibliografia

Bischoff-Grethe, A., Stoner, S. A., Riley, E. P., & Moore, E. M. (2024).
Subcortical volume in middle-aged adults with fetal alcohol spectrum
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Courtney, K. E., Li, I., & Tapert, S. F. (2019). The effect of alcohol use
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adolescence. Neuropsychology, 33(6), 781–794.
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Cohen, S. M., Alexander, R. S., & Holt, S. R. (2022). The Spectrum of
Alcohol Use: Epidemiology, Diagnosis, and Treatment. The Medical clinics of
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Egervari, G., Siciliano, C. A., Whiteley, E. L., & Ron, D. (2021). Alcohol
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Gupta, K. K., Gupta, V. K., & Shirasaka, T. (2016). An Update on Fetal
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Mateos-Díaz, A. M., Marcos, M., e Chamorro, A. J. (2022). Wernicke-Korsakoff
syndrome and other diseases associated with thyamine deficiency. Sindrome di
Wernicke-Korsakoff e altre patologie associate al deficit di tiamina.
Medicina clinica, 158(9), 431–436.
<doi.org/10.1016/j.medcli.2021.11.015>
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Mattson, S. N., Bernes, G. A., & Doyle, L. R. (2019). Fetal Alcohol Spectrum
Disorders: A Review of the Neurobehavioral Deficits Associated With Prenatal
Alcohol Exposure. Alcoholism, clinical and experimental research, 43(6),
1046–1062. <doi.org/10.1111/acer.14040>
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Rahman, A., & Paul, M. (2023). Delirium Tremens. In StatPearls. StatPearls
Publishing.

Waisman, M., e Benabarre, A. (2021). Adicciones: Uso de sustancias
psicoactivas y presentaciones clínicas de la enfermedad adictiva. Editorial
Médica Panamericana.

(*) Nota: è un ottimo articolo, ma viziato da questa premessa, che lascia
intendere che i problemi siano pertinenza di donne “con una storia di
dipendenza dall’alcol”. Sappiamo che la stragrande maggioranza delle donne
che consumano vino, birra o altri alcolici in gravidanza non appartengono a
questa categoria (peraltro difficilmente rilevabile). Occorre rivolgersi a
tutte le donne: il rischio è importante per ogni bimbo portato in grembo da
una donna che consuma bevande alcoliche in gravidanza, fin dal concepimento.

CONSIGLIO.REGIONE.FVG.IT

DIPENDENZE. AULA: SÌ A MOZIONE NOVELLI SU CONTRASTO DROGHE E ALCOL

(ACON) Trieste, 30 ott – Impegna la Giunta a rafforzare le campagne di
informazione e di educazione per sensibilizzare in particolare i giovani
sull’importanza della prevenzione dell’uso di droghe e alcol, definiti
piaghe sociali, la mozione 80 approvata all’unanimità dal Consiglio
regionale del Friuli Venezia Giulia.

“Il consumo di sostanze stupefacenti rappresenta una grave minaccia per la
salute pubblica e la sicurezza dei cittadini, perché trascende i confini
della sfera individuale”, ha sottolineato il primo firmatario, Roberto
Novelli. Illustrando la mozione, il consigliere di FI si è soffermato sulla
diffusione di queste sostanze tra i giovani. “Dalla Relazione annuale al
Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze emerge che, nel 2023, il 39%
della popolazione studentesca tra i 15 e i 19 anni ha assunto droga almeno
una volta. L’eroina rimane il narcotico più diffuso, ma emergono nuove
sostanze: oppioidi sintetici come il fentanyl o la xilazina, un potente
sedativo veterinario conosciuto come Zombie drug. Di rilievo – ha concluso
Novelli – anche gli esiti degli screening sui lavoratori: nel 2023 su 3.500
controlli, 147 hanno dato esito positivo per uso di droghe rispetto ai 119
dell’anno precedente”.

Una problematica reale, che chi fa politica deve affrontare, anche secondo i
consiglieri di opposizione, pur con qualche distinguo.

“Ricordo che una sentenza della Corte costituzionale ha detto no
all’equiparazione tra droghe leggere e droghe pesanti – ha argomentato
Serena Pellegino (Avs) -. Il proibizionismo voluto dalla legge
Fini-Giovanardi ha avuto come unico effetto quello di riempire le carceri.
Né i traffici illegali, né la domanda di stupefacenti sono diminuiti. La
norma nazionale che prevede la messa al bando della cannabis, va
contrastata, perché la guerra alle droghe non si fa più con il
proibizionismo, ma attraverso la riduzione del danno, mettendo a
disposizione di chi è in difficoltà un supporto medico e piscologico
adeguato”.

La necessità di implementare i servizi presenti sul territorio rendendoli
più specifici per gli adolescenti, è stata sottolineata da Rosaria Capozzi.
“Molti giovani provano a superare le difficoltà dell’adolescenza
sperimentando alcol e droghe – ha spiegato la consigliera del M5S -. Servono
percorsi educativi e norme che regolamentino l’assunzione anche di alcol e
nicotina”.

Della stessa opinione Furio Honsell, che ha avrebbe voluto una mozione più
incisiva che comprendesse anche altre dipendenze, come da tabacco e
sigarette elettroniche. Dal consigliere di Open Sinistra Fvg è giunto
inoltre l’invito a puntare sulla Peer Education (educazione tra pari), che
vede in campo giovani educatori, per rendere più efficaci le campagne di
sensibilizzazione.

C’è bisogno di un insieme di azioni da inserire in un contesto più ampio
legato al disagio giovanile, secondo Manuela Celotti (Pd), “un tema che
abbiamo più volte cercato di portare all’attenzione dell’Aula”. Per la dem
servono “delle équipe di contatto in strada e la riattivazione dei Piani di
zona con il coinvolgimento del terzo settore. E’ una mozione importante, che
spero possa aprire ragionamenti ulteriori anche su altre dipendenze come il
gioco d’azzardo”, ha concluso la dem.

Guarda alla prevenzione, la consigliera Laura Fasiolo (Pd). “Le situazioni
di disagio devono essere intercettate prima che sfocino nell’uso di sostanze
stupefacenti. Ecco perché va supportata la scuola, sin da quella
dell’infanzia con la presenza di uno psicologo, e potenziati i consultori,
che ora funzionano a macchia di leopardo”.

“Mozione condivisibile, ma con un approccio diversificato tra droghe leggere
e pesanti – ha detto Enrico Bullian (Patto per l’Autonomia – Civica Fvg) -.
Il proibizionismo non serve, io sono per percorrere altre strade”.

Via libera dunque dall’Aula all’unanimità alla mozione, con una modifica al
testo iniziale richiesta dell’assessore alla Salute, Riccardo Riccardi, che
ha evidenziato come la Regione già operi come indicato dalla mozione. Ecco
che la richiesta avanzata è ststa di “proseguire” nelle azioni finalizzate
al contrasto delle dipendenze in sinergia con le realtà del territorio.

ACON/AA-rcm

NOTIZIEDABRUZZO.IT

Sotto l’effetto dell’alcol minaccia con un coltello, ferito un 60enne

I Carabinieri di Giulianova hanno denunciato un 52enne per minaccia
aggravata e porto abusivo di arma. Nel piazzale antistante la stazione
ferroviaria di Giulianova, il 52enne denunciato ed un 54enne, in stato di
ubriachezza e per futili motivi, hanno cominciato a discutere. Innervosito,
il 52enne ha estratto un grosso coltello a serramanico cominciando a
minacciare il 54enne. Alla scena ha assistito un 60enne, di origine
albanese, che per difendere il 54enne è rimasto ferito e poi medicato al
pronto soccorso.

Nella colluttazione anche l’aggressore ha riportato alcune ferite alle mani.
I Carabinieri hanno recuperato il coltello vicino ad un cestino
dell’immondizia del piazzale.

L’indagato sarà proposto alla Questura di Teramo per un ‘foglio di via
obbligatorio’ dal Comune di Giulianova.

MONZA TODAY

Schiaffi e pugni a medico e infermieri, attimi di paura al pronto soccorso:
fermato dai carabinieri

L’aggressione è avvenuta nella notte di mercoledì all’ospedale di Vimercate
dove sono intervenuti i carabinieri per bloccare un paziente che ha perso il
controllo e avrebbe aggredito il personale arrivando a tirarsi giù i
pantaloni in sala d’attesa

Il turno di notte era iniziato ormai da un po’. E come ogni nottata al
pronto soccorso il personale sanitario, medici e infermieri stavano gestendo
diverse emergenze. E insieme a chi lamentava dolori toracici o difficoltà
respiratorie, in pronto soccorso mercoledì notte era arrivato anche chi
aveva esagerato con l’alcol.

Ma nella nottata a Vimercate, al pronto soccorso, la situazione è degenerata
e si sono vissuti momenti di paura e panico quando un paziente ha iniziato a
prendere a pugni le vetrate del triage e ad aggredire il personale. In
ospedale poi sono arrivati i carabinieri che hanno raggiunto e bloccato
l’uomo che aveva seminato il panico anche in sala d’aspetto.

L’aggressione in pronto soccorso

A raccontare a MonzaToday quegli istanti è stata una persona che era
presente ed è stata sua malgrado testimone dei fatti. “I carabinieri ci
hanno davvero salvato, sono arrivati subito e si sono coordinati in modo
fantastico e per fortuna si è scampata quella che poteva essere una
tragedia” ha spiegato.

“Spesso viviamo situazioni spiacevoli e ci sono stati momenti che avevo
paura anche ad andare a lavorare, oggi però ci siamo sentiti tutelati,
protetti”. Tutto è iniziato quando un uomo, arrivato ubriaco e
tranquillizzato dal personale sanitario, si è svegliato e si è alzato dalla
barella dove stava riposando. “Ha iniziato a sbattere i pugni contro il
vetro del triage” ci raccontano.

Per placare l’ira dell’uomo sarebbero intervenuti diversi specialisti e
infine il medico di turno che è stato raggiunto da sputi in faccia, spintoni
e colpito con schiaffi al volto, così violenti da fargli cadere a terra gli
occhiali. “La situazione stava degenerando, gli operatori sanitari hanno
rimediato anche dei pugni”. Poi è partita la chiamata di emergenza che ha
fatto accorrere a Vimercate i carabinieri.

Nel frattempo, secondo le testimonianze, l’uomo avrebbe raggiunto la sala
d’aspetto, spaventando le persone presenti e impugnando anche un estintore.
“Si è abbassato i pantaloni e ha mostrato le parti intime” racconta il
testimone, un gesto interpretato come segno di sfida e sprezzo. “La violenza
nei confronti di chi cerca di aiutare le persone è ingiustificabile. Ho
avuto molta paura e come me anche chi era in sala d’attesa. Grazie
all’intervento dei carabinieri la situazione non è degenerata e chi
aspettava le cure ha potuto essere ascoltato e accudito”.

Associazione Nuovo Paradigma O.d.V. – C.F. 91071720931

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